Patty e Danette
di
Vandal
genere
etero
La Patty e sua figlia
Non la vedevo più da un pezzo, la Patty. Almeno dieci anni. Me la ricordavo robusta, i capelli lunghi tirati dietro la testa, quel taglio particolare degli occhi che rivelavano le sue discendenze orientali. Robusta e molto prosperosa. La incontravo davanti alle scuole, mentre andava a prendere la figlia Danette. Ci si fermava, si chiacchierava, qualche volta la incontravo in giro e le offrivo il caffè.
L’ultima volta che l’ho vista era dieci anni fa. Il marito l’aveva mollata per un'altra più giovane e l’aveva piantata lì, con una figlia di dodici anni.
E poi, qualche giorno fa, mentre entro in un bar del centro a Vigeva
“Un caffè macchiato freddo e due cucchiai di zucchero” ordino
“Mauro?”
Mi volto e me la trovo davanti, con quel fisico robusto ma più modellato, ad un tavolino, tutta sorrisi, in compagnia di una ragazza carina che le somiglia parecchio “Patty?” mi avvicino a loro, lei si alza e mi abbraccia con trasporto. Mi sento soffocare da tutta quell’abbondanza che si porta dietro. Ho avuto perfino un’erezione. “Per la miseria! Ma tu guarda il Destino” e mi giro verso la ragazza “Danette?”
Lei si limita ad un guancia guancia “Ma che meraviglia” dice lei. Mi invita a sedere con loro
“Che mi racconti dunque?”
“Mi sono presa un lungo periodo di riflessione” dice lei
“Dieci anni”
“Sì.. Io. Dopo la delusione di Mario, di uomini non ne ho voluto più sapere. Ho girato un po’, sono andata a vivere dove abitavano i miei, giù a Spoleto, ho lavorato per un’agenzia immobiliare”
“E la piccola Danette non più piccola”
“Sto finendo l’università qui a Milano. Accademia di belle arti”
“Wow. Ma guardatevi” sorrido come un liceale al primo appuntamento “Quindi, sei qui per trovar la figliola prodiga?”
“No, sono qui per rimanere. L’agenzia per cui lavoravo ha allargato i confini e ha aperto una sede qui. Via Del Popolo, non è male”
“Single?” lo dico con una punta di speranza
Lei sorride e scuote la testa “Non ho ancora trovato l’uomo giusto. Ma, chissà..”
“E tu, ragazzuola? Come sei messa a morosi?”
“Poca roba” fa spallucce
Rimaniamo lì a chiacchierare, quasi non accorgendoci del tempo che passa “La compagnia è bella, ma si deve andare” dice Patty alzandosi
“Ora, non è che deve passare dieci anni ancora?”
“Facciamo che passano un paio di giorni?” dice Patty “Domani a cena?”
“Solo se offro io”
Fuori città, andando verso Mortara, una piccola osteria dall’aria intima e discreta. Fuori, un parco illuminato da potenti fari, fatto di querce, salici piangenti e macchie di felci “Carino qui” dice Patty
“Fa anche da pizzeria. Prezzi onesti. Durante la settimana c’è il menù fisso. Non si mangia male”
“Ha una sua atmosfera” sorride lei “Come sono i vini”
“Zona Oltrepò. Io non bevo..”
“Sì, astemio fino all’ultimo” ride
“Quindi, solo anche tu?”
“Non stasera” dico guardandola negli occhi
Arriva il cameriere per le ordinazioni. Vino bianco per lei, acqua per me. Antipasti misti di salumi e formaggi. Poi Riso e barland per me e risotto allo zafferano per lei. Poi Scaloppine al vin bianco per me. Insalata mista per lei. Dolce della casa per entrambi. Caffè. Pago io.
Usciamo. Qualche grillo canta nel buio “Bella serata” dice lei strofinandomi un braccio
Sento quel brivido che mi sale dal basso e si focalizza dietro gli occhi “Ti accompagno a casa?”
Traffico scorrevole. Su dal cavalcavia che passa dietro all’inceneritore, fino a corso Torino, poi piazza del calzolaio. Mi indica la via. Armeggia con un telecomando, un cancello si apre: “Entra pure”
Mi fa parcheggiare a casa sua. Ho dei dubbi?
Ultimo piano di una palazzina elegante. Ingresso aperto su un ampio salone, tappeti bianchi, pavimenti bianchi, un candore quasi accecante. Divani in simil pelle color crema, un grosso tavolo in cristallo al centro. Un paio di librerie, sedie, un angolo stereo, TV. Alla destra un basso muretto che da su una cucina piccola e accogliente. Sulla sinistra due porte: una in camera da letto e l’altra, presumo, bagno.
“Ti sei sistemata bene” vado verso una veranda. Il panorama punta verso la Torre del Bramante “Bella vista” sento che mi tocca la spalla. Il brivido mi percuote il cervello. Lei mi sta porgendo un bicchiere con deli liquido colorato “Analcolico” sorride
Mi giro e me la trovo a pochi centimetri dal mio avviso. Qualcosa rimasto nascosto troppo a lungo, si è risvegliato. Lei mi osserva a lungo, allunga una mano verso la guancia “Vuoi restare per questa notte?”
“Per tutte le notti che vorrai” rispondo
Lei mi bacia, si stringe a me. L’erezione non tarda ad arrivare. Lei si discosta mi guarda “Vale anche per me”
In camera, ci baciamo e ci spogliamo. Lei in intimo, un corpo ampio ma non grasso e delle tette grandi quanto angurie.
Cadiamo sul letto, io di schiena, l’erezione che preme per voler uscire.
Ridiamo, ci baciamo, rotoliamo. Le sgancio il reggiseno e libero quelle grosse tette che si trova. Grandi, morbide, da perdersi dentro, con areole chiare e capezzoli grossi come ditali. Baci, abbracci appassionati, il suo corpo che struscia contro il mio. Mi libera dei boxer, rimane un attimo ferma ad osservare la mia erezione che punta verso di lei. Si libera degli slip ed è sopra di me, si impala, mi cavalca “Dio” esclamo
E quelle grosse tette che rimbalzano sopra di me e…
.. e si arriva al mattino. Siamo abbracciati. Lei si sta svegliando, io la guardo “E’ stato un bene avervi incontrato” dico
“Sì” dice lei poggia la testa sul mio petto. Io mi rilasso e ripenso alla cavalcata avuta la sera prima
Lei si alza, va in bagno, sento l’acqua della doccia scorrere. Mi tiro a sedere contro la spalliera del letto, uso tre cuscini. Sospiro, sono felice. “Mamma sono a casa..” DAnette si blocca sulla soglia della camera da letto con un ‘Oh’ dipinto sulla bocca. Non sono nudo, il petto è visibile, il resto, pudicamente nascosto sotto le lenzuola
“Ehm” sono imbarazzato. Farsi sgamare dalla figlia, nudo, nel letto della madre
“Oh, wow” fa lei arrossendo “Beh, sono contento che mamma si sia sbloccata” si toglie le scarpe e le mette in un angolo della stanza “Specie con te”
“Non sei arrabbiata?”
“No, perché dovrei” si toglie la giacchetta e la getta sullo schienale della sedia “Poi, lo sapevo che finiva così” si toglie la camicetta. Ma fa lo strip davanti a me?
“Lo sapevi?”
“Mamma sperava che il dopo cena fosse…” agita le mani verso di me
“Una scopata liberatoria?”
“Non quelle parole. Lei ha detto fare l’amore” ride. Si toglie la gonna e resta in reggiseno e mutandine. E, devo dire che, Danette ha un fisico perfetto. Benchè di ossatura robusta, ha un fisico fresco e perfetto, una pelle bianca, seni tondi misura tre e delle chiappe niente male.
Danette si mette a ridere “Mauro” sembra quasi un ammonimento “Mi metti in imbarazzo”
“Io. Entri qui, fai uno strip mentre io sono nudo sotto il lenzuolo”
“Si vede che sei nudo sotto il lenzuolo” indica arrossendo. Solo allora noto l’evidente erezione tra le gambe
“Oh, ehm” faccio imbarazzato
“Ti piaccio”
“Beh, sarei un bugiardo se dicessi no”
“Bhe” fa lei maliziosa sganciandosi il reggiseno e liberando le sue zinne. Chiare come quelle della madre, capezzoli piccoli e dall’aria morbida. Lei ride e sculetta verso il bagno.
Il rumore della doccia smette. Le voci attutite di madre e figlia mi giungono all’orecchio. Poi Patty esce dal bagno avvolta in una vestaglia, ma aperta sul davanti, così da mostrami le sue nudità. Bella fica pelosa, ma curata. Peccato non aver visto quella di DAnette. MA che dico! Mi sono scopata sua madre e ora penso di farlo con la figlia.
Si siede sul bordo sul letto e tasta l’erezione attraverso il lenzuolo “Quell’esibizionista di DAnette” ride “Te l’ha fatto venire duro”
“Sono un debole” confesso
“Io starò via tutta la mattinata. Tu puoi rimanere. Anzi, devi rimanere”
“Beh, allora mi rivesto”
“Non ti dare preoccupazione. Qui non ci formalizziamo” mi bacia
“Ok, cercherò di tenerlo a posto” dico strizzandomelo
Mi saluta con un bacio. “Non ti stancare troppo” sorride lei
L’acqua della doccia ha smesso di scorrere da tempo. Ed ecco Danette che appare in camera, completamente nuda con alcune gocce d’acqua intrappolate tra la peluria della sua vagina. Mi viene il sospetto che Patricia mi abbia appena offerto in sacrificio alla figlia.
Si siede accanto a me sul bordo del letto “Sei in imbarazzo?”
“Un po’”
“Ti da’ fastidio che io sono nuda?”
“No, però..”
“Però?”
“Sei vuoi farti la doccia fai pure” sorride lei
“Ok”
“Non vuoi che ti veda nudo?” mi sorride maliziosa
Dai, non posso scopare la madre e anche la figlia. Ma, farmi vedere nudo, comporterebbe qualcosa? Mi faccio dei problemi?
Lei si alza e, con un gesto rapido, mi scosta il lenzuolo rivelando le mie nudità e la mia evidente erezione “Ok, tolto dall’imbarazzo”
“Insomma” l’uccello si tende al massimo
“Doccia” mi invita con un inchino
Rassegnato mi alzo e raggiungo il bagno. Acqua calda, mi getto sotto. Ristorazione. Ci voleva. Finisco, cerco un asciugamano. Danette me ne porge uno “Grazie”
“Prego, non ti dare problemi. Io di solito, giro per casa nuda.. e mamma, quando torna a casa, si mette leggera. Siamo abituate”
“Lo fai anche con i ragazzi che porti a casa?”
“Solo quelli che sono interessanti. Tu sei interessante”
“Io posso accettare il fatto che, per casa, si giri liberamente ma.. Con tua madre vorrei.. Vorrei rendere l’amicizia più salda e.. tu sei una ragazza così.. Così”
Non faccio in tempo a finire che lei è in ginocchio a farmi un pompino. Una serata romantica iniziata con Patty e una giornata da pornostar con la figlia.. Come si concluderà questa storia?
==Continua?==
Non la vedevo più da un pezzo, la Patty. Almeno dieci anni. Me la ricordavo robusta, i capelli lunghi tirati dietro la testa, quel taglio particolare degli occhi che rivelavano le sue discendenze orientali. Robusta e molto prosperosa. La incontravo davanti alle scuole, mentre andava a prendere la figlia Danette. Ci si fermava, si chiacchierava, qualche volta la incontravo in giro e le offrivo il caffè.
L’ultima volta che l’ho vista era dieci anni fa. Il marito l’aveva mollata per un'altra più giovane e l’aveva piantata lì, con una figlia di dodici anni.
E poi, qualche giorno fa, mentre entro in un bar del centro a Vigeva
“Un caffè macchiato freddo e due cucchiai di zucchero” ordino
“Mauro?”
Mi volto e me la trovo davanti, con quel fisico robusto ma più modellato, ad un tavolino, tutta sorrisi, in compagnia di una ragazza carina che le somiglia parecchio “Patty?” mi avvicino a loro, lei si alza e mi abbraccia con trasporto. Mi sento soffocare da tutta quell’abbondanza che si porta dietro. Ho avuto perfino un’erezione. “Per la miseria! Ma tu guarda il Destino” e mi giro verso la ragazza “Danette?”
Lei si limita ad un guancia guancia “Ma che meraviglia” dice lei. Mi invita a sedere con loro
“Che mi racconti dunque?”
“Mi sono presa un lungo periodo di riflessione” dice lei
“Dieci anni”
“Sì.. Io. Dopo la delusione di Mario, di uomini non ne ho voluto più sapere. Ho girato un po’, sono andata a vivere dove abitavano i miei, giù a Spoleto, ho lavorato per un’agenzia immobiliare”
“E la piccola Danette non più piccola”
“Sto finendo l’università qui a Milano. Accademia di belle arti”
“Wow. Ma guardatevi” sorrido come un liceale al primo appuntamento “Quindi, sei qui per trovar la figliola prodiga?”
“No, sono qui per rimanere. L’agenzia per cui lavoravo ha allargato i confini e ha aperto una sede qui. Via Del Popolo, non è male”
“Single?” lo dico con una punta di speranza
Lei sorride e scuote la testa “Non ho ancora trovato l’uomo giusto. Ma, chissà..”
“E tu, ragazzuola? Come sei messa a morosi?”
“Poca roba” fa spallucce
Rimaniamo lì a chiacchierare, quasi non accorgendoci del tempo che passa “La compagnia è bella, ma si deve andare” dice Patty alzandosi
“Ora, non è che deve passare dieci anni ancora?”
“Facciamo che passano un paio di giorni?” dice Patty “Domani a cena?”
“Solo se offro io”
Fuori città, andando verso Mortara, una piccola osteria dall’aria intima e discreta. Fuori, un parco illuminato da potenti fari, fatto di querce, salici piangenti e macchie di felci “Carino qui” dice Patty
“Fa anche da pizzeria. Prezzi onesti. Durante la settimana c’è il menù fisso. Non si mangia male”
“Ha una sua atmosfera” sorride lei “Come sono i vini”
“Zona Oltrepò. Io non bevo..”
“Sì, astemio fino all’ultimo” ride
“Quindi, solo anche tu?”
“Non stasera” dico guardandola negli occhi
Arriva il cameriere per le ordinazioni. Vino bianco per lei, acqua per me. Antipasti misti di salumi e formaggi. Poi Riso e barland per me e risotto allo zafferano per lei. Poi Scaloppine al vin bianco per me. Insalata mista per lei. Dolce della casa per entrambi. Caffè. Pago io.
Usciamo. Qualche grillo canta nel buio “Bella serata” dice lei strofinandomi un braccio
Sento quel brivido che mi sale dal basso e si focalizza dietro gli occhi “Ti accompagno a casa?”
Traffico scorrevole. Su dal cavalcavia che passa dietro all’inceneritore, fino a corso Torino, poi piazza del calzolaio. Mi indica la via. Armeggia con un telecomando, un cancello si apre: “Entra pure”
Mi fa parcheggiare a casa sua. Ho dei dubbi?
Ultimo piano di una palazzina elegante. Ingresso aperto su un ampio salone, tappeti bianchi, pavimenti bianchi, un candore quasi accecante. Divani in simil pelle color crema, un grosso tavolo in cristallo al centro. Un paio di librerie, sedie, un angolo stereo, TV. Alla destra un basso muretto che da su una cucina piccola e accogliente. Sulla sinistra due porte: una in camera da letto e l’altra, presumo, bagno.
“Ti sei sistemata bene” vado verso una veranda. Il panorama punta verso la Torre del Bramante “Bella vista” sento che mi tocca la spalla. Il brivido mi percuote il cervello. Lei mi sta porgendo un bicchiere con deli liquido colorato “Analcolico” sorride
Mi giro e me la trovo a pochi centimetri dal mio avviso. Qualcosa rimasto nascosto troppo a lungo, si è risvegliato. Lei mi osserva a lungo, allunga una mano verso la guancia “Vuoi restare per questa notte?”
“Per tutte le notti che vorrai” rispondo
Lei mi bacia, si stringe a me. L’erezione non tarda ad arrivare. Lei si discosta mi guarda “Vale anche per me”
In camera, ci baciamo e ci spogliamo. Lei in intimo, un corpo ampio ma non grasso e delle tette grandi quanto angurie.
Cadiamo sul letto, io di schiena, l’erezione che preme per voler uscire.
Ridiamo, ci baciamo, rotoliamo. Le sgancio il reggiseno e libero quelle grosse tette che si trova. Grandi, morbide, da perdersi dentro, con areole chiare e capezzoli grossi come ditali. Baci, abbracci appassionati, il suo corpo che struscia contro il mio. Mi libera dei boxer, rimane un attimo ferma ad osservare la mia erezione che punta verso di lei. Si libera degli slip ed è sopra di me, si impala, mi cavalca “Dio” esclamo
E quelle grosse tette che rimbalzano sopra di me e…
.. e si arriva al mattino. Siamo abbracciati. Lei si sta svegliando, io la guardo “E’ stato un bene avervi incontrato” dico
“Sì” dice lei poggia la testa sul mio petto. Io mi rilasso e ripenso alla cavalcata avuta la sera prima
Lei si alza, va in bagno, sento l’acqua della doccia scorrere. Mi tiro a sedere contro la spalliera del letto, uso tre cuscini. Sospiro, sono felice. “Mamma sono a casa..” DAnette si blocca sulla soglia della camera da letto con un ‘Oh’ dipinto sulla bocca. Non sono nudo, il petto è visibile, il resto, pudicamente nascosto sotto le lenzuola
“Ehm” sono imbarazzato. Farsi sgamare dalla figlia, nudo, nel letto della madre
“Oh, wow” fa lei arrossendo “Beh, sono contento che mamma si sia sbloccata” si toglie le scarpe e le mette in un angolo della stanza “Specie con te”
“Non sei arrabbiata?”
“No, perché dovrei” si toglie la giacchetta e la getta sullo schienale della sedia “Poi, lo sapevo che finiva così” si toglie la camicetta. Ma fa lo strip davanti a me?
“Lo sapevi?”
“Mamma sperava che il dopo cena fosse…” agita le mani verso di me
“Una scopata liberatoria?”
“Non quelle parole. Lei ha detto fare l’amore” ride. Si toglie la gonna e resta in reggiseno e mutandine. E, devo dire che, Danette ha un fisico perfetto. Benchè di ossatura robusta, ha un fisico fresco e perfetto, una pelle bianca, seni tondi misura tre e delle chiappe niente male.
Danette si mette a ridere “Mauro” sembra quasi un ammonimento “Mi metti in imbarazzo”
“Io. Entri qui, fai uno strip mentre io sono nudo sotto il lenzuolo”
“Si vede che sei nudo sotto il lenzuolo” indica arrossendo. Solo allora noto l’evidente erezione tra le gambe
“Oh, ehm” faccio imbarazzato
“Ti piaccio”
“Beh, sarei un bugiardo se dicessi no”
“Bhe” fa lei maliziosa sganciandosi il reggiseno e liberando le sue zinne. Chiare come quelle della madre, capezzoli piccoli e dall’aria morbida. Lei ride e sculetta verso il bagno.
Il rumore della doccia smette. Le voci attutite di madre e figlia mi giungono all’orecchio. Poi Patty esce dal bagno avvolta in una vestaglia, ma aperta sul davanti, così da mostrami le sue nudità. Bella fica pelosa, ma curata. Peccato non aver visto quella di DAnette. MA che dico! Mi sono scopata sua madre e ora penso di farlo con la figlia.
Si siede sul bordo sul letto e tasta l’erezione attraverso il lenzuolo “Quell’esibizionista di DAnette” ride “Te l’ha fatto venire duro”
“Sono un debole” confesso
“Io starò via tutta la mattinata. Tu puoi rimanere. Anzi, devi rimanere”
“Beh, allora mi rivesto”
“Non ti dare preoccupazione. Qui non ci formalizziamo” mi bacia
“Ok, cercherò di tenerlo a posto” dico strizzandomelo
Mi saluta con un bacio. “Non ti stancare troppo” sorride lei
L’acqua della doccia ha smesso di scorrere da tempo. Ed ecco Danette che appare in camera, completamente nuda con alcune gocce d’acqua intrappolate tra la peluria della sua vagina. Mi viene il sospetto che Patricia mi abbia appena offerto in sacrificio alla figlia.
Si siede accanto a me sul bordo del letto “Sei in imbarazzo?”
“Un po’”
“Ti da’ fastidio che io sono nuda?”
“No, però..”
“Però?”
“Sei vuoi farti la doccia fai pure” sorride lei
“Ok”
“Non vuoi che ti veda nudo?” mi sorride maliziosa
Dai, non posso scopare la madre e anche la figlia. Ma, farmi vedere nudo, comporterebbe qualcosa? Mi faccio dei problemi?
Lei si alza e, con un gesto rapido, mi scosta il lenzuolo rivelando le mie nudità e la mia evidente erezione “Ok, tolto dall’imbarazzo”
“Insomma” l’uccello si tende al massimo
“Doccia” mi invita con un inchino
Rassegnato mi alzo e raggiungo il bagno. Acqua calda, mi getto sotto. Ristorazione. Ci voleva. Finisco, cerco un asciugamano. Danette me ne porge uno “Grazie”
“Prego, non ti dare problemi. Io di solito, giro per casa nuda.. e mamma, quando torna a casa, si mette leggera. Siamo abituate”
“Lo fai anche con i ragazzi che porti a casa?”
“Solo quelli che sono interessanti. Tu sei interessante”
“Io posso accettare il fatto che, per casa, si giri liberamente ma.. Con tua madre vorrei.. Vorrei rendere l’amicizia più salda e.. tu sei una ragazza così.. Così”
Non faccio in tempo a finire che lei è in ginocchio a farmi un pompino. Una serata romantica iniziata con Patty e una giornata da pornostar con la figlia.. Come si concluderà questa storia?
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