L'iniziazione di Francesco Cap.: VI

di
genere
gay

sodomia


“Ti voglio Alessandro, … ti voglio, … prendimi!” … e mentre proferiva quelle parole, una sua mano prese il membro, che per primo lo visitò, per portarselo alle narici, per sentire l’umidità lasciatagli dal suo intestino, … per goderne del turgore, … Con la guida di Federico, che lo ungeva in continuo con lo sperma rimasto nella ciottola e dopo averlo posizionato disteso con i piedi sulle spalle dell’imprenditore, chiese nuovamente di entrare in quel mondo a cui apparteneva. La postura era stata suggerita per il bisogno di entrambi di guardarsi negli occhi nel momento in cui il fallo sarebbe entrato e scivolato tutto dentro l’intestino del ragazzino: uno per essere stato preso, espugnato e aperto alla conoscenza; l’altro per il piacere di aver colto, fatto fiorire e manifestare quel fiore che aveva accondisceso e accettato di appartenergli, donandogli perfino il suo casto, delicato ed inesplorato culetto. Un dito si fece strada in quel corpo offerto alla brama … e riempiva … riaccendendo l’eccitazione, che partendo dal basso ventre si espandeva in tutto il fisico. Il dito si spostava e si spingeva all’interno del corpo con un movimento lento e regolare, che non faceva altro che far salire la “temperatura interna”. L’anulare si affiancò al medio per allargare ancora il condotto che di lì a poco avrebbe ospitato una verga di ragguardevole circonferenza.
“Guardami, … guardami, … ohhhhhhhhhh, … siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, … sssiiiiiiiiii … tutto ... tottoooooooo … sino in fondo, … ohhhhhhhhhhhh siiiiiiiii!” Massimo, dopo aver aiutato il fratello ad espugnare ed impossessarsi di Francesco, ora stava sodomizzando il factotum nello stesso modo in cui Alessandro stava per inculare Francesco.
“Guardami … guardami … ohhhh … siiiiiiiiiiiiii … lo … tuttooooooo!” Federico urlava, sbatteva le braccia ed implorava il suo Massimo di romperlo, … di spargergli dentro quello che gli spettava … di dargli l’estasi.
L’eccitazione e la volontà di Francesco di essere sodomizzato aumentava, mentre il suo mentore toccandolo, limandolo e battendolo con la verga ne mirava la corona che si apriva e si chiudeva e che, stringendosi, sorrideva con luccichii e bagliori odorosi di sperma. Quel cazzo, vellutato, caldo, impaziente, possente con quelle due palle gonfie strisciava avanti e indietro con un movimento circolare e …, dopo aver nuovamente bussato sul pertugio, si dispose spingendo ad addentrarsi sempre più, verso il suo interno.
“Ahhhhhhhhhhhhhh, … mmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhh, … ahhhhhhhhhhhhhhh, … maleeeee, … aaaaaaaaahhhhhh!”
“Respira a fondo, … non stringere, … rilassati, … lascia. … respira. … E’ bello guardarti. … ascolta il tuo desiderio di farti possedere, … penetrare, … imbottire. So che provi dolore, … e tanto dolore, … ma per entrare in quel mondo, nel nostro mondo, devi andare avanti. La sofferenza è la porta di ingresso al godimento che dopo troverai e proverai. Hai un culetto meraviglioso, sodo con delle chiappe dalla pelle di raso, … profumato di riso bollito.” Il buco, benché fosse stato esplorato da Massimo e addolcito con penetrazioni di dita e massaggi di lingua, era ancora tanto stretto per il fallo di Alessandro. Le braccia dell’adolescente si tesero sul letto, … gli occhi si spalancarono, … lacrime quiete colavano e rigavano le giovanili, luminose guance per gocciolare poi sulle lenzuola a causa del punteruolo che gli entrava nella carne. Tentava di divincolarsi, ma con il solo risultato di agevolare la penetrazione, che si compiva anche per il peso dell’uomo. Aveva uno sfintere tanto stretto, ma nonostante tutto entrava, … entrava. Mani scorrevano sul suo addome o pizzicavano i suoi capezzolini o visitavano le sue labbra per mitigarne la sofferenza.
“Ecco.” Un colpo secco, deciso e il membro di Alessandro era tutto dentro. Si era dischiuso. La cornice interna del suo piccolo anello, dilatata all’inverosimile mostrava piccole striature rosee, ma non si era lacerata. Per oltre cinque minuti l’uomo rimase immobile in quel cunicolo in muto silenzio, fino al momento che percepì di potersi muovere per lo scemare del dolore e per l’allentamento del muscolo svigorito e snervato.
Con lentezza quel glande cominciò a muoversi in uscita per ritornare. Bruciava. Il dolore piano piano diminuì, ma aveva il culo in fiamme. Lo sentiva scivolare avanti ed indietro, … strusciava sulla carne, … riempiva il suo intestino dandogli una leggera sensazione di calore, quasi piacere, che progressivamente in modo leggero iniziò ad impossessarsi di lui per progredire sempre di più. Aveva smesso di frignare e di tendersi per sfuggire a quel dilaniante supplizio; ora le sue labbra modulavano gemiti, sospiri, soffi. Il suo corpo, concedendosi sempre di più, gli faceva allargare ulteriormente le gambe, … rispondeva ai colpi e, tendendosi, alzava il culetto per andare verso quel puntale in modo da sentirlo meglio. Ad un certo punto il suo cultore lo tirò su con la schiena, e fatti dei passi indietro, attirandolo a sé e senza far uscire il membro, se lo posizionò su di lui perché si impalasse da solo. Alessandro con le mani sotto quelle tenere vellutate chiappette scandiva il ritmo.
“Dai, … muoviti da solo. Sollevati e calati. Dimmi cosa provi! ... dimmi che sei pieno, … raccontami … mentre ti guardo alzarti ed abbassarti, … mentre ti sento ansimare e dire parole senza senso, … raccontami quello che senti, …”
“Nonostante i miei sforzi, … ahhhhhh, … è una strana sensazione, provo ancora dolore. … molto meno di prima, … sono fitte che salgono dalla bocca dello stomaco … da qui -indicando- … e si trasformano velocemente in qualcosa di diverso, … aaaaaaammmmmmhhhhhhhh, … di piacevole. Quello che ho dentro, entra ancora e mi allarga, … mi sento posseduto, … fissato, … legato, … impalato. … Ahhhhhhhhhhh, … ogni centimetro del mio corpo percepisce il tuo …. … non distinguo più … percepisco solo reazioni innescate dal mio culo. Quando mi muovo …ohhhhhhhhhh … avverto che le pareti del mio intestino si dilatano e si modellano attorno all’asta … e … che … ahhhhhhhhummmhhhhhhhhhhhhhhh, … la punta, … il glande, che striscia su e giù, avanti e indietro … sfiorando e bussando in un punto del mio interno … mi toglie il fiato … mi … aaaahhaaahh … Sono scosse …!”
Dallo stelo del ragazzino fluiva placido, su sé stesso e poi su Alessandro, un rivoletto filamentoso trasparente. Stava godendo e il suo corpo, incapace di controllarsi, emetteva suoni animaleschi. La sua parte razionale era totalmente sommersa, prevaricata da una nuova creatura che urlava, grugniva, muoveva la testa e gridava “più forte, … di più, … ancora, … ancora, … ancora, … ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, … oghhhhhhhhhhhh, …mmmhhhhhhh!” Alessandro, affascinato e conquistato da quell’adolescente, mosso da affetto e da incanto, raccattato il liquido semitrasparente dal suo addome, sfiorò, umettando, il torace e le guance del piccolo.
“Nonostante il dolore che hai provato, ora, mio piccolo, splendido, caldo amico, … rapito e imbambolato … forse stordito, ti farò entrare nel nostro mondo. … Approntati a ricevere, dentro il tuo bianco culetto, dopo che ti avrò posto a pecorina, come Federico con Massimo, il nettare, che prima hai assaggiato, balsamo e medicamento per tanti. … Ora ti dilaterò di più … mi sentirai tutto … le mie bocce calde e pelose ti lambiranno le natiche, … ti baceranno il sederino …”
“Abbandonati … Francesco! E’ stupendo e incantevole sentirlo scorrere. … Sentirsi pieni, … sazi, … appagati. … Abbandonati … lasciati violare da Alessandro, … le sue mani ti bloccheranno e … immobilizzeranno, …ti ancoreranno al suo immane, tozzo, duro ferro rovente, … e lui … di poi, … dopo averti preso molto lentamente, per darti modo di gustare … provare … avvertire e prendere coscienza di quello che hai dentro, inizierà a percuoterti … a randellarti …a trafiggerti furiosamente. Uscirà senza fretta per farti assaporare il vuoto e desiderarlo poi di nuovo dentro di te. … e ritornerà con un colpo secco, deciso, violento, brutale penetrandoti sino in fondo per farti percepire i suoi testicoli sulla tua apertura. … ti sembrerà che ti giunga sino in gola, dopo averti squarciato, … rotto … aperto. Ansimerai, … implorerai, … invocherai che ti spacchi … ti sfasci sempre di più e ogni volta più a fondo. … e grazie a questa lotta impetuosa e selvaggia di stupro, … dopo, … percepirai e distinguerai il suo piacere … e sarà tanto. … e poi rilassati, avvinghiato e stretto a lui, e, mentre Alessandro di darà dolci delicati bacetti sulle labbra o ti guarderà commosso e intenerito negli occhi per quello che gli hai dato e per quello che si è preso, tu, con le tue mani, limalo … sfioralo, … carezzalo delicatamente, come per ringraziarlo di essere entrato in te, …di averti violato. … e dopo scambiatevi il segno di appartenenza bagnandovi con le vostre urine, … prima sarà Alessandro a darti la sua chiedendoti di averti per sposa e poi tu a lui per confermargli di voler essere suo e di coloro, ai quali lui gradirà di condividerti. … Non preoccuparti di bagnare il letto, … è predisposto anche a questo. Rileverai di essere stato aperto dalla frescura che il tuo anello avvertirà e dal liquido che scivolerà lungo le tue natiche e, anche questo, ti sarà piacevole. Io e Massimo applaudiremo, nel contemplare la tua prima vera e completa sodomizzazione, al tuo ingresso nel nostro mondo, a cui da sempre sei stato serbato e al quale spetti e, finalmente, appartieni.”
“Ohhooohhhgghggghhhhhhh, … ahhhhhhhhhhhnfffffff, … aaaaahhhhhhhhh, … ssssssssssssssssssiiiiiiiiiii, … fa male ancora, … ma mi sento pieno, … gonfio, … zeppo, … ooooooooohh, … siiiiiiiiiiiiiiiissssssssssssssssssssssii, … è bello, … stupendo, … bellissimo … mi piace, … mi piace, … miiiiiiiii piaceeeeeeeeeeeeeeeee, … siiiiiiiii ancoraaaaaaaaaaaa, … rompimiiiiii, … sono tuoooooooooooooooo, … tuoooo … tuo. Sbattimi ancora, spaccami, … aprimi di più, … squarciami. … Ohhhhhhhhhh , … Sii, … si … si … si … si … aanff, … si, ohhhf. … … ti sento, … ti sentooooo, … ti sento, … ti sento, … ti sentooooooooooooo … offfhhhhhhhhhh!”
Il ragazzino, ansimando e gemendo per il gran calore che sentiva e per gli spruzzi che bussavano alle sue pareti, esplose nuovamente, versando liquidi trasparenti e filamentosi sulle lenzuola.
“E’ stato bellissimo vedervi venire!"
I due stanchi, ma soddisfatti si sorridevano coccolandosi con gli occhi. Dal culetto lucido, arrossato e aperto, ma ancora palpitante del piccolo sgorgava una macchia opalescente, luminosa, tepida che maliziosa e birba fluiva lenta, filosa e indisturbata lungo una tenera butirrosa natica, per gocciolare sulle lenzuola.
“Era quello che volevi? …”
“Sì!” Il monosillabo uscì dalle labbra del piccolo appena mormorato, accompagnato da un sorriso luminoso, radioso provante appagamento, gioia e beatitudine. “Ho fatto una buona scelta, … ho preso, grazie alle tue mani, la giusta decisione e ora desidero scorrazzare nei verdi prati del desiderio con te e con loro.”
“Sei sicuro … deciso?”
“Sì!”
“…persino ad essere condiviso con persone, amici nostri, che potrai incontrare e conoscere su nostro invito?” Uno sguardo commosso, intenerito accompagnato da impercettibili movimenti dell’adolescente fu la risposta alla richiesta dell’uomo.
“… e allora ricevi il mio caldo, dorato afrodisiaco pegno e poi, per confermare che farai tutto quello che ti verrà richiesto, … versa il tuo sul mio addome.” I corpi stesi nel tiepido umidore si davano a vicenda tenerezze. Le mani visitavano il compagno, bagnate dal tepore su cui poggiavano. Si coccolavano quando i testimoni vollero contribuire a dare a quell’unione un ulteriore impulso di piacevole delizioso erotismo.
“Guardaci Francesco, … ahhhhggghh, … prendi … e … bevi!” … e una pioggia dorata iniziò a frangersi sul collo, sul viso, sulla chioma del ragazzino sbigottito per spostarsi sul volto dell’uomo, che gradì il pensiero aprendo le labbra affinché anche il loro interno conoscesse il sapore degli altri due. Alessandro, sotto lo scroscio, prendeva e rendeva alle labbra del giovanetto quel liquido, per fargli apprezzare anche quella pratica erotica.
“Ohhh, … Federico …”
“Si deve desiderare e conoscere anche i nostri rifiuti. Assaggia e gusta, … vivi anche questo momento, … Eccitati, … accenditi … e offri tutto te stesso alla lussuria di chi ti desidera. … e …” Un nuovo scroscio, più violento del precedente si franse sul volto del piccolo e sulla bocca tenuta aperta da dita che frugavano … esploravano. Ingurgitava e veniva massaggiato, … frizionato con quei liquidi anche in altre parti del corpo.
Poche ore prima serviva come cameriere in un ristorante per raggranellare, racimolare un po’ di soldini per i suoi bisogni giovanili e ora era là, su un letto immenso, tra tiepide urine sue e di altri, con lo sfintere arrossato … rigato di bianco latte che appoggiava, per la prima volta nella sua vita, il suo sodo bianco culetto sul pube di un uomo. Stanco ed appagato, permutata la posizione con l’autista, prese sonno con l’inguine e il menestrello stanco e sfinito di Massimo tra le sue chiappe; mentre Federico gli stava davanti addossato ad Alessandro.

scritto il
2020-10-12
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