La suora.
di
Checco752.
genere
etero
Quella mattina mi svegliai con una voglia ma con una voglia tale da farmi eccitare, innervosire...dovevo leccare una figa! Feci rapidamente doccia e colazione, poi guardai su internet se tra le puttane potevo trovarne una da poter leccare fino a rimanere senza saliva, tanto per dire, ma non ce ne era una che mi tirava, così presi l'auto ed andai dritto a quei viali di Roma dove spesso anche al mattino ci sono prostitute. Stavo procedendo verso viale tor di quinto ma invece di una puttana mi trovai ad incontrare una suora che senza dubbio aveva problemi con la sua auto e stava gesticolando rivolta a me che frenai subito e mi fermai a fianco di lei che mi venne incontro, dicendomi che la sua auto aveva problemi al motore. Scesi dalla mia auto ed andai dritto a vedere se la sua era senza benzina ma vidi che ne aveva assai, così aprii il cofano ma non potei capire se qualcosa stava fuori posto e, dato che ci trovavamo in piena estate e ci si scioglieva, proposi alla suora di salire sulla mia auto e chiamare il mio meccanico che fortunatamente venne subito ed allora, mentre lui provvedeva a riparare l'auto, proposi alla suora di andare a berci una birra fresca e lei accettò. Dopo mezz'ora che stavamo all'ombra a berci la birra, notai che lei stava già sentendo gli effetti del poco alcool nella bevanda ma era già molto tramutata da suora tutta serietà e contegno, a donna sguaiata che mi osservava chiaramente fissando il cazzo che si gonfiava sempre di più e ad un certo punto disse che era tempo che non si faceva leccare la figa mentre lei ciucciava un bel cazzo. Rimasi senza parole ma poi, pensando che in fondo ero uscito di cas a caccia di donne da potergli leccare la figa, allora le dissi che avrei provveduto io a slinguarla il giusto. Poco dopo il telefonino squillò: era il meccanico che mi avvisava che l'auto della suora era pronta e se ne tornava in officina, così, vedendo che lei sbarellava e non si reggeva in piedi, la presi in braccio e la misi nella mia auto, dopo le chiesi se voleva veramente essere leccata e poi scopata e quando biascicò che lo voleva veramente, partii dritto a casa mia che fortunatamente si trovava in periferia ed era una villetta singola senza altre vicino, così arrivando lì la ripresi di nuovo in braccio portandola subito sul mio lettone ed iniziai a spogliarla tutta. Poi toccò a me e quando tornai dal bagno mi stesi accanto alla ragazzona assai bella formosa e ahime i suoi capelli erano stati tagliati a sforbiciate perciò sembrava quasi un maschiaccio ma io ero così allupato, eccitato, che non ci feci nemmeno caso e subito la baciai in bocca per poi scendere ai seni e all'ombelico ma quando arivai alla figona pelosissima, allora mi misi comodo e la leccai a lungo senza mai riprendere fiato e lei iniziò subito a goderne molto, scalciando e sobbalzando col culo che saltava sul letto. Io poi mi girai formando il classico numero sessantanove e lei subito si prese in bocca il cazzo e lo slinguò ciucciandolo magnificamente, assai meglio di una esperta tipo una mignotta. Quando stavo per sborrarle in bocca, a quel momento se ne venne anche lei schizzandomi in gola un fiume di succo di figa acidulo ed insieme dolce come il miele, insomma sembrava un'albicocca a metà matura! Io allora mi lasciai andare e le scaricai tanta di quella sborra da fargliela uscire dagli angoli della bocca. Dopo pochi attimi ero di nuovo carico e pronto a scoparla, così le spalancai le cosce e zac...la penetrai in figa dandole colpi di cazzo da sfondarla e lei strillò prima per il dolore, anche perchè io non sapevo fosse ancora vergine, poi per il piacere che dopo mi disse di avere provato a lungo. La cosa di averla sverginata io mi diede una nuova carica e le dissi che a quel punto toccava al culetto ad essere penetrato e lei si oppose implorandomi di non fare male e perciò lasciare perdere ma io ero troppo ingrifato e così la girai con forza e messole un dito pieno di gel nel culo, feci seguire poi al dito il cazzo che la inculò provocandole un gran dolore ma io non ci stavo capendo più nulla e la inculai senza pietà facendola strillare come un bambino che riceve una sculacciata. Dopo che le sborrai tutto dentro, la condussi in bagno dove ci facemmo una doccia e intanto a lei stava passando la sbornia e si rese conto di quanto avevamo appena fatto. Si rivestì e mi pregò di accompagnarla alla sua auto ed io feci quanto mi chiedeva senza dire più nulla. Arrivammo alla sua auto e lei scese in silenzio dalla mia, poi mi ringraziò per l'aiuto datole, si girò su se stessa e salì sulla sua auto accendendo il motore e partendo poi velocemente come se avesse voluto con quel gesto cancellare tutto l'accaduto in precedenza.
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