Matteo, la mia fantasia

di
genere
gay

Mi svegliai con mia madre che entrava nella mia stanza e mi urlava di alzarmi. Ancora una volta la sveglia non mi aveva svegliato e lei era arrabbiata.
Mi concessi qualche secondo per riprendermi completamente dopo che se ne fu andata, poi barcollai in bagno per una doccia.
Come al solito stavo sotto la doccia a pensare. Ogni volta pensavo alle stesse cose: quanto sarebbe stato bello essere una ragazza. Non volevo dire avere il seno, semplicemente odiavo il fatto che avere un ragazzo era molto più difficile essendo un ragazzo.
Dovete sapere che nella mia scuola il bullismo non era un vero problema. Niente vittime di bullismo, nessun suicidio e la scuola era in linea di massima un buon posto dove stare. L’unico problema era che nessuno a scuola era gay, almeno non apertamente.
Avevo avuto la fortuna di fare dei buoni amici che mi accettarono per quello che ero e a loro non importava che fossi gay. Ma solo cinque persone lo sapevano.

Immerso nei miei pensieri mi dimenticai del tempo, mi affrettai a risciacquarmi ed uscii. Mentre mi stavo asciugando, mi guardai allo specchio. Ero alto un metro e ottanta, corporatura media con un po’ di tono muscolare ma non molto. I capelli corti erano castani e gli occhi castano scuro e profondi.
Dopo aver finito di controllarmi mi preparai come al solito per la scuola e presi l’autobus.
Venti minuti più tardi ero a scuola e stavo parlando con i miei amici come se tutto fosse normale, ma non era così. La campanella suonò ed andai alla prima lezione. Praticamente corsi in classe perché ero estremamente eccitato. Non solo si trattava della mia materia preferita, ma avrei anche visto Matteo.

Lui era sempre stato un soggetto delle mie fantasie e non so il perché. Non era fra i tipi che preferivo, piccoli, magri e glabri e Matteo era tutt’altro. Era alto circa un metro e ottantacinque, molto muscoloso e anche molto peloso. Praticava tutti i tipi di sport ed era un grande esibizionista. L’anno prima, quando si era fatto il piercing al capezzolo, aveva trascorso quasi tutta la lezione di ginnastica senza maglietta, non che mi stia lamentando della cosa.
Comunque, mi sedetti verso il fondo dell’aula aspettando che entrasse e si sedesse davanti come faceva sempre, ma quella volta venne in fondo e si sedette proprio dietro di me.
Provai a non guardarlo, ma ero eccitato perché conoscevo il modo in cui si comportava e non vedevo l’ora che iniziasse.
Girai come casualmente la sedia di lato, in modo da poterlo vedere con la coda dell’occhio mentre prendevo appunti. Quando ci furono dati alcuni problemi da risolvere, mi misi a lavorare. Fu allora che lui iniziò.
Quando si sedeva davanti, non potevo fare a meno di ascoltare le sue conversazioni. Faceva sempre battute sessuali ai suoi amici, tutti ridevano ed io avrei voluto che scherzasse con me. Ero geloso del fatto che fosse così sicuro della sua sessualità da poter fare queste battute con i suoi amici.
Chiamò il mio nome ed io mi voltai per rispondergli.
“Cosa c’è?”
Risposi cercando di sembrare disinvolto.
“È passata un’eternità da quando mi hanno succhiato il cazzo.”
Non potei fare a meno di notare che si stava massaggiando il petto.
“Sì? E allora?”
Stavo cercando con forza di sembrare disinteressato, ma dentro di me stavo esplodendo.
“Non potresti succhiarmelo?”
Praticamente sembrava mi stesse implorando.
“Ehm...”
Avrei voluto gridare di sì, farlo lì, ma mi fermai e dissi semplicemente: “No.”
“Oh andiamo amico, aiutami.”
E continuò a massaggiarsi, ora aveva spostato la mano al capezzolo forato.
Non volevo pensasse che volevo prendere sul serio le sue battute, quindi scossi la testa, alzai gli occhi al cielo e mi voltai per fare il mio lavoro.
Mi sembrava di sentire il suo sguardo su di me e non riuscivo a sopportare il dolore di vedere quel ragazzo, incredibilmente etero, dirmi quelle cose.

La lezione successiva della giornata era geografia, questa volta si sedette all’altro capo della classe e non avrei potuto parlargli.
Mentre l’insegnante stava spiegando non riuscivo a staccare gli occhi da lui. Notai che stava masticando l’estremità della penna e non ho potei fare a meno di fantasticarci. Praticamente stetti a guardarlo per tutta la lezione.
Alla fine venne da me e quasi svenni.
“Ehi Ale, ti piace la matematica, vero?”
Si è appoggiò al muro e sembrava così sexy.
“Ehm, sì. È la mia materia preferita, perché me lo chiedi?”
“È solo che non ho idea di quello che stiamo facendo e non posso permettermi di fallire un altro compito.”
Sembrava se ne stesse vergognando ed io non volevo che accadesse.
“Ok, che ne dici se vengo da te dopo la scuola?”
Suggerii.
“Potrei darti un aiuto.”
“Beh, avrò bisogno di sapere tutto per il prossimo compito...”
“Allora immagino che dovrò restare tutta la notte.”
Dissi scherzando e facendolo sorridere.
Non potevo credere alla mia fortuna, stavo scherzando con il ragazzo dei miei sogni e non solo, ma stavamo scherzando sul fatto di trascorrere la notte con lui! Avrei potuto morire sul colpo ed essere felice.
“Si certo. Allora ci vediamo verso le 4.”
Mi fece l’occhiolino e mi fece impazzire.
Annuii e poi mi affrettai ad incontrare i miei amici per evitare che pensassero che fosse successa qualche cosa.


Mi guardai allo specchio, mi passai le dita tra i capelli e presi un respiro profondo. Era la giornata che avrei passato con la mia cotta.
Caddi all’indietro sul letto.
‘Cosa sto pensando?’
Mi chiesi.
‘Lui è etero. Non gli piacerò mai.’
Mi girai sullo stomaco e gemetti forte pensando a quanto fosse eccitante. Pensai ai pantaloni marroni che aveva indossato il giorno prima. Sulla maggior parte delle persone quei jeans sarebbero sembrati brutti, ma su di lui il tessuto gli si attaccava, dandomi una visione completa del suo culo perfetto.
E la maglietta che indossava? Una cosa stupefacente, una maglietta bianca, sottile e praticamente trasparente.
Ricordavo il modo in cui mi aveva parlato, come se fossimo vecchi amici, scherzando con me.
Sembrava tutto così facile, almeno per lui.
Continuavo a pensare alla mia fortuna e a quanto fossi felice di vedere quel meraviglioso ragazzo.
Ricordavo il modo con cui giocava continuava a giocare con il suo anello per capezzoli, sollevando la maglietta, rivelando il petto tonico. Lo faceva così spesso che per lui era una cosa normale, ma per me era il paradiso.

Il telefono che vibrava sul comodino mi fece uscire dal mio sogno ad occhi aperti, lo presi e guardai lo schermo.
“Ehi, ho finito di nuotare presto, puoi venire adesso se vuoi. - Matteo”
Due secondi dopo la ricezione del messaggio ero già in macchina verso casa sua.
Parcheggiai davanti alla casa, controllando due volte l’indirizzo per esserne certo. Saltai fuori dalla macchina e corsi fino alla porta.
Bussai un po’ troppo forte e aspettai che venisse per farmi entrare.
Non potevo credere al quello che vedevo, Matteo arrivò indossando nient’altro che un asciugamano avvolto intorno alla vita. Dopo aver aperto mi fece cenno di entrare.
“Ehi, scusa per l’asciugamano. Non sapevo che abitassi così vicino e sono appena uscito dalla doccia.”
Non riuscivo a trovare la forza per dire qualcosa, quindi mi limitai ad annuire.
“Puoi andare ad aspettare nella mia stanza se vuoi, ci sarò tra un secondo.”
Ancora una volta annuii. Si voltò per condurmi nella sua stanza e lo vidi sorridere.
Dopo averlo fatto andò a cambiarsi in bagno, che era dall’altra parte del corridoio.
Chiuse la porta ma non completamente, quindi riuscivo a vedere un po’.
Scomparve per pochi secondi, ma quando tornò non aveva più l’asciugamano ed era in mutande.
Fui un po’ deluso quando vidi che indossava boxer e non slip, perché non riuscivo a vederlo bene come avrei voluto.
Si chinò per mettersi i pantaloni e guardai attentamente il suo culo rotondo.
Li tirò su ed allacciò il bottone prima di mettersi la camicia.
Mi spostai in modo che non potesse vedere che lo stavo spiando e cercai di coprire l’erezione che stava sporgendo.
Entrò nella stanza e si sedette accanto a me sul letto. Iniziammo a parlare di scuola, di lavoro e praticamente di tutto ciò a cui potevamo pensare.
Guardai l’orologio e mi accorsi che era trascorsa più di un’ora.
Decidemmo di iniziare a studiare e lui portò il suo quaderno. Controllammo a lungo gli esercizi finché non fummo più in grado di concentrarci.
Guardai ancora l’orologio e notai che erano trascorse due ore. Stavano arrivando le 10 ed eravamo entrambi esausti.
“Ehi, vuoi andare a letto adesso?”
Annuii e mi guardai intorno in cerca di un posto dove dormire sul pavimento. “Amico, ho un letto matrimoniale, puoi dormirci sopra con me.”
“Ehm, ok. Se per te va bene.”
Matteo sorrise e annuì.
Aspettai di vedere cosa avrebbe indossato a letto prima di cambiarmi anch’io e fui felice di scoprire che dormiva in mutande.

Dopo esserci spogliati, salimmo sul letto e Matteo mi si avvicinò.
“Non sono ancora così stanco, e tu?”
Mi chiese mettendo le braccia dietro la testa e mettendo in mostra le ascelle.
“No, potremmo parlare se vuoi.”
“Certo, di cosa? Abbiamo praticamente già parlato di tutto...”
“Beh, non tutto.”
Gli lanciai uno sguardo confuso e lui sorrise.
“Sesso.”
Affermò semplicemente e fui contento che la luce fosse fioca perché il mio uccello iniziò a crescere immediatamente.
“Che cosa?”
Balbettai.
“Beh, ovviamente non l’hai fatto.”
Rise, io arrossii e scossi la testa.
“Posso dirti un segreto, Ale.”
“Certo, qualunque cosa.”
“Non l’ho mai fatto neanche io.”
Distolse lo sguardo, chiaramente imbarazzato.
“Ma ne parli sempre come se l’avessi sempre fatto.”
Lui scosse la testa.
“Quella è solo una copertura... Gli altri ragazzi riderebbero di me se lo scoprissero.”
“Io non lo farei.”
Mi sarei preso a calci per averlo detto, ma lui sorrise.
“Grazie. Vuoi sapere perché non ho mai fatto sesso?”
Non dissi niente e lui prese il mio silenzio come un sì.
Sospirò prima di continuare.
“Non ho mai fatto sesso perché, beh, perché sono gay.”
Matteo continuava a parlare, chiedendomi di non dirlo a nessuno e altre cose, ma non stavo ascoltando.
Il ragazzo dei miei sogni era in realtà gay, praticamente nudo e giaceva proprio accanto a me. Non avrei mai pensato che questo sarebbe successo a me e non potevo concentrarmi su nient’altro.
Iniziai a sorridere e nel profondo della mia mente potevo sentirlo pronunciare il mio nome.
Decisi di rischiare e fare quello che volevo fare da quando l’avevo conosciuto. Mi avvicinai e feci atterrare le mie labbra sulle sue.
All’inizio non fece nulla, ma alla fine cedette al bacio e mi ha abbracciò

Dopo quella che sembrò un’eternità ed un secondo contemporaneamente, allontanai la testa e terminai il bacio.
Non avendolo mai fatto prima, trovai un po’ difficile respirare mentre baciavo. Lo guardai negli occhi e vidi che stava sorridendo, il suo petto si muoveva su e giù ad una velocità che mi fece capire che nemmeno lui ne aveva familiarità.
“Wow!”
Affermai semplicemente.
Matteo rise ed il mio cuore accelerò di nuovo.
Ero lì, sdraiato sul letto con la mia cotta quasi nuda dopo averlo baciato; era una giornata incredibile.
Mi avvicinai per baciarlo di nuovo ma ero a disagio per il mio uccello ormai duro che colpiva la sua gamba.
Mi ritrassi velocemente, arrossendo, ma lui tornò a ridere.
“Non preoccuparti.”
Disse tirando indietro le coperte.
“In realtà ne ho una anch’io.”
Guardammo in basso e finalmente fui in grado di giudicare bene la sue dimensioni.
Non avevo mai visto il pene di un altro ragazzo ma potevo vedere quanto fosse grosso.
Ovviamente li avevo già visti nei porno, ma avevo sempre pensato che fossero misure anomali. Guardando Matteo giunsi alla conclusione che gli uomini nel porno erano nella media. Stava lottando per uscire dai suoi boxer e la misura era notevole.
“Porca puttana!”
Sospirai abbassando lo sguardo su di me. Ero al di sopra della media, ma rispetto a lui ce l’avevo piccolo.
Sembrò intuire quello che stavo pensando e tirò su le coperte.
“Possiamo andare non troppo velocemente, non è vero?”
Disse a voce troppo alta e che tremava leggermente.
“Voglio dire che possiamo solo dormire se vuoi.”
Fu allora che mi ricordai che nemmeno Matteo l’aveva mai fatto. Nonostante fosse tanto sicuro di sé e sensuale a scuola, era inesperto quanto me.
Vederlo così vulnerabile me lo fece apprezzare ancora di più come persona e non solo come essere attraente ed inarrivabile.
“Ammetto che le cose stanno andando molto velocemente.”
Anche la mia voce tremava mentre parlavo.
“Ma non c’è modo che io possa dormire ora. Forse potremmo parlare solo per un po’?”
Annuì, così pensai a qualcosa di cui parlare.
Alla fine chiesi: “Da quanto tempo sapevi di essere gay?”
Arrossì selvaggiamente prima di rispondere.
“Non ci avevo pensato prima della lezione di ginnastica al liceo. All’improvviso vedere tutti quei ragazzi in mutande mi ha fatto capire che mi piaceva. Ci ho pensato molto e sono giunto alla conclusione che ero gay. Non volevo che qualcuno degli altri lo sapesse, quindi ho deciso di comportarmi come il tipico ragazzo etero. Ha funzionato così bene che ho notato che potevo fare battute sull’essere gay e nessuno sospettava nulla. Ho iniziato a usarlo come un modo per sfogarmi e ottenere ciò che volevo veramente.”
Stavo ascoltando in silenzio mentre parlava, notando quanto simili fossero sembrate le nostre scoperte di noi stessi ma improvvisamente smisi. Potevo vedere le sue labbra muoversi mentre continuava a raccontarmi la sua storia, ma ero troppo concentrato su un pensiero per ascoltarlo. Aveva scherzato sul fatto che gli facessi un pompino.

“Aspetta un minuto.”
Lo interruppi e sembrò spaventarsi. Sapevo che avrei dovuto lasciarlo continuare, ma non potevo aspettare.
“Hai detto che eri sincero quando lo hai detto, giusto?”
Annuì e poi sgranò gli occhi quando si rese conto che avevo fatto la stessa cosa. Distolse rapidamente lo sguardo.
“Oggi, quando mi stavi parlando a scuola, l’hai fatto…”
Esitai.
“Volevi davvero che lo facessi?”
Il suo viso divenne più rosso di quanto l’avessi mai visto e sorrise imbarazzato.
“Cosa posso dire, Ale. Speravo che non te ne ricordassi, ma…”
Prese un profondo respiro.
“Mi piaci molto. Non sto dicendo che voglio che ciò accada ora o in futuro, ma vorresti stare con me?”
Alla fine toccò a me ridere.
“Direi che questo conta come un appuntamento, ho appena visto la tua erezione.” Ridemmo e poi ci zittimmo.
Pomiciammo di nuovo, ma questa volta le nostre mani stavano esplorando il corpo dell’altro, sentendo la definizione di tutti i muscoli, sfiorandogli i peli sullo stomaco mentre gli toccavo gli addominali e rallentavo mentre la mia mano si muoveva istintivamente più in basso.
Non ero sicuro che fosse qualcosa con cui sarebbe stato a suo agio e non volevo spaventarlo, ma presto sentii la sua mano sulla mia, guidandola più in basso fino a toccare la stoffa.
Mentre scendevo più in basso, potevo sentire che ce l’aveva di nuovo duro. Rimasi sbalordito per le dimensioni, probabilmente sarei riuscito a malapena a avvolgerci la mano, scorrendoci sopra la mano pensavo che non sarebbe mai finito, ma alla fine sentii la testa lungo la sua gamba, verso la fine dei boxer. Strisciai delicatamente sulla punta e lo sentii rimbalzare leggermente mentre Matteo si irrigidiva.

Sentii la sua mano correre lungo il mio corpo come avevo fatto scorrere la mia lungo il suo e raggiungere la cintura dei miei boxer. Quando finalmente toccò la mia erezione, rimasi senza fiato mentre sperimentavo qualcosa che non avevo mai provato prima. Non ero mai stato toccato da nessun altro prima di allora e la sensazione era indescrivibile.
Ero sicuro che Matteo provasse lo stesso, ma riusciva a nasconderlo.
Giunsi a una conclusione: non ero sicuro di cosa sarebbe successo quella notte, ma sapevo che sarebbe stata una notte da ricordare.
Erano passate solo poche ore da quando ero arrivato a casa sua ed eravamo già passati da conversazioni imbarazzanti al sesso.
Dopo alcuni minuti di respirare pesantemente, le mani che palpavano il cazzo dell’altro e leggeri gemiti, tirai via la mano.
“Matteo, sai che mi piaci, ma non possiamo farlo adesso.”
Lui esitò, piagnucolò piano ma ritirò anche lui la mano.
“So che in questo momento sembra giusto, ma dobbiamo aspettare. Non mi sembra giusto farlo così presto.”
Lui annuì lentamente, allontanando il suo corpo da me.
“So che hai ragione…”
Sospirò prima di continuare.
“Ma è così difficile smettere.”
Inarcò i fianchi goffamente, come se cercasse di strofinarsi contro il letto senza che me ne accorgessi.
Volevo discutere con lui, mantenere la mia posizione e fare ciò che sapevo fosse giusto; ma sentivo anche la tentazione. Il bisogno sempre crescente di cedere al piacere e rilasciare tutto ciò che si era accumulato dentro di me. Alla fine cedetti e convenni che il problema doveva essere affrontato.

“Ok”
Iniziai, i suoi occhi si illuminarono maliziosamente. Prima che potessi dire altro, aveva ridotto la distanza tra noi. La sua bocca fu rapidamente sulla mia e iniziò a strofinare l’uccello contro il mio.
Sopraffatto dall’eccitazione e dal crescente piacere, inclinai la testa all’indietro ed emisi un gemito molto più forte di quanto mi aspettassi.
Mi bloccai, preoccupato che qualcuno avesse sentito ma lui si affrettò a rassicurarmi.
“I miei genitori sono fuori questa notte. In realtà é parte del motivo per cui ti ho invitato stasera.”
Ci sorridemmo e tornammo alle nostre occupazioni.
“Aspetta!”
Disse all’improvviso e sentii il suo corpo allontanarsi.
Speravo di non aver fatto qualcosa di sbagliato, ma poi notai che le sue mani si muovevano verso i suoi boxer.
Si alzò dal letto e se li tolse, rivelando la sua erezione rimbalzante.
Il respiro mi si bloccò in gola mentre osservavo il suo corpo completamente nudo. Era esattamente quello che avevo pensato che sarebbe stato: era lungo, non troppo sottile ma nemmeno troppo grosso, con la punta di un rosa leggermente più scuro rispetto al resto. Una vena percorreva l’intera parte superiore dell’asta, a partire dalla base.

Tossì a disagio e la mia attenzione fu riportata alla situazione. Sembrava a disagio come se non fosse sicuro di cosa avrei pensato.
Gli sorrisi rassicurante e mi sporsi in avanti per pomiciare di nuovo con lui.
La mia mano si spostò lentamente lungo il suo corpo finché non sentii il suo calore nella mia mano per la prima volta.
Il suo pene si contorse nella mia mano ed iniziai ad accarezzarlo.
Gemette leggermente e spinse piano in avanti i fianchi, sorrisi sapendo che gli stavo facendo perdere il controllo.
Con un movimento rapido lo spinsi sul letto e gli bloccai le braccia sopra la testa. Mentre lo shock si diffondeva sul suo viso, spinsi la mia bocca sulla sua, facendoci sciogliere entrambi in puro piacere.
Cominciai a strisciare la mia erezione ancora coperta contro la sua. Sentii le sue mani scivolare sulla mia schiena spostandosi lentamente verso il culo e afferrandolo saldamente con entrambe le mani. Alla fine le sue mani si alzarono e tirarono giù i miei boxer.
Mi allontanai dal suo corpo permettendo alla mia erezione pulsante di rimbalzare leggermente in aria.
Anche se il mio cazzo non era così impressionante come il suo, era tutt’altro che piccolo ed un po’ più grosso del suo.

“Cazzo!”
Sussurrò sottovoce. Allungò una mano ad afferrare il mio uccello, accarezzandolo esitante.
Sapevo che la prima volta che qualcun altro mi avrebbe toccato sarebbe stato fantastico, ma non avrei mai pensato che sarebbe stato così bello.
Un brivido attraversò il mio corpo mentre venivo sopraffatto da pura estasi. Sembrò che lui percepisse i miei sentimenti e rafforzò la sua presa sulla mia erezione. Iniziò ad accarezzarmi sempre più forte, facendomi gemere con forza.
Allungai una mano e iniziai di nuovo ad accarezzargli il pene, cercando di modificare la presa e farlo gemere.
I miei sforzi non furono sprecati, gemette forte allentando la presa su di me mentre si perdeva nel piacere.
Sollevai i fianchi per attirare la sua attenzione e lui sorrise, riprendendo a darmi piacere.

Continuammo ad accarezzarci, in una sorta di competizione per vedere chi poteva provocare più piacere.
Presto sentii il piacere crescere e capii che presto sarei venuto.
Lo guardai, in procinto di dirglielo, quando notai che aveva la testa inclinata indietro e gli occhi chiusi.
Vidi il suo stomaco muoversi su e giù rapidamente mentre il suo respiro accelerava e capii che anche lui era vicino.
Accelerai le mie carezze e lui cominciò a spingere di nuovo nella mia mano.
“Santo cielo, Ale. Sto per venire.”
Qualcosa dentro di me mi costrinse a fare in modo che quella fosse la sua migliore esperienza, mi chinai e presi in bocca il suo uccello.
Cominciai a muovere la testa su e giù lungo la sua lunghezza, assaporandone il gusto e la sensazione non familiare.
Sentii il pene iniziare a contrarsi nella mia bocca, seguito rapidamente da un gemito. Sentii quattro spruzzi di sperma caldo colpire il fondo della gola, seguiti da altri schizzi che mi colpirono la lingua.
Ero pronto ad un sapore amaro e rimasi sorpreso di quanto fosse dolce. Alzai gli occhi su Matteo, ingoiai il suo carico e mi asciugai la bocca.
“Cazzo!”
Ansimò.
“Questa è stata la cosa più eccitante che mi sia mai capitata.”
“Zitto!”
Ringhiai, rabbiosamente vicino all’eiaculazione.
Mi piegai indietro e lui colse il suggerimento. Afferrò la mia erezione, accarezzandola intensamente, mentre mi avvicinavo sempre più al limite.
Raggiunsi rapidamente il punto di non ritorno e sparai il mio carico su di lui.

Dopo che l’orgasmo fu passato, guardai in su e notai di averlo colpito in faccia con la mia sborra. La asciugò con finto disgusto e scoppiammo a ridere.
“Mi dispiace di non averlo fatto, sai, per ricambiare il favore, non ero ancora pronto.”
Disse arrossendo
Io sorrisi e gli carezzai il braccio in modo rassicurante.
“Va bene. È stato comunque fantastico.”
Improvvisamente mi accorsi di quanto mi sentivo stanco e guardai l’orologio: le 4 del mattino!
Mi sistemai accanto a lui mentre ci calmavamo.
“Direi che non abbiamo studiato molto.”
“Penso che questo sia stato un uso migliore del nostro tempo.”
Matteo mi baciò appassionatamente ancora una volta e poi lentamente ci addormentammo.
di
scritto il
2020-12-10
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