Un desiderio avverato (… la prima condivisione)
di
arturo66
genere
incesti
UN DESIDERIO AVVERATO (3) (….. la prima condivisione)
Oramai erano due anni che io e Cristina eravamo amanti, certo la situazione era anomala, ma a noi non fregava nulla e l’interesse verso altri compagni per condividere il sentimento dell’amore nemmeno ci sfiorava, scopavamo regolarmente ogni qualvolta si presentava l’occasione di rimanere soli a casa,e se proprio l’occasione non c’era la creavamo andandocene alla casa al mare, quando sapevano che nel pomeriggio sarebbe riuscito impossibile lo facevamo di mattina, con dei compagni di scuola avevamo affittato una casetta nel paese vicino al mio dove andavamo a scuola e avevamo organizzato un circolo privato, avevamo messo dentro uno stereo di quelli che si ritiravano “e poi non si pagava” da SELEZIONE, qualche disco in vinile e le pareti tappezzate di ritagli di giornale, il posto era discreto, lontano da persone che ci conoscevano, e con Cristina sfruttavamo il primo mattino, andavano, ci facevano la nostra bella scopata e poi via di corsa ad entrare alla seconda ora, una sola cosa del rapporto cominciava a starmi stretta, i rapporti erano sempre col preservativo e questo un po’ alla lunga mi stava facendo perdere un po’ di passione.
Lei oramai era cresciuta, non era più la ragazzetta delle prime volte, le sue forme erano oramai complete, non era abbondante, alta 1,60, peso circa 50 chili e una seconda abbondante di seno, era abbastanza slanciata e con le chiappe ben sode e sollevate, poco prima dell’estate del 1986 capitò un colpo di fortuna inaspettato, Cristina da quattro/cinque mesi aveva problemi con il ciclo, a volte ravvicinato (e questo non ci creava apprensione) ma nei mesi che tardava (e anche di parecchio) la paura faceva oltre novanta. Decise così di parlarne con mamma, la quale senza pensarci due volte chiamò il suo ginecologo che gli prenotò una visita a breve, la visita andò bene, il medico le rassicurò, erano cose normali che potevano capitare, per aggiustare il tutto sarebbe bastato prendere per qualche mese una pillola anticoncezionale a basso dosaggio e poi fare il controllo. Non stavo nei panni dalla gioia, subito partirono le informazioni sul farmaco, era praticamente la pillola bella e buona, si poteva scopare liberamente, bastava usare gli accorgimenti scritti nel foglietto. Iniziò una nuova stagione, si scopava liberamente e il desiderio era tornato come prima e meglio di prima.
Appena scesi al mare quell’estate successe un avvenimento strano, una sera eravamo a cena all’aperto nel giardino, un caldo insopportabile, non c’era mio padre, impegni lo tenevano per qualche giorno lontano, c’era zio Carlo, scapolone per scelta, fratello di mamma, dopo aver cenato mamma cercava a tutti i costi di fare uscire me e Cristina, noi non ne avevamo voglia, alla fine dopo tante insistenze ci convinse, dovevamo scendere nel borgo marinaro distante circa 4 chilometri e prendere dei gelati, “ma senza fretta” disse zio, la cosa mi suonò un po’ strana, bah forse sono io che mi faccio “strani pensieri “dissi tra me e me, prendemmo la macchina e via, sul lungomare incontrammo alcuni amici e passammo all’incirca un’oretta, comprammo il gelato e prendemmo la via del ritorno, arrivati davanti al cancello di casa lo trovammo ostruito dalla macchina del vicino, lasciai la macchina parcheggiata poco distante e con Cristina entrammo dal cancelletto piccolo, in casa regnava una strana calma, Cristina chiamò allora mamma la quale uscì fuori un tantino trafelata, al seguito zio che un po’ imbarazzato si giustificò dicendo che era saltata una lampadina, Cristina se la bevve, io un po’ meno, un dubbio mi era rimasto, continuò la serata mangiando il gelato e facendo tardi, mamma cercò di stemperare la tensione, ma l’imbarazzo regnava alto.
La mattina successiva mi alzai un po’ tardi, del resto ero in vacanza, in casa non c’erano ne mamma ne Cristina, erano scesi al borgo a fare la spesa, zio era nel giardino di casa sua (confinante con la nostra avuta in eredità dal nonno materno il quale aveva ceduto il terreno dove era sorto il residence riservandosi due villette confinanti ma indipendenti dal residence stesso) che metteva a posto qualche piantina, appena mi vide mi chiamò dalla parte sua e inaspettatamente cominciò a farmi una ramanzina, sostenendo che io la sera prima con il mio atteggiamento lo avevo messo in forte imbarazzo e che se mai avessi pensato qualcosa ero sulla strada sbagliata, questo mi confermava che avevo visto bene, se uno ha la coscienza pulita non da spiegazioni, addirittura passò al contrattacco, mi disse “piuttosto caro Arturo, vedi di stare attento tu, perché io sono più grande di te e ho capito benissimo che tra te e Cristina c’è del tenero” questa frase mi gelò, io che avevo la certezza di fare tutto perfettamente ero stato sgamato, ma poi come aveva fatto? Me lo disse tempo dopo, io cercai di negare, lui fu accomodante, uscendo fuori con frasi tipo “vi capisco, siete giovani, non resistete agli impulsi” ma la frase che più mi colpì fu “ma non vi condanno”, il verme ci girava intorno, quasi quasi eravamo al punto che ci dovevamo assolvere a vicenda, cominciò a farmi delle domande sperando in una mia confessione ma tenni duro, peccai di ingenuità però quando mi domandò se avessi mai avuto un rapporto guardando un filmato porno e gli risposi no, se ne uscì addirittura con una proposta, “il primo giorno utile che non ci stanno ne Paola (mia madre) ne tuo padre e restate solo tu e Cristina, vieni con lei qua da me che te ne faccio vedere uno io”, non confermai subito con un si, ma dal mio atteggiamento lui capì che la cosa mi intrigava.
Passarono alcuni giorni, nel frattempo cercavo di portare Cristina su questo percorso minato, facevo allusioni ai giornalini che vedeva nella mia stanza, e alla fine gli chiesi se aveva la curiosità di vederne uno, la curiosità ce l’aveva e come, disse subito si, fui pure mio malgrado costretto a dirgli chi e dove poteva toglierci questa curiosità, e lei a questo punto fu titubante, la rassicurai “tranquilla ci lascia soli”, e acconsentì, mia sorella oramai dipendeva da me, qualsiasi cosa io chiedevo per lei era come un ordine, venne finalmente il giorno che restammo soli, era un pomeriggio, mamma e papà andarono via per fare visita ai nonni, non sarebbero tornati prima di mezzanotte, zio che sapeva sempre tutto “guarda un po’” già la mattina mi aveva strizzato l’occhio, verso le tre del pomeriggio restiamo soli, zio ci chiama ad alta voce“io scendo al mare che ci stanno degli amici in spiaggia, se volete approfittare del videoregistratore e vedere un bel film ce ne sta una piccola serie” e così andammo da lui, vedere un videoregistratore di quei tempi sembrava di essere i padroni del mondo, ne ho messo uno dentro molto bello, salutò e ci lasciò soli. Appena sparito alla nostra vista avviai il videoregistratore, non stavo nella pelle, partì un film comico, “hai capito zio, voleva fare apparire la cosa come capitata per caso”, mi alzai e cominciai a rovistare tra le videocassette erano quasi tutte porno, ne infilai una a caso, era già a metà nastro, scene impressionanti, una donna nuda che prendeva un membro in bocca mentre un altro uomo la leccava da sotto, un continuo cambiarsi di posizione, Cristina metteva le mani davanti agli occhi, io raggiunsi il massimo dell’arrapamento e cominciai a infilarle le mani tra le gambe, lei si lasciò andare e iniziò a guardare quelle scene, la cosa che mi domandava sempre era “ma sono vere queste scene”, ci spogliammo, e sdraiati sul divano cominciai a baciarla tutta in un attimo la sua figa iniziò a sbrodolare, la sdraiai sul divano e cominciai a possederla, in quel momento passava sul televisore una scena con la donna messa a pecorina che veniva stantuffata da uno da dietro e lei che in bocca aveva il secondo, Cristina vedeva la scena e gemeva, continuai a chiavarla quasi con violenza fino a scaricargli tutto dentro, lei si inarcò un paio di volte e fini col godere immensamente. Ci ricomponemmo un po’ e riprendemmo a vedere il film uno di fianco all’altra, ma non riuscivo a non stare attaccato a Cristina, la continuavo ad accarezzare, la posizione era scomoda, così mi misi dietro di lei e lei tra le mie gambe, la tenevo abbracciata e gli stringevo i seni da sotto la camicetta, la baciavo sul collo eravamo entrambi perennemente eccitati, eravamo tanto presi da non accorgerci che zio era rientrato, era in anticipo, chissà da quanto tempo era sull’uscio a guardarci, quando ce ne accorgemmo saltammo quasi in aria, mi misi a tremare, Cristina tremava più di me, lui non si scompose, si avvicino, si piazzò dietro lo schienale e con quel suo fare sempre accomodante disse “tranquilli, non è successa mica la fine del mondo, però vi avevo lasciato dentro un film divertente, ero sicuro che l’avreste cambiato, del resto se non volevo che vedevate questo genere di film bastava che nascondevo le cassette”, mentre lui parlava io cercavo il telecomando per interrompere il filmato, Cristina non osava voltarsi, guardava verso il video ma non penso che vedesse le immagini, e zio continuò “anche io sono stato giovane, certo ai miei tempi il videoregistratore non c’era” e mentre parlava mi aveva appoggiato le mani sulle spalle e mi dava delle pacche, “Arturo, non fermare il film, non vedi che a Cristina piace?” aveva lasciato le mie spalle e spingendosi un po’ avanti aveva preso tra le mani la testa di Cristina, la quale restava immobile, “Cristina, sei oramai cresciuta, non sei più una ragazzina è giusto che provi le tue esperienze” gli disse, le sue mani gli lasciarono la testa e scivolarono sul suo collo, cominciò lievemente ad accarezzarlo, Cristina anche se tesa accennò a fare qualche primo movimento, zio insisteva e parlava sempre in tono rassicurante, lasciò il suo collo mise le mani avanti e apri un bottone della camicetta, in un attimo aveva già i seni di Cristina tra le mani, io che avevo Cristina ancora davanti avvertivo che stava cedendo sotto quelle carezze, zio cominciò a palparla con sempre più pressione, ad un certo punto zio tolse una mano da un seno ne prese una delle mie e me la fece mettere sotto la camicetta, voleva che partecipassi pure io, oramai eravamo nel vortice del gioco, quattro mani accarezzavano i seni di mia sorella, non so quanto durò la cosa, ma una cosa era certa eravamo tutti e tre eccitatissimi, zio lasciò di accarezzarla, si spostò davanti e sfilò i pantaloni, presentò davanti a Cristina una verga non indifferente, la situazione imponeva che zio gli dicesse quello che doveva fare, invece Cristina stessa prese l’iniziativa, allungò una mano e lo prese a masturbare zio gemeva dal piacere e gli accarezzava il viso, io gli baciavo il collo e con le mani gli strizzavo i seni, ad un certo punto Cristina continuando a masturbarlo lo avvicina alla bocca e lentamente lo inghiotte si lascia andare ad un pompino da favola, dico che a me in quel modo non lo aveva mai fatto, zio la prende per la testa e comincia ad mandarla avanti e indietro ansimando e sbuffando, gli arriva alla tonsille, Cristina ha due reazioni quasi da vomito, zio si calma e riprende e alla fine gli sborra in bocca, tanto ma tanto liquido bianco che la bocca non riesce a contenerlo, ne stravasa di fuori e mi finisce sulle braccia che ancora la stanno abbracciando, zio è soddisfatto, riempie Cristina di complimenti e giura che questo è un nostro segreto e nessuno ne dovrà mai sapere niente, ci ricomponiamo e ci diamo appuntamento alle otto di sera, ci porta a mangiare fuori.
Alle venti puntuali partiamo per il borgo, un ristorantino tipico, mangiamo a base di pesce zio beve abbondantemente vino bianco fresco, io un paio di bicchieri, Cristina preferisce la Coca, ma zio è convincente oltre alla Coca gli fa bere un bicchiere di vino fresco, la cena dura pochissimo, circa tre quarti d’ora, zio dice di rientrare, da stupido non capisco come mai tanta fretta e zio a darmi la spiegazione logica che infatti dopo si avvera “tra un po’ i fumi del vino faranno girare la testa a Cristina, non è uno spettacolo bello farci vedere che la sorreggiamo per portarla via”, infatti il tempo di arrivare in macchina e Cristina era andata, arriviamo alla villetta, zio apre il cancello e mette la macchina nel vialetto, Cristina è nel mondo dei sogni, la prende in braccio con un po’ di fatica mi fa aprire la porta per portarla dentro, Cristina indossa una gonna a pieghe e zio viene verso la porta intravedo sotto la gonna le sue mutandine che sono conficcate nel solco delle natiche, lo spettacolo non mi dispiace, zio finalmente riesce a portarla dentro la adagia sul divano,ed è subito preso da una strana frenesia, gira per le stanze dalla villa, va in cucina e mette su la macchinetta del caffè, gli domando “zio perché fai l caffè a quest’ora?” e lui mi risponde, “non possiamo lasciare tua sorella in questo stato, quando arrivano i tuoi si incazzeranno, dobbiamo portarla in condizioni di stare almeno un po’ in piedi, e poi vedrai”, pronto il caffè ne prepara una tazza, lo aiuto a sollevare un po’ Cristina come una moribonda e piano piano gliene fa sorseggiare un po’, lei comincia a dare qualche segno di ripresa, giù il resto della tazza e di nuovo distesa, zio riavvia il videoregistratore dal punto che l’avevamo lasciato, riesce nel suo intento, stuzzicarmi, comincio ad eccitarmi, ci sediamo sul divano di fianco a Cristina e lui comincia ad accarezzarla, provo un forte senso di gelosia, ma nello stesso tempo la cosa mi eccita ancora di più, ad un tratto zio si alza e invita ad alzarmi anche me, prendiamo Cristina quasi di peso, lei sta appena sulle gambe, la portiamo vicino al tavolo, zio sposta le sedie e la fa chinare con la pancia sul tavolo stesso, con un gesto fulmineo gli alza la gonna e gli abbassa lo slip, gli infila due dita in vagina le muove dentro, Cristina inizia a destarsi, realizza appena quello che gli sta capitando, cerca di spostarsi, ma zio con una mano sulle spalle la rimette giù, toglie le dita le osserva ed esclama “è quasi pronta”, si abbassa i pantaloni prende con una mano il suo grosso cazzo e fa un passata in su e una in giù sul tenero pelo di Cristina come stesse passando una mano di pittura, poi senza pensarci due volte lo appoggia sulla fessura e glielo pianta dentro cominciando a pastrugnarla, Cristina lo avverte capisce che è zio che la sta scopando e cerca di divincolarsi, ma non ci riesce, suo malgrado è costretta ad abbandonarsi, zio gli assesta dei colpi violenti grida come un porco, anche Cristina inizia a provare piacere ed esplode nel suo orgasmo, nel frattempo io guardare loro me lo stavo menando, zio sta per finire, lo toglie fuori e con due colpi di mano emetto un grande schizzo che si adagia sulla schiena e sulle natiche di Cristina, si sposta e mi invita a prendere il suo posto, non mi faccio di certo pregare, con un solo movimento gli sono già tutto dentro e inizio a danzargli nella vagina, lei è già dilatata, scivola dentro a meraviglia, per Cristina arriva un secondo a favoloso orgasmo, oramai si è ripresa, spinge verso di me, ne vuole di più e io l’accontento fino al momento che arriva il mio turno, vibrò tutto e gridando di gioia gli sborro completamente in vagina, Cristina urla “siiiiiiiiiiiii, non farne perdere nemmeno una gocciaaaaaa, che belloooooo!!!!!!!”, zio parte immediatamente con un rimprovero urlando “ma sei pazzo’ gli hai sborrato dentro, se rimane incinta sono cazzi vostri” e io sornione gli rispondo, “tranquillo zio, Cristina sta facendo una cura con la pillola”, lui si lasciò andare ad un gesto di disappunto, ad averlo saputo prima sicuramente la sua trombata avrebbe avuto un esito migliore, ma rimase contento lo stesso e disse “adesso lo so” lasciando presagire che sarebbe stata un lunga estate rovente........ continua.
Oramai erano due anni che io e Cristina eravamo amanti, certo la situazione era anomala, ma a noi non fregava nulla e l’interesse verso altri compagni per condividere il sentimento dell’amore nemmeno ci sfiorava, scopavamo regolarmente ogni qualvolta si presentava l’occasione di rimanere soli a casa,e se proprio l’occasione non c’era la creavamo andandocene alla casa al mare, quando sapevano che nel pomeriggio sarebbe riuscito impossibile lo facevamo di mattina, con dei compagni di scuola avevamo affittato una casetta nel paese vicino al mio dove andavamo a scuola e avevamo organizzato un circolo privato, avevamo messo dentro uno stereo di quelli che si ritiravano “e poi non si pagava” da SELEZIONE, qualche disco in vinile e le pareti tappezzate di ritagli di giornale, il posto era discreto, lontano da persone che ci conoscevano, e con Cristina sfruttavamo il primo mattino, andavano, ci facevano la nostra bella scopata e poi via di corsa ad entrare alla seconda ora, una sola cosa del rapporto cominciava a starmi stretta, i rapporti erano sempre col preservativo e questo un po’ alla lunga mi stava facendo perdere un po’ di passione.
Lei oramai era cresciuta, non era più la ragazzetta delle prime volte, le sue forme erano oramai complete, non era abbondante, alta 1,60, peso circa 50 chili e una seconda abbondante di seno, era abbastanza slanciata e con le chiappe ben sode e sollevate, poco prima dell’estate del 1986 capitò un colpo di fortuna inaspettato, Cristina da quattro/cinque mesi aveva problemi con il ciclo, a volte ravvicinato (e questo non ci creava apprensione) ma nei mesi che tardava (e anche di parecchio) la paura faceva oltre novanta. Decise così di parlarne con mamma, la quale senza pensarci due volte chiamò il suo ginecologo che gli prenotò una visita a breve, la visita andò bene, il medico le rassicurò, erano cose normali che potevano capitare, per aggiustare il tutto sarebbe bastato prendere per qualche mese una pillola anticoncezionale a basso dosaggio e poi fare il controllo. Non stavo nei panni dalla gioia, subito partirono le informazioni sul farmaco, era praticamente la pillola bella e buona, si poteva scopare liberamente, bastava usare gli accorgimenti scritti nel foglietto. Iniziò una nuova stagione, si scopava liberamente e il desiderio era tornato come prima e meglio di prima.
Appena scesi al mare quell’estate successe un avvenimento strano, una sera eravamo a cena all’aperto nel giardino, un caldo insopportabile, non c’era mio padre, impegni lo tenevano per qualche giorno lontano, c’era zio Carlo, scapolone per scelta, fratello di mamma, dopo aver cenato mamma cercava a tutti i costi di fare uscire me e Cristina, noi non ne avevamo voglia, alla fine dopo tante insistenze ci convinse, dovevamo scendere nel borgo marinaro distante circa 4 chilometri e prendere dei gelati, “ma senza fretta” disse zio, la cosa mi suonò un po’ strana, bah forse sono io che mi faccio “strani pensieri “dissi tra me e me, prendemmo la macchina e via, sul lungomare incontrammo alcuni amici e passammo all’incirca un’oretta, comprammo il gelato e prendemmo la via del ritorno, arrivati davanti al cancello di casa lo trovammo ostruito dalla macchina del vicino, lasciai la macchina parcheggiata poco distante e con Cristina entrammo dal cancelletto piccolo, in casa regnava una strana calma, Cristina chiamò allora mamma la quale uscì fuori un tantino trafelata, al seguito zio che un po’ imbarazzato si giustificò dicendo che era saltata una lampadina, Cristina se la bevve, io un po’ meno, un dubbio mi era rimasto, continuò la serata mangiando il gelato e facendo tardi, mamma cercò di stemperare la tensione, ma l’imbarazzo regnava alto.
La mattina successiva mi alzai un po’ tardi, del resto ero in vacanza, in casa non c’erano ne mamma ne Cristina, erano scesi al borgo a fare la spesa, zio era nel giardino di casa sua (confinante con la nostra avuta in eredità dal nonno materno il quale aveva ceduto il terreno dove era sorto il residence riservandosi due villette confinanti ma indipendenti dal residence stesso) che metteva a posto qualche piantina, appena mi vide mi chiamò dalla parte sua e inaspettatamente cominciò a farmi una ramanzina, sostenendo che io la sera prima con il mio atteggiamento lo avevo messo in forte imbarazzo e che se mai avessi pensato qualcosa ero sulla strada sbagliata, questo mi confermava che avevo visto bene, se uno ha la coscienza pulita non da spiegazioni, addirittura passò al contrattacco, mi disse “piuttosto caro Arturo, vedi di stare attento tu, perché io sono più grande di te e ho capito benissimo che tra te e Cristina c’è del tenero” questa frase mi gelò, io che avevo la certezza di fare tutto perfettamente ero stato sgamato, ma poi come aveva fatto? Me lo disse tempo dopo, io cercai di negare, lui fu accomodante, uscendo fuori con frasi tipo “vi capisco, siete giovani, non resistete agli impulsi” ma la frase che più mi colpì fu “ma non vi condanno”, il verme ci girava intorno, quasi quasi eravamo al punto che ci dovevamo assolvere a vicenda, cominciò a farmi delle domande sperando in una mia confessione ma tenni duro, peccai di ingenuità però quando mi domandò se avessi mai avuto un rapporto guardando un filmato porno e gli risposi no, se ne uscì addirittura con una proposta, “il primo giorno utile che non ci stanno ne Paola (mia madre) ne tuo padre e restate solo tu e Cristina, vieni con lei qua da me che te ne faccio vedere uno io”, non confermai subito con un si, ma dal mio atteggiamento lui capì che la cosa mi intrigava.
Passarono alcuni giorni, nel frattempo cercavo di portare Cristina su questo percorso minato, facevo allusioni ai giornalini che vedeva nella mia stanza, e alla fine gli chiesi se aveva la curiosità di vederne uno, la curiosità ce l’aveva e come, disse subito si, fui pure mio malgrado costretto a dirgli chi e dove poteva toglierci questa curiosità, e lei a questo punto fu titubante, la rassicurai “tranquilla ci lascia soli”, e acconsentì, mia sorella oramai dipendeva da me, qualsiasi cosa io chiedevo per lei era come un ordine, venne finalmente il giorno che restammo soli, era un pomeriggio, mamma e papà andarono via per fare visita ai nonni, non sarebbero tornati prima di mezzanotte, zio che sapeva sempre tutto “guarda un po’” già la mattina mi aveva strizzato l’occhio, verso le tre del pomeriggio restiamo soli, zio ci chiama ad alta voce“io scendo al mare che ci stanno degli amici in spiaggia, se volete approfittare del videoregistratore e vedere un bel film ce ne sta una piccola serie” e così andammo da lui, vedere un videoregistratore di quei tempi sembrava di essere i padroni del mondo, ne ho messo uno dentro molto bello, salutò e ci lasciò soli. Appena sparito alla nostra vista avviai il videoregistratore, non stavo nella pelle, partì un film comico, “hai capito zio, voleva fare apparire la cosa come capitata per caso”, mi alzai e cominciai a rovistare tra le videocassette erano quasi tutte porno, ne infilai una a caso, era già a metà nastro, scene impressionanti, una donna nuda che prendeva un membro in bocca mentre un altro uomo la leccava da sotto, un continuo cambiarsi di posizione, Cristina metteva le mani davanti agli occhi, io raggiunsi il massimo dell’arrapamento e cominciai a infilarle le mani tra le gambe, lei si lasciò andare e iniziò a guardare quelle scene, la cosa che mi domandava sempre era “ma sono vere queste scene”, ci spogliammo, e sdraiati sul divano cominciai a baciarla tutta in un attimo la sua figa iniziò a sbrodolare, la sdraiai sul divano e cominciai a possederla, in quel momento passava sul televisore una scena con la donna messa a pecorina che veniva stantuffata da uno da dietro e lei che in bocca aveva il secondo, Cristina vedeva la scena e gemeva, continuai a chiavarla quasi con violenza fino a scaricargli tutto dentro, lei si inarcò un paio di volte e fini col godere immensamente. Ci ricomponemmo un po’ e riprendemmo a vedere il film uno di fianco all’altra, ma non riuscivo a non stare attaccato a Cristina, la continuavo ad accarezzare, la posizione era scomoda, così mi misi dietro di lei e lei tra le mie gambe, la tenevo abbracciata e gli stringevo i seni da sotto la camicetta, la baciavo sul collo eravamo entrambi perennemente eccitati, eravamo tanto presi da non accorgerci che zio era rientrato, era in anticipo, chissà da quanto tempo era sull’uscio a guardarci, quando ce ne accorgemmo saltammo quasi in aria, mi misi a tremare, Cristina tremava più di me, lui non si scompose, si avvicino, si piazzò dietro lo schienale e con quel suo fare sempre accomodante disse “tranquilli, non è successa mica la fine del mondo, però vi avevo lasciato dentro un film divertente, ero sicuro che l’avreste cambiato, del resto se non volevo che vedevate questo genere di film bastava che nascondevo le cassette”, mentre lui parlava io cercavo il telecomando per interrompere il filmato, Cristina non osava voltarsi, guardava verso il video ma non penso che vedesse le immagini, e zio continuò “anche io sono stato giovane, certo ai miei tempi il videoregistratore non c’era” e mentre parlava mi aveva appoggiato le mani sulle spalle e mi dava delle pacche, “Arturo, non fermare il film, non vedi che a Cristina piace?” aveva lasciato le mie spalle e spingendosi un po’ avanti aveva preso tra le mani la testa di Cristina, la quale restava immobile, “Cristina, sei oramai cresciuta, non sei più una ragazzina è giusto che provi le tue esperienze” gli disse, le sue mani gli lasciarono la testa e scivolarono sul suo collo, cominciò lievemente ad accarezzarlo, Cristina anche se tesa accennò a fare qualche primo movimento, zio insisteva e parlava sempre in tono rassicurante, lasciò il suo collo mise le mani avanti e apri un bottone della camicetta, in un attimo aveva già i seni di Cristina tra le mani, io che avevo Cristina ancora davanti avvertivo che stava cedendo sotto quelle carezze, zio cominciò a palparla con sempre più pressione, ad un certo punto zio tolse una mano da un seno ne prese una delle mie e me la fece mettere sotto la camicetta, voleva che partecipassi pure io, oramai eravamo nel vortice del gioco, quattro mani accarezzavano i seni di mia sorella, non so quanto durò la cosa, ma una cosa era certa eravamo tutti e tre eccitatissimi, zio lasciò di accarezzarla, si spostò davanti e sfilò i pantaloni, presentò davanti a Cristina una verga non indifferente, la situazione imponeva che zio gli dicesse quello che doveva fare, invece Cristina stessa prese l’iniziativa, allungò una mano e lo prese a masturbare zio gemeva dal piacere e gli accarezzava il viso, io gli baciavo il collo e con le mani gli strizzavo i seni, ad un certo punto Cristina continuando a masturbarlo lo avvicina alla bocca e lentamente lo inghiotte si lascia andare ad un pompino da favola, dico che a me in quel modo non lo aveva mai fatto, zio la prende per la testa e comincia ad mandarla avanti e indietro ansimando e sbuffando, gli arriva alla tonsille, Cristina ha due reazioni quasi da vomito, zio si calma e riprende e alla fine gli sborra in bocca, tanto ma tanto liquido bianco che la bocca non riesce a contenerlo, ne stravasa di fuori e mi finisce sulle braccia che ancora la stanno abbracciando, zio è soddisfatto, riempie Cristina di complimenti e giura che questo è un nostro segreto e nessuno ne dovrà mai sapere niente, ci ricomponiamo e ci diamo appuntamento alle otto di sera, ci porta a mangiare fuori.
Alle venti puntuali partiamo per il borgo, un ristorantino tipico, mangiamo a base di pesce zio beve abbondantemente vino bianco fresco, io un paio di bicchieri, Cristina preferisce la Coca, ma zio è convincente oltre alla Coca gli fa bere un bicchiere di vino fresco, la cena dura pochissimo, circa tre quarti d’ora, zio dice di rientrare, da stupido non capisco come mai tanta fretta e zio a darmi la spiegazione logica che infatti dopo si avvera “tra un po’ i fumi del vino faranno girare la testa a Cristina, non è uno spettacolo bello farci vedere che la sorreggiamo per portarla via”, infatti il tempo di arrivare in macchina e Cristina era andata, arriviamo alla villetta, zio apre il cancello e mette la macchina nel vialetto, Cristina è nel mondo dei sogni, la prende in braccio con un po’ di fatica mi fa aprire la porta per portarla dentro, Cristina indossa una gonna a pieghe e zio viene verso la porta intravedo sotto la gonna le sue mutandine che sono conficcate nel solco delle natiche, lo spettacolo non mi dispiace, zio finalmente riesce a portarla dentro la adagia sul divano,ed è subito preso da una strana frenesia, gira per le stanze dalla villa, va in cucina e mette su la macchinetta del caffè, gli domando “zio perché fai l caffè a quest’ora?” e lui mi risponde, “non possiamo lasciare tua sorella in questo stato, quando arrivano i tuoi si incazzeranno, dobbiamo portarla in condizioni di stare almeno un po’ in piedi, e poi vedrai”, pronto il caffè ne prepara una tazza, lo aiuto a sollevare un po’ Cristina come una moribonda e piano piano gliene fa sorseggiare un po’, lei comincia a dare qualche segno di ripresa, giù il resto della tazza e di nuovo distesa, zio riavvia il videoregistratore dal punto che l’avevamo lasciato, riesce nel suo intento, stuzzicarmi, comincio ad eccitarmi, ci sediamo sul divano di fianco a Cristina e lui comincia ad accarezzarla, provo un forte senso di gelosia, ma nello stesso tempo la cosa mi eccita ancora di più, ad un tratto zio si alza e invita ad alzarmi anche me, prendiamo Cristina quasi di peso, lei sta appena sulle gambe, la portiamo vicino al tavolo, zio sposta le sedie e la fa chinare con la pancia sul tavolo stesso, con un gesto fulmineo gli alza la gonna e gli abbassa lo slip, gli infila due dita in vagina le muove dentro, Cristina inizia a destarsi, realizza appena quello che gli sta capitando, cerca di spostarsi, ma zio con una mano sulle spalle la rimette giù, toglie le dita le osserva ed esclama “è quasi pronta”, si abbassa i pantaloni prende con una mano il suo grosso cazzo e fa un passata in su e una in giù sul tenero pelo di Cristina come stesse passando una mano di pittura, poi senza pensarci due volte lo appoggia sulla fessura e glielo pianta dentro cominciando a pastrugnarla, Cristina lo avverte capisce che è zio che la sta scopando e cerca di divincolarsi, ma non ci riesce, suo malgrado è costretta ad abbandonarsi, zio gli assesta dei colpi violenti grida come un porco, anche Cristina inizia a provare piacere ed esplode nel suo orgasmo, nel frattempo io guardare loro me lo stavo menando, zio sta per finire, lo toglie fuori e con due colpi di mano emetto un grande schizzo che si adagia sulla schiena e sulle natiche di Cristina, si sposta e mi invita a prendere il suo posto, non mi faccio di certo pregare, con un solo movimento gli sono già tutto dentro e inizio a danzargli nella vagina, lei è già dilatata, scivola dentro a meraviglia, per Cristina arriva un secondo a favoloso orgasmo, oramai si è ripresa, spinge verso di me, ne vuole di più e io l’accontento fino al momento che arriva il mio turno, vibrò tutto e gridando di gioia gli sborro completamente in vagina, Cristina urla “siiiiiiiiiiiii, non farne perdere nemmeno una gocciaaaaaa, che belloooooo!!!!!!!”, zio parte immediatamente con un rimprovero urlando “ma sei pazzo’ gli hai sborrato dentro, se rimane incinta sono cazzi vostri” e io sornione gli rispondo, “tranquillo zio, Cristina sta facendo una cura con la pillola”, lui si lasciò andare ad un gesto di disappunto, ad averlo saputo prima sicuramente la sua trombata avrebbe avuto un esito migliore, ma rimase contento lo stesso e disse “adesso lo so” lasciando presagire che sarebbe stata un lunga estate rovente........ continua.
1
voti
voti
valutazione
4
4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Un desiderio avverato (… il seguito)racconto sucessivo
Un desiderio avverato 4 (… un’estate da svolta)
Commenti dei lettori al racconto erotico