Le conseguenze di una masturbatina 3
di
Vandal
genere
etero
I-Le conseguenze di una masturbatina (3)
Abbiamo tempo per rimediare. Priscilla la grigia si lascia spogliare senza protestare. Un lieve rossore le si diffonde tra le efelidi e le si appannano gli occhiali. Se si venisse a sapere che so per scoparmi la mia garante, finirei in cella di sicuro, magari in compagnia di un omaccione unto e bisunto che sente la necessità di sfondare il mio culo vergine.
Slaccio i bottoni della camicetta e lascio che il suo intimo mi appare poco a poco. Ha una pelle di uno strano colore, un misto rosa tenue con viraggi color grigio chiaro. Le tette dietro il reggiseno sembrano piene e succose. Sento il suo odore, un misto di cannella e acqua di rosa.
Le sfilo la camicetta, la faccio girare di schiena: pelle liscia che io tocco e accarezzo. E pensare che, mi ero messo a pensare di lei, che non avrei mai fantastico di farmela perché troppo insipida e grigia.
Via gli occhiali. Mi appoggio a lei cingendola da dietro, le faccio sentire il mio uccello sulla pelle. Le mani accarezzano i suoi fianchi, l’ombelico, risalgono fino alle coppe. Lei ha un sussulto ma si lascia toccare.
Chi l’avrebbe mai detto? Entrare di soppiatto in camera mia, farsi delle seghe mentali osservandomi, magari si toccava la fica mentre vedeva il mio uccello svettare fuori dai boxer. Quanto tempo ha impiegato prima di trovare il coraggio di avvicinarsi a me, di mettere la faccia vicino alla mia cappella. Magari prima l’ha annusata. Piccola maiala insignificante. Vediamo ora come reagisci
Trovo i bottoni della gonna, li slaccio e la faccio cadere a terra. Mutande spesse, imbottite, nere, lo stile della nonna. Sembrano boxer, non ti fanno intuire nulla. La giro verso di me. Il rossore non è passato. Lei mi sta guardando con gli occhi umidi. Sarà paura? Teme la violenza sessuale?
Prova bacio. Labbra secche. Usa la lingua per entrare, incontro la sua che subito si ritrae. Continua a baciarla, ma non uso la lingua. La prendo per la nuca e la premo contro di me. Spingo il mio sesso contro di lei, incomincio a muovere i fianchi. Lei asseconda i miei movimenti, poco a poco si scioglie.
Le afferro il gancio del reggiseno e gliele libero. Belle piene, morbide, una misura tre direi. Hanno capezzoli scuri e areole che sembrano bottoni di cioccolato. Gliele afferro, palpo, strizzo. Scendo con la bocca, glieli mordicchio, con la lingua faccio cerchi intorno ai capezzoli. Poi vado giù, sul ventre, fino ai mutandoni imbottiti. Infilo le mani nell’elastico e glieli abbasso di colpo. Davanti a me appare una fichetta stretta con i peli un po’ selvaggi. Ci affondo la faccia e lascio che la lingua si insinui dentro. Lei geme, afferra la mia testa. Ho trovato il suo punto sensibile
Mi alzo di colpo, l’abbraccio, la bacio, la spingo verso il letto. Lei è sciolta, mi guarda con occhi desiderosi di sesso. La faccio sdraiare sul letto ed entro in lei con decisione. Lei piega la schiena arcuandosi verso l’alto. Entro, sfrego, spingo. Lei afferra il lenzuolo, mugugna, geme. Io ho la bocca vicino al suo collo, la bacio, la lecco. Lei ansima, sento che chiama il mio nome, mi intima di non smettere. Mi cinge con le gambe dietro la schiena e mi impone di non mollare, di affondare sempre più “Scopami più forte” urla. La grigia Priscilla si è trasformata in una maiala. Affonda le unghie nella mia pelle, mi stringe con la forza di una tenaglia. Che forza, quasi non mi lascia spazio per stantuffarla come si deve.
“Sto per venire” ansimo
Lei annuisce, si aggrappa a me come un naufrago fa ad uno scoglio. Esplodo dentro di lei con un urlo liberatorio. Anche lei urla e, finalmente, molla la presa con le gambe e crolla sul letto, ansante. “Oh, mamma” fa lei con il fiato corto “Dove mi sono persa fino ad ora?”
“Mi chiedo cosa ti abbia indotto ad assaggiare il mio uccello mentre io dormivo”
“Non lo so. All’inizio ero scandalizzata per quello che vedevo. Voglio dire, entro qui e ti vedo sdraiato sul letto con l’uccello di fuori. Poi..”
“Poi hai sentito il richiamo della foresta e non hai potuto farne a meno”
“E’ stato come se fossi ipnotizzata”
“Non avevi mai visto un cazzo dal vero?”
“No, i ragazzi a scuola mi ha sempre snobbato. Da adulta mi consideravano poco. No sex. Fino ad ora”
“Come ti è sembrato?”
“Ne voglio ancora” si gira verso di me “Puoi accontentarmi?”
“Tutte le volte che vorrai” torno ad abbracciarla, baciarla, scoparla. Quella mattina lo facciamo ancora tre volte. Per pranzo, lei si fa sentire con il garante della mia sorveglianza. Poi mi dice “Devo finire il mio giro. Che ne dici se stasera ti porto qualcosa, mangiamo e poi ancora sesso?”
Zio, ho creato una ninfomane
“Quindi, hai sognato una nonna supersexy, una matrigna lecca cazzi e una giovane ragazza con la passione di guardare gli uomini masturbarsi?” Priscilla mi guarda dal bordo del bicchiere di vino che ha portato per la cena. E’ seduta al tavolo con solo una camicia delle mie, lunghe fino a metà gambe. Sotto so che ha delle mutandine più sobrie, bianche con un bordo di pizzo nero. Io in boxer a mangiarmi un sostanzioso piatto di ravioli.
“Sì, le conseguenze di una masturbata mattutina mi hanno portato ad immaginare questo scenario” commento “Ma, l’avrò fatta veramente quella masturbatina?”
“Tenendo conto che non ci abita nessuno in quell’ appartamento.. Ti sarebbe piaciuto, vero?”
“Sì, non mi sarebbe dispiaciuta una cosa del genere”
“Ma la masturbatina c’è stata?”
“Sì, la faccio ogni mattina”
Lei ride “Mi piacerebbe vederti”
“Beh, basta che resti qui da me”
“L’idea mi stuzzica”
Finiamo di mangiare, ci laviamo i denti, ci mettiamo sul divano, guardiamo un film. Poi, inevitabile, ci spostiamo in camera da letto, le sfilo la camicia e le mutandine, la prendo e la faccio mia. Ormai, siamo una coppia affiatata
Mi risveglio la mattina a pancia in sotto. Lei non c’è. Per un attimo ho il timore che anche Priscilla sia un sogno, il parto di una mia fantasia. Nell’aria si diffonde odore di caffè e marmellata. Sorrido. Mi alzo, vado in bagno. Lei è lì, seduta sul bordo della vasca che mi aspetta “Colazione pronta, dormito bene”
Alzo la tavoletta del water, lo tiro fuori e comincio a masturbarmi “Come un bambino”
Lei mi osserva divertita. Si alza e si viene a posizionare dietro di me. Mi abbraccia, poggiando il mento sulla spalla. Poi, con la mano destra, scende e unisce la sua mano alla mia. Mi aiuta con la masturbazione, mi bacia sul collo. Istintivamente, con la coda dell’occhio, mi viene di girarmi verso la finestra dove il mio sogno è iniziato.
Ecco che arriva, il getto di sperma, la sublimazione di quell’attimo. Mi gira un po’ la testa. Per un attimo, è come se Priscilla svanisse in un miraggio. E, in quello spazio di miraggio, affacciata alla finestra dell’appartamento di fronte, con il suo immancabile lollipop, c’è Jenny che mi osserva….
“Che c’è?” chiede Priscilla guardandomi
Io volto lo sguardo all’appartamento di fronte ma, non vedo nulla “Nulla, solo un riflesso”
Lei aggrotta le sopracciglia “L’hai vista, vero?”
“E’ solo un’illusione” le afferro il viso tra le mani “Ma tu sei concreta” la bacio “Vera” la lingua che esce “Buona masturbatina”
Lei ricambia il mio bacio, non mi molla l’uccello “Ti devo parlare”
=Continua=
Abbiamo tempo per rimediare. Priscilla la grigia si lascia spogliare senza protestare. Un lieve rossore le si diffonde tra le efelidi e le si appannano gli occhiali. Se si venisse a sapere che so per scoparmi la mia garante, finirei in cella di sicuro, magari in compagnia di un omaccione unto e bisunto che sente la necessità di sfondare il mio culo vergine.
Slaccio i bottoni della camicetta e lascio che il suo intimo mi appare poco a poco. Ha una pelle di uno strano colore, un misto rosa tenue con viraggi color grigio chiaro. Le tette dietro il reggiseno sembrano piene e succose. Sento il suo odore, un misto di cannella e acqua di rosa.
Le sfilo la camicetta, la faccio girare di schiena: pelle liscia che io tocco e accarezzo. E pensare che, mi ero messo a pensare di lei, che non avrei mai fantastico di farmela perché troppo insipida e grigia.
Via gli occhiali. Mi appoggio a lei cingendola da dietro, le faccio sentire il mio uccello sulla pelle. Le mani accarezzano i suoi fianchi, l’ombelico, risalgono fino alle coppe. Lei ha un sussulto ma si lascia toccare.
Chi l’avrebbe mai detto? Entrare di soppiatto in camera mia, farsi delle seghe mentali osservandomi, magari si toccava la fica mentre vedeva il mio uccello svettare fuori dai boxer. Quanto tempo ha impiegato prima di trovare il coraggio di avvicinarsi a me, di mettere la faccia vicino alla mia cappella. Magari prima l’ha annusata. Piccola maiala insignificante. Vediamo ora come reagisci
Trovo i bottoni della gonna, li slaccio e la faccio cadere a terra. Mutande spesse, imbottite, nere, lo stile della nonna. Sembrano boxer, non ti fanno intuire nulla. La giro verso di me. Il rossore non è passato. Lei mi sta guardando con gli occhi umidi. Sarà paura? Teme la violenza sessuale?
Prova bacio. Labbra secche. Usa la lingua per entrare, incontro la sua che subito si ritrae. Continua a baciarla, ma non uso la lingua. La prendo per la nuca e la premo contro di me. Spingo il mio sesso contro di lei, incomincio a muovere i fianchi. Lei asseconda i miei movimenti, poco a poco si scioglie.
Le afferro il gancio del reggiseno e gliele libero. Belle piene, morbide, una misura tre direi. Hanno capezzoli scuri e areole che sembrano bottoni di cioccolato. Gliele afferro, palpo, strizzo. Scendo con la bocca, glieli mordicchio, con la lingua faccio cerchi intorno ai capezzoli. Poi vado giù, sul ventre, fino ai mutandoni imbottiti. Infilo le mani nell’elastico e glieli abbasso di colpo. Davanti a me appare una fichetta stretta con i peli un po’ selvaggi. Ci affondo la faccia e lascio che la lingua si insinui dentro. Lei geme, afferra la mia testa. Ho trovato il suo punto sensibile
Mi alzo di colpo, l’abbraccio, la bacio, la spingo verso il letto. Lei è sciolta, mi guarda con occhi desiderosi di sesso. La faccio sdraiare sul letto ed entro in lei con decisione. Lei piega la schiena arcuandosi verso l’alto. Entro, sfrego, spingo. Lei afferra il lenzuolo, mugugna, geme. Io ho la bocca vicino al suo collo, la bacio, la lecco. Lei ansima, sento che chiama il mio nome, mi intima di non smettere. Mi cinge con le gambe dietro la schiena e mi impone di non mollare, di affondare sempre più “Scopami più forte” urla. La grigia Priscilla si è trasformata in una maiala. Affonda le unghie nella mia pelle, mi stringe con la forza di una tenaglia. Che forza, quasi non mi lascia spazio per stantuffarla come si deve.
“Sto per venire” ansimo
Lei annuisce, si aggrappa a me come un naufrago fa ad uno scoglio. Esplodo dentro di lei con un urlo liberatorio. Anche lei urla e, finalmente, molla la presa con le gambe e crolla sul letto, ansante. “Oh, mamma” fa lei con il fiato corto “Dove mi sono persa fino ad ora?”
“Mi chiedo cosa ti abbia indotto ad assaggiare il mio uccello mentre io dormivo”
“Non lo so. All’inizio ero scandalizzata per quello che vedevo. Voglio dire, entro qui e ti vedo sdraiato sul letto con l’uccello di fuori. Poi..”
“Poi hai sentito il richiamo della foresta e non hai potuto farne a meno”
“E’ stato come se fossi ipnotizzata”
“Non avevi mai visto un cazzo dal vero?”
“No, i ragazzi a scuola mi ha sempre snobbato. Da adulta mi consideravano poco. No sex. Fino ad ora”
“Come ti è sembrato?”
“Ne voglio ancora” si gira verso di me “Puoi accontentarmi?”
“Tutte le volte che vorrai” torno ad abbracciarla, baciarla, scoparla. Quella mattina lo facciamo ancora tre volte. Per pranzo, lei si fa sentire con il garante della mia sorveglianza. Poi mi dice “Devo finire il mio giro. Che ne dici se stasera ti porto qualcosa, mangiamo e poi ancora sesso?”
Zio, ho creato una ninfomane
“Quindi, hai sognato una nonna supersexy, una matrigna lecca cazzi e una giovane ragazza con la passione di guardare gli uomini masturbarsi?” Priscilla mi guarda dal bordo del bicchiere di vino che ha portato per la cena. E’ seduta al tavolo con solo una camicia delle mie, lunghe fino a metà gambe. Sotto so che ha delle mutandine più sobrie, bianche con un bordo di pizzo nero. Io in boxer a mangiarmi un sostanzioso piatto di ravioli.
“Sì, le conseguenze di una masturbata mattutina mi hanno portato ad immaginare questo scenario” commento “Ma, l’avrò fatta veramente quella masturbatina?”
“Tenendo conto che non ci abita nessuno in quell’ appartamento.. Ti sarebbe piaciuto, vero?”
“Sì, non mi sarebbe dispiaciuta una cosa del genere”
“Ma la masturbatina c’è stata?”
“Sì, la faccio ogni mattina”
Lei ride “Mi piacerebbe vederti”
“Beh, basta che resti qui da me”
“L’idea mi stuzzica”
Finiamo di mangiare, ci laviamo i denti, ci mettiamo sul divano, guardiamo un film. Poi, inevitabile, ci spostiamo in camera da letto, le sfilo la camicia e le mutandine, la prendo e la faccio mia. Ormai, siamo una coppia affiatata
Mi risveglio la mattina a pancia in sotto. Lei non c’è. Per un attimo ho il timore che anche Priscilla sia un sogno, il parto di una mia fantasia. Nell’aria si diffonde odore di caffè e marmellata. Sorrido. Mi alzo, vado in bagno. Lei è lì, seduta sul bordo della vasca che mi aspetta “Colazione pronta, dormito bene”
Alzo la tavoletta del water, lo tiro fuori e comincio a masturbarmi “Come un bambino”
Lei mi osserva divertita. Si alza e si viene a posizionare dietro di me. Mi abbraccia, poggiando il mento sulla spalla. Poi, con la mano destra, scende e unisce la sua mano alla mia. Mi aiuta con la masturbazione, mi bacia sul collo. Istintivamente, con la coda dell’occhio, mi viene di girarmi verso la finestra dove il mio sogno è iniziato.
Ecco che arriva, il getto di sperma, la sublimazione di quell’attimo. Mi gira un po’ la testa. Per un attimo, è come se Priscilla svanisse in un miraggio. E, in quello spazio di miraggio, affacciata alla finestra dell’appartamento di fronte, con il suo immancabile lollipop, c’è Jenny che mi osserva….
“Che c’è?” chiede Priscilla guardandomi
Io volto lo sguardo all’appartamento di fronte ma, non vedo nulla “Nulla, solo un riflesso”
Lei aggrotta le sopracciglia “L’hai vista, vero?”
“E’ solo un’illusione” le afferro il viso tra le mani “Ma tu sei concreta” la bacio “Vera” la lingua che esce “Buona masturbatina”
Lei ricambia il mio bacio, non mi molla l’uccello “Ti devo parlare”
=Continua=
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Le conseguenze di una masturbazione (2)racconto sucessivo
Le conseguenze di una masturbatina 4 - Final end -
Commenti dei lettori al racconto erotico