Mio Suocero - 10 - Mio padre mi spinge oltre il baratro
di
zorrogatto
genere
dominazione
Come mio padre mi si è svuotato nel culo di mia moglie, glie lo ha dato da succhiare e lei lo ha scrupolosamente ripulito.
Tutta la procedura aveva un qualcosa che mi ha fatto pensare ad un automatismo ormai collaudato.
Poi ha controllato il livello del latte nel contenitore graduato e si è dichiarato abbastanza soddisfatto della raccolta, dando un paio di pacche affettuose sulla testa a Monica, che ha sorriso, grata dell'apprezzamento.
Dopo di che si è risistemato per uscire «... Devo fare una commissione, torno tra poco!» ed è uscito.
Finalmente ho abbracciato mia moglie, ci siamo un po' coccolati e mi sono stupito per una sua disponibilità, per una sua intraprendenza che sicuramente non le conoscevo ed ho anche purtroppo scoperto che avere un'erezione con la gabbietta è stata una nuova, inedita sofferenza.
Però ho avuto piacere lo stesso, a giocare col suo corpo, a baciarla, leccarla e masturbarla, stupendomi per la facilità con la quale riesce a godere ogni volta e molte volte di seguito.
Poi, stesi sul letto, cerco di capire quanto è cambiata la sua vita, in queste poche settimane che però, a giudicare dai cambiamenti, sembrano aver contato come anni interi.
«Ma quindi... sì, dico... tutta la tua vita adesso gravita intorno al sesso?» Annuisce, sorridendo e con gli occhi luccicanti.
«Ma... cioé... non fai altro, nella giornata?»
Lei ride, divertita: «Beh, ho anche il lavoro in ditta, anche se sotto il ferreo controllo della Signora Stefania, che a volte si svaga ordinandomi cose...»
Vedo che non vuole entrare nel dettaglio e la lascio fare
«E poi inoltre, in giro per la città, mi capita di conoscere persone interessanti...» Incuriosito, la interrompo: «Tipo?»
Lei sorride, forse pregustando il brivido di eccitazione che il racconto che stava per farmi mi avrebbe fatto provare.
«Ho conosciuto Giulietta, una ragazza di quasi ventidue anni, che vive due vite parallele:
la prima è quella della classica brava ragazza giovane, che vive ancora in casa coi genitori, con il suo lavoro di commessa, con un fidanzato tranquillo, che non pensa o non osa, per esempio, di chiederle il culo.
La classica brava ragazza senza grilli per la testa, la figlia che ogni mamma sarebbe orgogliosa di avere...» Si interrompe e fa una risatina.
«Uhmmm... e l'altra? L'altra vita, intendo?»
Lei si riscuote dal suo divertente fantasticare: «Ah, sì: Fin da quando era proprio una ragazzina, ha maturato un... un interesse per gli uomini... di una certa età; uomini dai cinquantacinque anni in su, che son spesso sposati...
Dice che questa passione le è venuta guardando gli anziani del circolo sottocasa, che giocano a bocca, fanno lunghe partite a carte con gli immancabili litigi e le potenti bestemmie e lei si è sempre immaginata sotto il tavolo, ad aprirgli i calzoni, estrarre i cazzi flaccidi ed i coglioni penduli e poi leccare le seconde e succhiare i primi per ridonargli... vita, succhiando ed ingoiando tutta la loro stanca sborra.
Lei ama offrirsi anonimamente su un sito e poi li incontra... spesso nell'auto di lui e li spompina: ama ingoiare la loro sborra...»
«Ma... ma lo fa per soldi?»
«No, no! Lo fa perché le piace! Ovviamente, se qualcuno vuol farle un... regalino, lei non rifiuta; ma non ha mai chiesto un centesimo!»
«Ma... elargisce solo pompini?» A questo punto sono davvero curioso.
«Ahahaha, no, fa tutto; lei si offre per i pompini, ma poi i vecchi le chiedono altro e lei fa tutto... dice che i vecchi vanno matti soprattutto per incularla e sborrarle dentro il culo»
Sono davvero colpito: «Ma... ma scusa... ed il fidanzato non si accorge di.. dell'autostrada tracciata tra le chiappette della sua dolce fidanzata?»
Ride «No, no: lui è un buono, un tranquillo... un po' imbranato... uno di quelli che non osano chiedere ”quello” alla loro dolce, innocente fidanzata... di quelli tipo i fidanzatini di Peynet... Ahahahah
Sai: se saltasse fuori la faccenda, i genitori la caccerebbero immediatamente da casa e anche lui, probabilmente, non vorrebbe più saperne nulla...»
Era bello stare di nuovo con Monica, mia moglie, anche se in questi giorni è cambiata molto con le tettone, le labbra più piene le ninfe della fica penzolanti e stirate dal peso degli anelli...
Sento aprire la porta e voci: oltre a mio padre, altre persone.
Faccio per rivestirmi, per coprirmi in qualche maniera, ma arrivano subito in soggiorno.
«Eccovi la troia... Troia, vieni qui a salutare i miei amici!»
E Monica che si alza e gli va incontro, sculettando e con un ampio sorriso.
«E quello?» chiede con un tono sarcastico uno dei tre sconosciuti, indicandomi con un cenno della testa; sono imbarazzatissimo: completamente nudo e con la gabbietta indossata. Faccio per coprirmi con le mani ma mio padre me le strappa via, mostrandomi in tutta la mia umiliante nudità.
«Oh, quello... Quello è solo il marito della troia, tranquilli! Non farà nulla, guarderà soltanto... Sempre che non decidiate di usarlo, ovviamente.
A sedici anni l'ho visto succhiare il cazzo di un suo compagno di scuola e sbocchinare uccelli penso che sia come andare in bicicletta: una volta imparato, ci si ricorda sempre come si fa!»
E tutti a ridere sguaiatamente.
Sento tutto quello che padron Paolo dice del mio povero marito; è umiliato, annichilito, nudo e con la gabbietta che gli racchiude il cazzo... -cazzetto, dai! In confronto a quello di suo padre e di quello di alcuni suoi amici...- e finalmente penso di aver intuito il motivo per cui il Padrone disprezza così tanto il figlio: tutto perché, ragazzino, si è trovato a succhiare un compagno ed è stato sorpreso dal padre che incarna l'ideale di mascolinità e che, quindi, lo ha considerato un indegno erede.
Poi sento le mani che mi toccano, mi muovono, mi aprono, mi piegano e io, io comincio a occuparmi come si deve degli amici del mio padrone e li faccio eccitare e li succhio, li lecco, li tocco come so e come mi chiedono di fare e intanto Marco mi guarda, attonito, mentre dono piacere a quegli uomini.
Uno si alza e si avvicina al Padrone e poi li vedo, con la coda dell'occhio, parlottare brevemente e poi andare da Marco, col dottore che parla al figlio -tono secco, sibilante, minaccioso!- e poi l'amico che contento porge l'uccello a mio marito che, ubbidiente, comincia a leccarlo e poi, incitato, anche a succhiarlo, mentre la forte mano del padrone dietro alla nuca, lo costringe a prendere tutto il cazzo fino in gola.
Ma poi io, con un bel cazzo in fica ed un altro forse ancora più grosso nel culo, mi concentro sul piacere che sto dando e che posso offrire.
La mattina, vedo mia moglie prepararsi, vestendosi in modo molto suggestivo, senza intimo sotto la gonna cortissima.
Mi bacia teneramente e poi corre via, lieve come una piuma su un refolo di vento.
Io mi vesto e sono infastidito dalla gabbietta, ma mio padre se n'è andato portandosi via la chiave del lucchetto e quindi non posso far altro che tenermelo.
Mentre vado in ufficio, rifletto sull'aver visto la mia Monica che si dava senza alcuna esitazione ed alcun limite a quei tre sgradevoli bestioni e poi a mio padre (anche se ricordo quando ho provato a protestare: «Ma papà...» «Non rompere il cazzo! E poi, non sono tuo padre, mezzasega e culattone!»), mio padre, dicevo... che ha preteso che facessi un pompino a quel tipo, quel suo amico... E le cattiverie e le minacce che ha usato!
«Tanto lo so che li fai, i pompini! Ti ho visto quando andavi al liceo, che lo facevi a quel tuo compagno, checca schifosa, ricordi? E se non lo fai per bene, ti taglio via i tuoi ridicoli pendagli e ti lascio crepare dissanguato come un cane!»
Ed io ho capito che era pronto a farlo davvero e mi sono piegato alle sue pretese.
Ricordo quella volta, che lui mi ha davvero sorpreso mentre provavo a succhiare il cazzo di un mio compagno di scuola, un ripetente con una forte personalità, un certo... Oscar! Ecco sì: si chiamava Oscar!!! E questo Oscar che mia aveva un po' blandito, un po' minacciato finché non l'ho assecondato e non ho provato a succhiarlo... Ero in quell'età dove si esplorano le possibilità del mondo... E lui che mi diceva cosa fare, come fare, er il ritmo e i movimenti e... e poi mio padre che irrompe, che lo caccia a male parole e lo minaccia e a me che mi riempie di sberle...
Da allora, non ha mai voluto ascoltare le mie spiegazioni e non mi ha mai più perdonato.
Oscar, invece, ha preteso che gli facessi il pompino che era rimasto in sospeso tra noi e, per liberarmi di lui, ho accettato, quell'unica volta!
E adesso, dopo tanti anni, mio padre stesso che, in segno del disprezzo profondo e forse dell'odio che prova verso di me, mi ha obbligato a succhiare il cazzo del suo amico e poi anche a “provare” quello degli altri e poi a ripulire la fica ed il culo di Monica dalle loro sborrate, ingoiando tutto.
Inutile dire quanto queste cose mi abbiano turbato, anche se mai quanto lo scoprire la trasformazione di Monica, ma decido di concentrarmi sul lavoro per far arrivare la fine della giornata.
zorrogattoge@yahoo.it
Tutta la procedura aveva un qualcosa che mi ha fatto pensare ad un automatismo ormai collaudato.
Poi ha controllato il livello del latte nel contenitore graduato e si è dichiarato abbastanza soddisfatto della raccolta, dando un paio di pacche affettuose sulla testa a Monica, che ha sorriso, grata dell'apprezzamento.
Dopo di che si è risistemato per uscire «... Devo fare una commissione, torno tra poco!» ed è uscito.
Finalmente ho abbracciato mia moglie, ci siamo un po' coccolati e mi sono stupito per una sua disponibilità, per una sua intraprendenza che sicuramente non le conoscevo ed ho anche purtroppo scoperto che avere un'erezione con la gabbietta è stata una nuova, inedita sofferenza.
Però ho avuto piacere lo stesso, a giocare col suo corpo, a baciarla, leccarla e masturbarla, stupendomi per la facilità con la quale riesce a godere ogni volta e molte volte di seguito.
Poi, stesi sul letto, cerco di capire quanto è cambiata la sua vita, in queste poche settimane che però, a giudicare dai cambiamenti, sembrano aver contato come anni interi.
«Ma quindi... sì, dico... tutta la tua vita adesso gravita intorno al sesso?» Annuisce, sorridendo e con gli occhi luccicanti.
«Ma... cioé... non fai altro, nella giornata?»
Lei ride, divertita: «Beh, ho anche il lavoro in ditta, anche se sotto il ferreo controllo della Signora Stefania, che a volte si svaga ordinandomi cose...»
Vedo che non vuole entrare nel dettaglio e la lascio fare
«E poi inoltre, in giro per la città, mi capita di conoscere persone interessanti...» Incuriosito, la interrompo: «Tipo?»
Lei sorride, forse pregustando il brivido di eccitazione che il racconto che stava per farmi mi avrebbe fatto provare.
«Ho conosciuto Giulietta, una ragazza di quasi ventidue anni, che vive due vite parallele:
la prima è quella della classica brava ragazza giovane, che vive ancora in casa coi genitori, con il suo lavoro di commessa, con un fidanzato tranquillo, che non pensa o non osa, per esempio, di chiederle il culo.
La classica brava ragazza senza grilli per la testa, la figlia che ogni mamma sarebbe orgogliosa di avere...» Si interrompe e fa una risatina.
«Uhmmm... e l'altra? L'altra vita, intendo?»
Lei si riscuote dal suo divertente fantasticare: «Ah, sì: Fin da quando era proprio una ragazzina, ha maturato un... un interesse per gli uomini... di una certa età; uomini dai cinquantacinque anni in su, che son spesso sposati...
Dice che questa passione le è venuta guardando gli anziani del circolo sottocasa, che giocano a bocca, fanno lunghe partite a carte con gli immancabili litigi e le potenti bestemmie e lei si è sempre immaginata sotto il tavolo, ad aprirgli i calzoni, estrarre i cazzi flaccidi ed i coglioni penduli e poi leccare le seconde e succhiare i primi per ridonargli... vita, succhiando ed ingoiando tutta la loro stanca sborra.
Lei ama offrirsi anonimamente su un sito e poi li incontra... spesso nell'auto di lui e li spompina: ama ingoiare la loro sborra...»
«Ma... ma lo fa per soldi?»
«No, no! Lo fa perché le piace! Ovviamente, se qualcuno vuol farle un... regalino, lei non rifiuta; ma non ha mai chiesto un centesimo!»
«Ma... elargisce solo pompini?» A questo punto sono davvero curioso.
«Ahahaha, no, fa tutto; lei si offre per i pompini, ma poi i vecchi le chiedono altro e lei fa tutto... dice che i vecchi vanno matti soprattutto per incularla e sborrarle dentro il culo»
Sono davvero colpito: «Ma... ma scusa... ed il fidanzato non si accorge di.. dell'autostrada tracciata tra le chiappette della sua dolce fidanzata?»
Ride «No, no: lui è un buono, un tranquillo... un po' imbranato... uno di quelli che non osano chiedere ”quello” alla loro dolce, innocente fidanzata... di quelli tipo i fidanzatini di Peynet... Ahahahah
Sai: se saltasse fuori la faccenda, i genitori la caccerebbero immediatamente da casa e anche lui, probabilmente, non vorrebbe più saperne nulla...»
Era bello stare di nuovo con Monica, mia moglie, anche se in questi giorni è cambiata molto con le tettone, le labbra più piene le ninfe della fica penzolanti e stirate dal peso degli anelli...
Sento aprire la porta e voci: oltre a mio padre, altre persone.
Faccio per rivestirmi, per coprirmi in qualche maniera, ma arrivano subito in soggiorno.
«Eccovi la troia... Troia, vieni qui a salutare i miei amici!»
E Monica che si alza e gli va incontro, sculettando e con un ampio sorriso.
«E quello?» chiede con un tono sarcastico uno dei tre sconosciuti, indicandomi con un cenno della testa; sono imbarazzatissimo: completamente nudo e con la gabbietta indossata. Faccio per coprirmi con le mani ma mio padre me le strappa via, mostrandomi in tutta la mia umiliante nudità.
«Oh, quello... Quello è solo il marito della troia, tranquilli! Non farà nulla, guarderà soltanto... Sempre che non decidiate di usarlo, ovviamente.
A sedici anni l'ho visto succhiare il cazzo di un suo compagno di scuola e sbocchinare uccelli penso che sia come andare in bicicletta: una volta imparato, ci si ricorda sempre come si fa!»
E tutti a ridere sguaiatamente.
Sento tutto quello che padron Paolo dice del mio povero marito; è umiliato, annichilito, nudo e con la gabbietta che gli racchiude il cazzo... -cazzetto, dai! In confronto a quello di suo padre e di quello di alcuni suoi amici...- e finalmente penso di aver intuito il motivo per cui il Padrone disprezza così tanto il figlio: tutto perché, ragazzino, si è trovato a succhiare un compagno ed è stato sorpreso dal padre che incarna l'ideale di mascolinità e che, quindi, lo ha considerato un indegno erede.
Poi sento le mani che mi toccano, mi muovono, mi aprono, mi piegano e io, io comincio a occuparmi come si deve degli amici del mio padrone e li faccio eccitare e li succhio, li lecco, li tocco come so e come mi chiedono di fare e intanto Marco mi guarda, attonito, mentre dono piacere a quegli uomini.
Uno si alza e si avvicina al Padrone e poi li vedo, con la coda dell'occhio, parlottare brevemente e poi andare da Marco, col dottore che parla al figlio -tono secco, sibilante, minaccioso!- e poi l'amico che contento porge l'uccello a mio marito che, ubbidiente, comincia a leccarlo e poi, incitato, anche a succhiarlo, mentre la forte mano del padrone dietro alla nuca, lo costringe a prendere tutto il cazzo fino in gola.
Ma poi io, con un bel cazzo in fica ed un altro forse ancora più grosso nel culo, mi concentro sul piacere che sto dando e che posso offrire.
La mattina, vedo mia moglie prepararsi, vestendosi in modo molto suggestivo, senza intimo sotto la gonna cortissima.
Mi bacia teneramente e poi corre via, lieve come una piuma su un refolo di vento.
Io mi vesto e sono infastidito dalla gabbietta, ma mio padre se n'è andato portandosi via la chiave del lucchetto e quindi non posso far altro che tenermelo.
Mentre vado in ufficio, rifletto sull'aver visto la mia Monica che si dava senza alcuna esitazione ed alcun limite a quei tre sgradevoli bestioni e poi a mio padre (anche se ricordo quando ho provato a protestare: «Ma papà...» «Non rompere il cazzo! E poi, non sono tuo padre, mezzasega e culattone!»), mio padre, dicevo... che ha preteso che facessi un pompino a quel tipo, quel suo amico... E le cattiverie e le minacce che ha usato!
«Tanto lo so che li fai, i pompini! Ti ho visto quando andavi al liceo, che lo facevi a quel tuo compagno, checca schifosa, ricordi? E se non lo fai per bene, ti taglio via i tuoi ridicoli pendagli e ti lascio crepare dissanguato come un cane!»
Ed io ho capito che era pronto a farlo davvero e mi sono piegato alle sue pretese.
Ricordo quella volta, che lui mi ha davvero sorpreso mentre provavo a succhiare il cazzo di un mio compagno di scuola, un ripetente con una forte personalità, un certo... Oscar! Ecco sì: si chiamava Oscar!!! E questo Oscar che mia aveva un po' blandito, un po' minacciato finché non l'ho assecondato e non ho provato a succhiarlo... Ero in quell'età dove si esplorano le possibilità del mondo... E lui che mi diceva cosa fare, come fare, er il ritmo e i movimenti e... e poi mio padre che irrompe, che lo caccia a male parole e lo minaccia e a me che mi riempie di sberle...
Da allora, non ha mai voluto ascoltare le mie spiegazioni e non mi ha mai più perdonato.
Oscar, invece, ha preteso che gli facessi il pompino che era rimasto in sospeso tra noi e, per liberarmi di lui, ho accettato, quell'unica volta!
E adesso, dopo tanti anni, mio padre stesso che, in segno del disprezzo profondo e forse dell'odio che prova verso di me, mi ha obbligato a succhiare il cazzo del suo amico e poi anche a “provare” quello degli altri e poi a ripulire la fica ed il culo di Monica dalle loro sborrate, ingoiando tutto.
Inutile dire quanto queste cose mi abbiano turbato, anche se mai quanto lo scoprire la trasformazione di Monica, ma decido di concentrarmi sul lavoro per far arrivare la fine della giornata.
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