Ricordi
di
zorrogatto
genere
bisex
Ormai sono “vecchio”, ho due figlie e dei nipotini, però non riesco a dimenticare il primo orgasmo che ho provato in vita mia e come e con chi ero quando è successo.
Fin dai quattordici anni, mentre le Gemelle Kessler dovevano ballare in tv con le gambe coperte da calzamaglie per non turbare il “comune senso del pudore”, avevo scoperto di essere famelicamente attratto dal sesso, in ogni sua forma.
Avevo riflettuto che un quattordicenne timidino ed imbranato, per quanto carino potesse essere, aveva probabilità minori a zero di trovare ragazze disposte ad esplorare il sesso con lui e quindi, con pragmatica decisione, avevo deciso che i maschi sarebbero andati altrettanto bene e, dopo diversi frustranti tentativi infruttuosi, avevo finalmente trovato “un grande” (credo che in realtà non arrivasse ai venticinque anni) disposto ad incularmi, pretendendo però che prima glie lo succhiassi.
Mentre ero perfettamente conscio di cosa volevo per il mio culetto (vi avevo infilato ogni sorta di oggetti!), rimasi stupito ed un po' schifato dalla richiesta di prendere in bocca il “cannello del piscio”, ma se la condizione per essere finalmente inculato era quella...
Adesso, con internet, ci sono dodicenni con nozioni sulla sfera sessuale che, ai miei tempi, molti uomini sposati neanche si sognavano, ma io -appunto!- ero all'oscuro di tutto e quando mi trovai una secrezione abbastanza densa in bocca, pensai che fosse un qualcosa uscito da un mio qualche canalicolo in bocca a causa di quello che facevo -mai fatto prima!- e perciò mi affrettai ad ingoiare per... per “non fare brutta figura” con quel signore così gentile.
Dopo poco si dichiarò soddisfatto ed accettò -oh!!! Finalmente!- di mettermelo nel culo ed io, gomiti su un muretto piegato leggermente in avanti, mi godetti la piacevolissima sensazione di essere sodomizzato.
Contento della... esperienza, lo ringraziai e no lo rividi mai più.
Passarono parecchie settimane, finché non scoprii la masturbazione (!!!) e che menandomelo costantemente, superando quel momento in cui mi sentivo strano, male, che avevo paura di morire... potevo esplodere in una possente... sborrataahhhhh!
Da quel fondamentale passaggio (un insignificante passo per tutta l'umanità, ma un passo fondamentale per la mia vita!), cominciai ad esplorare la mia città, scoprendo che nei vari vespasiani potevo facilmente “fare amicizia” per quei pochi minuti occorrenti al soddisfacimento delle loro voglie ed alla mia necessità di sentirmi usato/a.
Nonostante la mia passione per i cazzi, però, non sono mai stato attratto emotivamente dai maschi e, oltre al fatto che l'omosessualità fosse molto mal tollerata all'epoca, ero (e sono!) anche sinceramente attratto dalle donne e, avvantaggiato anche da un aspetto gradevole, un'alta statura unita ad un bel portamento (mio padre piccolino che mi diceva sempre «Stai dritto con la schiena!» Grazie, papà) ed una discreta abile parlantina, ho avuto diverse fidanzate: parliamo di storie durate diversi mesi, non il tempo per aggirare la difesa, rappresentata dai loro slippini, colpire e andar via segnando un'altra tacca per una nuova fica presa.
A diciannove anni conobbi Bruna, mia coetanea e decidemmo di percorrere un po' del cammino della vita insieme.
Io vivevo con mia madre -mio padre se l'era squagliata, beato lui- che mi pontificava al motto del “Fate come dico, ma non dite come faccio”; Bruna con i genitori: il padre nato durante la prima guerra mondiale e quindi con la severità del “padredifigliafemmina” e la madre insignificante.
Mio suocero era molto rigoroso con gli orari pomeridiani (potevamo vederci anche tutti i giorni, «Ma in questa casa si cena alle 20!») e la sera, prima solo il sabato(«Ma a mezzanotte in punto, devi essere a casa!») e con gli anni anche il venerdì, le ventiquattro e sabato, l'una.
Quindi, pur amando Bruna, avevo anche la mia libertà: ero stato -a proposito- il suo primo uomo e pensando di sposarci, sentivo... ingiusto che lei non “provasse” qualche altro maschio. La mia già ampia esperienza coi maschi, mi aveva rassicurato sulla taglia della mia dotazione e quindi non rischiavo di sicuro che lei, cancellando tutta la rete di piccole cose ed amore che ci eravamo intessuti intorno, potesse scappare col primo cazzone (letteralmente!) che passava.
Solo leggendo cose in rete, dopo una trentina d'anni, son riuscito a trovare la definizione giusta: sono un cuckold!
Dopo che eravamo insieme è arrivata la mia prima auto, una 500 e, andando a fare l'amore in altura, abbiamo scoperto che singoli ci guardavano!
La cosa è stata una sferzata di adrenalina e dopo le prime volte era diventato “normale” per noi farci guardare.
Nel frattempo, a Bruna avevo serenamente confidato la mia bisessualità e lei, dopo una settimana di riflessione, ha deciso che poteva accettare anche questa mia... particolarità.
Durante la naja, lontani 500 chilometri, erano successe delle cose per cui non solo io avevo goduto delle.. simpatie di un paio di giovani donne, ma anche lei si era trovata in situazioni per cui... aveva potuto fare esperienze.
Ci eravamo confidati le scappatelle ed avevamo deciso che queste cose sono sciocchezze, rispetto alla grande storia che stavamo vivendo e costruendo insieme.
Nel frattempo, col tempo, l'avevo anche portata ad accettare l'idea di valutare singoli per poter fare un'esperienza anche con loro ed eravamo arrivati, dopo due o tre esperienze mediocri, a valutare le lettere inviate al fermoposta da chi era interessato alla nostra inserzione (altro che la rapidità di internet di oggi!)
Una sera eravamo in un bar e ci siamo resi conto che un uomo si interessava a noi.
Oltre la quarantina, aria distinta, con solo una corona di capelli neri intorno ad una importante calvizia: non esattamente il tipo di Bruna, che li preferiva più giovani e più prestanti, ma l'uomo, Adriano, era cordiale e simpatico.
Dopo una mezz'ora ci aveva ormai conquistati ed accettammo di seguirlo in un appartamento in ristrutturazione non troppo distante.
Ci aveva detto cose, fatto domande, e ci siamo trovati a dirgli tutto quello che voleva sapere, di noi.
E ora eravamo in quell'appartamento, pieno di secchi, rulli, sacchi di cemento, attrezzi ed un letto matrimoniale protetto da un telo.
Lui si avvicinò a Bruna e cominciò a limonarla e contemporaneamente a toglierle gli abiti; sul pavimento lasciò, lasciarono cadere la maglietta, il reggiseno, le scarpe, i jeans con una certa difficoltà e infine i suoi slippini, mentre le mani di Adriano si muovevano sul suo corpo e, come un musicista esperto, riusciva a far risuonare tutte le corde del piacere della mia fidanzata.
Anche lei, forse istruita da suoi rapidi bisbigli, fece cadere la sua camicia ed i suoi pantaloni e... «Però è imbarazzante essere nudi davanti a persone vestite...» disse Adriano, con un mezzo sorriso.
Sorrisi un po' timidamente e mi scusai, mentre anche io mi levavo rapidamente la polo, i jeans, i mocassini e i boxer.
L'uomo dimostrava una bella dotazione, un pochino più grossa e lunga della mia, ma mi colpì (e mi è rimasto impresso) il fatto che il suo bell'uccello fosse perfettamente dritto, come un paletto, senza incurvarsi da nessuna parte.
Si stese sul letto e fece inginocchiare Bruna a succhiarlo e le sussurrava suggerimenti per essere succhiato “comepiacealui” e la mia fidanzata si impegnava, mostrandomi il culo con le chiappine appoggiate ai calcagni.
Vedevo la mano di Adriano che sbucava tra le sue cosce e giocava col sesso di Bruna e, rapito dalla scena, mi stavo masturbando lentamente, per poter godere di qualunque ulteriore futuro sviluppo.
«Dai, non stare lì a guardare: fottiti la tua ragazza, mentre mi succhia come la più navigata delle troie...»
Sentii una sferzata di adrenalina scorrermi nelle vene, a quelle parole che -forse- potevo aver già pensato, ma che non mi ero mai permesso di dire alla mia fidanzata.
Mi accostai a lei, appoggiai la cappella sulle labbra della fica e la sentii aperta, bagnata:evidentemente quei termini avevano stimolato anche lei; con un movimento unico ma tranquillo, le entrai tutto dentro, fino a sentire le dita di Adriano giocare anche contro i miei testicoli, oltre che martoriare la clitoride di Bruna.
Mi rendevo conto che lei era molto eccitata, molto su di giri e decisi di aiutarla a raggiungere il piacere insalivandomi due dita e poi spingendogliele nel culetto tutte, fino all'attaccatura.
Ancora pochi colpi e poi la sentii e vidi godere e inarcarsi e gemere e piangere e dire oddiooddiooddio, travolta dal piacere e contemporaneamente sfilarsi dai cazzi e dalle dita che la colmavano, per raccogliersi in posizione fetale in fondo al materasso a recuperare respirazione e pulsazioni normali.
Io la guardavo con tenerezza, ma «... Dai, vieni qui a succhiarmi: fammi sentire se se sei più troia tu o la fidanzata!»
Ed io, sfidato, mi impegnai in uno dei miei migliori pompini ed ero determinato a portare quel bel cazzo a esplodermi in gola e farmi riempire lo stomaco dal prodotto dei suoi grossi coglioni pelosi.
«Basta! Levati e vienimi sopra: siete una bella coppia di pompinare, ma adesso voglio fotterti: vieni sopra e impalati: vediamo se sei una brava troiona anche con quel culo che hai!
Ed io, eccitatissimo, feci come diceva e gli andai sopra e poi, dopo essermi rapidamente insalivato con due dita, mi sono appoggiato la sua grossa cappella al buco ed ho spinto un poco.
Anche lui si è inarcato e mi sono sentito scivolare nel culo tutto quel bendidio e mi ha tenuto fermo, col suo cazzone tutto dentro, premendomi sull'attaccatura delle cosce, per farmi assaporare quanto bene mi riempiva.
Poi ha spostato le mani e me le ha poste sui lati delle cosce e mi muoveva per invitarmi a farmi scorrere nel culo il suo bel cazzo dritto ed io, prima lentamente, poi con sempre maggiore velocità mi facevo correre nel culo quel cazzo ed anche lui si alzava, si inarcava e mi dava colpi possenti veloce, sempre più veloce e poi....
E poi l'esplosione! Mi son sentito come un razzetto che sfrecciasse per la stanza ed ho visto come fuochi artificiali e un cielo pieno di stelle e... e dopo un po' ho capito cosa era successo, ma ero sdraiato sul fianco, raggomitolato, ansante e... Dio, com'era stato bello!
Sentivo colarmi fuori dal culo la sua sborrata e non mi fregava niente: ero su una nuvola di piacere assoluto.
«Dai, puttanella: lecca via la mia sborra dal culo del tuo uomo, che si è goduto il mio cazzone in pancia, lo hai visto!»
E Bruna, soggiogata dalla forte personalità di Adriano, ha obbedito e sentivo la sua lingua entrarmi nel culo.
«Ci possiamo rivedere?» Eravamo sulla strada, davanti al portone dal quale eravamo appena usciti, tutti e tre inappuntabili.
«No: io domani parto, vado in Tunisia a scopare ragazzini, che lì si offrono per poco... L'appartamento dove siamo stati è di un amico, che lo sta facendo ristrutturare da un artigiano, quindi inutile che veniate qui. E' stato piacevole, però! Addio...»
E nei mesi, negli anni seguenti, prima e dopo il matrimonio, a volte Bruna accennava ed accenna ancora adesso ad Adriano ed a quanto, quella volta, avesse goduto lei ma, sopratutto, mi avesse visto trasfigurato dal piacere.
zorrogattoge@yahoo.it
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