Il mio tormento ma poi- 3

di
genere
etero

A metà mattino squilla il mio cellulare e sento poi la avvolgente voce di Gloria che mi avvisava di trovarsi al mio cancelletto e subito corro da lei, le apro il cancello facendola entrare con la Vespa e subito chiudo per poterla baciare appassionatamente. Il solo abbracciarla, sentire il suo profumo naturale della sua pelle rosea, liscia, morbida...quanto mi eccitava e subito lei nel sentire il cazzo spingere contro il suo pancino, mi slaccia i pantaloni e si prende il cazzo in bocca e solo dopo che me ne sono venuto nella sua bocca, mi riallaccia i calzoni ed entriamo in casa dove poi lei si spoglia tutta e, lasciando all'ingresso i suoi vestiti, sale in camera mia e si sdraia sul lettone a cosce spalancate, chiedendomi subito di scoparla anche senza carezze e baci per eccitarla perchè ha una gran voglia di essere posseduta da me. Quindi vado subito a leccarle la figa per alleviare l'attrito del cazzo nel canale vaginale e la penetro scopandola con la delicatezza di unstallone ingrifato. La scopo con su e giù e, solo quando sento che il caldissimo umore della sua fighina sta scorrendo uscendo fuori imbrattandomi palle, cosce ed allora mi sento autorizzato a godere anch'io senza più attendere che fosse lei a venirsene per prima e giu uno schizzo irrefrenabile che quando tiro fuori il cazzo da lei, le imbratta tutto il pelo del suo graziosissimo pancino. Rimaniamo poi abbracciandoci, stringendosi appassionatamente e dopo ci baciamo dolcemente. Dopo una sigaretta che mi godo, è lei a chiedermi di riprendere i giochi propone di ripassare il suo culetto. Io sono intento a cercare il gel nel comodino ma vengo interrotto dallo squillo del mio cellulare. Rispondo ed è Giovanna, la mia vicina, mamma di Marco che mi chiede il favore di andare a soccorrere proprio Marco che è in giro col suo motorino ed ora non gli parte più. La rassicuro di andare ad aiutare lui e metto al corrente Gloria, allora decidiamo di fare finta che lei sta arrivando da Marco ed incontra me al mio cancello appena aperto così avvisiamo Giovanna che andiamo io e lei da Marco. Giovanna ci dice che preparerà il pranzo per tutti noi ed io con Gloria partiamo subito. Giunti al punto dove sapevo trovarsi lui, vedo il motorino e subito faccio caso che il cavo che porta corrente alla candela è staccato ma lui non se ne è accorto. Provvedo subito a fare partire il motore e noto che a Marco brillano gli occhi dalla gioia. Dò per scontato che Gloria andrà con lui ma lei mi dice che preferisce venire con me ed allora partiamo con Marco che ci segue. Durante il percorso Gloria, mi palpa il cazzo ed io comincio a sentirmi eccitato al punto che metto una mano sulla sua coscia scendendo alla fighina che stuzzico facendola venire subito dopo. Il gioco durerebbe ancora ma siamo arrivati a casa. Lì entriamo da Giovanna che mi ringrazia offrendomi un aperitivo e noto che parlando con me, spesso abbassa gli occhi ma lo fa solo per vedere il gonfiore che ho all'inguine e spalanca gli occhioni passandosi pure la lingua sulle labbra. Chiaro che è attratta dalle dimensioni del mio cazzo ed io spudoratamente le fò un occhiolino. Intanto arriva Sandro per il pranzo e mi trova a casa sua. Io gli racconto l'inconveniente di Marco ma dopo ci mettiamo a tavola ed ho alla mia destra Gloria ed alla sinistra Giovanna. Durante il pranzo Gloria mi struscia la coscia contro la mia e Giovanna invece spesso mi prende la mano sulla tavola, con delicatezza, invitandomi a mangiare ancora se mi piace la sua cucina ed io rispondo che ci starei tutti i giorni a tavola con loro per come cucina bene. Dopo il rituale caffè, ci sediamo sul divano ed ho Giovanna nuovamente accanto. Sandro si appisola e Gloria e Marco vanno in giardino. Giovanna mi passa un suo biglietto da visita infilandomelo in tasca ed allora io faccio la stessa cosa, dandoci sguardi complici e, quando poi non ne può più, mi invita a seguirla alla sua terrazza per farmi vedere dei fiori piantati da lei...chiaro che a nessuno di noi due interessavano i fiori ma, giunti in terrazza lei sapendo che nessuno ci può scorgere, mi abbraccia e bacia focosamente dopo mi dice che dopo anni di scopate con un misero cazzettino di Sandro, adesso non vede l'ora di provare il mio cazzone, quindi scopre il cazzo facendolo uscire dalla patta e se lo prende subito in bocca, succhiandolo, ciucciandolo e, quando arrivo a godere, lei mi dice di volerlo ingoiare tutto lo sperma uscente, ed io godo tranquillamente ed in silenzio anche se avrei voluto gridare al vento che Giovanna sapeva sbocchinare magnificamente ma glielo dissi all'orecchio e lei mi sorrise correndo poi al bagno a sciacquarsi la bocca, sapendo che poi, quando Sandro andava via di nuovo a lavorare, le dava un bacio sulle labbra e certo non sarebbe stato conveniente fargli sentire il sapore della mia sborra sulle sue labbra. Tornammo sul divano e proprio in quel momento Sandro si destava dal pisolino, così ci salutiamo tutti ed io, partito lui, invito Giovanna a vedere il mio giardino. Ci andiamo subito e ci andiamo a sedere nel gazebo da me costruito per amoreggiare celati dalla vista altrui. La abbraccio e le scopro un seno slinguandolo al capezzolo che le ciuccio un poco, poi la prendo sdraiandola sul tavolino e, dopo averle sfilato lo slippino, le allargo le cosce e la slinguo alla figona pelosissima quindi per me, eccitantissima, infatti subito il cazzo si drizza ed allora, senza indugi, le infilo il cazzo in figa e la scopo facendola gemere all'inizio ma poi, al momento che sta godendo venendosene con tanti umori gocciolanti, sta per gridare ma io prontamente le tappo la bocca con la mano e lei mi sorride dicendomi che erano anni che non godeva così ed allora le dissi che ora era stata la figona a farla godere ma in futuro sarebbe stato il momento del gran bel culo. Quando le parlai del culo, lei arrossì dicendomi che varie volte, in tutti quegli anni aveva detto a sandro di volere essere inculata ma lui le rispondeva ch era meglio ignorare perchè diventava un azione dolorosissima per lei così con continuità le avrebbe mai fatto mancare una vera scopata...ma...mi disse poi, che con quel mozzicone di cazzo, per sentirselo bene avrebbe dovuto "drizzare le orecchie", quindi inculandola non le avrebbe certo procurato un gran dolore ma anzi... . Risi un poco poi la penetrai ancora ma dopo considerando la presenza dei ragazzi, dissi a Giovanna di ricomporci e tornare a casa sua dove avrei salutato tutti e tornare a casa mia. Dopo due ore Gloria mi chiama al cellulare e mi avvisa che sta andando ufficialmente a casa sua ma in realtà è ad attendermi al cancelletto. Vado quindi lì ad aprirle.
scritto il
2021-04-13
2 . 3 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il mio tormento... ma poi 2.

racconto sucessivo

Il mio tormento ma poi....4.
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.