Da Amica a scopamica
di
Vandal
genere
etero
I
“Cena deliziosa” fa Miriam leccandosi i baffi. Miriam, la mia vicina, sempre allegra e pimpante, quando si annoia viene spesso a trovarmi e trascorriamo insieme la serata. Capelli lunghi e ondulati, color biondo cenere, naso piccolo, quasi a patata, occhi stretti, quasi allungati, fisico prorompente, non da top model. Non si può definire grassa, ma robusta, piena, morbida.
Una sera si guarda un film da ridere, poi un drammatico, un’azione, un programma comico. A volte ci mettiamo lì a chiacchierare di tutto e un po’, molte volte si ferma a mangiare più del dovuto. Mai fatto sesso. Siamo single tutti e due. Lei, conta una relazione nel periodo scolastico, finito in niente. Io tre fidanzamenti non ufficiali finiti in nulla. Ci siamo trovati una mattina che lei chiedeva dello zucchero
“Dobbiamo mettere un po’ di salsa ai nostri incontri” dice lei all’improvviso. Siamo sul divano, io seduto normalmente, lei con la testa sdraiata sulle mie ginocchia
“Del tipo, sesso sfrenato?” ironizzo
Lei si alza su a sedere, ruotando il busto di 90° gradi e mi guarda seria “Hai mai pensato di fare sesso?”
Io la guardo cercando una provocazione, un accenno di sorriso ma, nulla. Lei è seria e la domanda richiede una risposta. “Con te?”
“Pensi che io sia scopabile?”
“Sì” dico di getto e, non so perché, arrossisco
“Sei in imbarazzo”
“Un po’”
Le stringe le labbra poi, con lo stesso movimento di prima, ma al contrario, torna a sdraiarsi con la testa appoggiata alle mie gambe “Sarebbe imbarazzante?”
“Un po’”
“Anche per me” annuisce , gira la testa e storce gli occhi per guardarmi “Sarebbe come scoparmi mio fratello. Non che l’abbia mai fatto. Dico, scopare mio fratello”
“Sì, l’avevo capito”
“E’ che..” spalanca gli occhi “Hai un’erezione?” si sposta più indietro per osservare meglio e scoppia a ridere “Hai un’erezione!”
“Eh, gridalo più forte che, magari, i vicini di casa non hanno sentito”
“Ma ti faccio quest’effetto?” e, inaspettatamente, mi tira un buffetto sulla protuberanza “Ho una speranza allora”
“Mi lascio trascinare dalla situazione e ipotizzo che, stasera, faremo qualcosa di sconveniente”
“Ti spiacerebbe?”
“No”
“Allora”
“Allora” dico
E, niente, rimaniamo lì ad osservarci per parecchi secondi. Poi un minuto “Credo che si debba iniziare da qualche parte” dice lei
“Spengo la luce”
“Giusto, potresti spaventarti a vedermi nuda”
“Eh no, per creare l’atmosfera”
“Sì, dai” ride. Si allontana, spegne la luce. LA stanza piomba in uno stato di semi oscurità. Filtra la luce dei lampioni dall’esterno. Lei è una sagoma che fluttua nella stanza. La vedo che si toglie i vestiti, sento il fruscio di essi che scivolano a terra. Stringo la vista e cerco di catturare la sua pelle nuda tra le chiazze di luce “Tu non ti spogli?”
“Io, ero catturato dai tuoi movimenti” mi giustifico
“O cercavi di vedere le mie nudità”
Mi sfilo i vestiti e li getto a terra. Resto solo con gli slip e la noiosa erezione prepotente “Hai le mutandine” poggio le mani sui sui fianchi, morbidi e burrosi. Con il pollice trovo gli elastici e li allargo verso l’esterno. Poi mi abbasso lentamente e lascio che il mio sguardi catturi un angolo di pelo. Ne sento la fragranza, umida e selvatica. Poi risalgo piano, inspirando forte quando le ripasso vicino la vagina.
Ora è lei che afferra i miei boxer e li abbassa con la stessa lentezza che ha usato con me. Troppo vicino e troppo piegata, quanto il sesso si libera degli slip, rimbalza all’insù colpendo Miriam sotto il mento “Ouch!” fa lei . Ma non si scosta e continua a scendere, strusciando sul mio sesso e mandandomi brividi fino al cervello. Risale con la stessa lentezza, sento il respiro sulla mia erezione, le labbra che lo sfiorano. Poi, ci guardiamo ancora negli occhi, le mani uno sul fianco dell’altra “Quindi?” chiede lei
“Quindi, credo sia meglio sdraiarci” rispondo afferrandole la mano e portandola verso la camera da letto
Docilmente lei mi segue “Emozionato?”
“Un po’”
Entro piano dentro di lei e comincio a muovermi con ritmi lievi e ondulati. Siamo amici, ci trattiamo bene, ci amiamo per quello che siamo. Affondo volentieri in quel corpo così morbido, come un cuscino, con le sue tette che rimbalzano in ogni direzione. Lei mugugna, si aggrappa con le unghie, mi morsica la spalla sinistra. “Uh” ansima “Ti stai contenendo”
“Non voglio farti male”
“Fammi male” mi lecca il collo
Aumento il ritmo, premo di più i fianchi, spingo facendo sfregare maggiormente il sesso. Una sequenza di fuochi artificiali nella mia testa mi danno l’allarme che sto per esplodere. Ma continuo e lo grido tra ansimi e mugugni. Lei mi artiglia da dietro, allacciando le gambe dietro la schiena “Non ti azzardare ad uscire” urla
E non esco quando le esplodo dentro, lasciando che lo sperma si mescoli e traspiri fuori. Finalmente la bacio.
Doccia. Prima uno e poi l’altro. La doccia è troppo piccola per contenerci. Ora che la vedo meglio alla luce diafana della specchiera, il desiderio mi si riaccende bruciandomi i testicoli.
Torno in soggiorno e accendo la luce. Nudo mi sdraio sul divano e mi metto a guardare il cellulare per distrarmi un po’
Lei arriva poco dopo, mi vede, sorride, si viene a sdraiare tra le mie gambe, la testa appoggiata al mio sesso “dovevamo farlo prima” dice lei dopo un po’
“Abbiamo tempo per recuperare” dico io riponendo il cellulare
“Sono scopabile”
“Si è dimostrato”
“Già” si gira a pancia in sotto e si ritrova con la faccia contro il mio sesso. Colpo a sorpresa, me lo lecca con esasperante lentezza, arrivando alla punta e ingoiandolo. Ecco, ancora i fuochi artificiali e quella sensazione di dovere esplodere
“Sto per..”
“Sfogati” lei ingoia tutto. Poi si alza su a sedere, il culo poggiato sui talloni, l’espressione come di chi ha appena morsicato qualcosa di aspro. Ha le lacrime agli occhi, si passa una mano sulle labbra poi scoppia a ridere “Ah, ah! Che ridere” scivola addosso a me , leggermente sul fianco e sembra addormentarsi
“Non l’ho capita” faccio confuso
“Primo pompino in tutta la mia vita. Sai che gusto ha?”
“Di urina?”
“Di panna montata”
Mi sta percolando “Ah, ci stavo per credere”
“Dai, scemo” mi picchietta il petto con la mano libera “E’ vero”
“Il mio sperma sa di panna montata?”
“Sì. Sarà solo il tuo, oppure è una prerogativa di tutti?”
“Non lo so. Fai un sondaggio”
Lei ride “Il sondaggio lo faccio a te: se fossi un dolce come mi guarniresti?”
“Direi panna montata sulle tette e scaglie di nocciola ai capezzoli. Poi budino sul ventre e altra panna montata nella fica. Insieme ad una fragola”
“Sembra buono”
“E a me?”
“Nutella”
“Solo nutella?”
“Metterei il tuo uccello nella nutella e poi” mima il gesto con la lingua “Slap!”
“Basterebbe quello per farmi venire subito. Sperma e cioccolato” rido
“Svegliami così, domani mattina” chiude gli occhi e, poco dopo, si addormenta
Ok, posizione scomoda per addormentarsi. Almeno lei è sdraiata e appoggiata alle mie palle. Io sono appoggiato al bracciolo del divano e.. va beh, domani mi sentirò come un dannato fachiro.
Miriam ha il sonno pesante. Sono riuscito a sgattaiolare fuori dal divano e guadagnarmi il bagno. Prime luci dell’alba. Un sole polveroso entra dalla finestra.
Niente slip, indosso un paio di boxer senza bottone sul davanti. Direi di prendere in esame quello che si è detto la sera prima. In frigo ho l’occorrente. Miriam sdraiata sul divano, la bocca aperta e un leggero russare. Alla luce del sole, il suo corpo appare più formoso e morbido.
Inizio con la panna montata sulle tette. Lei mugugna nel sonno ma non sveglia. Passo alla granella e la sparpaglio sulle tette. Poi il budino sul ventre. Infine la panna montata nella fica e la fragola “E dopo tocca a me” dice lei sveglissima
Incomincio dalla tette, le morsico, mi cibo del dolce di panna e di nocciola, lecco i capezzoli e poi scendo giù, al budino, incontro di sapori e sensazioni. L’ho fatto alla cannella e scaglie di cioccolato bianco. La mano di lei accarezza la mia testa.
Ho lasciato il dolce più dolce per ultimo. Lecco la panna che ricopre la fica, pesco con i denti la fragola che si era spinta ad incastrarsi nella vagina. Affondo la faccia, lascio che il sublime afrore di mescolanza mi entra in gola e ne assapori ogni secondo.
Lei si alza, vede il vasetto di Nutella che mi sono portato dietro, lo afferra con la mano sinistra mentre, con la destra, mi afferra il sesso. Lo puccia fino in fondo, sorride quando si abbassa e me lo succhia con gioia.
“Ma quando è che ci siamo trasformati in maiali perversi?” chiede lei spalmando la nutella sua una fetta di pane. La stessa nutella in cui ha intinto l’uccello poco prima
“Non lo so ma, credo che questi mesi di inattività hanno contribuito ad innescare la scintilla della perversione”
“Il sesso non è una perversione”
“No ma.. Beh, è stato fantastico”
“Oh sì” fa lei
“Com’è?” chiedo indicando il pane e nutella
“Buono. Sa di cazzo” e scoppiamo a ridere
Siamo lì che ce la ridiamo, nudi e crudi, lei con in mano il mio sesso e io che le succhio una tetta, che la porta si apre e mia sorella Marisa fa il suo ingresso “Ehi, Mauro, ho pensato di farti una sorpresa.. Oh, cazzo”
E adesso?
=FINE=
“Cena deliziosa” fa Miriam leccandosi i baffi. Miriam, la mia vicina, sempre allegra e pimpante, quando si annoia viene spesso a trovarmi e trascorriamo insieme la serata. Capelli lunghi e ondulati, color biondo cenere, naso piccolo, quasi a patata, occhi stretti, quasi allungati, fisico prorompente, non da top model. Non si può definire grassa, ma robusta, piena, morbida.
Una sera si guarda un film da ridere, poi un drammatico, un’azione, un programma comico. A volte ci mettiamo lì a chiacchierare di tutto e un po’, molte volte si ferma a mangiare più del dovuto. Mai fatto sesso. Siamo single tutti e due. Lei, conta una relazione nel periodo scolastico, finito in niente. Io tre fidanzamenti non ufficiali finiti in nulla. Ci siamo trovati una mattina che lei chiedeva dello zucchero
“Dobbiamo mettere un po’ di salsa ai nostri incontri” dice lei all’improvviso. Siamo sul divano, io seduto normalmente, lei con la testa sdraiata sulle mie ginocchia
“Del tipo, sesso sfrenato?” ironizzo
Lei si alza su a sedere, ruotando il busto di 90° gradi e mi guarda seria “Hai mai pensato di fare sesso?”
Io la guardo cercando una provocazione, un accenno di sorriso ma, nulla. Lei è seria e la domanda richiede una risposta. “Con te?”
“Pensi che io sia scopabile?”
“Sì” dico di getto e, non so perché, arrossisco
“Sei in imbarazzo”
“Un po’”
Le stringe le labbra poi, con lo stesso movimento di prima, ma al contrario, torna a sdraiarsi con la testa appoggiata alle mie gambe “Sarebbe imbarazzante?”
“Un po’”
“Anche per me” annuisce , gira la testa e storce gli occhi per guardarmi “Sarebbe come scoparmi mio fratello. Non che l’abbia mai fatto. Dico, scopare mio fratello”
“Sì, l’avevo capito”
“E’ che..” spalanca gli occhi “Hai un’erezione?” si sposta più indietro per osservare meglio e scoppia a ridere “Hai un’erezione!”
“Eh, gridalo più forte che, magari, i vicini di casa non hanno sentito”
“Ma ti faccio quest’effetto?” e, inaspettatamente, mi tira un buffetto sulla protuberanza “Ho una speranza allora”
“Mi lascio trascinare dalla situazione e ipotizzo che, stasera, faremo qualcosa di sconveniente”
“Ti spiacerebbe?”
“No”
“Allora”
“Allora” dico
E, niente, rimaniamo lì ad osservarci per parecchi secondi. Poi un minuto “Credo che si debba iniziare da qualche parte” dice lei
“Spengo la luce”
“Giusto, potresti spaventarti a vedermi nuda”
“Eh no, per creare l’atmosfera”
“Sì, dai” ride. Si allontana, spegne la luce. LA stanza piomba in uno stato di semi oscurità. Filtra la luce dei lampioni dall’esterno. Lei è una sagoma che fluttua nella stanza. La vedo che si toglie i vestiti, sento il fruscio di essi che scivolano a terra. Stringo la vista e cerco di catturare la sua pelle nuda tra le chiazze di luce “Tu non ti spogli?”
“Io, ero catturato dai tuoi movimenti” mi giustifico
“O cercavi di vedere le mie nudità”
Mi sfilo i vestiti e li getto a terra. Resto solo con gli slip e la noiosa erezione prepotente “Hai le mutandine” poggio le mani sui sui fianchi, morbidi e burrosi. Con il pollice trovo gli elastici e li allargo verso l’esterno. Poi mi abbasso lentamente e lascio che il mio sguardi catturi un angolo di pelo. Ne sento la fragranza, umida e selvatica. Poi risalgo piano, inspirando forte quando le ripasso vicino la vagina.
Ora è lei che afferra i miei boxer e li abbassa con la stessa lentezza che ha usato con me. Troppo vicino e troppo piegata, quanto il sesso si libera degli slip, rimbalza all’insù colpendo Miriam sotto il mento “Ouch!” fa lei . Ma non si scosta e continua a scendere, strusciando sul mio sesso e mandandomi brividi fino al cervello. Risale con la stessa lentezza, sento il respiro sulla mia erezione, le labbra che lo sfiorano. Poi, ci guardiamo ancora negli occhi, le mani uno sul fianco dell’altra “Quindi?” chiede lei
“Quindi, credo sia meglio sdraiarci” rispondo afferrandole la mano e portandola verso la camera da letto
Docilmente lei mi segue “Emozionato?”
“Un po’”
Entro piano dentro di lei e comincio a muovermi con ritmi lievi e ondulati. Siamo amici, ci trattiamo bene, ci amiamo per quello che siamo. Affondo volentieri in quel corpo così morbido, come un cuscino, con le sue tette che rimbalzano in ogni direzione. Lei mugugna, si aggrappa con le unghie, mi morsica la spalla sinistra. “Uh” ansima “Ti stai contenendo”
“Non voglio farti male”
“Fammi male” mi lecca il collo
Aumento il ritmo, premo di più i fianchi, spingo facendo sfregare maggiormente il sesso. Una sequenza di fuochi artificiali nella mia testa mi danno l’allarme che sto per esplodere. Ma continuo e lo grido tra ansimi e mugugni. Lei mi artiglia da dietro, allacciando le gambe dietro la schiena “Non ti azzardare ad uscire” urla
E non esco quando le esplodo dentro, lasciando che lo sperma si mescoli e traspiri fuori. Finalmente la bacio.
Doccia. Prima uno e poi l’altro. La doccia è troppo piccola per contenerci. Ora che la vedo meglio alla luce diafana della specchiera, il desiderio mi si riaccende bruciandomi i testicoli.
Torno in soggiorno e accendo la luce. Nudo mi sdraio sul divano e mi metto a guardare il cellulare per distrarmi un po’
Lei arriva poco dopo, mi vede, sorride, si viene a sdraiare tra le mie gambe, la testa appoggiata al mio sesso “dovevamo farlo prima” dice lei dopo un po’
“Abbiamo tempo per recuperare” dico io riponendo il cellulare
“Sono scopabile”
“Si è dimostrato”
“Già” si gira a pancia in sotto e si ritrova con la faccia contro il mio sesso. Colpo a sorpresa, me lo lecca con esasperante lentezza, arrivando alla punta e ingoiandolo. Ecco, ancora i fuochi artificiali e quella sensazione di dovere esplodere
“Sto per..”
“Sfogati” lei ingoia tutto. Poi si alza su a sedere, il culo poggiato sui talloni, l’espressione come di chi ha appena morsicato qualcosa di aspro. Ha le lacrime agli occhi, si passa una mano sulle labbra poi scoppia a ridere “Ah, ah! Che ridere” scivola addosso a me , leggermente sul fianco e sembra addormentarsi
“Non l’ho capita” faccio confuso
“Primo pompino in tutta la mia vita. Sai che gusto ha?”
“Di urina?”
“Di panna montata”
Mi sta percolando “Ah, ci stavo per credere”
“Dai, scemo” mi picchietta il petto con la mano libera “E’ vero”
“Il mio sperma sa di panna montata?”
“Sì. Sarà solo il tuo, oppure è una prerogativa di tutti?”
“Non lo so. Fai un sondaggio”
Lei ride “Il sondaggio lo faccio a te: se fossi un dolce come mi guarniresti?”
“Direi panna montata sulle tette e scaglie di nocciola ai capezzoli. Poi budino sul ventre e altra panna montata nella fica. Insieme ad una fragola”
“Sembra buono”
“E a me?”
“Nutella”
“Solo nutella?”
“Metterei il tuo uccello nella nutella e poi” mima il gesto con la lingua “Slap!”
“Basterebbe quello per farmi venire subito. Sperma e cioccolato” rido
“Svegliami così, domani mattina” chiude gli occhi e, poco dopo, si addormenta
Ok, posizione scomoda per addormentarsi. Almeno lei è sdraiata e appoggiata alle mie palle. Io sono appoggiato al bracciolo del divano e.. va beh, domani mi sentirò come un dannato fachiro.
Miriam ha il sonno pesante. Sono riuscito a sgattaiolare fuori dal divano e guadagnarmi il bagno. Prime luci dell’alba. Un sole polveroso entra dalla finestra.
Niente slip, indosso un paio di boxer senza bottone sul davanti. Direi di prendere in esame quello che si è detto la sera prima. In frigo ho l’occorrente. Miriam sdraiata sul divano, la bocca aperta e un leggero russare. Alla luce del sole, il suo corpo appare più formoso e morbido.
Inizio con la panna montata sulle tette. Lei mugugna nel sonno ma non sveglia. Passo alla granella e la sparpaglio sulle tette. Poi il budino sul ventre. Infine la panna montata nella fica e la fragola “E dopo tocca a me” dice lei sveglissima
Incomincio dalla tette, le morsico, mi cibo del dolce di panna e di nocciola, lecco i capezzoli e poi scendo giù, al budino, incontro di sapori e sensazioni. L’ho fatto alla cannella e scaglie di cioccolato bianco. La mano di lei accarezza la mia testa.
Ho lasciato il dolce più dolce per ultimo. Lecco la panna che ricopre la fica, pesco con i denti la fragola che si era spinta ad incastrarsi nella vagina. Affondo la faccia, lascio che il sublime afrore di mescolanza mi entra in gola e ne assapori ogni secondo.
Lei si alza, vede il vasetto di Nutella che mi sono portato dietro, lo afferra con la mano sinistra mentre, con la destra, mi afferra il sesso. Lo puccia fino in fondo, sorride quando si abbassa e me lo succhia con gioia.
“Ma quando è che ci siamo trasformati in maiali perversi?” chiede lei spalmando la nutella sua una fetta di pane. La stessa nutella in cui ha intinto l’uccello poco prima
“Non lo so ma, credo che questi mesi di inattività hanno contribuito ad innescare la scintilla della perversione”
“Il sesso non è una perversione”
“No ma.. Beh, è stato fantastico”
“Oh sì” fa lei
“Com’è?” chiedo indicando il pane e nutella
“Buono. Sa di cazzo” e scoppiamo a ridere
Siamo lì che ce la ridiamo, nudi e crudi, lei con in mano il mio sesso e io che le succhio una tetta, che la porta si apre e mia sorella Marisa fa il suo ingresso “Ehi, Mauro, ho pensato di farti una sorpresa.. Oh, cazzo”
E adesso?
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