Un incontro casualmente graditissimo.
di
Checco752.
genere
etero
Ero appena rientrato a Roma e, alla stazione Termini, stavo attendendo in fila il taxi. Il tipo davanti a me, vedendo che c'era solo un taxi mi propose di salire con lei, insieme a sua moglie e figlia. Dissi al tassista che dovevo andare a San Pietro e anche l'altro doveva andare proprio lì, così, nel traggitto,, dopo le presentazioni, scoprimmo che lui era stato mio ocmpagno di scuola al Liceo ed anche sua moglie ma non avevo riconosciuto nessuno dei due, neanche lui a me. Così , sapendo poi che lui aveva domattina un incontro di lavoro, cercava un albergo ma io gli proposi di accontentarsi di casa mia dove avevo una camera matrimoniale ed un'altra a due letti, dove avrei potuto stare con la loro figlia. Accettarono e ci sistemammo subito ed io preparai il pranzo che gradirono molto: feci una Matriciana da sballo!. Il pomeriggio con la mia auto facemmo un giro per tutto il centro di Roma ed il mattino dopo, mentre Paolo il mio compagno era al suo appuntamento, andai a fare vedere a Bruna e Barbara, la figlia, la Chiesa di San Pietro. All'uscita fummo sorpresi da un violento temporale che ci inzuppò fino ai piedi e corremmo a casa, lì vicino, ma, vuoi il freddo, vuoi l'umidità, io e barbara cominciammo a tossire, starnutire... finendo a letto con la febbre alta. Bruna divenne la nostra infermiera ed io chiamai un amico mio medico che ci prescrisse solo antinfluenzale ma giorni di letto. Quando Paolo tornò, trovò la sorpresa. Lui il giorno dopo tornò alla sua Torino per lavorare ed io ebbi òa compagnia di Bruna e Barbara. Barbara tra pochi giorni sarebbe stata maggiorenne ed io devo riconoscere che era una vera e propria fighetta: bassina, morettina, un visetto da sogno, occhi celesti, capelli ricciuti, bocca carnosa sensualissima, seno da adulta e fianchi e cosce affusolate....beato chi se la sarebbe scopata! all'ora di pranzo mangiammo tutti e tre a tavola ma poi io e Barbara andammo di nuovo a letto. Bruna ci venne a controllare la temperatura e scoprì sua figlia permettendomi di vederla senza slippini, così mi gustai la fighina pelosissima e vidi il termometro essere inghiottito tra le cosce. Chiaro che mi eccitai non poco ed allora se ne accorse anche Barbara e, quando Bruna se ne andò a fare un pisolino, Barbara sgattaiolò dal suo letto e s'infilò tra le mie lenzuola, andando dritta con la mano sul mio cazzo e poi mi disse che dal primo momento che mi aveva conosciuto, sognava di fare l'amore con me ed io, col cazzo che quasi scoppiava tra le sue dita, le palpai un seno e le andai ad infilarle in bocca la lingua e lei si trovò da principiante in imbarazzo ma poi le feci subito da guida per andare a prendermi in bocca il cazzo e le spiegai come ciucciarmelo fino ad ingoiare la sborra che tra poco sarebbe uscita dal cazzo. Mi fece godere pazzamente,poi, fui io a farla godere slinguandole la fighetta che poco dopo sbrodolò tanto umore e le promisi che, agevolando il sonno di sua madre, magari mettendo nel suo bicchiere a cena un poco di gocce per farla dormire, dopo la avrei potuta scopare ma senza farle provare tanto dolore ma solo il necessario. Dopo quella promessa, lei tornò al suo letto fingendo di dormire subito, avendo sentito arrivare sua madre che si sedette al mio letto e parlammo tanto dei tempi di scuola ma lei stava sempre sfiorando la mia mano con la sua e ad un certo punto mi sfiorò il gonfiore sopra il lenzuolo e palpò il cazzo già eretto. Le guidai la mano sua sotto le coperte e le appoggiai la mano sul mio cazzo e lei, senza indugiarci sopra, andò a metterselo in bocca e mi spompinò facendomi godere da matti. Poi, col pensiero del risveglio di Barbara, la presi per mano e la portai sul lettone dove la spogliai tutta e, senza remore, la scopai con foga, impeto e, dopo che le sborrai tutto dentro, la feci rigirare e la inculai dicendole che aveva un culo da sogno ma che sarebbe stato ancora più gustoso sculacciarlo. Lei spalancò gli occhioni perchè non lo aveva fatto mai con Paolo ed io le promisi che avrei trovato il sistema di farlo presto. Poi, preoccupati per Barbara, io tornai al mio letto e lei si mise in salotto.
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