Non dimenticherò mai quel giorno.
di
Checco752.
genere
etero
Patentato da pochi mesi, nel tempo libero stavo continuamente in giro con la mia auto a fare pratica nella guida. Quel giorno decisi di andare ad affrontare i tornanti delle colline sopra il mio paese e salii a velocità ontenuta ma sportiva. Ad un certo punto mi trovo su un tratto dritto e vedo una minicar ( quelle automobiline che si guidano senza patente ) tutta fuori carreggiata e mezza inclinata. Mi fermo e corro a vedere chi ci fosse stato a bordo: era una ragazza molto carina ma non spiccicava parola...forse perchè sotto trauma per il colpo ricevuto ma poi, dopo che le parlai tranquillizzandola, la invitai a scendere dalla macchinina e lì lei riuscì a parlare di nuovo dicendomi che era, in seguito ad una caduta da moto due anni fa, paralizzata alle gambe ed allora realizzai la presenza di una carrozzella dietro il sedile di guida. Presi in braccio la bellissima ragazza e la feci appoggiare sul prato ad un albero poi andai a prendere la carrozzella e la misi nel baule della mia auto, poi ripresi in braccio la ragazza che nel frattempo si era presentata: Alessandra e la feci sedere nella mia auto e lì chiamai il mio meccanico di fiducia, spiegando dove stavo e che cosa era accaduto. Il meccanico arrivò subitoe constatò che l'auto aveva i freni rotti in un tubicino, così si caricò la macchinina sul carroattrezzi ed andò alla sua officina. La ragazza mi propose di andare a casa sua, lì vicino dove aveva appunto una casa di campagna e ci andammo subito a passare il tempo necessario per riprendere la sua auto riparata. Dopo due ore che si parlava, lei si diede alla confidenza, così seppi che stava lottando per riprendere l'uso delle gambe, cosa difficoltosa ma non impossibile oggi, ma maggiormente soffriva per il sentirsi emarginata e non c'era tra le sue amicizie un ragazzo che le avesse in quei due anni di semiparalisi, dato un bacio in bocca ed ancora meglio che la avesse pomiciata o scopata ed allora era in depressione totale e si sentiva la racchia che in realtà non era affatto...anzi...che gran pezzo di figa che era! Le risposi che dal primo momento avevo pensato che le sue labbra sensuali, i suoi occhioni che parlavano da soli, i seni ben corposi, le cosce ben presentate da una minigonna eccitantissima...insomma io le avrei gustate interamente ed ora ero a contemplare la sua avvenenza! Lei mi fece un sorrisone dicendomi che mai nessuno le aveva parlato così schiettamente ed io la controbattei col farle osservare che sono di natura timido ma uno schianto di ragazzona come lei mi attraeva tantissimo. Mi chiese così di avvicinarmi a lei di più ed io mi sedetti con la sedia al suo fianco e lì, senza indugi Alessandra mi schioccò un bacio sulla guancia ed io, stranamente misi da parte la timidezza e mi girai andando a trovarmi con la bocca difronte alla sua e lì la baciai sulle labbra, dicendole che mi piaceva moltissimo..., dop neanche mezz'ora la avevo nuovamente presa in braccio per portarla in camera sua dove iniziò a spogliarsi da sola ed altrettanto facevo io, poi mi chiese aiuto a sollevarle le gambe per sfilare la gonnina e le calze a rete nere. Ci trovammo quindi nudi entrambi e tra baci in bocca, leccate di sesso, ciucciate ai suoi seni, poco dopo ero già a penetrarla in figa facendola finalmente godere e lì lei si liberò dei suoi freni inibitori e gridò che grazie a me stava maledettamente godendo e, dopo che avevo indossato il profilattico, la penetrai scopandola prima delicatamente poi con foga da farla sobbalzare dai colpi che davo alla sua fighina. Dopo che ce ne venimmo insieme, fu lei a chiedermi di farle anche il culetto e, dopo che la rigirai mettendola con le gambe in posizione di rana, le leccai l'ano a lungo poi la penetrai col cazzo rigido di ferro e lei si diede a gridolini di piacere da farmi eccitare ancora di più, perciò, giù ad incularla senza tregua ed anche lì sborrammo insieme di nuovo. Stavamo riposando un poco quando suonò il telefonino mio ed era il meccanico che mi avvisava dell'auto di Alessandra già pronta.
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