Finalmente la vicina è diventata single

di
genere
etero

Quando mi trasferii a vivere un quella casa, non sapevo che uno degli appartamenti era abitato da una coppia di conviventi e non sapevo nemmeno che lei, Giulia, fosse una tale figona. La prima volta che la vidi fu in box, lei scese dalle scale per prendere l'auto ed io mi presentai facendo subito una figura di m... ciao, sono il nuovo vicino. Era talmente figa (bionda, occhi marroni, bel sorriso) e così ben vestita, con dei pantaloni attillatissimi e due tacchi da paura. Le chiesi: vai a un matrimonio ? Lei all'inizio non comprese, ma poi capì che le avevo fatto quella domanda perchè era vestita molto bene. Lei: No, grazie, cerco sempre di essere in ordine. Io, probabilmente con la bocca aperta, le sorrisi e rimasi immobile tenendole aperta la porta del corridoio. Era già salita in auto, ma io ero ancora lì immobile che annusavo il suo profumo rimasto sospeso nell'aria. Da allora sono passati cinque anni ... cinque anni durante i quali, quasi ogni volta che la vedo, le dedico una sega appena posso (non me ne vergogno: è davvero irresistibile). Finalmente ha mollato il suo uomo ed io li ho aiutati nel trasloco. Ora lei è sola ed io mi sono reso disponibile da subito per darle una mano nel fare alcuni lavoretti di ripristino in casa e per il giardino. Fu l'occasione per conoscerla un pò di più e per mettermi in mostra ... le facevo tutto gratis durante i weekend. Dopo diversi mesi l'appartamento era stato ripristinato e rimodernato. Le dissi: Giulia, l'appartamento è ok, c'è solo da organizzare la manutenzione del giardino che potrei farti una volta al mese "fino a quando non troverai un nuovo schiavo". Lei rise e mi disse: sai che come schiavo non sei niente male ? E rise. Scherzi a parte, comunque, io in qualche modo vorrei sdebitarmi con te ... (io mi stavo già scaldando e tra me e me pensavo: vai che adesso scopiamo!). Che ne dici se questa sera ci mangiamo una pizza qui da me ? Pago io. Io: Una pizza ?? Lei mi guardò quasi offesa ... io: si si molto volentieri. A che ora ? Salgo a farmi una doccia e scendo dopo. Lei: mi farò una doccia anche io. A dopo

Appena uscito dal suo appartamento iniziai ad imprecare ... settimane di duro lavoro ripagate con una pizza d'asporto, ma che cazzo! Per di più avevo vinto l'appalto di manutenzione del giardino ... gratis. Che somaro ... per fortuna i lavori manuali mi piacevano. Più ci pensavo e più mi incazzavo con me stesso. Ogni volta che rientravo dopo essere stato da lei mi masturbavo, ma quel giorno ero talmente depresso che il mio "socio" non diede segni di vita. Dopo la doccia mi rilassai sul divano e senza accorgermene mi addormentai. Mi svegliai di soprassalto quando mi suonò il cellulare. Era Giulia: che fai ? Non scendi ? Le pizze arrivano tra poco. Mi infilai una polo, per rapidità e comodità un costume, infradito e scesi. Suonai il campanello e Giulia disse è aperto. Entrai, ma non la vidi in sala, sentii la sua voce dall'altra parte dell'appartamento: chiudi a chiave per favore. Guardai il tavolo della sala; non era apparecchiato. Guardai il bancone della cucina: vuoto. Dissi: Giulia, mangiamo fuori ? Lei: mangiamo qui, vieni. Non capivo, andai in corridoio e sentii che la sua voce veniva dalla camera. Mi avvicinai alla porta, ma non osai aprire e chiesi, Giulia, sei qui ? Lei: entra entra, ho cambiato programma, ti ho fatto il dolce. Aprii la porta ... e la mascella mi rimbalzò a terra. Giulia era sul letto, completamente nuda, con alcune sostanze sparse sul corpo: miele, cioccolata, marmellate ed aveva sul comodino altri barattoli e bottiglie. Mi avvicinai e la guardai, era bellissima, un fisico perfetto con delle curve incredibili. Il mio pene schizzò sull'attenti. Mi tolsi il costume e la polo e mi avvicinai, lei con uno sguardo mi fece capire che aveva notato la mia erezione. Le leccai la cioccolata che aveva sulla spalla, poi passai al miele che aveva su una delle due tette, poi la marmellata sul capezzolo e quella sulla pancia. Altra cioccolata sul linguine (sentivo gli umori della sua vulva che pulsava) ed in quel momento sentii la sua mano stringere il mio pene che sbavava. Altra marmellata sulle ginocchia. Ed infine la cosa che mi eccitava di più (fino a quel momento) del miele sul piede. Era talmente abbondante che dovetti succhiarle ogni dito in profondità e la sentii gemere in diverse occasioni. Lei mollò la presa e si girò, scusa, puoi mettere tu gli ingredienti dietro che non sono riuscita prima ? Presi il miele e lo colai abbondante nella riga di quel fantastico culo; un pò scivolò sulla schiena ed un pò andò a finire sulla vagina. Misi anche un pò di cioccolata sulla schiena, giusto per non farmi vedere troppo diretto. Due leccate e la cioccolata era già finita, scesi ed iniziai a leccare avidamente il miele sulla schiena e poi quello tra le natiche, quando arrivai al suo splendido buchino mi soffermai un pò di più ... lei si stava eccitando molto ed io non ero da meno: il mio cazzo sembrava uno di quei cani che sbavano ... lei alzò il culo in aria ed io potei dedicarmi a leccare tutte le tracce di miele che si erano infilate nella sua vagina. Era calda e molto umida, il giochino era veramente eccitante. Quando mi mossi e mi avvicinai con l'intenzione di scoparmela lei mi fermò e disse: e io ? Niente dolce per me ? Mi fece sdraiare di schiena sul materasso, col mio cazzo che sobbalzava verso l'alto, Giulia prese il, vasetto della cioccolata e ne spalmò un quantitativo enorme sulla cappella e sull'asta del mio cazzo che si era fatto ancora più duro. Mi salì sopra mettendomi la figa praticamente in bocca ed iniziammo un sessantanove da panico. Giulia leccava e succhiava con energia il mio cazzo, ma ci volle un bel pò di tempo prima che riuscisse a finire tutta la cioccolata. Nel frattempo lei era venuta ed io non ero molto lontano dallo schizzare, ma cercavo di resistere il più possibile. Giulia, sempre lasciandomi con la vagina praticamente in bocca cambiò posizione e intanto che io continuavo a leccare e succhiare si spostò leggermente in avanti e quindi mi trovai col viso sprofondato nel suo culo. Con la lingua cercavo di esplorare il suo splendido buchino e lei prese a farmi una sega coi piedi. Era una posizione incredibile, mai provato niente del genere. Saliva e scendeva veloce coi piedi ed il mio cazzo si faceva sempre più duro ed io con la lingua cercavo di addentrarmi più che potevo. Iniziai ad agitarmi ed oltre al suo salì scendi con quei fantastici piedi si aggiungere diversi miei colpi di reni, non molto a dir la verità... infatti l'orgasmo arrivò impetuoso e le imbrattai abbondantemente i piedi col mio sperma. Lei si spostò di lato e dopo due coccole veloci mi trascinò in doccia, dove ci lavammo e ci asciugammo. Cambiò velocemente le lenzuola che tra i nostri umori, il miele, ecc. ecc. erano zozze. Poi mi fece sdraiare comodo e si rannicchiò vicina a me appoggiando le tette al mio petto e mettendomi una gamba sopra una mia gamba e puntando il ginocchio sulle mie palle .... poco dopo il mio pene era nuovamente in piena erezione. Giulia iniziò a parlare e mi raccontò quel primo imbarazzante incontro, mi raccontò di altre cose che aveva notato e mi disse che era da tempo che voleva offrirmi il dolce, ma che non era sicura che io avrei apprezzato. Durante questa chiacchierata il mio pene non si distrasse un secondo e quando Giulia ebbe finito, lo prese in mano e lo agitò velocissima per circa un minuto, poi io dovetti interromperla:ei ei così mi fai esplodere e ci mettemmo a ridere. Mi girai di scatto sopra di lei e nella classica posizione del missionario iniziai a scoparla baciandola con foga, leccandole i seni, il collo, ecc. In pochi minuti venne ed io, preso dal calore dei suoi umori, feci appena in tempo a sfilarlo e le schizzai tre o quattro fiotti di sbora sul ventre. Altra doccia veloce ... e di nuovo sul letto. Io iniziai a palpeggiarla pesantemente e mi focalizzai sul suo splendido culo, ma vedevo che lei opponeva un pochino di resistenza... Non insistetti, ma involontariamente mi imbronciai e lei se ne accorse subito. Giulia (con voce infantile): povero piccolo vuole il culetto ma la mamma non glielo dà, povero ... vieni qua che ti faccio un bel pompino! E mi fece tornare il sorriso subito. Mi appoggiai seduto allo schienale del letto e lei prese a farmi un pompino salivoso e bavoso, molto lento e lungo. Non so quando tempo passò, ma ad un certo punto l'orgasmo arrivò inatteso in tanto che Giulia mi dava delle leccate alla cappella. La sbora non fu molta, ma fu estremamente eccitante e Giulia la leccò ed ingoiò tutta. Alla fine mi guardò e disse: non serve nemmeno fare la doccia questa volta. Ci vediamo tra due sabati per il giardino ?
scritto il
2021-06-26
1 0 . 5 K
visite
1
voti
valutazione
7
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

La collega e i tacchi alti
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.