Un'insolita proposta
di
Cavernoso
genere
trio
Rimasi molto sorpreso da quella richiesta. Ero a bordo piscina nel villaggio marittimo dove passo di solito le mie ferie a sorseggiare un alcolico leggero quando mi raggiunse Carlo, un ragazzo che faceva parte del gruppo di amici da diverso tempo, anche se non avevamo troppa confidenza. Si sedette su una sdraio vicina e fissò un poco la piscina ed il sole che ormai stava per tramontare. Dall'altro lato della piscina erano sedute delle ragazze, fra cui la sua fidanzata, Debora. Guardò anche loro, prima di parlare.
"Le cose con Debora non vanno benissimo ultimamente"
"Oh, mi spiace" non sapevo cosa rispondere a quella improvvisa confessione.
"Però non vorrei perderla, è una ragazza speciale, oltre che bella". Effettivamente Debora era molto bella, la guardai e non potei non notare ancora una volta un bel fisico, con un culetto piccolo ma ben disegnato, raccolto da un pantaloncino bianco. Sopra indossava una canotta nera. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda.
"Dovresti fare qualcosa per non perderla"
Carlo non rispose subito, quindi girò la testa per guardarmi. Ci guardammo negli occhi un poco e poi fece la sua richiesta: "Sai, ne abbiamo discusso e quello che manca è un po' di pepe. Oramai il sesso è diventato meccanico, nonostante non stiamo insieme da troppo. Per questo volevamo variare... e sai... avevamo pensato che forse facendo qualcosa a tre, sarebbe andata meglio... e quindi... abbiamo pensato a te". L'ultima frase la disse senza guardarmi. Rimasi molto colpito da questa richiesta e lì per lì non dissi nulla. Come potevo fare qualcosa a tre con due persone conosciute e che fanno parte della mia comitiva? Come avremmo potuto fare finta di nulla? Resistere tutto il tempo con questo segreto. Eppure non riuscii a rifiutare di getto. Guardai Debora per diversi secondi, anche con una certa insistenza. Che fosse attraente era fuori da ogni dubbi, con la pelle abbronzata dalle settimane di vacanze ancor di più.
"Riparliamone stasera, magari tutti e tre assieme", fu ciò che dissi prima di andare via senza salutarlo.
Il tavolo per la serata ci era costato tantissimo, il locale ospitava un dj di fama internazionale. Per quello si respirava un'aria elettrica ed in pista si stava ammucchiati. I tavoli erano in un posto a parte, distanti dalla calca ma facevano vedere sia la console che la pista. Quella sera avevo una gran voglia di divertirmi. Avevo ripensato molto alla proposta di Carlo ma non ero arrivato ad una decisione. Mi sarei fidato dell'istinto. Entrammo tutti insieme, Debora e Carlo erano molto davanti nella nostra fila e quindi non li notai. Una volta dentro i miei occhi furono solo per lei. Un vestitino rosso, stretto in vita e più largo sotto, con un generoso decolté, impreziosito da una piccola collana che scendeva verso il seno.
"Come fai a rifiutare?", mi sussurrò Carlo, che aveva notato il mio fissare Debora. Mi stava già per convincere ma mi sentivo frenato. Non risposi.
Per tutta la serata Debora mi aveva ballato vicino ma senza dare nell'occhio con gli altri. Carlo l'aveva bellamente ignorata, stando ai bordi della zona privè assieme ad altri amici. Debora si era già avvicinata a sfiorarmi più volte ma io cercavo di fare l'indifferente. Però le guardavo la scollatura ogni volta che potevo, essendo lei più bassa di me. Quando il dj locale lasciò il posto al dj ospite, che partì con un dj set di altissima qualità, lei fu molto più esplicita. Approfittando del fatto che fossi andato verso il tavolo a versarmi da bere, mi seguì ballando. Nessuno faceva caso a noi, erano scatenati e guardavano il dj. Arrivò a pochi passi da me, mi diede le spalle e iniziò a ballare in maniera sensualissima. Sapeva muoversi senza essere volgare. Ero incantato. Mi avvicinai a lei e iniziammo a ballare assieme, con i bacini a contatto. Il culetto sodo si muoveva sul mio pene, che iniziava a rispondere. Con la mano libera dal bicchiere le presi un fianco, salendo verso il seno. Ballammo così per qualche minuto, poi lei si staccò di colpo. Si girò per fare l'occhiolino e tornò dagli altri. Restai come un cretino vicino al tavolo per un poco, con il pene duro ed il drink in mano. Come potevo rifiutare?
Il resto della serata lo passai imbambolato, aspettando solo che finisse. Quando il dj ospite terminò il suo dj set, Carlo mi fece cenno di seguirlo fuori. Arrivammo alla sua macchina, Debora era già dentro.
"Ho detto agli altri che torniamo verso la città, non so neanche se mi hanno ascoltato, sono davvero su di giri". Debora aprì la portiera e si spostò dall'altro lato per farmi accomodare di fianco a lei. Carlo si mise alla guida. Entrando in macchina non sarei tornato indietro. Dopo essermi guardato intorno, mi sedetti vicino a lei.
I primi minuti parlammo come se nulla fosse, quanto era bravo il dj, che serata, quanto ha bevuto Massimo... Carlo accese la radio e iniziò a canticchiare un tormentone estivo. Nel buio sentii la mano di Debora risalire la mia coscia e dopo qualche minuto di carezze puntare al pene. Lo toccò per un poco da sopra il pantalone, poi prese la mia di mano per metterla sulla sua coscia. Aveva la pelle calda e liscia e accarezzando il suo interno coscia la sentii rabbrividire. Salii verso il pube con calma, mentre lei lavorava sul pene da sopra il pantalone. Carlo ora aveva smesso di canticchiare ma non avevo spento la radio. Il mio indice toccò da sopra le mutande le labbra di Debora, lei si mosse leggermente e mi abbassò la zip, cercando di tirare fuori il pene. Quando lo fece iniziò una sega lenta, mentre le mie dita lavoravano sulle labbra, ora liberate dall'intimo. Carlo spense la radio e imboccò una stradina laterale, non guardava dietro negli specchietti, ma i piccoli gemiti di Debora non lasciavano dubbi su cosa stesse accadendo. Dopo qualche minuto, prese una seconda stradina laterale e dopo una breve discesa arrivò in uno spiazzo. Chiuse le luci e piombammo nel buio. Debora a quel punto si piegò su di me per prenderlo in bocca. Lavorava bene il glande e leccava l'asta. Nel buio sentii la portiera del suo lato aprirsi e qualcuno armeggiare con la cintura. Carlo si stava abbassando i pantaloni. Abituandomi al buio, riuscii a distinguere meglio le nostre figure. Ecco Debora che succhiava con avidità il mio pene oramai rigido, non disdegnando di leccare i testicoli e la base. Carlo era rimasto nudo e si segava guardando la ragazza, ma nel frattempo le palpava il culo, forse le faceva un ditalino. Debora lo tolse dalla bocca e si sistemò a pecorina sui sedili, Carlo picchiò il cazzo contro i glutei, poi le penetrò la vagina. Debora ondeggiava sotto i colpi e me lo riprese in bocca con gusto, gemendo e salivando molto. Era dannatamente brava con la bocca e la lingua non lasciava posti scoperti. Vedevo Carlo colpirla forte tenendole i fianchi, mentre Debora si inarcava per farlo entrare bene e per non fare uscire il mio pene dalla sua bocca. Lo avevo durissimo e se avesse continuato così sarei di certo venuto. Glielo tolsi dalla bocca ed uscii dalla macchina. C'era poca luce ma abbastanza per vedere i due scopare. Erano molto eccitanti. Feci il giro.
"Tocca a me", dissi spingendo Carlo leggermente. Lui fece un passo indietro e mi lascio avvicinarmi. Ecco il culo di Debora. Bello e a mia disposizione. La avvicinai a me e la penetrai. Carlo fece il percorso opposto al mio, entrò dall'altro lato e lo mise in bocca alla ragazza. Ecco che il ciclo si era chiuso. Era bagnatissima lei e più volte gridò dal piacere. Le tirai i capelli ad un certo punto, ero troppo preso dal momento.
"Aspettate, aspettate", fu ciò che disse lei per farci fermare. Si riprese qualche secondo ed uscì dall'auto. Carlo era uscito pure ed aveva fatto il giro, venendo vicino a me. Debora prese me per il pene e mi guidò verso il davanti dell'auto, Carlo ci seguì senza dire nulla. Lei si sdraiò sul cofano, doveva essere ancora tiepido ma non disse nulla. Volevo penetrarla ma Carlo mi fece segno di andare avanti, ora toccava a lui. La colpiva con foga, quasi come se le volesse venire dentro. Io avvicinai il pene verso la bocca per farmelo leccare, lei non se lo fece neanche dire che lo lavorò. Anche con il collo storto e muovendosi sotto il colpi del ragazzo, si confermò una gran succhiatrice. Ero al massimo del godimento quando sentii inaspettatamente Carlo gemere e piegarsi. Le stava venendo dentro. Quando finì, si allontanò di qualche passo dalla macchina e fece il giro, sparendo dalla mia vista. Toccava a me finire il lavoro. Penetrai anche io Debora, ma stavolta piano, sentendo il viscido del seme di Carlo colare attorno al mio pene. Aumentai il ritmo dei colpi, sentendo Debora mugolare capii che non le mancava troppo a venire anche lei. Fu così che venimmo quasi assieme e anche io le venni dentro, senza neanche pensare a trattenermi per venire fuori. Quando scese dal cofano, si avvicinò per darmi un bacio sulle labbra, gentile, quasi di ringraziamento, che durò qualche secondo. Andò a sdraiarsi sui sedili posteriori, mentre io cercavo di pulirmi. Carlo aveva visto la scopata finale da lì vicino, bevendo qualcosa da una bottiglia di vetro, forse una birra.
"Torniamo a casa"
I tre quarti d'ora successivi nessuno disse una parola. Sotto casa li salutai, Debora però già dormiva profondamente. Carlo non mi guardò in faccia, ripartì in silenzio nel buio della notte.
"Le cose con Debora non vanno benissimo ultimamente"
"Oh, mi spiace" non sapevo cosa rispondere a quella improvvisa confessione.
"Però non vorrei perderla, è una ragazza speciale, oltre che bella". Effettivamente Debora era molto bella, la guardai e non potei non notare ancora una volta un bel fisico, con un culetto piccolo ma ben disegnato, raccolto da un pantaloncino bianco. Sopra indossava una canotta nera. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda.
"Dovresti fare qualcosa per non perderla"
Carlo non rispose subito, quindi girò la testa per guardarmi. Ci guardammo negli occhi un poco e poi fece la sua richiesta: "Sai, ne abbiamo discusso e quello che manca è un po' di pepe. Oramai il sesso è diventato meccanico, nonostante non stiamo insieme da troppo. Per questo volevamo variare... e sai... avevamo pensato che forse facendo qualcosa a tre, sarebbe andata meglio... e quindi... abbiamo pensato a te". L'ultima frase la disse senza guardarmi. Rimasi molto colpito da questa richiesta e lì per lì non dissi nulla. Come potevo fare qualcosa a tre con due persone conosciute e che fanno parte della mia comitiva? Come avremmo potuto fare finta di nulla? Resistere tutto il tempo con questo segreto. Eppure non riuscii a rifiutare di getto. Guardai Debora per diversi secondi, anche con una certa insistenza. Che fosse attraente era fuori da ogni dubbi, con la pelle abbronzata dalle settimane di vacanze ancor di più.
"Riparliamone stasera, magari tutti e tre assieme", fu ciò che dissi prima di andare via senza salutarlo.
Il tavolo per la serata ci era costato tantissimo, il locale ospitava un dj di fama internazionale. Per quello si respirava un'aria elettrica ed in pista si stava ammucchiati. I tavoli erano in un posto a parte, distanti dalla calca ma facevano vedere sia la console che la pista. Quella sera avevo una gran voglia di divertirmi. Avevo ripensato molto alla proposta di Carlo ma non ero arrivato ad una decisione. Mi sarei fidato dell'istinto. Entrammo tutti insieme, Debora e Carlo erano molto davanti nella nostra fila e quindi non li notai. Una volta dentro i miei occhi furono solo per lei. Un vestitino rosso, stretto in vita e più largo sotto, con un generoso decolté, impreziosito da una piccola collana che scendeva verso il seno.
"Come fai a rifiutare?", mi sussurrò Carlo, che aveva notato il mio fissare Debora. Mi stava già per convincere ma mi sentivo frenato. Non risposi.
Per tutta la serata Debora mi aveva ballato vicino ma senza dare nell'occhio con gli altri. Carlo l'aveva bellamente ignorata, stando ai bordi della zona privè assieme ad altri amici. Debora si era già avvicinata a sfiorarmi più volte ma io cercavo di fare l'indifferente. Però le guardavo la scollatura ogni volta che potevo, essendo lei più bassa di me. Quando il dj locale lasciò il posto al dj ospite, che partì con un dj set di altissima qualità, lei fu molto più esplicita. Approfittando del fatto che fossi andato verso il tavolo a versarmi da bere, mi seguì ballando. Nessuno faceva caso a noi, erano scatenati e guardavano il dj. Arrivò a pochi passi da me, mi diede le spalle e iniziò a ballare in maniera sensualissima. Sapeva muoversi senza essere volgare. Ero incantato. Mi avvicinai a lei e iniziammo a ballare assieme, con i bacini a contatto. Il culetto sodo si muoveva sul mio pene, che iniziava a rispondere. Con la mano libera dal bicchiere le presi un fianco, salendo verso il seno. Ballammo così per qualche minuto, poi lei si staccò di colpo. Si girò per fare l'occhiolino e tornò dagli altri. Restai come un cretino vicino al tavolo per un poco, con il pene duro ed il drink in mano. Come potevo rifiutare?
Il resto della serata lo passai imbambolato, aspettando solo che finisse. Quando il dj ospite terminò il suo dj set, Carlo mi fece cenno di seguirlo fuori. Arrivammo alla sua macchina, Debora era già dentro.
"Ho detto agli altri che torniamo verso la città, non so neanche se mi hanno ascoltato, sono davvero su di giri". Debora aprì la portiera e si spostò dall'altro lato per farmi accomodare di fianco a lei. Carlo si mise alla guida. Entrando in macchina non sarei tornato indietro. Dopo essermi guardato intorno, mi sedetti vicino a lei.
I primi minuti parlammo come se nulla fosse, quanto era bravo il dj, che serata, quanto ha bevuto Massimo... Carlo accese la radio e iniziò a canticchiare un tormentone estivo. Nel buio sentii la mano di Debora risalire la mia coscia e dopo qualche minuto di carezze puntare al pene. Lo toccò per un poco da sopra il pantalone, poi prese la mia di mano per metterla sulla sua coscia. Aveva la pelle calda e liscia e accarezzando il suo interno coscia la sentii rabbrividire. Salii verso il pube con calma, mentre lei lavorava sul pene da sopra il pantalone. Carlo ora aveva smesso di canticchiare ma non avevo spento la radio. Il mio indice toccò da sopra le mutande le labbra di Debora, lei si mosse leggermente e mi abbassò la zip, cercando di tirare fuori il pene. Quando lo fece iniziò una sega lenta, mentre le mie dita lavoravano sulle labbra, ora liberate dall'intimo. Carlo spense la radio e imboccò una stradina laterale, non guardava dietro negli specchietti, ma i piccoli gemiti di Debora non lasciavano dubbi su cosa stesse accadendo. Dopo qualche minuto, prese una seconda stradina laterale e dopo una breve discesa arrivò in uno spiazzo. Chiuse le luci e piombammo nel buio. Debora a quel punto si piegò su di me per prenderlo in bocca. Lavorava bene il glande e leccava l'asta. Nel buio sentii la portiera del suo lato aprirsi e qualcuno armeggiare con la cintura. Carlo si stava abbassando i pantaloni. Abituandomi al buio, riuscii a distinguere meglio le nostre figure. Ecco Debora che succhiava con avidità il mio pene oramai rigido, non disdegnando di leccare i testicoli e la base. Carlo era rimasto nudo e si segava guardando la ragazza, ma nel frattempo le palpava il culo, forse le faceva un ditalino. Debora lo tolse dalla bocca e si sistemò a pecorina sui sedili, Carlo picchiò il cazzo contro i glutei, poi le penetrò la vagina. Debora ondeggiava sotto i colpi e me lo riprese in bocca con gusto, gemendo e salivando molto. Era dannatamente brava con la bocca e la lingua non lasciava posti scoperti. Vedevo Carlo colpirla forte tenendole i fianchi, mentre Debora si inarcava per farlo entrare bene e per non fare uscire il mio pene dalla sua bocca. Lo avevo durissimo e se avesse continuato così sarei di certo venuto. Glielo tolsi dalla bocca ed uscii dalla macchina. C'era poca luce ma abbastanza per vedere i due scopare. Erano molto eccitanti. Feci il giro.
"Tocca a me", dissi spingendo Carlo leggermente. Lui fece un passo indietro e mi lascio avvicinarmi. Ecco il culo di Debora. Bello e a mia disposizione. La avvicinai a me e la penetrai. Carlo fece il percorso opposto al mio, entrò dall'altro lato e lo mise in bocca alla ragazza. Ecco che il ciclo si era chiuso. Era bagnatissima lei e più volte gridò dal piacere. Le tirai i capelli ad un certo punto, ero troppo preso dal momento.
"Aspettate, aspettate", fu ciò che disse lei per farci fermare. Si riprese qualche secondo ed uscì dall'auto. Carlo era uscito pure ed aveva fatto il giro, venendo vicino a me. Debora prese me per il pene e mi guidò verso il davanti dell'auto, Carlo ci seguì senza dire nulla. Lei si sdraiò sul cofano, doveva essere ancora tiepido ma non disse nulla. Volevo penetrarla ma Carlo mi fece segno di andare avanti, ora toccava a lui. La colpiva con foga, quasi come se le volesse venire dentro. Io avvicinai il pene verso la bocca per farmelo leccare, lei non se lo fece neanche dire che lo lavorò. Anche con il collo storto e muovendosi sotto il colpi del ragazzo, si confermò una gran succhiatrice. Ero al massimo del godimento quando sentii inaspettatamente Carlo gemere e piegarsi. Le stava venendo dentro. Quando finì, si allontanò di qualche passo dalla macchina e fece il giro, sparendo dalla mia vista. Toccava a me finire il lavoro. Penetrai anche io Debora, ma stavolta piano, sentendo il viscido del seme di Carlo colare attorno al mio pene. Aumentai il ritmo dei colpi, sentendo Debora mugolare capii che non le mancava troppo a venire anche lei. Fu così che venimmo quasi assieme e anche io le venni dentro, senza neanche pensare a trattenermi per venire fuori. Quando scese dal cofano, si avvicinò per darmi un bacio sulle labbra, gentile, quasi di ringraziamento, che durò qualche secondo. Andò a sdraiarsi sui sedili posteriori, mentre io cercavo di pulirmi. Carlo aveva visto la scopata finale da lì vicino, bevendo qualcosa da una bottiglia di vetro, forse una birra.
"Torniamo a casa"
I tre quarti d'ora successivi nessuno disse una parola. Sotto casa li salutai, Debora però già dormiva profondamente. Carlo non mi guardò in faccia, ripartì in silenzio nel buio della notte.
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