Dafne nel paesino sperduto
di
Cavernoso
genere
etero
Ho sempre odiato il mese di Agosto per via del luogo in cui ero costretto a passare la vacanza. Alla morte del nonno, mio padre aveva ereditato una casa molto grande in un piccolo paesino sulla costa tirrenica. Peccato che il paese in questione fosse sostanzialmente morto ed anno dopo anno ci fosse sempre meno gente che sceglieva di passarci le vacanze. Le case rimanevano vuote, fra cartelli fittasi e vendesi. Nessuno voleva più passare il tempo lì, ora che persino i ristoranti e le altre attività stavano chiudendo. Nessuno tranne i miei. Loro amavano quel posto di merda. Ricordo che alla fine anche loro si arresero all'evidenza e cambiammo modo di fare la vacanza. Ricordo che l'ultimo anno in cui andammo lì avevo 19 anni ed avvenne iò che sto per raccontare.
La nostra casa faceva parte di un villaggio privato, nel quale villeggiavano sempre le stesse persone. Anche se la casa di fronte alla nostra veniva sempre fittata a persone diverse. Quell'ultimo anno arrivò una famiglia dal Nord ed io non so con quale coraggio affrontarono il viaggio per mettersi in quel buco di paesino sperduto. Erano tutte donne. No, non fui attratto dalla giovane nipote (probabilmente anche minorenne all'epoca, ma non indagai), né dalla nonnina, bensì dalla madre. Aveva 45 anni ma li portava benissimo. Decisi che quell'Agosto lo avrei dedicato a conquistarla.
Sfruttando il fatto che la siepe che separava i nostri giardini fosse malata e poco folta, facevo di tutto per farmi vedere. In quel periodo ero fissato con la palestra ed ero arrivato ad Agosto in formissima. Non grosso, ma definito. Aspettavo che Dafne tornasse dal mare e mi facevo trovare a torso nudo in giardino, intento a fare qualcosa oppure prendevo il sole indossando solo uno slip minuscolo, da cui si notava il profilo del pene. Lei sbirciava, i primi giorni solo occhiate, dopo meno di due settimane non si curava di essere vista a fissarmi. Presi persino ad allenarmi a corpo libero e vidi chiaramente Dafne guardarmi dalla finestra del primo piano. Quando i nostri sguardi si incrociarono sorridemmo, ma lei fu imbarazzata e si allontanò. Il giorno di Ferragosto fu quello decisivo. Fra l'altro fu l'unico giorno in cui non tentai di farmi vedere, perché ero seriamente impegnato.
La madre di Dafne, una nonnina molto gentile, mi aveva chiesto aiuto per spostare delle piante. Io andai subito, non avevo altro da fare. Non ci misi molto, ma faceva un caldo bestiale e subito sudai parecchio.
"Oh, forse è il caso che ti dia una rinfrescata! Sei stato molto gentile, ti prendo una bevanda fresca? Cosa gradisci? Aspetta, è arrivata Dafne... io allora mi avvio verso la chiesa, vorrei partecipare alla Messa." La nonnina fece tutto questo discorso e prima che io potessi anche solo rispondere, aveva già preso la borsetta e si era allontanata. Dafne rientrava da chissà dove ed era davvero stupenda. Pelle abbronzata, indossava dei pantaloncini bianchi aderenti ed una canotta gialla, anche questa bella stretta. Il suo seno prosperoso veniva contenuto da un costume e su di esso cadevano i capelli neri e ricci. Anche lei si trovò presa alla sprovvista dalla improvvisa "fuga" della nonnina. Ci trovavamo per la prima volta insieme, a dover interagire forzatamente.
Mi fece strada verso il bagno, dove mi lavai con cura e misi anche un deodorante che trovai a portata di mano. Ovviamente non c'erano asciugamani puliti, quindi dovetti uscire a torso nudo. Dafne non si aspettava di vedermi girare così per casa e mi guardò stupita. Io partii all'attacco.
"Dai, non hai mai visto un uomo senza maglietta? Ti mettono a disagio i muscoli?" Frasi stupide ma lei non sapeva quasi cosa rispondere. Sembrava che io fossi il quarantenne e lei la ragazzina timida. Mi avvicinai a lei, che stava in piedi in soggiorno.
"Non vedi che sono ancora bagnato? Non ho trovato qualcosa per asciugarmi". Dafne mi passo la mano sui pettorali, togliendo un po' dell'acqua rimasta ed indugiando qualche secondo. Sentiva i muscoli tesi sotto le dita.
"Forse posso fare qualcosa io", disse lei passando entrambe le mani sul mio corpo. Lo accarezzava dolcemente, tastando qualche zona, come gli addominali. Non mi guardava negli occhi, ma mangiava il mio corpo con lo sguardo.
"Pensi che mi sia allenato bene in questi mesi?" dissi io prendendole le braccia ed avvicinandola a me. Arrivammo a contatto con i nostri bacini e tutte quelle carezze mi avevano fatto svegliare. Sentii il pene poggiarsi su di lei. Dafne mi guardò finalmente negli occhi, quindi ci baciammo. Fu un bacio violento all'inizio, che esprimeva tutta la voglia e scioglieva la tensione sessuale accumulata da inizio mese. Le sue labbra cercavano le mie, la mia lingua si legava alla sua. La spinsi verso una parte del muro libero, poggiandomi con tutto il peso su di lei e baciandole il collo. Lei passava le mani sulle spalle, sulla schiena, fino a palparmi il culo. Leccavo il suo collo che sapeva di sale e lei rispondeva con dei piccoli gemiti. Con le mani passai dai fianchi al culo. Era sodo, probabilmente allenato. Una goduria stringerlo fra le mani. Mi misi io con le spalle al muro, per poter godere a pieno di quelle palpate a piene mani. Dafne si girò, facendo aderire i suoi glutei al mio pene, che nel frattempo era cresciuto tantissimo. Non avevo un erezione così importante da molto tempo. Si strusciò un po' su di me, io le alzai la canotta ed infilai le mani direttamente sotto il costume. Anche il suo seno stava bene nelle mie mani ed i suoi capezzoli duri spingevano sui miei palmi. Dafne si girò di nuovo e guardandomi afferrò il pene da sopra i pantaloni. Percorreva tutta la lunghezza e continuava a guardarmi. Alla fine sbottonò i pantaloni ed in pochi secondi volarono via assieme alle mutande. Strinse per bene l'asta del mio pene ed iniziò a masturbarmi. Prima un movimento lento e delicato, poi movimenti rotatori sul glande. Tutto questo senza smettere di guardarmi fisso negli occhi. La sega continuò per un po', quando aumentò il ritmo per un attimo temetti di venirle subito addosso. Il rischio aumentò quando con la mano libera tastò i miei testicoli carichi. Li saggiava, li esplorava. Si inginocchiò davanti a me e baciò il pene in tutta la sua estensione, poi lo prese in bocca. Prima solo il glande, umido dei miei umori. Poi parte dell'asta, accompagnata dalla sua lingua. Quindi tutto il pene. Lo estrasse e continuò nel suo pompino. Era calma ma decisa. La lingua accompagnava gli ingressi ed in bocca giocava col glande. Dafne ci sapeva proprio fare. Leccò anche i testicoli, prendendone uno in bocca. Lì di nuovo ebbi paura di venire, perché quel movimento di lingua sul testicolo abbinato alla sega che aveva ripreso a fare era una goduria immensa.
"Seguimi"
Si alzò da terra all'improvviso e si diresse verso una stanza chiusa in fondo al corridoio. Aprì la porta mostrando una camera minimalista, con solo un armadio ed il letto. Era in penombra. Chiusi la porta alle mie spalle e la presi alle spalle. Di nuovo iniziai a palparla ovunque, ma stavolta con più energia, quei preliminari mi avevano davvero caricato. La spogliai di fretta, quasi strappandole canotta e costume, abbassandole i pantaloncini e stringendo quelle chiappe sode. Fu nuda e libera. Baciandola la buttai a letto. Volevo leccarla, quasi a restituirle il favore, ma lei mi prese il mento fra le mani e mi guidò verso di sé, baciandomi e facendomi capire le sue intenzioni. La nostra pelle era caldissima e faceva contrasto col lenzuolo freddo. Mi sistemai sul letto ed avvicinai il glande alle sue grandi labbra. Ci guardammo ed affondai il colpo. Entrai in una vagina calda e bagnatissima, pronta ad accogliermi. Iniziai a spingere, tenendomi sollevato per guardala. Lei godeva, emettendo ad ogni spinta un gridolino. Passava le mani sulle spalle e le stringeva. Per penetrarla bene le feci sollevare le gambe e così potevo entrare ancora più in profondità. Lei annuiva, ansimava, godeva. Io con lei, in quel rapporto che avevo voluto, cercato, desiderato. Volevo cambiare posizione. La feci alzare, la invitai a mettersi a novanta poggiandosi al davanzale della finestra. Le nostre altezze erano simili, così non ebbi problemi a penetrarla in quella posizione. Le afferrai i fianchi, aumentando la forza delle spinte. Entravo, uscivo, entravo, uscivo. Dafne oramai gridava, non riusciva a trattenersi, sentivo gli umori che grondavano attorno al mio pene. Sicuramente le stavano colando fra le cosce. Dai fianchi, passai a stringele le braccia, tirandola a me. La forza che stavo mettendo avrebbe potuto spaccarla a metà. Mi inarcai leggermente, presi con decisione il suo seno fra le mani, giocando e tirando i capezzoli, deciso a venire. Non mi masturbavo da tempo, quindi venni come un fiume dentro di lei. L'orgasmo fu talmente forte da piegarmi le gambe. Sentii anche lei rabbrividire e piegarsi sulle ginocchia.
Ansimanti, sudati, sporchi e contenti rimanemmo a letto a fissare il soffitto per un po'.
La sera andai a fare serata e ritornai all'alba. Il giorno dopo mi svegliai nel primo pomeriggio e vidi casa di Dafne completamente chiusa. Chiesi distrattamente a mio padre come mai fosse tutto chiuso.
"Sono andate via, avevano preso casa qui solo due settimane. Si spostano in un'altra località."
La notizia mi fece sentire un mix di emozioni constrastanti.
La nostra casa faceva parte di un villaggio privato, nel quale villeggiavano sempre le stesse persone. Anche se la casa di fronte alla nostra veniva sempre fittata a persone diverse. Quell'ultimo anno arrivò una famiglia dal Nord ed io non so con quale coraggio affrontarono il viaggio per mettersi in quel buco di paesino sperduto. Erano tutte donne. No, non fui attratto dalla giovane nipote (probabilmente anche minorenne all'epoca, ma non indagai), né dalla nonnina, bensì dalla madre. Aveva 45 anni ma li portava benissimo. Decisi che quell'Agosto lo avrei dedicato a conquistarla.
Sfruttando il fatto che la siepe che separava i nostri giardini fosse malata e poco folta, facevo di tutto per farmi vedere. In quel periodo ero fissato con la palestra ed ero arrivato ad Agosto in formissima. Non grosso, ma definito. Aspettavo che Dafne tornasse dal mare e mi facevo trovare a torso nudo in giardino, intento a fare qualcosa oppure prendevo il sole indossando solo uno slip minuscolo, da cui si notava il profilo del pene. Lei sbirciava, i primi giorni solo occhiate, dopo meno di due settimane non si curava di essere vista a fissarmi. Presi persino ad allenarmi a corpo libero e vidi chiaramente Dafne guardarmi dalla finestra del primo piano. Quando i nostri sguardi si incrociarono sorridemmo, ma lei fu imbarazzata e si allontanò. Il giorno di Ferragosto fu quello decisivo. Fra l'altro fu l'unico giorno in cui non tentai di farmi vedere, perché ero seriamente impegnato.
La madre di Dafne, una nonnina molto gentile, mi aveva chiesto aiuto per spostare delle piante. Io andai subito, non avevo altro da fare. Non ci misi molto, ma faceva un caldo bestiale e subito sudai parecchio.
"Oh, forse è il caso che ti dia una rinfrescata! Sei stato molto gentile, ti prendo una bevanda fresca? Cosa gradisci? Aspetta, è arrivata Dafne... io allora mi avvio verso la chiesa, vorrei partecipare alla Messa." La nonnina fece tutto questo discorso e prima che io potessi anche solo rispondere, aveva già preso la borsetta e si era allontanata. Dafne rientrava da chissà dove ed era davvero stupenda. Pelle abbronzata, indossava dei pantaloncini bianchi aderenti ed una canotta gialla, anche questa bella stretta. Il suo seno prosperoso veniva contenuto da un costume e su di esso cadevano i capelli neri e ricci. Anche lei si trovò presa alla sprovvista dalla improvvisa "fuga" della nonnina. Ci trovavamo per la prima volta insieme, a dover interagire forzatamente.
Mi fece strada verso il bagno, dove mi lavai con cura e misi anche un deodorante che trovai a portata di mano. Ovviamente non c'erano asciugamani puliti, quindi dovetti uscire a torso nudo. Dafne non si aspettava di vedermi girare così per casa e mi guardò stupita. Io partii all'attacco.
"Dai, non hai mai visto un uomo senza maglietta? Ti mettono a disagio i muscoli?" Frasi stupide ma lei non sapeva quasi cosa rispondere. Sembrava che io fossi il quarantenne e lei la ragazzina timida. Mi avvicinai a lei, che stava in piedi in soggiorno.
"Non vedi che sono ancora bagnato? Non ho trovato qualcosa per asciugarmi". Dafne mi passo la mano sui pettorali, togliendo un po' dell'acqua rimasta ed indugiando qualche secondo. Sentiva i muscoli tesi sotto le dita.
"Forse posso fare qualcosa io", disse lei passando entrambe le mani sul mio corpo. Lo accarezzava dolcemente, tastando qualche zona, come gli addominali. Non mi guardava negli occhi, ma mangiava il mio corpo con lo sguardo.
"Pensi che mi sia allenato bene in questi mesi?" dissi io prendendole le braccia ed avvicinandola a me. Arrivammo a contatto con i nostri bacini e tutte quelle carezze mi avevano fatto svegliare. Sentii il pene poggiarsi su di lei. Dafne mi guardò finalmente negli occhi, quindi ci baciammo. Fu un bacio violento all'inizio, che esprimeva tutta la voglia e scioglieva la tensione sessuale accumulata da inizio mese. Le sue labbra cercavano le mie, la mia lingua si legava alla sua. La spinsi verso una parte del muro libero, poggiandomi con tutto il peso su di lei e baciandole il collo. Lei passava le mani sulle spalle, sulla schiena, fino a palparmi il culo. Leccavo il suo collo che sapeva di sale e lei rispondeva con dei piccoli gemiti. Con le mani passai dai fianchi al culo. Era sodo, probabilmente allenato. Una goduria stringerlo fra le mani. Mi misi io con le spalle al muro, per poter godere a pieno di quelle palpate a piene mani. Dafne si girò, facendo aderire i suoi glutei al mio pene, che nel frattempo era cresciuto tantissimo. Non avevo un erezione così importante da molto tempo. Si strusciò un po' su di me, io le alzai la canotta ed infilai le mani direttamente sotto il costume. Anche il suo seno stava bene nelle mie mani ed i suoi capezzoli duri spingevano sui miei palmi. Dafne si girò di nuovo e guardandomi afferrò il pene da sopra i pantaloni. Percorreva tutta la lunghezza e continuava a guardarmi. Alla fine sbottonò i pantaloni ed in pochi secondi volarono via assieme alle mutande. Strinse per bene l'asta del mio pene ed iniziò a masturbarmi. Prima un movimento lento e delicato, poi movimenti rotatori sul glande. Tutto questo senza smettere di guardarmi fisso negli occhi. La sega continuò per un po', quando aumentò il ritmo per un attimo temetti di venirle subito addosso. Il rischio aumentò quando con la mano libera tastò i miei testicoli carichi. Li saggiava, li esplorava. Si inginocchiò davanti a me e baciò il pene in tutta la sua estensione, poi lo prese in bocca. Prima solo il glande, umido dei miei umori. Poi parte dell'asta, accompagnata dalla sua lingua. Quindi tutto il pene. Lo estrasse e continuò nel suo pompino. Era calma ma decisa. La lingua accompagnava gli ingressi ed in bocca giocava col glande. Dafne ci sapeva proprio fare. Leccò anche i testicoli, prendendone uno in bocca. Lì di nuovo ebbi paura di venire, perché quel movimento di lingua sul testicolo abbinato alla sega che aveva ripreso a fare era una goduria immensa.
"Seguimi"
Si alzò da terra all'improvviso e si diresse verso una stanza chiusa in fondo al corridoio. Aprì la porta mostrando una camera minimalista, con solo un armadio ed il letto. Era in penombra. Chiusi la porta alle mie spalle e la presi alle spalle. Di nuovo iniziai a palparla ovunque, ma stavolta con più energia, quei preliminari mi avevano davvero caricato. La spogliai di fretta, quasi strappandole canotta e costume, abbassandole i pantaloncini e stringendo quelle chiappe sode. Fu nuda e libera. Baciandola la buttai a letto. Volevo leccarla, quasi a restituirle il favore, ma lei mi prese il mento fra le mani e mi guidò verso di sé, baciandomi e facendomi capire le sue intenzioni. La nostra pelle era caldissima e faceva contrasto col lenzuolo freddo. Mi sistemai sul letto ed avvicinai il glande alle sue grandi labbra. Ci guardammo ed affondai il colpo. Entrai in una vagina calda e bagnatissima, pronta ad accogliermi. Iniziai a spingere, tenendomi sollevato per guardala. Lei godeva, emettendo ad ogni spinta un gridolino. Passava le mani sulle spalle e le stringeva. Per penetrarla bene le feci sollevare le gambe e così potevo entrare ancora più in profondità. Lei annuiva, ansimava, godeva. Io con lei, in quel rapporto che avevo voluto, cercato, desiderato. Volevo cambiare posizione. La feci alzare, la invitai a mettersi a novanta poggiandosi al davanzale della finestra. Le nostre altezze erano simili, così non ebbi problemi a penetrarla in quella posizione. Le afferrai i fianchi, aumentando la forza delle spinte. Entravo, uscivo, entravo, uscivo. Dafne oramai gridava, non riusciva a trattenersi, sentivo gli umori che grondavano attorno al mio pene. Sicuramente le stavano colando fra le cosce. Dai fianchi, passai a stringele le braccia, tirandola a me. La forza che stavo mettendo avrebbe potuto spaccarla a metà. Mi inarcai leggermente, presi con decisione il suo seno fra le mani, giocando e tirando i capezzoli, deciso a venire. Non mi masturbavo da tempo, quindi venni come un fiume dentro di lei. L'orgasmo fu talmente forte da piegarmi le gambe. Sentii anche lei rabbrividire e piegarsi sulle ginocchia.
Ansimanti, sudati, sporchi e contenti rimanemmo a letto a fissare il soffitto per un po'.
La sera andai a fare serata e ritornai all'alba. Il giorno dopo mi svegliai nel primo pomeriggio e vidi casa di Dafne completamente chiusa. Chiesi distrattamente a mio padre come mai fosse tutto chiuso.
"Sono andate via, avevano preso casa qui solo due settimane. Si spostano in un'altra località."
La notizia mi fece sentire un mix di emozioni constrastanti.
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