Amici immaginari
di
Vandal
genere
etero
AMICI IMMAGINARI
Oh,cavoli" Sandy dai mille colori mi osserva il sesso con aria imbronciata. Sembra una bambina ma non lo è. Capelli rossi e ondulati,occhi azzurri,aria da innocente. Indossa una lingerie trasparente con sotto reggiseno e mutandine esigue.
Io non so che dire. Fisso anche io sconsolato il pene floscio che non accenna a riprendersi.
Lei,mento preso tra indice e pollice,aria pensierosa,commenta "Forse non sono il tuo tipo"
"In effetti,non so perché mi sei venuta in mente tu. Neanche ti guardavo io"
Lei allunga la mano e mi afferra lo straccetto che era il mio pene,ci gioca un po',lo tira,lo arriccia. Ma lui,niente,rimane li come un palloncino sgonfio "Peccato,ci avrei fatto volentieri un giro" ancora quell'aria da bambina imbronciata "Voglio dire,da quello che mi han detto le altre" sospira,afferra la sua bacchetta magica,salta fuori dal letto e puff,svanisce. Perfetto,anche i miei amici immaginari mi voltano le spalle.
Sono li3,nudo,a fissare il soffitto,a chiedermi quanto mi durerà ancora questa impasse,quando la porta si apre e fa capolino Margot grandi tette insieme ad Emi la magica,vestita dei soli guanti bianchi che indossa nei suoi concerti. Due addirittura! La mia mente lavora alacremente. Margot si sdraia su di me,soffocandomi con le sue tette,mi fa una spagnola sulla mia faccia.
Sotto sento Emi che mi afferra lo straccio e mi masturba. Ci si mettono d'impegno ma,nulla di nulla. Lui resta floscio e le due Van via poco dopo.
Lo afferro e cerco di rivitalizzarlo senza successo. Chi mai potrà farlo delle mie amiche?
Mi alzo e mi sposto nella stanza,verso le vetrine dove sono esposte le mie action figure. Mazinga Z,boss robot,Venus,La regina Himika,etc. I miei eroi e le mie eroine,le mie icone sexy. La mia fantasia è talmente viva che,mi rifugio nel loro Mondo da parecchio tempo. Da quando Kristal se n'è andata lasciandomi lì,come un pirla,a fissare il vuoto.
Masturbazione. E poi mi capitava di fissare i miei eroi e pensare..pensare..pensare.
E una sera,pensando troppo, mi sono visto a fissare Akane in lingerie,che si avvicinava a me e si strusciava contro di me. E io,che mi meravigliavo di quell'apparizione,che assecondavo i suoi gesti,che mi lasciavo trascinare dai suoi movimenti. E,diavolo se ci sapeva fare. Dopo di lei era arrivata Lamù,cosi come me la ricordavo,con le tette di fuori. Mi dava dei piccoli colpetti elettrici sulla punta del pene,facendomi eccitare di più. Rideva,poi volteggiava sopra di me e poi scompariva
"Sembrate cosi reali" dissi
"Ma noi siamo reali"aveva risposto June "La tua mente è cosi forte che è in grado di renderci reali alla vista e al tatto"
"Cosi disperata è la mia solitudine?" Mi son chiesto "Sento cosi tanto la mancanza di Kristal che mi rifugio on questa irrealtà?"
"Chi ha detto che noi non siamo reali?" Aveva chiesto Margot "O Kristal. Lei era reale?"
“Certo che lo era”
“Allora anche noi lo siamo”
“Voi siete frutto della mia mente. Nella realtà, voi non siete qui, io sto parlando da solo e lui me lo sto masturbando con la mia mano”
June, nuda, con la sua pelle color caramello, si avvicina e preme il suo corpo contro il mio. Sento il suo calore, il suo respiro, il suo tocco “Ti sembro finta?”
E con lei, lui rinasce, diventa duro nelle mie mani. June, il mio sogno erotico di sempre. Lei che cavalca sulle mie gambe, nuda, lo cerca e lo afferra, lo guida dentro di se. Lo sento premere, affondare, dilatarsi. E lei con le mani appoggiate alle mie spalle che comincia a muoversi e saltellare, con le tette che mi sfregano la faccia “Fammi godere”
Fammi godere
“Signor Varone” la voce del dottor Madripasi mi riporta alla realtà. Sogno ad occhi aperti. Sono nel suo studio, sdraiato sul lettino e lui mi osserva con aria preoccupata. Subito abbasso lo sguardo temendo di essermelo tirato fuori davanti a lui ma, per fortuna, non è accaduto
“Dottore, mi scusi. Credo di essermi appisolato”
“Sicuro che non era in uno dei suoi trip?”
“Oddio, ho fatto qualcosa di sconcio?”
“No, niente di preoccupante”
Sospiro di sollievo “Bene”
“Crede di avere un altro crollo nervoso?”
“Sì”
“Mi parli dell’incidente”
“Credevo di averlo giù raccontato”
“Sì, ma è sempre meglio ripetere. Cercare di capire il perché, l’origine”
“Ero in auto con Kristal”
“Stavate parlando?”
“Sì, parlavamo, non ricordo di cosa”
“Dove eravate?”
“Una strada collinare”
“Mi dica cos’è accaduto”
“Lei mi ha toccato”
“In che modo?”
“Ha messo la mano sulla gamba e ha cominciato ad accarezzare. Poi ha tirato giù la zip dei pantaloni e me lo ha tirato fuori”
“Vada avanti”
“Si è abbassata per succhiarmerlo e.. beh, ho perso il controllo e sono finito fuori strada. Credo di avere perso i sensi perché, mi sono risvegliato in ospedale”
“E Kristal?”
“Lei, non è stata trovata”
“Non è stata trovata perché non c’era”
“Non c’era” ammetto
“Il rapporto della Stradale dice che è stato estratto dall’auto con i genitali esposti stretti dalla sua mano”
“Sì”
“Quindi, Kristal non esiste”
“No”
Kristal non esiste.
Seduto sulla panchina del parco dell’ospedale, mi ritrovo a fissare il resto dei pazienti che camminano, sorvegliati dagli infermieri.
“Tu credi di essere pazzo” mi dice June sedendosi accanto a me. E’ in bikini e, le sue generose forme sembrano voler schizzare fuori da quell’esile costume
“Lo sono. Non sarei qui altrimenti”
“Ma tu non lo sei”
“Ho inventato Kristal. Non so neanche da dove l’ho tirata fuori, non è una vostra collega”
“Kristal è reale come lo sono io o gli altri” mi indica i degenti davanti a noi “Guarda là, su quella panchina” aguzzo lo sguardo e vedo una biondina con la faccia pitturata da clown e un grosso martello poggiato accanto “La riconosci?”
“Harley Quinn” la psicopatica fidanzata di Joker
“E’ una tua fantasia?”
“Finora non mi è mai apparsa”
“Perché non è tua” sorride June
Una ragazza bionda, riccia, di neanche vent’anni, si avvicina ad Harley e comincia a parlare con lei. La ragazza indossa un abito bianco e ha un coque di fiori tra le mani. Harley ride e batte forte le mani come una bambina. Si alza e corre via, facendo volteggiare nell’aria il suo martello “Cosa sto guardando?”
“La fantasia di un altro”
“Impossibile”
“Come vedere me?”
La guardo socchiudendo gli occhi. Ho una coscienza critica e, in quel momento, mi sta dicendo che riesco a vedere anche le illusioni degli altri “Perché?”
“Perché tu sei speciale”
“MA che risposta del cazzo” mi giro verso di lei e June è sparita. Si sarà offesa
“Ciao” quasi mi spavento. La ragazza che parlava con Harley è di fronte a me e mi sta porgendo un coque di fiori “Posso sedermi qui?”
Mi stringo nelle spalle “Fa come vuoi”
“Io mi chiamo Giulia” ma non mi porge la mano. Ha l’aria ingenua, da bimba capricciosa, con occhi che sembrano cristallo
“Mauro”
“Sai, anche io credevo di essere pazza”
Ecco, un’altra allucinazione non manga. Come Kristal, ma più giovane “Ci manca anche l’illusione pazza”
“Ah, pensi che io sia finta, come la tua amica June. Ma, no, non sono una finta. E neanche la tua amica June è finta”
“Sei finta come June e come la tua amica Harley. Sei un’illusione che a sua volta ha un’illusione” suona folle alla mente di un folle
“Sono vera e posso dimostrartelo” ride Giulia “Chiama l’inserviente”
“Chiamalo tu, ragazza vera”
“Ok” alza la mano e si sbraccia, gridando “Ehi: inserviente! Inserviente!” ma il tipo non si muove
“Come volevasi dimostrare”
“Inserviente! Inserviente! Inserviente!”
“Che diavolo vuoi?” l’inserviente ha risposto
Guardo stupita lei “Sei vera”
“L’ho detto, ma tu non mi credi”
Lei è vera. Oppure l’inserviente è un’altra illusione. Sto diventando paranoico. Ma che dico, sono pazzo. O forse no. Dio che mal di testa.
“Nulla, volevo dimostrare al mio amico che non sono un’illusione”
Lui aggrotta le sopracciglia e scuote la testa. Probabilmente non lo pagheranno abbastanza per sopportare tutto questo “Ok, sei vera. Ma come spieghi che io vedo la tua illusione?”
“Perché non è una vera illusione. Loro sono reali, capisci?”
“No, non capisco”
“Hai subito un grave trauma, per caso?”
“Sì, un incidente d’auto”
“Immaginavi di fare sesso e sei uscito di strada”
“Sì”
“Anche io ho fatto una cosa del genere. Avevo da poco compiuto i sedici anni e stavo immaginando di farmi Luciano Stambelli, della quinta C. Io mi trovavo in cima al trampolino di una piscina. Sì, lo so, è un posto inadatto per avere voglie scopanti. Ma è successo, ho avuto un giramento di testa e sono caduta come una pera. Via, ho colpito la tavola per i tuffi cinque metri più in basso, sono rimbalzata contro il bordo della piscina e poi in acqua. Credevo di essere morta, invece… Quando mi sono svegliata ho visto Trunks che mi faceva una sega con le dita. E’ stato fantastico. Ancora meno quando i medici mi hanno diagnosticato una forma di schizofrenia dovuta all’incidente. Grave trauma cranico, emorragia cerebrale” si tocca un lato della testa “Una specie di ombra tra due emisferi. Ce l’avrai anche tu”
“Quindi, mistero risolto. Siamo due schizofrenici derivati da gravi problemi cerebrali”
“Noi abbiamo la chiave per dividere il nostro Mondo dal loro”
Certo, ci mancavano gli alieni dalla quarta dimensione. Come Buckaroo Banzai. “Credo me ne andrò in camera mia”
“Posso venire anche io?”
“Se dico di no?”
“Che ne diresti se organizzassimo un’orgia?”
Sì, ci mancherebbe che mentre mi sto bombando June, Akane o la stessa Giulia, mi arriva da dietro un missile perforante. No, no, grazie, passo. Però, scopare con una persona in carne ed ossa non sarebbe male, anche se ha 22 anni in meno di me. Una cosa positiva di questo posto è che non ci impediscono di mescolarci sessualmente con la popolazione locale. “Orgia magari no, ma un gioco a due non sarebbe male”
“Tu e June?”
“Io e tu”
Lei mi guarda per un interminabile momento, gli occhi fissi senza nemmeno sbattere le palpebre “Ok”
“Però”
“Non l’ho mai fatto con un vecchio”
“Vecchio? Ho qurantadue anni, bambina”
“Bambina? Ho 19 anni, vecchio” ride
La mia camera ha gli interni bianchi, un'unica finestra che da sul giardino e i mobili dell stesso colore. Giulia entra dentro con l’enfasi di una bambina in un negozio di giocattoli. Il coque di fiori, che non ha mollato un attimo, li adagia sul comodino. Io chiudo la porta, appoggio la fronte al legno bianco e penso mentalmente = Cosa sto facendo?= Mi volto e Giulia è seduta sul letto solo con un paio di mutandine di pizzo azzurro che la copre a malapena la fica. E dei calzettoni bianchi che le danno un aspetto un po’ buffo. Magra, ventre piatto e perfetto, seni piccoli come albicocche
Mi siedo accanto a lei e cerco di non pensare a nulla. Non deve diventare un’orgia. A torso nudo e boxer, seduto a fianco a lei, comincio a muovere le mani, toccandole le spalle e scendendo fino alle sue albicocche “Sarai gentile?”
“Ti tratterò come si deve” croce sul cuore
“Perché io…” mi da una spinta e mi fa sdraiare sul letto. Senza che riesca a protestare, lei estrae e comincia a lavorare di bocca, di gusto “Uh” faccio estasiato
June è seduta dietro Giulia e mi guarda con finto interesse. Ma, ha le gambe aperte e si sta masturbando toccandosi una delle sue grosse tette.
Giulia ce la sta mettendo tutta e lecca come se avessi davanti un gelato. Vengo in un attimo. Lei beve, in parte si lorda il viso, le cola sulle spalle e sulle tette “Ah, eiaculazione precoce”
“Dammi tregua: è un po’ che non mi fanno un pompino”
“Nemmeno le tue amiche?” fa maliziosa “Sapessi Harley che slinguata che mi da alla fica”
Mi alzo fulmineo e l’afferro, sbattendola sul letto. Mi abbasso con la faccia tra le sue gambe e comincio a leccarla. Sa di dolce, fresca gioventù, un afrore che sa di mandarino e menta. Lei, sui gomiti, mi guarda divertita “Abbiamo spettatori”
“June?” mugugno
“Koiji, Miwa, Sayaka, Harley, Naoto..”
“Troppa gente” si bagna a dovere. Mi alzo di colpo e sono sopra di lei, il cazzo semi floscio che brama le sue grandi labbra. Entro dentro di lei con foga. Lei urla ma subito si rilassa abbracciandomi “Non importa se sei al 50%: scopami”
E la scopo. Ci do’ dentro. Ad ogni affondo lui si ritempra e cresce. Sono di nuovo attivo e voglio aprirla in due.
I° parte
Oh,cavoli" Sandy dai mille colori mi osserva il sesso con aria imbronciata. Sembra una bambina ma non lo è. Capelli rossi e ondulati,occhi azzurri,aria da innocente. Indossa una lingerie trasparente con sotto reggiseno e mutandine esigue.
Io non so che dire. Fisso anche io sconsolato il pene floscio che non accenna a riprendersi.
Lei,mento preso tra indice e pollice,aria pensierosa,commenta "Forse non sono il tuo tipo"
"In effetti,non so perché mi sei venuta in mente tu. Neanche ti guardavo io"
Lei allunga la mano e mi afferra lo straccetto che era il mio pene,ci gioca un po',lo tira,lo arriccia. Ma lui,niente,rimane li come un palloncino sgonfio "Peccato,ci avrei fatto volentieri un giro" ancora quell'aria da bambina imbronciata "Voglio dire,da quello che mi han detto le altre" sospira,afferra la sua bacchetta magica,salta fuori dal letto e puff,svanisce. Perfetto,anche i miei amici immaginari mi voltano le spalle.
Sono li3,nudo,a fissare il soffitto,a chiedermi quanto mi durerà ancora questa impasse,quando la porta si apre e fa capolino Margot grandi tette insieme ad Emi la magica,vestita dei soli guanti bianchi che indossa nei suoi concerti. Due addirittura! La mia mente lavora alacremente. Margot si sdraia su di me,soffocandomi con le sue tette,mi fa una spagnola sulla mia faccia.
Sotto sento Emi che mi afferra lo straccio e mi masturba. Ci si mettono d'impegno ma,nulla di nulla. Lui resta floscio e le due Van via poco dopo.
Lo afferro e cerco di rivitalizzarlo senza successo. Chi mai potrà farlo delle mie amiche?
Mi alzo e mi sposto nella stanza,verso le vetrine dove sono esposte le mie action figure. Mazinga Z,boss robot,Venus,La regina Himika,etc. I miei eroi e le mie eroine,le mie icone sexy. La mia fantasia è talmente viva che,mi rifugio nel loro Mondo da parecchio tempo. Da quando Kristal se n'è andata lasciandomi lì,come un pirla,a fissare il vuoto.
Masturbazione. E poi mi capitava di fissare i miei eroi e pensare..pensare..pensare.
E una sera,pensando troppo, mi sono visto a fissare Akane in lingerie,che si avvicinava a me e si strusciava contro di me. E io,che mi meravigliavo di quell'apparizione,che assecondavo i suoi gesti,che mi lasciavo trascinare dai suoi movimenti. E,diavolo se ci sapeva fare. Dopo di lei era arrivata Lamù,cosi come me la ricordavo,con le tette di fuori. Mi dava dei piccoli colpetti elettrici sulla punta del pene,facendomi eccitare di più. Rideva,poi volteggiava sopra di me e poi scompariva
"Sembrate cosi reali" dissi
"Ma noi siamo reali"aveva risposto June "La tua mente è cosi forte che è in grado di renderci reali alla vista e al tatto"
"Cosi disperata è la mia solitudine?" Mi son chiesto "Sento cosi tanto la mancanza di Kristal che mi rifugio on questa irrealtà?"
"Chi ha detto che noi non siamo reali?" Aveva chiesto Margot "O Kristal. Lei era reale?"
“Certo che lo era”
“Allora anche noi lo siamo”
“Voi siete frutto della mia mente. Nella realtà, voi non siete qui, io sto parlando da solo e lui me lo sto masturbando con la mia mano”
June, nuda, con la sua pelle color caramello, si avvicina e preme il suo corpo contro il mio. Sento il suo calore, il suo respiro, il suo tocco “Ti sembro finta?”
E con lei, lui rinasce, diventa duro nelle mie mani. June, il mio sogno erotico di sempre. Lei che cavalca sulle mie gambe, nuda, lo cerca e lo afferra, lo guida dentro di se. Lo sento premere, affondare, dilatarsi. E lei con le mani appoggiate alle mie spalle che comincia a muoversi e saltellare, con le tette che mi sfregano la faccia “Fammi godere”
Fammi godere
“Signor Varone” la voce del dottor Madripasi mi riporta alla realtà. Sogno ad occhi aperti. Sono nel suo studio, sdraiato sul lettino e lui mi osserva con aria preoccupata. Subito abbasso lo sguardo temendo di essermelo tirato fuori davanti a lui ma, per fortuna, non è accaduto
“Dottore, mi scusi. Credo di essermi appisolato”
“Sicuro che non era in uno dei suoi trip?”
“Oddio, ho fatto qualcosa di sconcio?”
“No, niente di preoccupante”
Sospiro di sollievo “Bene”
“Crede di avere un altro crollo nervoso?”
“Sì”
“Mi parli dell’incidente”
“Credevo di averlo giù raccontato”
“Sì, ma è sempre meglio ripetere. Cercare di capire il perché, l’origine”
“Ero in auto con Kristal”
“Stavate parlando?”
“Sì, parlavamo, non ricordo di cosa”
“Dove eravate?”
“Una strada collinare”
“Mi dica cos’è accaduto”
“Lei mi ha toccato”
“In che modo?”
“Ha messo la mano sulla gamba e ha cominciato ad accarezzare. Poi ha tirato giù la zip dei pantaloni e me lo ha tirato fuori”
“Vada avanti”
“Si è abbassata per succhiarmerlo e.. beh, ho perso il controllo e sono finito fuori strada. Credo di avere perso i sensi perché, mi sono risvegliato in ospedale”
“E Kristal?”
“Lei, non è stata trovata”
“Non è stata trovata perché non c’era”
“Non c’era” ammetto
“Il rapporto della Stradale dice che è stato estratto dall’auto con i genitali esposti stretti dalla sua mano”
“Sì”
“Quindi, Kristal non esiste”
“No”
Kristal non esiste.
Seduto sulla panchina del parco dell’ospedale, mi ritrovo a fissare il resto dei pazienti che camminano, sorvegliati dagli infermieri.
“Tu credi di essere pazzo” mi dice June sedendosi accanto a me. E’ in bikini e, le sue generose forme sembrano voler schizzare fuori da quell’esile costume
“Lo sono. Non sarei qui altrimenti”
“Ma tu non lo sei”
“Ho inventato Kristal. Non so neanche da dove l’ho tirata fuori, non è una vostra collega”
“Kristal è reale come lo sono io o gli altri” mi indica i degenti davanti a noi “Guarda là, su quella panchina” aguzzo lo sguardo e vedo una biondina con la faccia pitturata da clown e un grosso martello poggiato accanto “La riconosci?”
“Harley Quinn” la psicopatica fidanzata di Joker
“E’ una tua fantasia?”
“Finora non mi è mai apparsa”
“Perché non è tua” sorride June
Una ragazza bionda, riccia, di neanche vent’anni, si avvicina ad Harley e comincia a parlare con lei. La ragazza indossa un abito bianco e ha un coque di fiori tra le mani. Harley ride e batte forte le mani come una bambina. Si alza e corre via, facendo volteggiare nell’aria il suo martello “Cosa sto guardando?”
“La fantasia di un altro”
“Impossibile”
“Come vedere me?”
La guardo socchiudendo gli occhi. Ho una coscienza critica e, in quel momento, mi sta dicendo che riesco a vedere anche le illusioni degli altri “Perché?”
“Perché tu sei speciale”
“MA che risposta del cazzo” mi giro verso di lei e June è sparita. Si sarà offesa
“Ciao” quasi mi spavento. La ragazza che parlava con Harley è di fronte a me e mi sta porgendo un coque di fiori “Posso sedermi qui?”
Mi stringo nelle spalle “Fa come vuoi”
“Io mi chiamo Giulia” ma non mi porge la mano. Ha l’aria ingenua, da bimba capricciosa, con occhi che sembrano cristallo
“Mauro”
“Sai, anche io credevo di essere pazza”
Ecco, un’altra allucinazione non manga. Come Kristal, ma più giovane “Ci manca anche l’illusione pazza”
“Ah, pensi che io sia finta, come la tua amica June. Ma, no, non sono una finta. E neanche la tua amica June è finta”
“Sei finta come June e come la tua amica Harley. Sei un’illusione che a sua volta ha un’illusione” suona folle alla mente di un folle
“Sono vera e posso dimostrartelo” ride Giulia “Chiama l’inserviente”
“Chiamalo tu, ragazza vera”
“Ok” alza la mano e si sbraccia, gridando “Ehi: inserviente! Inserviente!” ma il tipo non si muove
“Come volevasi dimostrare”
“Inserviente! Inserviente! Inserviente!”
“Che diavolo vuoi?” l’inserviente ha risposto
Guardo stupita lei “Sei vera”
“L’ho detto, ma tu non mi credi”
Lei è vera. Oppure l’inserviente è un’altra illusione. Sto diventando paranoico. Ma che dico, sono pazzo. O forse no. Dio che mal di testa.
“Nulla, volevo dimostrare al mio amico che non sono un’illusione”
Lui aggrotta le sopracciglia e scuote la testa. Probabilmente non lo pagheranno abbastanza per sopportare tutto questo “Ok, sei vera. Ma come spieghi che io vedo la tua illusione?”
“Perché non è una vera illusione. Loro sono reali, capisci?”
“No, non capisco”
“Hai subito un grave trauma, per caso?”
“Sì, un incidente d’auto”
“Immaginavi di fare sesso e sei uscito di strada”
“Sì”
“Anche io ho fatto una cosa del genere. Avevo da poco compiuto i sedici anni e stavo immaginando di farmi Luciano Stambelli, della quinta C. Io mi trovavo in cima al trampolino di una piscina. Sì, lo so, è un posto inadatto per avere voglie scopanti. Ma è successo, ho avuto un giramento di testa e sono caduta come una pera. Via, ho colpito la tavola per i tuffi cinque metri più in basso, sono rimbalzata contro il bordo della piscina e poi in acqua. Credevo di essere morta, invece… Quando mi sono svegliata ho visto Trunks che mi faceva una sega con le dita. E’ stato fantastico. Ancora meno quando i medici mi hanno diagnosticato una forma di schizofrenia dovuta all’incidente. Grave trauma cranico, emorragia cerebrale” si tocca un lato della testa “Una specie di ombra tra due emisferi. Ce l’avrai anche tu”
“Quindi, mistero risolto. Siamo due schizofrenici derivati da gravi problemi cerebrali”
“Noi abbiamo la chiave per dividere il nostro Mondo dal loro”
Certo, ci mancavano gli alieni dalla quarta dimensione. Come Buckaroo Banzai. “Credo me ne andrò in camera mia”
“Posso venire anche io?”
“Se dico di no?”
“Che ne diresti se organizzassimo un’orgia?”
Sì, ci mancherebbe che mentre mi sto bombando June, Akane o la stessa Giulia, mi arriva da dietro un missile perforante. No, no, grazie, passo. Però, scopare con una persona in carne ed ossa non sarebbe male, anche se ha 22 anni in meno di me. Una cosa positiva di questo posto è che non ci impediscono di mescolarci sessualmente con la popolazione locale. “Orgia magari no, ma un gioco a due non sarebbe male”
“Tu e June?”
“Io e tu”
Lei mi guarda per un interminabile momento, gli occhi fissi senza nemmeno sbattere le palpebre “Ok”
“Però”
“Non l’ho mai fatto con un vecchio”
“Vecchio? Ho qurantadue anni, bambina”
“Bambina? Ho 19 anni, vecchio” ride
La mia camera ha gli interni bianchi, un'unica finestra che da sul giardino e i mobili dell stesso colore. Giulia entra dentro con l’enfasi di una bambina in un negozio di giocattoli. Il coque di fiori, che non ha mollato un attimo, li adagia sul comodino. Io chiudo la porta, appoggio la fronte al legno bianco e penso mentalmente = Cosa sto facendo?= Mi volto e Giulia è seduta sul letto solo con un paio di mutandine di pizzo azzurro che la copre a malapena la fica. E dei calzettoni bianchi che le danno un aspetto un po’ buffo. Magra, ventre piatto e perfetto, seni piccoli come albicocche
Mi siedo accanto a lei e cerco di non pensare a nulla. Non deve diventare un’orgia. A torso nudo e boxer, seduto a fianco a lei, comincio a muovere le mani, toccandole le spalle e scendendo fino alle sue albicocche “Sarai gentile?”
“Ti tratterò come si deve” croce sul cuore
“Perché io…” mi da una spinta e mi fa sdraiare sul letto. Senza che riesca a protestare, lei estrae e comincia a lavorare di bocca, di gusto “Uh” faccio estasiato
June è seduta dietro Giulia e mi guarda con finto interesse. Ma, ha le gambe aperte e si sta masturbando toccandosi una delle sue grosse tette.
Giulia ce la sta mettendo tutta e lecca come se avessi davanti un gelato. Vengo in un attimo. Lei beve, in parte si lorda il viso, le cola sulle spalle e sulle tette “Ah, eiaculazione precoce”
“Dammi tregua: è un po’ che non mi fanno un pompino”
“Nemmeno le tue amiche?” fa maliziosa “Sapessi Harley che slinguata che mi da alla fica”
Mi alzo fulmineo e l’afferro, sbattendola sul letto. Mi abbasso con la faccia tra le sue gambe e comincio a leccarla. Sa di dolce, fresca gioventù, un afrore che sa di mandarino e menta. Lei, sui gomiti, mi guarda divertita “Abbiamo spettatori”
“June?” mugugno
“Koiji, Miwa, Sayaka, Harley, Naoto..”
“Troppa gente” si bagna a dovere. Mi alzo di colpo e sono sopra di lei, il cazzo semi floscio che brama le sue grandi labbra. Entro dentro di lei con foga. Lei urla ma subito si rilassa abbracciandomi “Non importa se sei al 50%: scopami”
E la scopo. Ci do’ dentro. Ad ogni affondo lui si ritempra e cresce. Sono di nuovo attivo e voglio aprirla in due.
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