Come scrivere un racconto ER in una formato A4
di
Vandal
genere
comici
I- Come scrivere un racconto ER in una formato A4
Mi chiedo se è mai possibile scrivere un racconto Er nello spazio di una pagina, che non sia una poesia, ovvio. Allora, ispirandomi ai miei più illustri colleghi, cercherò di creare qualcosa che non vada oltre il formato A4 del mio PC
Però, spremi che ti spremi, poi ti fai tutte delle storie nella testa e finisce che non mi fermo più. E la cosa corta diventa un quattro pagine, o cinque, o dieci..
Che si può fare? Lei,lui o l’altro? Tradimenti? Orge? Pulp. Il pulp forse mi riesce meglio. Ma, in questo momento non mi sovviene nulla.
E sono lì che ci penso e.. suonano alla porta. Vado ad aprire. Sulla soglia c’è la mia vicina di casa, Noemi, tipo carino con un bel fondoschiena e delle belle tette. Mi entra in casa come una furia, stringendo i pugni, sporgendo il muso a metà tra l’imbronciato e l’incazzato. Ha una maglietta fin troppo corta che le lascia scoperta una porzione di pelle in girovita. E sulla pelle spicca un livido violaceo a forma di..nocche?
Al centro del salotto, si blocca, si avvita su sé stessa e, indicandosi la faccia dice “Ti pare una cosa accettabile?”
E vedo che sulla guancia destra ha una decalcomania della Citroen, rossa coi bordi neri e chiazze di griglie. Soffoco una risata “Czzo hai fatto?”
“Non ridere! Non sono venuta qui per farmi deridere”
“Ok, scusa” mi trattengo a fatica “Che cosa è successo?”
“Ricordi Roberto?Il tizio palestrato che ho conosciuto l’altro ieri? Ecco, ieri sera siamo usciti. Sai, il tipo, ben piazzato ma non un campione a fare conversazione. Abbiamo consumato una cena macrobiotica a base di insalata e di che cazzo ne so. E questo mi salta fuori che vorrebbe saltare i convenevoli e scoparmi. Ha detto così, sai, scopare. E io che non vedo un cazzo da almeno cinque giorni, gli dico ‘Ok’. Ok, ma il tipo ha la casa allagata e vive con un amico in un appartamento fuori città. Il quale appartamento non si può usare perché, l’amico, lo usa per la sua morosa e, insomma, niente cose.. Allora mi dice “Ho la macchina” spero sia il Suv con cui lo vedo arrivare in palestra. Invece no, la sfiga mi ha marcata stretta ieri sera. Suv dal meccanico. Ma un’utilitaria mezzo scassata, una vecchia citroen di taglia piccola, dove lui ci si strizza come un orso su un triciclo. E sì va in camporella e si saltano i convenevoli. Lui si mette dietro e abbassa i sedili. Poi mi strappa quasi di dosso i pantaloncini e mi piega a novanta. Sembrava una lezione di kamasutra, con me appoggiata al cruscotto, le ginocchia in precario equilibrio e lui da dietro che m’inculava di brutto. Fatto sta che, pompa di qua, pompa di là, le mani scivolano e finisci do faccia contro la griglia dell’aria, che ha un bel simbolo di plastica tagliente. Io dico Ahia, mi fai male! E lui che pompa e pompa senza sosta. E io che grido ancora Mi fai male. E l’idiota cosa fa? Mi tira un pugno sul fianco facendomi scappare l’aria dai polmoni. E pompa e picchia. Poi si è catapultato fuori, rotolando come un cinghiale nel fango e spargendo sperma sull’albero sotto cui eravamo parcheggiati
E, non appena mi sono ripresa un pochino, gli ho assestato una ginocchiata nei coglioni e me ne sono venuta via” e si indica ancora il simbolo Citroen sulla guancia
Rido, non riesco e rido. E lei che mi guarda paonazza in volto, arrabbiatissima e comincia a schiaffeggiarmi e tirare pugni “Stronzo imbecille”. E se ne va via così. E io lì, accartocciato sul tappeto, a ridere come un fesso.
Avevo la mia storia ER da una pagina A4. Mi sono messo alla consolle e cominciato a scrivere. Venti minuti dopo, risuonano alla porta. Eccola lì, come una bambina in procinto di fare capricci, che striscia i piedi per terra e mi guarda con gli occhioni da cerbiatto ferito “Posso stare da te?”
Sì, è stata da me. E sì, abbiamo fatto sesso. Mi sono preoccupato che non ci fossero cose strane appoggiate alla sua guancia mentre la bombavo da dietro.
PS.. Una volta, un amico, mi ha raccontato di un altro amico.. Aveva vissuto un’avventura simile, solo che era una 500 e la decalcomania era quella della FIAT. Aspettavo il momento giusto per raccontarla, trasformandola in qualcos’altro.
Mi chiedo se è mai possibile scrivere un racconto Er nello spazio di una pagina, che non sia una poesia, ovvio. Allora, ispirandomi ai miei più illustri colleghi, cercherò di creare qualcosa che non vada oltre il formato A4 del mio PC
Però, spremi che ti spremi, poi ti fai tutte delle storie nella testa e finisce che non mi fermo più. E la cosa corta diventa un quattro pagine, o cinque, o dieci..
Che si può fare? Lei,lui o l’altro? Tradimenti? Orge? Pulp. Il pulp forse mi riesce meglio. Ma, in questo momento non mi sovviene nulla.
E sono lì che ci penso e.. suonano alla porta. Vado ad aprire. Sulla soglia c’è la mia vicina di casa, Noemi, tipo carino con un bel fondoschiena e delle belle tette. Mi entra in casa come una furia, stringendo i pugni, sporgendo il muso a metà tra l’imbronciato e l’incazzato. Ha una maglietta fin troppo corta che le lascia scoperta una porzione di pelle in girovita. E sulla pelle spicca un livido violaceo a forma di..nocche?
Al centro del salotto, si blocca, si avvita su sé stessa e, indicandosi la faccia dice “Ti pare una cosa accettabile?”
E vedo che sulla guancia destra ha una decalcomania della Citroen, rossa coi bordi neri e chiazze di griglie. Soffoco una risata “Czzo hai fatto?”
“Non ridere! Non sono venuta qui per farmi deridere”
“Ok, scusa” mi trattengo a fatica “Che cosa è successo?”
“Ricordi Roberto?Il tizio palestrato che ho conosciuto l’altro ieri? Ecco, ieri sera siamo usciti. Sai, il tipo, ben piazzato ma non un campione a fare conversazione. Abbiamo consumato una cena macrobiotica a base di insalata e di che cazzo ne so. E questo mi salta fuori che vorrebbe saltare i convenevoli e scoparmi. Ha detto così, sai, scopare. E io che non vedo un cazzo da almeno cinque giorni, gli dico ‘Ok’. Ok, ma il tipo ha la casa allagata e vive con un amico in un appartamento fuori città. Il quale appartamento non si può usare perché, l’amico, lo usa per la sua morosa e, insomma, niente cose.. Allora mi dice “Ho la macchina” spero sia il Suv con cui lo vedo arrivare in palestra. Invece no, la sfiga mi ha marcata stretta ieri sera. Suv dal meccanico. Ma un’utilitaria mezzo scassata, una vecchia citroen di taglia piccola, dove lui ci si strizza come un orso su un triciclo. E sì va in camporella e si saltano i convenevoli. Lui si mette dietro e abbassa i sedili. Poi mi strappa quasi di dosso i pantaloncini e mi piega a novanta. Sembrava una lezione di kamasutra, con me appoggiata al cruscotto, le ginocchia in precario equilibrio e lui da dietro che m’inculava di brutto. Fatto sta che, pompa di qua, pompa di là, le mani scivolano e finisci do faccia contro la griglia dell’aria, che ha un bel simbolo di plastica tagliente. Io dico Ahia, mi fai male! E lui che pompa e pompa senza sosta. E io che grido ancora Mi fai male. E l’idiota cosa fa? Mi tira un pugno sul fianco facendomi scappare l’aria dai polmoni. E pompa e picchia. Poi si è catapultato fuori, rotolando come un cinghiale nel fango e spargendo sperma sull’albero sotto cui eravamo parcheggiati
E, non appena mi sono ripresa un pochino, gli ho assestato una ginocchiata nei coglioni e me ne sono venuta via” e si indica ancora il simbolo Citroen sulla guancia
Rido, non riesco e rido. E lei che mi guarda paonazza in volto, arrabbiatissima e comincia a schiaffeggiarmi e tirare pugni “Stronzo imbecille”. E se ne va via così. E io lì, accartocciato sul tappeto, a ridere come un fesso.
Avevo la mia storia ER da una pagina A4. Mi sono messo alla consolle e cominciato a scrivere. Venti minuti dopo, risuonano alla porta. Eccola lì, come una bambina in procinto di fare capricci, che striscia i piedi per terra e mi guarda con gli occhioni da cerbiatto ferito “Posso stare da te?”
Sì, è stata da me. E sì, abbiamo fatto sesso. Mi sono preoccupato che non ci fossero cose strane appoggiate alla sua guancia mentre la bombavo da dietro.
PS.. Una volta, un amico, mi ha raccontato di un altro amico.. Aveva vissuto un’avventura simile, solo che era una 500 e la decalcomania era quella della FIAT. Aspettavo il momento giusto per raccontarla, trasformandola in qualcos’altro.
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