Sperimentare

di
genere
gay

Odiavo le lezioni di scienze, anche più di quanto odiavo le lezioni in palestra. Almeno in palestra potevo guardare i corpi nudi dei miei compagni di scuola. In scienze dovevo sezionare una rana o prendere in mano lombrichi. Era una cosa sporca.
Un giorno siamo arrivati al capitolo sesso, no, volevo dire riproduzione. Mi venne da sbadigliare perché in quello non c’era più niente di nuovo da imparare. I miei genitori erano dottori ed io sapevo tutto dal primo giorno sul “miracolo della vita”. Sono figlio unico ed i miei genitori erano stati sempre candidi, se non clinici, su più cose incluso il sesso.
La nostra classe doveva comunque sopportare un film (eravamo nei primi anni 70) che mostrava le varie forme di riproduzione della vita. Pensai che ero l'unica persona nella stanza che avesse notato che un feto di pollo assomigliava stranamente ad una creatura umana e viceversa. Mi stravaccai sulla sedia del mio banco, queste erano dopo tutto vecchie notizie.
Il giorno seguente, quando tutte le donne erano state allontanate dalla classe, capii cosa sarebbe successo poi; si sarebbe parlato di “sesso”. Certamente l’insegnante si sarebbe messo in piedi dietro la cattedra, si sarebbe schiarito la voce ed avrebbe intonato: “Ragazzi, è ora che sappiate quello che sta accadendo ai vostri corpi.” Spostò a fatica le sue carte mentre il mio compagno ridacchiava vicino a me. Per i novanta minuti seguenti dovevo ascoltare le cazzate da libro di testo del come stavo diventando un uomo, come non mettere incinta la mia ragazza, cosa fare quando avevo la “spinta”.
Merda, io avevo avuto quella spinta quando avevo 12 anni, la prima volta che ebbi una grande erezione.
Tommy mi si avvicinò sul campo di pallacanestro dopo la scuola e disse: “Che merda, huh?”
“Cosa?”
“Il discorso del professore.”
“Oh, roba inutile.”
“Cosa vuoi dire?” Gli dissi che non avevo imparato niente di nuovo, sapevo già tutto.
Tommy si fece cospiratore; si guardò intorno e poi mi bisbigliò nell’orecchio “Realmente?”
Io accennai col capo e l'invitai a casa mia. Lo portai nella mia camera da letto e gli chiesi se avesse mai fatto sesso. Lui scosse la testa, dicendo di no.
“Vuoi fare un piccolo esperimento con me?” Gli chiesi.
Tommy accennò col capo ma si guardò intorno come se fosse ancora all'aperto a scuola.
“Ok, togliti i vestiti.”
Cominciai col far scivolare via la giacca e lanciandola attraverso la stanza. Continuai aprendo i bottoni della camicia. Guardavo Tommy mentre lo facevo, sfidandolo con lo sguardo e fare come me. Non lo fece ma si leccò le labbra. Capii che voleva che qualche cosa accadesse.
Tommy poi mi sorprese; gettò via la giacca e quasi letteralmente si strappò la camicia. Sorrisi mentre guardavo il suo torace pallido sollevarsi, le sue giovani costole spingevano contro il suo torso. Allungai una mano per toccarlo e lui tremò quando le mie dita lo raggiunsero.
“Sto solo sperimentando.” dissi.
Tommy accennò col capo. Prese la mia camicia per il colletto e la strappò via. Poi le sue dita cominciarono a copiare quello che stavo facendo a lui.
Essere toccato da Tommy era magnifico. Io potevo essere piuttosto ben informato, ma tutta la mia cultura era, come ho detto, clinica.
Presi la faccia di Tommy e vi incollai la mia; sì, lo baciai, lo volevo. E lui mi rese il bacio. Tenemmo le labbra chiuse; cosa diavolo dovevamo sapere?
Eravamo due ragazzi eccitati, da solo in casa mia a torso nudo. Cosa sarebbe successo?
Naturalmente io presi i pantaloni di Tommy e li aprii, glieli tirai giù insieme alle mutande bianche. La sua graziosa erezione gli schiaffeggiò la pancia. Lo spinsi sopra il letto, immediatamente presi il suo uccello in bocca ed lo succhiai. Succhiai con tutta la mia forza e lui mi ricompensò con un boccone di sperma.
Alzai la faccia dal suo inguine e mi asciugai le labbra. “Yum!” Dissi.
Tommy mi fece rotolare sulla schiena, mi tolse pantaloni e mutande e prese il mio cazzo nella sua bocca. Ero così eccitato dall'aver succhiato che mi ci volle solamente un minuto per sparare il mio carico.
Mentre lui si leccava le labbra e si sdraiava accanto a me dissi: “E’ stato un bell’esperimento!”
“Sì, lo è stato.”
Tommy ed io “sperimentammo” regolarmente dopo quella prima volta. Di solito lo facevamo nella mia stanza ma succedeva che avessimo una “spinta” improvvisa ed allora dovevamo trovare un luogo appartato. Ci succhiammo una volta nel garage di Tommy, in un angolo dello spogliatoio un paio di volte. Quegli esperimenti fecero grande quell’anno scolastico.
La famiglia di Tommy si spostava a nord ogni anno per i mesi estivi. Pensai che avrei dovuto accontentarmi del mio pugno e del mio palmo fino a che, all'inizio di luglio una famiglia nuova si trasferì due porte dopo di noi. Siccome mia madre era abituata a dare il benvenuto ai nuovi vicini, li conoscemmo rapidamente. C'erano tre ragazzi nella loro famiglia ed uno aveva la mia età. Il suo nome era Danny ed avrebbe frequentato lo stesso liceo di Tommy e mio. Siccome Danny non conosceva nessuno, lo presi con me per mostrargli i dintorni. Passammo insieme molto tempo quando lui non aiutava la sua famiglia in negozio.
Un venerdì sera d’agosto Danny ed io andammo al cinema. Comprammo i biglietti per vedere “L’avventura del Poseidon” ma invece scivolammo a vedere “Il Padrino.” Sedemmo nell’ultima fila e ci stupimmo della violenza del film. Durante la scena dove Sonny fotte la donna da dietro mi accorsi che mi veniva duro. Poi notai che Danny si stava contorcendo sul suo sedile. Pensando che stava provando la stessa cosa che provavo io, riuscii a mettere una mano sulla sua coscia.
“Cosa stai facendo?” Bisbigliò.
“Shh, sto facendo un esperimento.” Dissi. Cominciai a strofinare la sua gamba soda lasciando che la mia mano arrivare sempre più vicino alla sua attrezzatura. Lo sentii lamentarsi quando il mio mignolo graffiò le sue palle. Poi mise la sua mano sulla mia gamba e cominciò a copiare le mie azioni. In breve i miei occhi stavano guardando lo schermo ma i miei pensieri erano altrove. Mi feci ardito ed afferrai la sua erezione attraverso i jeans; Danny fece lo stesso a me.
Restammo seduti così per molti minuti prima che mi chinassi vicino al suo orecchio e dicessi: “Cosa ne pensi di andarcene e tornare a casa mia?”
Danny accennò col capo ed in breve stavamo camminando verso casa. “Perché stiamo andando a casa tua?” Chiese.
“È venerdì sera.” Risposi. “I miei genitori sono a giocare a bowling e non tornano mai prima di mezzanotte. Puoi chiamare i tuoi genitori e dire che stai da me.”
Danny fu silenzioso per alcuni minuti. “Cosa stiamo andando a fare?”
“Qualsiasi cosa tu voglia. Possiamo continuare a sperimentare.”
Lo condussi nella mia camera da letto e mi sedetti sul letto. Danny si attardò sulla porta. “Qualche cosa che non va?” Chiesi.
Lui alzò le spalle e lo guardai mentre faceva girare gli occhi per la stanza. “Non ho mai fatto niente del genere.” Disse.
Io sorrisi e dissi: “Ecco perché possiamo sperimentare.” Mi tolsi la t-shirt e la lanciai sul pavimento. Danny mi fissò, così mi piegai a togliere scarpe e calze. Poi mi appoggiai ai gomiti e lo guardai sfidandolo con gli occhi a raggiungermi. Danny tornò ad alzare e spalle e si tolse lentamente la giacca (era luglio, perché quel ragazzo portava la giacca?). Stava per appenderla al pomello quando lo fermai. “Aspetta; prima chiudi la porta.”
Danny seguì le mie istruzioni. Quando fummo liberi da qualsiasi potenziale osservatore, fece nervosamente alcuni passi nella stanza avvicinandosi. Indossava una camicia a maniche corte che sbottonò lentamente; la lasciò cadere, si abbassò a togliersi scarpe e calze.
“Non aver paura.” Gli dissi. “Vieni qui.” ed accarezzai il materasso vicino a me.
Si sedette accanto a me ed io misi un braccio intorno alle sue spalle. Danny stava rabbrividendo. “Qualcosa che non va?” Chiesi.
”Voglio farlo ma sono spaventato.”
A quel punto per qualche ragione mi sentii vecchio, volevo essere lì con Danny, volevo sperimentare con Danny. Ma in qualche modo io mi ero messo nella posizione di insegnante ad uno studente ben disposto. Usai ambedue le braccia per abbracciarlo forte. La sua risposta fu avvolgere le sue braccia intorno alla mia vita. Il suo tremito diminuì e sembrava si stesse squagliando in me. Ci mettemmo sulla schiena ed io strofinai la sua schiena e le sue braccia; lui fece lo stesso con me.
Danny fece poi la cosa più straordinaria, alzò la faccia verso la mia e mi baciò, mi baciò davvero, era più del bacio della buona notte. Mi piacque. Mi piacque molto. Baciare Tommy era bello ma con Danny era gioia pura e lussuria. La natura prese il controllo e noi cominciammo a far correre le nostre lingue sui denti dell’altro. Imparammo a come respirare col naso mentre le nostre lingue erano occupate.
Mi disimpegnai dal bacio ed ansai: “Togliamoci i pantaloni.” Danny accennò col capo ed in pochi secondi eravamo ambedue nudi, le nostre erezioni puntavano in fuori, il suo cazzo era lungo approssimativamente come il mio ma il mio era un po’ più grosso; i miei peli pubici erano un po’ più spessi ma meno visibili, probabilmente perché io sono biondo.
Non dicemmo una parola ma passammo alla posizione per succhiarci l'un l'altro. (Imparammo più tardi che questo era un 69.) Nessuno di noi lasciò andare il bastone dell'altro finché non ingoiammo lo sperma.
Danny dormì dietro di me quella sera. Ci svegliammo dopo l’alba e ci rinforzammo con un fiotto di proteina. Ci addormentammo di nuovo finché non sentimmo i miei genitori che ci chiamavano per la colazione.

2

La famiglia di Tommy ritornò in città, prima di allora Danny ed io avevamo “sperimentato” un paio di altre volte ed ogni volta era migliore della precedente. Io stavo sviluppando dei sentimenti profondi per il ragazzo ma non riuscivo a dar loro un nome. Non so se Danny stesse superando la stessa confusione perché non ne abbiamo mai parlato.
Tommy sembrava abbronzato e rilassato. Quando finalmente fummo insieme, lui mi disse che era stato un periodo solitario perché non c'erano ragazzi della sua età. Aveva dovuto passare tutta la sua vacanza con la famiglia e raramente era da solo per potersi prender cura di certe cose (Sapete cosa voglio dire). Voleva che lo facessimo subito.
Io chiusi la porta della camera e gli dissi tutto di Danny. Lui ascoltò intensamente e direi che le mie storie stavano avendo un effetto di indurimento su di lui. Quando ebbi finito, Tommy disse: “Così, sei innamorato di lui?” Sentii la mia faccia arrossire ed alzai le spalle. “Per me va bene. Io penso che sia bello.”
“Realmente?” chiesi. Accennò col capo e disse: “Possiamo sperimentare ora, per favore?”
Tommy ed io ci facemmo due volte pompini l'un l'altro quel giorno. Dopo la seconda volta lui chiese “Quando me lo presenti?” Gli dissi di fare in modo di stare da me venerdì sera, la sera in cui i miei sono fuori.
Danny arrivò a casa mia alle cinque e mezza. Io avevo chiesto ai miei genitori se poteva restare a dormire e loro furono d'accordo. Portai Danny nella mia stanza e gli dissi tutto su Tommy. Aveva un’espressione triste negli occhi mentre ascoltava la mia storia. “Cosa c’è che non va.” Chiesi.
Lui mi guardò e disse “Non so.” Respirò profondamente. “Stavo pensando che non avrei dovuto abbandonarti.”
“Ti piaccio, Danny?” Lui accennò col capo.
“Anche tu mi piaci, ok? L’ho capito non appena ho conosciuto Tommy, lui è un buon amico, ci diciamo tutto. Con te, non so, è diverso. Sicuro, gli dico tutto ma penso a te come come al mio miglior amico. Ha senso?”
Dopo pochi secondi Danny mi gettò le braccia al collo, ci baciammo e lui disse “quelle” parole.
“Anch’io ti amo.” risposi.
Tommy arrivò alle sei e dieci, era eccitato all’idea di incontrare Danny, ma Danny era un po' timido. Andammo in cantina per giocare a ping pong. Notai che Danny si stava sciogliendo con Tommy che stava facendo un lavoro eccellente includendolo in ogni conversazione; pensai che era bello. Alle sei e trentacinque mio papà ci chiamò chiedendoci che tipo di pizza volevamo, ci rendemmo conto che stavamo morendo di fame ed immediatamente discutemmo su cosa volevamo. Decidemmo per salsiccia, funghi, olive nere e formaggio. I miei genitori le ordinarono e se ne andarono dieci minuti più tardi dicendoci di essere disopra quando la pizza sarebbe arrivata.
I miei genitori non cessavano mai stupirmi. avevano ordinato due grandi pizze e tre grossi pezzi di bruschetta, avevano anche lasciato i soldi per l’ordinazione ed una lauta manca per il ragazzo delle consegne. Ci sedemmo intorno al tavolino del soggiorno e mangiammo come se non lo facessimo da una setttimana. Tommy ci tenne allegri con le storie del suo “esilio” (come lui lo chiamava) raccontandoci delle persone che aveva incontrato, imitandone voce ed accento. Non l’avevo mai conosciuto sotto questo aspetto ed era divertente.
Dopo le bruschette eravamo pieni, ma le tre fette di pizza attiravano ed un buon numero di lattine di gazzosa affogarono ogni cosa e da quei teeager che eravamo lasciammo andare alcuni fragorosi rutti. Danny e Tommy mi aiutarono a pulire il soggiorno dopo di che ci sedemmo e Tommy chiese: “Allora, Danny, dimmi di te.”
Improvvisamente dalla bocca di Danny uscì una diarrea di parole e raccontò a Tommy la storia di tutta la sua vita. La maggior parte l’avevo già sentita durante l’ultimo mese ma c'erano alcuni nuovi bocconcini interessanti. Tommy, a sua volta, disse a Danny tutto di se e quando ebbero finito dissi: “Bene, ora le basi sono piene.” e ridemmo.
“Dove ci sistemeremo a dormire?” disse Tommy con un ghigno furbesco sulla faccia. Merda, non ci avevo pensato. Il mio letto era comodo per due, ma per tre? Avevamo però tre sacchi a pelo in casa ed avremmo potuto usarli per dormire sul pavimento.
Presi il comando della situazione: “Vado a prendere i sacchi a pelo e li porto nella stanza.”
Tommy disse: “Andiamo.”
Andammo in solaio e ci vollero alcuni minuti per localizzarli con l'aiuto di una pila. Li lanciai a Danny e Tommy e poi li aprimmo nella mia stanza; Danny disse: “Puà, quando è stata l’ultima volta che sono stati usati?” Era vero, puzzavano di umido ma pensammo che erano meglio di niente.
Tommy, che aveva il sesso in mente, cominciò. Si tolse la camicia e calciò via le scarpe. “Allora, Danny, quante volte l’hai fatto col nostro Carlo?”
“Tommy!”
“Tranquillo, Carlo. Quante volte, Danny?”
Danny arrossì ma disse: “Non so, otto o nove volte.”
“Sono state undici.” Mi lasciai sfuggire.
Tommy guardò Danny e disse: “Devi farmelo.” Cominciò ad aprire i jeans e fu allora che Danny ed io ci togliemmo le camicie, le scarpe e le calze per metterci come lui.
Eravamo solo con le mutande e ci stavamo guardando l'un l'altro, quando Tommy disse: “Misuriamo.”
Presi un righello dal cassetto della scrivania ed improvvisamente mi sentii baldanzoso. Lasciai cadere le mutande e misi il righello sotto il mio uccello, sperando silenziosamente in una conseguenza decente. Lo spinsi con forza contro le mie palle sperando in un centimetro addizionale; quando non riuscii a spingere ulteriormentee, guardai in giù e vidi che il mio cazzo segnava 18 centimetri. Wow!
Tommy mi prese il righello e si tirò giù le mutande. Il suo cazzo era duro e colava. Ma non riusciva ad eguagliare il mio anche se tentò. Diede il righello a Danny che era improvvisamente di nuovo imbarazzato. Tommy (dove aveva imparato a farlo?) si mise in ginocchio e tirò giù le mutande di Danny, prese il righello dalle sue mani e lo misurò. Maledizione la sua erezione era di 19 centimetri.
Io non riuscivo (e non volevo) stare fermo, presi il cazzo di Danny nella mia bocca e me lo spinsi in gola. Sentii due cose: “Oh, sì” da Danny e “oh, merda” da Tommy.
Mentre stavo succhiando Danny sentii la bocca di Tommy intorno alla mia verga. Capii che non sarebbe passato molto prima che Danny volesse un pene in bocca. Il cerchio si chiuse ed era paradisiaco.
E non erano che le nove.

3

Quindi io stavo facendo un pompino a Danny, Tommy stava facendo un pompino a me e Danny lo stava facendo a Tommy e continuammo così per almeno dieci minuti. Poi Tommy tolse la bocca dal mio cazzo duro, disse che era ora di cambiare e si girò a succhiare l'uccello di Danny, questo voleva dire che io mi trovai ad avere la verga di Tommy nella mia bocca mentre Danny metteva la sua saliva sulla mia. La mia camera diventava sempre più calda e non a causa della temperatura.
Tutti ci lamentavamo e gemevamo, io sentii delle dita che giocavano con le mie palle; era una sensazione così bella che ne afferrai un paio anch’io. Tutti e tre diventammo una macchina e le nostre mani vagavano dappertutto. Io misi una mano su una natica e presto sentii la mano di qualcun’altro sulla mia. Ci contorcemmo più vicini e continuammo a succhiare gli uccelli.
Per avvertire Danny tolse le labbra dalla mia erezione gridò “Vengo!” Immediatamente riprese il mio cazzo per tornare a giocare con la mia cappella. Poi sentii Tommy che ingoiava il carico di Danny. Fu il segnale ed io sparai il mio sperma nella gola di Danny. Alcuni secondi più tardi Tommy mi ricompensò con il dolce sapore della sua sborra.
Ci succhiammo l’un l’altro i cazzi mentre si ammorbidivano prima di crollare sulle nostre schiene. Io fissai il soffitto della mia camera ascoltando i respiri affannosi di tre ragazzi che tentavano di ripredere un ritmo di respirazione normale dopo un round di caldo sesso.
Io fui il primo a levarmi a sedere e vidi che i miei amici erano sudati come lo ero io. Emisi una piccola risata e Tommy disse “Cosa c’è di così divertente?”
“Era così caldo che siamo bagnati di sudore.” Danny e Tommy si sedettero ed osservarono la stessa cosa. Tommy disse: “Maledizione, però mi piace sperimentare.” Senza aspettare una risposta disse Danny: “La sperimentazione è la parte buona della scienza.” A quell’uscita cademmo in un parossismo di risate. Rotolammo sui sacchi a pelo ammuffiti e finimmo in un grande abbraccio.
Finimmo per sederci ai piedi del mio letto; io ero tra Danny e Tommy con le loro braccia intorno alle mie spalle. Rimanemmo così a lungo, scambiandoci piccoli baci, finché Tommy non interruppe la magia.
“Ehi, facciamo una doccia tutti insieme.”
Gettai uno sguardo all'orologio sul comodino e vidi che erano solo le 9 ed un quarto. I miei genitori non sarebbero stati a casa prima delle 11, c’era la festa di fine stagione del bowling. Mi alzai e corsi nello sgabuzzo per prendere tre asciugamani. Quando io ritornai Danny e Tommy già erano nel bagno a preparare l’acqua. Misi gli asciugamani sul lavandino e, come un buon figliolo, misi la stuoia sul pavimento vicino al box. Esaminai la temperatura dell’acqua e chiesi: “Quanto vi piace calda, i ragazzi?” aprii il rubinetto ed entrai nel box.
Il mio corpo fu subito bagnato e Danny immediatamente mi seguì. “Non lasciatemi fuori!” Disse Tommy, entrò ed io feci scivolare la porta di vetro chiudendola. Il vapore dell'acqua calda ci circondò e cominciò a salire verso l’aspiratore che avevo messo in funzione.
Afferrai il sapone e cominciai a strofinarlo sul corpo magro di Danny. “Alza le braccia.” Dissi. Lui lo fece ed io notai che non c'era nulla. “Dannazionei, Danny, con tutti quei peli intorno all’uccello perché non ne hai qui?”
“Non so.” Disse alzando le spalle.
Tommy rise: “Cazzo, ragazzi siete stati insieme undici volte e non sapete quello che avete? Oh, indovino che eravate concentrati solo su un'area.”
Cominciammo a guardarci l'un l'altro, eravamo nudi in una doccia dopo aver fatto sesso ed esserci misurati i cazzi duri, Tommy ce l’aveva più corto, 16 centimetri; io ero secondo con 18 e Danny ce l’aveva di 19.
Tommy “vinse” la gara dei peli, il suo cespuglio era lussurrioso, scuro come i capelli sulla sua testa e la doccia l’aveva schiacciato contro la sua pelle. Danny ce l’aveva meno folto. “Carlo” esultò Tommy: “Sembra che tu non ne abbia.” Praticamente non c’era nulla là, anche perché sono poco peloso e biondo; sapevo di avere peli intorno all’uccello ma erano scomparsi grazie alla doccia.
“Sì.” Dissi: “Ma guardate questo, ragazzi.” Alzai orgogliosamente le braccia per far vedere le mie ascelle. Merda! Anche quei peli erano spariti.
Tommy, il bastardo rise. “Bella prova, Carlo” disse alzando le braccia. Dannazione nonostante l’acqua che scendeva a cascata c’era una marea di peli, avrei voluto toccarli e leccarli.
Dopo lo show continuammo ad insaponarci l'un l'altro, dopo esserci risciacquati uscimmo dalla doccia e ci asciugammo.
Nudi ci sdraiammo sopra il mio letto ed io accesi la TV, feci un po’ di zapping ma non c’era nulla di divertente. “Carlo, non hai qualche cosa d’altro?” Chiese Tommy.
“So dove papà tiene i porno.”
Ritornai alla mia stanza con un nastro che avevo già visto, sapevo che avrebbe reso i miei amici caldi ed arrapati. Lo misi nel registratore e tornai al mio posto tra di loro sul letto. Lo feci partire e mi resi conto che Danny non aveva mai visto un porno, ma non sapevo di Tommy.
Dopo cinque minuti di film, Danny si chinò verso di me e mi bisbigliò in un orecchio: “Per favore, Carlo, inculami.” Prese il mio cazzo e mi carezzò con forza.
“Sì, Danny, faglielo diventare duro. Voglio vedervi fottere.”
Guardai Tommy che sorrise e disse “Avanti.”
“Tommy,” Dissi: “Non l'ho mai fatto.”
“Per favore, Carlo!” Implorò Danny.
Tommy posizionò Danny sulla schiena, gli allargò le gambe, gli sputò sul buco e puntò il mio cazzo. Io non sapevo cosa aspettarmi. La testa del mio uccello incontrò della resistenza e vidi Danny fremere di dolore. Tommy ci aiutò allargando le natiche di Danny ed allargandogli di più il buco. La mia verga scivolò dentro. Danny gridò un pò ma per me la sensazione fu grande. Era così caldo e scivoloso là. Lasciai che si abituasse a me prima di iniziare a pompare dentro e fuori. “Oh, Dio, è magnifico.” Aumentai un po' il ritmo e troppo presto sentii la familiare eccitazione.
Danny lo sentì e mi guardò: “Sborrami dentro!” Disse ed lo feci. Precipitai su di lui mentre il mio cazzo eruttatava nel culo del mio amico.
Tommy ci lasciò stare un po' così, poi disse: “Ok, Carlo, ora voglio vedere Danny che ti incula.”
Io scambiai volentieri posizione con Danny ed alzai ed allargai le gambe. Danny prese la sua erezione e spinse passando il mio anello anale. Sentii una scossa di dolore e grugnii, ma come avevo fatto con lui, Danny aspettò che mi abituassi alla nuova sensazione. Ma era ansioso di venire e cominciò a fottermi forte. Sentii le sue palle che schiaffeggiavano contro il mio culo. Lui cominciò a respirare rapidamente e capii che era pronto; emise un lungo lamento e capii che stava per sparare. Non aspettò di aver finito prima di estrarre e scaricò il resto del suo sperma sulle mie palle.
“Oh, ragazzi, che cosa eccitante.”Tommy disse.
Io rimasi a gambe alzate e guardai Tommy: “Sali.”
Tommy non ebbe bisogno di un secondo invito, spinse la sua carne dentro di me con un unico movimento e mi inculò alla morte. Fu una questione di minuti e gridò mentre veniva. Non lo biasimai considerato che stava accarezzandosi mentre guradava me e Danny fottere. Si chinò per baciarmi prima di estrarlo e poi cadde con un tonfo sul letto vicino a me.
“Non so, ragazzi ma io sono contento di quello che abbiamo fatto.” Dissi io. Danny e Tommy furono d'accordo; come potevano non esserlo? Era stata una sera incredibile di sperimentazioni.
di
scritto il
2012-04-10
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