Una splendida giornata (Finale)
di
Aramis
genere
gay
Una serata meravigliosa
Le candele avevano un profumo meraviglioso quando Zac accese l'ultima. Si rivolse a Paolo e vide che stava controllando se lo champagne era abbastanza freddo. I morbidi accappatoi che indossavano lo eccitavano e l'attesa lo stava rendendo impaziente.
"Tutto pronto? " chiese.
“Ancora altri cinque più minuti" rispose Paolo ruotando la bottiglia nel ghiaccio. "Poi ci saremo."
La stanza era più grande di quanto si sarebbero aspettati. Oltre alla vasca calda c’era un grande letto dove passare la notte. Apparentemente il proprietario aveva costruito la stanza dietro insistenza della sua ragazza e l’aveva aperta al pubblico solo dopo che lei lo aveva lasciato per un altro. Il proprietario dava la precedenza ai membri del club e fortunatamente Zac e Paolo lo erano.
"Ero dannatamente preoccupato quando l’inserviente ci ha fermati", disse Zac. "Pensavo volessero buttarci fuori”
"No, avevo nascosto troppo bene la bottiglia, non l’avrebbe mai trovata." Essendo solo diciannovenni, i due erano sottoposti alle regole dell’università che prevedevano l’espulsione per chi fosse stato scoperto a bere.
Zac si avvicinò a Paolo da dietro e l'afferrò intorno alla vita, pigiando le labbra sul collo dell’innamorato.
"Sono così eccitato", mormorò mentre gli leccava il collo.
" Hmmm Mmmm ", rispose Paolo ridacchiando. "Lo puoi dire. È così o dovrei chiederti perché punti una pistola contro il mio culo."
Zac rise e facendolo ruotare vide che Paolo aveva slegato la cintura dell’accappatoio mettendo in mostra il suo corpo e la sua erezione. Prese al volo il suggerimento ed aprì il suo accappatoio. Le parti anteriori dei loro corpi si pigiarono l'una contro l'altra mentre le loro labbra si incontravano. Squisito, pensò Zac, quando sentì il caldo pulsare delle loro erezioni unite.
"Ed ora stappiamolo” bisbigliò Paolo mordendogli le labbra. Zac sorrise furbescamente e guardò in giù alla virilità di Paolo. "Un po’ troppo presto, non pensi?" Paolo ghignò e disse "Lo champagne, idiota"
“Facciamolo" disse Zac prendendo i bicchieri. Paolo fece saltare il sughero e l'effervescenza dello champagne eruttò dalla bottiglia. Rapidamente, per non far cadere nulla del costoso liquido sul pavimento, Zac porse i bicchieri permettendo a Paolo di riempirli. Riposto il Dom Perignon nel secchio, Paolo prese il suo bicchiere e rubò un bacio al suo innamorato. Centellinarono lo spumante e commentarono le bolle che salivano in superficie; l’impianto stereofonico stava suonando il loro CD preferito e l’aroma delle candele riempiva la stanza. Era una notte chiara e serena e la luce delle stelle che riempiva il soffitto di vetro sembrava guardare con favore la loro unione.
Paolo e Zac si guardarono negli occhi e sorrisero. Era ora di proseguire, era tempo per loro di spostare la loro passione da sensazione a realtà. Era tempo di fare l’amore.
"Per noi?" disse Zac gesticolando verso la vasca con idromassaggio che c’era nell'angolo.
"Certamente", rispose Paolo e si diressero verso la vasca.
Senza aspettare oltre lasciarono cadere gli accappatoi sul pavimento ed avanzarono nell’acqua calda e ribollente. Le loro attenzioni andarono immediatamente all'altro quando si trovarono avvolti nel vapore che saliva dall'acqua. Si sedettero uno di fronte all’altro con gli occhi che esprimevano una passione senza parole. Lentamente si mossero uno verso l'altro raggiungendo l'abbraccio che tanto insistentemente desideravano.
Si presero le bocche, le loro labbra si unirono e le loro lingue penetrarono l'altro. L'acqua schizzava contro i loro corpi che rabbrividivano di gioia. Paolo fece la prima mossa e cominciò a graffiare il torace di Zac, come per segnare il suo territorio, dicendo al mondo che Zac gli apparteneva. Si abbassò sul corpo amato fino a raggiungere quel torace che tanto adorava, prendendo un capezzolo nella sua bocca e succhiandovi il piacere.
Spostando in basso la bocca il suo viso incontrò l'acqua ribollente; si immerse a cercare il tesoro che l'attendeva. Zac, con il viso contorto dal piacere, fece galleggiare il suo corpo mentre le mani del suo innamorato lo guidavano sempre di più verso l'alto. Presto la sua virilità sorse da sotto la superficie dell’acqua come la prora di una nave. L’oggetto non rimase abbandonato a lungo perchè Paolo assorbì l'attrezzo nella sua bocca, prendendo dentro avidamente ogni centimetro nel suo rabbioso desiderio.
Zac ansò quando sentì che stava riempiendo la gola dell’amico, il tracciare delicato della lingua sul suo attrezzo, una mano che accarezzava i suoi testicoli e li faceva rotolare nella loro borsa. Un rivolo di saliva scese dalla bocca di Zac quando gorgogliò di gioia per il piacere che il suo corpo stava ricevendo. Ma non doveva succedere troppo presto e si rimosse dall'abbraccio della bocca di Paolo.
Paolo guardò in su e vide l'espressione di gioia sulla faccia del suo innamorato. Era un'espressione che aveva riempito i suoi risvegli e pensieri notturni, era quello che voleva più di qualsiasi cosa, far felice l'uomo che amava tanto. Ritornò alle labbra e prese la bocca del suo compagno.
Zac copiò presto il suo compagno nell'offrire il servizio orale e di nuovo il piacere fu interrotto all'orlo dell’orgasmo, ancora una volta si fermarono prima che fosse troppo tardi, ma non potevano stare separati.
"Sono affamato", bisbigliò Paolo salutando la bocca di Zac con la sua. Zac sorrise. "Ci sono fragole ricoperte di cioccolato" annunciò afferrando la scatola sul bordo della vasca.
Mise la prima delicatezza in bocca e si piegò per dividere il boccone col suo amore: le labbra di Paolo incontrarono le sue per assaporare il dolce ma sapendo che la parte più dolce erano le labbra che lo contenevano e l’amore con cui l’offrivano. La fragola fu consumata ma le loro labbra continuarono a gustarsi. Ora era l'altra persona che stimolava la fame ed il desiderio, ambedue cedettero volentieri alle loro passioni, con le lingue e le bocche mentre le loro mani carezzavano e stringevano il corpo dell’altro.
Delicatamente Paolo abbandonò la bocca del suo innamorato e si alzò dalla vasca. Piano bisbigliò nell'orecchio di Zac che sorrise. Paolo prese il suo accappatoio e lo mise vicino l'orlo del letto dopo di che si mise i cuscini a sostenergli il collo. Zac uscì dalla vasca e, selezionata una fragola particolarmente appetitosa, la inserì tra le natiche, dopo di che si spostò piano fino al viso di Paolo. Tubò di piacere quando Paolo consumò il boccone tra le sue gambe. A completamento del pasto Paolo e Zac si scambiarono, ora era la volta di Paolo di alimentare Zac. I lamenti dalla bocca di Paolo fecero sapere a Zac che le sue attenzioni erano ben accettate.
Gli innamorati ben presto stavano baciandosi di nuovo, mescolando dolcemente i loro fiati. A completamento presero uno il culo dell’altro nella vasca lasciando che le loro virilità esplodessero nell'altro.
Rimasero quindi accoccolati fino a che il corrugamento della loro pelle non disse che era ora di uscire dal bagno. Dopo essersi asciugati volsero le loro attenzioni al grande letto che quasi riempiva la stanza.
"È troppo grande", bisbigliò Paolo portandoci sopra il suo innamorato. " È possibile che mi ci perda."
"Prometto di tenerti abbracciato tutta la notte", rispose Zac stringendo a se il corpo del suo amore "E non mi perderai mai."
"Stavo pensando di liberarmi del mio letto" disse Zac guardando negli occhi Paolo. “Non l'ho usato mai dopo tutto." Quello che diceva era vero, loro erano stati insieme nel letto di Paolo dal primo giorno ed avevano espresso il desiderio di non cambiare mai.
"Non facciamolo" disse Paolo muovendo canzonatoriamente la lingua nell'orecchio di Zac. "Cosa accadrebbe se il mio letto crollasse? " Ambedue sorrisero, nel calore del fare l’amore l’avevano fatto cigolare frequentemente, il letto dopo tutto era stato costruito per un solo occupante.
"Credo che dovremo dormire sul pavimento", rispose Zac rendendo le morsicature all’orecchio di Paolo. "Non sarebbe così male." Paolo guardò negli occhi di Zac e disse ansante. "Dovunque dormiamo può essere meraviglioso finché ti posso stringere tra le braccia". Le loro bocche si incontrarono ancora perché sapevano essere vero. Qualunque cosa accadesse loro, loro avrebbero sempre avuto l’altro.
Mentre la notte avanzava ed i loro corpi venivano rinfrescati dalla mollezza del fare l’amore, i giovani innamorati si trovarono presto ad occuparsi del membro dell’altro. La passione eruttò nelle loro bocche mentre bevevano la dolcezza del loro seme aumentato dal cioccolato, dalle fragole e dallo champagne. Mai prima di allora i loro palati erano stati così soddisfatti.
Come ritornarono uno di fianco all’altro i loro corpi erano sazi. Ma la loro sete era insaziabile, un fiume di desiderio fluiva attraverso i loro corpi mentre erano dolcemente allacciati. Braccia e gambe erano intrecciate, unite come in una cosa sola. Questo era il significato di amore, essere allacciati alla persona che si ama per sempre.
Coperto dell’umidità dei loro desideri, era dalla bocca di Zac che uscirono le prime parole.
"Ti amo, Paolo" la sua voce era poco più di un bisbiglio.
"Ti amo, Zac"i loro visi erano accesi da sorrisi mentre i loro baci diventavano più morbidi e più dolci.
Zac si girò sulla schiena a vedere il soffitto pieno di stelle, Paolo lo abbracciò e lo tenne stretto, i loro toraci erano ancora ansanti.
Allora Zac vide una stella cadente. "Guarda!" disse attirando l'attenzione del compagno. Paolo vide una piccola striscia attraversare il cielo chiaro.
"Esprimiamo un desiderio" bisbigliò. Si guardarono negli occhi consapevoli che quello che desideravano sarebbe stata la stessa cosa. Le loro labbra si incontrarono ancora a conferma del desiderio. Ognuno di loro voleva l’altro.
"Vedo una bella casa", disse Zac mentre continuava a baciarlo. "Molti alberi ed una strada che conduce ad un piccolo villaggio."
"E cosa altro? " chiese Paolo carezzando via i capelli dagli occhi di Zac e baciandogli dolcemente la fronte.
"Tu avrai il tuo studio da medico in una parte della casa ed io il mio da ingegnere, vivremo là e felici per sempre." Rimasero silenziosi a lungo. “Manca ancora qualche cosa" disse Paolo ansiosamente.
"Beh" chiese un confuso Zac guardando il suo innamorato. "Cosa potremmo volere di più per rendere migliori le nostre vite?"
Paolo si morse un labbro, non sapeva come dirlo. I suoi occhi erano umidi per l'emozione che sentiva. Trattenendo il respiro emise le parole del suo desiderio.
"Un bambino?"
Zac lo guardò negli occhi e lui vide la persona più meravigliosa al mondo. Qualcuno che stava piangendo e che aveva bisogno della sua promessa. Paolo stava chiedendogli di prendere l'ultimo impegno, ed era un impegno che Zac voleva prendere disperatamente. Una famiglia. Poi tutto sarebbe stato veramente perfetto.
"Oh... sì... sì" disse Zac mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi, poi pigiò le sue labbra sopra la bocca di Paolo per baciarlo appassionatamente. Per molto tempo i loro dolci baci si mischiarono alle lacrime di gioia, sapevano che avevano fatto una promessa che sarebbe durata per sempre, e per sempre cominciando da quella sera.
Esausti lentamente si addormentarono, i loro corpi erano di nuovo allacciati rilassati nel sonno. Il domani avrebbe portato lezioni e studio e la vita dell’università. Ma stanotte era per amare… e stanotte sarebbe durata per sempre....
Le candele avevano un profumo meraviglioso quando Zac accese l'ultima. Si rivolse a Paolo e vide che stava controllando se lo champagne era abbastanza freddo. I morbidi accappatoi che indossavano lo eccitavano e l'attesa lo stava rendendo impaziente.
"Tutto pronto? " chiese.
“Ancora altri cinque più minuti" rispose Paolo ruotando la bottiglia nel ghiaccio. "Poi ci saremo."
La stanza era più grande di quanto si sarebbero aspettati. Oltre alla vasca calda c’era un grande letto dove passare la notte. Apparentemente il proprietario aveva costruito la stanza dietro insistenza della sua ragazza e l’aveva aperta al pubblico solo dopo che lei lo aveva lasciato per un altro. Il proprietario dava la precedenza ai membri del club e fortunatamente Zac e Paolo lo erano.
"Ero dannatamente preoccupato quando l’inserviente ci ha fermati", disse Zac. "Pensavo volessero buttarci fuori”
"No, avevo nascosto troppo bene la bottiglia, non l’avrebbe mai trovata." Essendo solo diciannovenni, i due erano sottoposti alle regole dell’università che prevedevano l’espulsione per chi fosse stato scoperto a bere.
Zac si avvicinò a Paolo da dietro e l'afferrò intorno alla vita, pigiando le labbra sul collo dell’innamorato.
"Sono così eccitato", mormorò mentre gli leccava il collo.
" Hmmm Mmmm ", rispose Paolo ridacchiando. "Lo puoi dire. È così o dovrei chiederti perché punti una pistola contro il mio culo."
Zac rise e facendolo ruotare vide che Paolo aveva slegato la cintura dell’accappatoio mettendo in mostra il suo corpo e la sua erezione. Prese al volo il suggerimento ed aprì il suo accappatoio. Le parti anteriori dei loro corpi si pigiarono l'una contro l'altra mentre le loro labbra si incontravano. Squisito, pensò Zac, quando sentì il caldo pulsare delle loro erezioni unite.
"Ed ora stappiamolo” bisbigliò Paolo mordendogli le labbra. Zac sorrise furbescamente e guardò in giù alla virilità di Paolo. "Un po’ troppo presto, non pensi?" Paolo ghignò e disse "Lo champagne, idiota"
“Facciamolo" disse Zac prendendo i bicchieri. Paolo fece saltare il sughero e l'effervescenza dello champagne eruttò dalla bottiglia. Rapidamente, per non far cadere nulla del costoso liquido sul pavimento, Zac porse i bicchieri permettendo a Paolo di riempirli. Riposto il Dom Perignon nel secchio, Paolo prese il suo bicchiere e rubò un bacio al suo innamorato. Centellinarono lo spumante e commentarono le bolle che salivano in superficie; l’impianto stereofonico stava suonando il loro CD preferito e l’aroma delle candele riempiva la stanza. Era una notte chiara e serena e la luce delle stelle che riempiva il soffitto di vetro sembrava guardare con favore la loro unione.
Paolo e Zac si guardarono negli occhi e sorrisero. Era ora di proseguire, era tempo per loro di spostare la loro passione da sensazione a realtà. Era tempo di fare l’amore.
"Per noi?" disse Zac gesticolando verso la vasca con idromassaggio che c’era nell'angolo.
"Certamente", rispose Paolo e si diressero verso la vasca.
Senza aspettare oltre lasciarono cadere gli accappatoi sul pavimento ed avanzarono nell’acqua calda e ribollente. Le loro attenzioni andarono immediatamente all'altro quando si trovarono avvolti nel vapore che saliva dall'acqua. Si sedettero uno di fronte all’altro con gli occhi che esprimevano una passione senza parole. Lentamente si mossero uno verso l'altro raggiungendo l'abbraccio che tanto insistentemente desideravano.
Si presero le bocche, le loro labbra si unirono e le loro lingue penetrarono l'altro. L'acqua schizzava contro i loro corpi che rabbrividivano di gioia. Paolo fece la prima mossa e cominciò a graffiare il torace di Zac, come per segnare il suo territorio, dicendo al mondo che Zac gli apparteneva. Si abbassò sul corpo amato fino a raggiungere quel torace che tanto adorava, prendendo un capezzolo nella sua bocca e succhiandovi il piacere.
Spostando in basso la bocca il suo viso incontrò l'acqua ribollente; si immerse a cercare il tesoro che l'attendeva. Zac, con il viso contorto dal piacere, fece galleggiare il suo corpo mentre le mani del suo innamorato lo guidavano sempre di più verso l'alto. Presto la sua virilità sorse da sotto la superficie dell’acqua come la prora di una nave. L’oggetto non rimase abbandonato a lungo perchè Paolo assorbì l'attrezzo nella sua bocca, prendendo dentro avidamente ogni centimetro nel suo rabbioso desiderio.
Zac ansò quando sentì che stava riempiendo la gola dell’amico, il tracciare delicato della lingua sul suo attrezzo, una mano che accarezzava i suoi testicoli e li faceva rotolare nella loro borsa. Un rivolo di saliva scese dalla bocca di Zac quando gorgogliò di gioia per il piacere che il suo corpo stava ricevendo. Ma non doveva succedere troppo presto e si rimosse dall'abbraccio della bocca di Paolo.
Paolo guardò in su e vide l'espressione di gioia sulla faccia del suo innamorato. Era un'espressione che aveva riempito i suoi risvegli e pensieri notturni, era quello che voleva più di qualsiasi cosa, far felice l'uomo che amava tanto. Ritornò alle labbra e prese la bocca del suo compagno.
Zac copiò presto il suo compagno nell'offrire il servizio orale e di nuovo il piacere fu interrotto all'orlo dell’orgasmo, ancora una volta si fermarono prima che fosse troppo tardi, ma non potevano stare separati.
"Sono affamato", bisbigliò Paolo salutando la bocca di Zac con la sua. Zac sorrise. "Ci sono fragole ricoperte di cioccolato" annunciò afferrando la scatola sul bordo della vasca.
Mise la prima delicatezza in bocca e si piegò per dividere il boccone col suo amore: le labbra di Paolo incontrarono le sue per assaporare il dolce ma sapendo che la parte più dolce erano le labbra che lo contenevano e l’amore con cui l’offrivano. La fragola fu consumata ma le loro labbra continuarono a gustarsi. Ora era l'altra persona che stimolava la fame ed il desiderio, ambedue cedettero volentieri alle loro passioni, con le lingue e le bocche mentre le loro mani carezzavano e stringevano il corpo dell’altro.
Delicatamente Paolo abbandonò la bocca del suo innamorato e si alzò dalla vasca. Piano bisbigliò nell'orecchio di Zac che sorrise. Paolo prese il suo accappatoio e lo mise vicino l'orlo del letto dopo di che si mise i cuscini a sostenergli il collo. Zac uscì dalla vasca e, selezionata una fragola particolarmente appetitosa, la inserì tra le natiche, dopo di che si spostò piano fino al viso di Paolo. Tubò di piacere quando Paolo consumò il boccone tra le sue gambe. A completamento del pasto Paolo e Zac si scambiarono, ora era la volta di Paolo di alimentare Zac. I lamenti dalla bocca di Paolo fecero sapere a Zac che le sue attenzioni erano ben accettate.
Gli innamorati ben presto stavano baciandosi di nuovo, mescolando dolcemente i loro fiati. A completamento presero uno il culo dell’altro nella vasca lasciando che le loro virilità esplodessero nell'altro.
Rimasero quindi accoccolati fino a che il corrugamento della loro pelle non disse che era ora di uscire dal bagno. Dopo essersi asciugati volsero le loro attenzioni al grande letto che quasi riempiva la stanza.
"È troppo grande", bisbigliò Paolo portandoci sopra il suo innamorato. " È possibile che mi ci perda."
"Prometto di tenerti abbracciato tutta la notte", rispose Zac stringendo a se il corpo del suo amore "E non mi perderai mai."
"Stavo pensando di liberarmi del mio letto" disse Zac guardando negli occhi Paolo. “Non l'ho usato mai dopo tutto." Quello che diceva era vero, loro erano stati insieme nel letto di Paolo dal primo giorno ed avevano espresso il desiderio di non cambiare mai.
"Non facciamolo" disse Paolo muovendo canzonatoriamente la lingua nell'orecchio di Zac. "Cosa accadrebbe se il mio letto crollasse? " Ambedue sorrisero, nel calore del fare l’amore l’avevano fatto cigolare frequentemente, il letto dopo tutto era stato costruito per un solo occupante.
"Credo che dovremo dormire sul pavimento", rispose Zac rendendo le morsicature all’orecchio di Paolo. "Non sarebbe così male." Paolo guardò negli occhi di Zac e disse ansante. "Dovunque dormiamo può essere meraviglioso finché ti posso stringere tra le braccia". Le loro bocche si incontrarono ancora perché sapevano essere vero. Qualunque cosa accadesse loro, loro avrebbero sempre avuto l’altro.
Mentre la notte avanzava ed i loro corpi venivano rinfrescati dalla mollezza del fare l’amore, i giovani innamorati si trovarono presto ad occuparsi del membro dell’altro. La passione eruttò nelle loro bocche mentre bevevano la dolcezza del loro seme aumentato dal cioccolato, dalle fragole e dallo champagne. Mai prima di allora i loro palati erano stati così soddisfatti.
Come ritornarono uno di fianco all’altro i loro corpi erano sazi. Ma la loro sete era insaziabile, un fiume di desiderio fluiva attraverso i loro corpi mentre erano dolcemente allacciati. Braccia e gambe erano intrecciate, unite come in una cosa sola. Questo era il significato di amore, essere allacciati alla persona che si ama per sempre.
Coperto dell’umidità dei loro desideri, era dalla bocca di Zac che uscirono le prime parole.
"Ti amo, Paolo" la sua voce era poco più di un bisbiglio.
"Ti amo, Zac"i loro visi erano accesi da sorrisi mentre i loro baci diventavano più morbidi e più dolci.
Zac si girò sulla schiena a vedere il soffitto pieno di stelle, Paolo lo abbracciò e lo tenne stretto, i loro toraci erano ancora ansanti.
Allora Zac vide una stella cadente. "Guarda!" disse attirando l'attenzione del compagno. Paolo vide una piccola striscia attraversare il cielo chiaro.
"Esprimiamo un desiderio" bisbigliò. Si guardarono negli occhi consapevoli che quello che desideravano sarebbe stata la stessa cosa. Le loro labbra si incontrarono ancora a conferma del desiderio. Ognuno di loro voleva l’altro.
"Vedo una bella casa", disse Zac mentre continuava a baciarlo. "Molti alberi ed una strada che conduce ad un piccolo villaggio."
"E cosa altro? " chiese Paolo carezzando via i capelli dagli occhi di Zac e baciandogli dolcemente la fronte.
"Tu avrai il tuo studio da medico in una parte della casa ed io il mio da ingegnere, vivremo là e felici per sempre." Rimasero silenziosi a lungo. “Manca ancora qualche cosa" disse Paolo ansiosamente.
"Beh" chiese un confuso Zac guardando il suo innamorato. "Cosa potremmo volere di più per rendere migliori le nostre vite?"
Paolo si morse un labbro, non sapeva come dirlo. I suoi occhi erano umidi per l'emozione che sentiva. Trattenendo il respiro emise le parole del suo desiderio.
"Un bambino?"
Zac lo guardò negli occhi e lui vide la persona più meravigliosa al mondo. Qualcuno che stava piangendo e che aveva bisogno della sua promessa. Paolo stava chiedendogli di prendere l'ultimo impegno, ed era un impegno che Zac voleva prendere disperatamente. Una famiglia. Poi tutto sarebbe stato veramente perfetto.
"Oh... sì... sì" disse Zac mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi, poi pigiò le sue labbra sopra la bocca di Paolo per baciarlo appassionatamente. Per molto tempo i loro dolci baci si mischiarono alle lacrime di gioia, sapevano che avevano fatto una promessa che sarebbe durata per sempre, e per sempre cominciando da quella sera.
Esausti lentamente si addormentarono, i loro corpi erano di nuovo allacciati rilassati nel sonno. Il domani avrebbe portato lezioni e studio e la vita dell’università. Ma stanotte era per amare… e stanotte sarebbe durata per sempre....
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