Il mio primo pompino
di
TATONE
genere
incesti
Ero giovane, quando me lo fecero, e avvenne in casa.
Mia madre è sempre stata molto leggera, papà, era spesso via per lavoro, e nel suo letto, in sua assenza, ci finivano altri maschi, amici di famiglia, due cognati, e suo fratello maggiore.
Quest'ultimo, a dire delle zie sarebbe il mio papà genetico, e devo dire che la somiglianza c'è.
Sin da piccolo, mi sono abituato, a vedere passare per casa uomini, spesso venivo allontanato, e mandato da vicini o parenti, ma a volte, rimanevo in cameretta a giocare, e la sentivo ridere, e poi a volte urlare di piacere.
Crescendo, avevo capito che io padre era un cornuto, felice, e lei una grandissima troia.
Al ritorno dai suoi viaggi, lo seppi dopo, lei gli raccontava tutto, con chi, come, e quando, il tutto mentre lui la scopava come un pazzo.
In paese eravamo la famiglia strana, papà sulla bocca di tutti, come un grande cornuto, lei chiaramente come una grande vacca, e io il figlio bastardo, ma non avevano capito nulla.
Quando iniziai ad avere le prime erezioni, ero impacciato, e non capivo molto di cosa dovessi fare, fù mia madre, che un giorno mi vide nudo sul letto, con il cazzo duro, e con la cappella ancora chiusa, lo toccavo, ma mi faceva molto male quando cercavo di scappellarlo, la pelle era ancora dura.
Entrò, e si sedette al mio fianco, io cercai di coprirmi mi ero spaventato, e lei mi disse, di stare tranquillo, che ero il suo bimbo e mi chiese cosa stesse succedendo.
Dopo il mio racconto, lei mi sorrise, e mi accarezzò i capelli, tranquillo tesoro c'è la mamma, mi ricordo che indossava una vestaglietta corta, che faceva vedere parte delle sue magnifiche cosce e intravedevo le mutandine, e ad un tratto, fece aprire un poco la vestaglia, e vidi sbucare un seno, e potei ammirare il suo turgido capezzolo.
La sola vista, mi fece indurire ancora di più il cazzo, mamma lo prese in mano, la sua mano calda, mi procurò un brivido, iniziò lentamente a masturbarmi, forzando un poco, e il dolore si ripresentò, ma iniziavo a bagnarmi, mi guardò dritto negli occhi, e di colpo, un colpo secco, mi sverginò il cazzo.
Il dolore e il bruciore erano forti, lei si abbassò e lo prese in bocca, e lo succhiò, e lo leccò.
Non dico due, ma un minuto e le sborrai in bocca, i miei primi schizzi di sperma, poco, a confronto di quanto ne buttai i mesi successivi, ma fù stupendo.
Ingoiò tutto, e mi disse, ora puoi masturbarti come tutti i tuoi compagni, segarti fino a svenire, e se hai problemi vieni da mè.
Passai la settimana seguente a spararmi una quantità di seghe pazzesca poi un giorno, arrivò uno dei suoi amanti, e incuranti di mè, iniziarono a fare sesso, e io di nascosto, li spiavo, la vedevo succhiare il cazzo al tipo, e lui gemere, poi venirle in bocca e lei bere tutto, poi, non contenta, riceverlo tutto nel culo, e farsi svangare per una mezz'ora.
La sera non ce la feci, e mentre lei era in camera sua, io entrai, era nuda seduta sul letto, intenta a smaltarsi le unghie dei piedi, così vidi la sua figa, aperta e il cazzo si drizzò.
Lei rise, lo sapevo me lo aspettavo, dai siediti, e continuò a smaltarsi le unghie, spogliati porcello, e in un attimo ero nudo, lei posò il pennellino, e mi disse di mettermi in piedi davanti a lei, e così, mi imbocco il cazzo, e con il solo movimento della testa iniziò il mio primo pompino.
La lingua mi lambiva i testicoli, e mi guardava con i suoi meravigliosi occhi, non venire tesoro, resiti, se farai come ti dico io ti insegnerò molte cose, e così, cercai di resistere il più possibile, ma ad un tratto, mi disse, ora ti faccio sborrare, lo succhiò un po' più forte, e le venni in bocca, con maggior quantità e consistenza.
Dopo aver bevuto il mio seme, mi disse, siediti e guarda, aprì le sue meravigliose gambe e mi mostrò in tutta la sua bellezza la sua figa, senza peli, liscia, roseo, minuta, con le dita la allargò, e il suo buchino sembrava piccolo, la osservai, lei rise, ti chiederai come possa entrare un coso grosso qui vero? e rise.
Si annuii, abbi pazienza che te lo mostrerò, più avanti, ora segati guardandola, e vai a letto porco, lo presi in mano, lo strinsi e mi feci una sega spaziale, e sborrai un paio di getti sulle sue cosce, ora vai, a letto maialino, e ci andai a malincuore.
Ma non riuscivo a prendere sonno, quando lei entrò nuda, non dormi porcello, no dissi mamma non ci riesco, allora lei spostò le coperte, lo prese in bocca e iniziò a pomparmi con la bocca, e a stringere i testicoli, e le venni in bocca pochi minuti dopo, è sempre più buona mi disse e andò incamera sua, e io mi addormentai.
Mia madre è sempre stata molto leggera, papà, era spesso via per lavoro, e nel suo letto, in sua assenza, ci finivano altri maschi, amici di famiglia, due cognati, e suo fratello maggiore.
Quest'ultimo, a dire delle zie sarebbe il mio papà genetico, e devo dire che la somiglianza c'è.
Sin da piccolo, mi sono abituato, a vedere passare per casa uomini, spesso venivo allontanato, e mandato da vicini o parenti, ma a volte, rimanevo in cameretta a giocare, e la sentivo ridere, e poi a volte urlare di piacere.
Crescendo, avevo capito che io padre era un cornuto, felice, e lei una grandissima troia.
Al ritorno dai suoi viaggi, lo seppi dopo, lei gli raccontava tutto, con chi, come, e quando, il tutto mentre lui la scopava come un pazzo.
In paese eravamo la famiglia strana, papà sulla bocca di tutti, come un grande cornuto, lei chiaramente come una grande vacca, e io il figlio bastardo, ma non avevano capito nulla.
Quando iniziai ad avere le prime erezioni, ero impacciato, e non capivo molto di cosa dovessi fare, fù mia madre, che un giorno mi vide nudo sul letto, con il cazzo duro, e con la cappella ancora chiusa, lo toccavo, ma mi faceva molto male quando cercavo di scappellarlo, la pelle era ancora dura.
Entrò, e si sedette al mio fianco, io cercai di coprirmi mi ero spaventato, e lei mi disse, di stare tranquillo, che ero il suo bimbo e mi chiese cosa stesse succedendo.
Dopo il mio racconto, lei mi sorrise, e mi accarezzò i capelli, tranquillo tesoro c'è la mamma, mi ricordo che indossava una vestaglietta corta, che faceva vedere parte delle sue magnifiche cosce e intravedevo le mutandine, e ad un tratto, fece aprire un poco la vestaglia, e vidi sbucare un seno, e potei ammirare il suo turgido capezzolo.
La sola vista, mi fece indurire ancora di più il cazzo, mamma lo prese in mano, la sua mano calda, mi procurò un brivido, iniziò lentamente a masturbarmi, forzando un poco, e il dolore si ripresentò, ma iniziavo a bagnarmi, mi guardò dritto negli occhi, e di colpo, un colpo secco, mi sverginò il cazzo.
Il dolore e il bruciore erano forti, lei si abbassò e lo prese in bocca, e lo succhiò, e lo leccò.
Non dico due, ma un minuto e le sborrai in bocca, i miei primi schizzi di sperma, poco, a confronto di quanto ne buttai i mesi successivi, ma fù stupendo.
Ingoiò tutto, e mi disse, ora puoi masturbarti come tutti i tuoi compagni, segarti fino a svenire, e se hai problemi vieni da mè.
Passai la settimana seguente a spararmi una quantità di seghe pazzesca poi un giorno, arrivò uno dei suoi amanti, e incuranti di mè, iniziarono a fare sesso, e io di nascosto, li spiavo, la vedevo succhiare il cazzo al tipo, e lui gemere, poi venirle in bocca e lei bere tutto, poi, non contenta, riceverlo tutto nel culo, e farsi svangare per una mezz'ora.
La sera non ce la feci, e mentre lei era in camera sua, io entrai, era nuda seduta sul letto, intenta a smaltarsi le unghie dei piedi, così vidi la sua figa, aperta e il cazzo si drizzò.
Lei rise, lo sapevo me lo aspettavo, dai siediti, e continuò a smaltarsi le unghie, spogliati porcello, e in un attimo ero nudo, lei posò il pennellino, e mi disse di mettermi in piedi davanti a lei, e così, mi imbocco il cazzo, e con il solo movimento della testa iniziò il mio primo pompino.
La lingua mi lambiva i testicoli, e mi guardava con i suoi meravigliosi occhi, non venire tesoro, resiti, se farai come ti dico io ti insegnerò molte cose, e così, cercai di resistere il più possibile, ma ad un tratto, mi disse, ora ti faccio sborrare, lo succhiò un po' più forte, e le venni in bocca, con maggior quantità e consistenza.
Dopo aver bevuto il mio seme, mi disse, siediti e guarda, aprì le sue meravigliose gambe e mi mostrò in tutta la sua bellezza la sua figa, senza peli, liscia, roseo, minuta, con le dita la allargò, e il suo buchino sembrava piccolo, la osservai, lei rise, ti chiederai come possa entrare un coso grosso qui vero? e rise.
Si annuii, abbi pazienza che te lo mostrerò, più avanti, ora segati guardandola, e vai a letto porco, lo presi in mano, lo strinsi e mi feci una sega spaziale, e sborrai un paio di getti sulle sue cosce, ora vai, a letto maialino, e ci andai a malincuore.
Ma non riuscivo a prendere sonno, quando lei entrò nuda, non dormi porcello, no dissi mamma non ci riesco, allora lei spostò le coperte, lo prese in bocca e iniziò a pomparmi con la bocca, e a stringere i testicoli, e le venni in bocca pochi minuti dopo, è sempre più buona mi disse e andò incamera sua, e io mi addormentai.
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