7 -Ancora lui...
di
Ludovica e Luigi
genere
trio
La prima notte a casa di Roberto e Patrizia.
Dopo pranzo , senza che mi fosse stato detto o ordinato, misi a posto la cucina volendo dare prova di aver capito quali fossero i miei compiti e doveri. I due coniugi mi dissero di raggiungerli nella loro camera non appena avrei ultimato il mio compito. Così, prima di salire da loro, andai nella mia stanza per pulirmi i denti, fare un bidet e massaggiarmi viso, mani e braccia con la mia crema per il corpo. La porta della loro camera era chiusa per cui bussai ed attesi la risposta. Roberto mi diede il permesso di entrare ed aprii la porta. Lo trovai sul letto matrimoniale, nudo. Patrizia non era accanto a lui. Feci finta di non far caso a quel particolare e mi portai ai piedi del letto in attesa che lui mi parlasse. Non mi disse nulla per circa 5 minuti e rimasi in attesa che qualcosa accadesse.Fui scossa dai miei interrogativi dalla voce di Patrizia che proveniva dall'attiguo bagno: " Ludovica, vieni dentro e chiudi la porta alle tue spalle". Solerte, mi mossi per avvicinarmi alla porta. Mentre mi apprestavo ad entrare, Roberto mi lanciò un messaggio: " non la deludere; è il primo compito importante e la prima prova veramente decisiva per mostrarle la tua sottomissione". Non aggiunse altro ed aprii la porta , subito chiudendola alle mie spalle. Dentro, potei notare la sontuosita`e la raffinatezza di quel bagno. Dopo seppi che era il suo bagno personale , in quanto Roberto ne aveva uno tutto suo. Era una stanza di almeno 20 metri quadri, con mobili raffinati , una vasca idromassaggio, specchi enormi in due pareti, piatto doccia di circa 3 metri quadri. Due panche in legno in tinta con le pareti, sanitari di gran pregio e biancheria, tovaglie, teli ben riposti in un armadio aperto senza ante. Patrizia era seduta sulla tazza,completamente nuda. Mi disse, senza esitare, di inginocchiarmi davanti a lei e di attendere. Era chiaro che stava espletando il più complesso dei bisogni fisiologici.Mi sentii a disagio e sicuramente sorpresa. Si accorse del mio turbamento e con voce e tono imperiosi mi disse che dovevo abituarmi a quella realtà di assistere ad ogni suo bisogno fisiologico. Aggiunse che per lei era importante che io non fossi sconvolta da quella realtà e che avrei appreso immediatamente quali sarebbero stati i miei compiti. Detto ciò, appoggiò entrambe le mani sulle mie spalle, alzandosi, così che il mio viso fu davanti al suo ventre quando fu in piedi. L'effluvio che avvertii era inequivocabile ma non espressi alcuna reazione. Mi disse di baciarle le labbra della fica: tamponai con baci lievi il vello scuro che ricopriva il suo monte di venere ed inalai profondamente gli effluvi che provenivano dalla sua fica ed, inevitabilmente, dalla tazza sulla quale era stata seduta. Si spostò di poco e costrinse con la mano sul capo ad abbassarmi quel poco verso il gabinetto in modo che potessi guardarvi dentro. Stetti immobile fin quando mi disse di alzarmi. Poi mi indicò il rotolo della carta igienica: capii che dovevo provvedere per pulirle l'ano. Lo feci con sufficiente tranquillità, come se si trattasse di pulire il mio. Lei seguiva tutte le mie mosse e scrutava le reazioni sul mio viso. Quando ebbi portato al termine quel compito le mostrai il candore della superficie dello strato della carta ed attesi. Approvò con un cenno del capo , mi disse di liberarmi di essa nel cesto. Quindi, mi ordinò di farle il bidet. Attesi che si sedesse sul sanitario per poi afferrare il flacone della soluzione intima fisiologica e procedere. Patrizia, mi disse senza remore che dovevo usare la lingua per pulirla. Non fiatai neanche: quando si curvo` novanta gradi sul bidet, mi inginocchiai ed, agendo sulle natiche per divaricarle sufficientemente, infilai il viso tra di esse cercando di raggiungere con la lingua la rosetta bruna.Non lesinai alcun impegno neanche quando, inevitabilmente, avvertii il gusto e l'odore che ne scaturiva. Parossisticamente, cominciai a leccare senza concentrarmi ne` sull'uno ne` sull'altro. A lungo la leccai e la ripulii. In quel momento ricordai alcune frasi della conversazione che avevo carpito nel b&b qualche giorno prima: Roberto le aveva risposto che sarebbe stato compito suo assoggettarmi a qualcosa. Ecco di cosa parlavano.
Quando ritenne completa la mia opera di pulizia, si girò e sedette sul bidet, quindi mi scostò appoggiando un piede sulla mia faccia e spingendomi per alzarsi. Si girò verso di me e mi sussurrò che da quel momento in poi avrebbe abbandonato l'uso del bidet... per poi aggiungere con un sorriso sardonico:
"e...non solo...del bidet".
Abbassai il capo anche per non mostrare la mia umiliazione. Prese una spazzola dalle setole dure da un ripiano, mi afferrò per il collo, tenendomi ferma, e mi torturo` seni e capezzoli con quell'arnese. Non emisi lamento e mi mandò via nella mia stanza esplodendo a denti stretti: " prima o poi sentirò la tua voce che esprima dolore: stanne certa.
Dopo pranzo , senza che mi fosse stato detto o ordinato, misi a posto la cucina volendo dare prova di aver capito quali fossero i miei compiti e doveri. I due coniugi mi dissero di raggiungerli nella loro camera non appena avrei ultimato il mio compito. Così, prima di salire da loro, andai nella mia stanza per pulirmi i denti, fare un bidet e massaggiarmi viso, mani e braccia con la mia crema per il corpo. La porta della loro camera era chiusa per cui bussai ed attesi la risposta. Roberto mi diede il permesso di entrare ed aprii la porta. Lo trovai sul letto matrimoniale, nudo. Patrizia non era accanto a lui. Feci finta di non far caso a quel particolare e mi portai ai piedi del letto in attesa che lui mi parlasse. Non mi disse nulla per circa 5 minuti e rimasi in attesa che qualcosa accadesse.Fui scossa dai miei interrogativi dalla voce di Patrizia che proveniva dall'attiguo bagno: " Ludovica, vieni dentro e chiudi la porta alle tue spalle". Solerte, mi mossi per avvicinarmi alla porta. Mentre mi apprestavo ad entrare, Roberto mi lanciò un messaggio: " non la deludere; è il primo compito importante e la prima prova veramente decisiva per mostrarle la tua sottomissione". Non aggiunse altro ed aprii la porta , subito chiudendola alle mie spalle. Dentro, potei notare la sontuosita`e la raffinatezza di quel bagno. Dopo seppi che era il suo bagno personale , in quanto Roberto ne aveva uno tutto suo. Era una stanza di almeno 20 metri quadri, con mobili raffinati , una vasca idromassaggio, specchi enormi in due pareti, piatto doccia di circa 3 metri quadri. Due panche in legno in tinta con le pareti, sanitari di gran pregio e biancheria, tovaglie, teli ben riposti in un armadio aperto senza ante. Patrizia era seduta sulla tazza,completamente nuda. Mi disse, senza esitare, di inginocchiarmi davanti a lei e di attendere. Era chiaro che stava espletando il più complesso dei bisogni fisiologici.Mi sentii a disagio e sicuramente sorpresa. Si accorse del mio turbamento e con voce e tono imperiosi mi disse che dovevo abituarmi a quella realtà di assistere ad ogni suo bisogno fisiologico. Aggiunse che per lei era importante che io non fossi sconvolta da quella realtà e che avrei appreso immediatamente quali sarebbero stati i miei compiti. Detto ciò, appoggiò entrambe le mani sulle mie spalle, alzandosi, così che il mio viso fu davanti al suo ventre quando fu in piedi. L'effluvio che avvertii era inequivocabile ma non espressi alcuna reazione. Mi disse di baciarle le labbra della fica: tamponai con baci lievi il vello scuro che ricopriva il suo monte di venere ed inalai profondamente gli effluvi che provenivano dalla sua fica ed, inevitabilmente, dalla tazza sulla quale era stata seduta. Si spostò di poco e costrinse con la mano sul capo ad abbassarmi quel poco verso il gabinetto in modo che potessi guardarvi dentro. Stetti immobile fin quando mi disse di alzarmi. Poi mi indicò il rotolo della carta igienica: capii che dovevo provvedere per pulirle l'ano. Lo feci con sufficiente tranquillità, come se si trattasse di pulire il mio. Lei seguiva tutte le mie mosse e scrutava le reazioni sul mio viso. Quando ebbi portato al termine quel compito le mostrai il candore della superficie dello strato della carta ed attesi. Approvò con un cenno del capo , mi disse di liberarmi di essa nel cesto. Quindi, mi ordinò di farle il bidet. Attesi che si sedesse sul sanitario per poi afferrare il flacone della soluzione intima fisiologica e procedere. Patrizia, mi disse senza remore che dovevo usare la lingua per pulirla. Non fiatai neanche: quando si curvo` novanta gradi sul bidet, mi inginocchiai ed, agendo sulle natiche per divaricarle sufficientemente, infilai il viso tra di esse cercando di raggiungere con la lingua la rosetta bruna.Non lesinai alcun impegno neanche quando, inevitabilmente, avvertii il gusto e l'odore che ne scaturiva. Parossisticamente, cominciai a leccare senza concentrarmi ne` sull'uno ne` sull'altro. A lungo la leccai e la ripulii. In quel momento ricordai alcune frasi della conversazione che avevo carpito nel b&b qualche giorno prima: Roberto le aveva risposto che sarebbe stato compito suo assoggettarmi a qualcosa. Ecco di cosa parlavano.
Quando ritenne completa la mia opera di pulizia, si girò e sedette sul bidet, quindi mi scostò appoggiando un piede sulla mia faccia e spingendomi per alzarsi. Si girò verso di me e mi sussurrò che da quel momento in poi avrebbe abbandonato l'uso del bidet... per poi aggiungere con un sorriso sardonico:
"e...non solo...del bidet".
Abbassai il capo anche per non mostrare la mia umiliazione. Prese una spazzola dalle setole dure da un ripiano, mi afferrò per il collo, tenendomi ferma, e mi torturo` seni e capezzoli con quell'arnese. Non emisi lamento e mi mandò via nella mia stanza esplodendo a denti stretti: " prima o poi sentirò la tua voce che esprima dolore: stanne certa.
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