Prime esperienze di un frocetto part.2

di
genere
gay

Prima di andare in chiesa a confessarmi decisi di andare a casa a cambiarmi e lavarmi anche perchè che mi ero sborrato nella mutandine mentre il papà del mio amico mi toccava il culo e mi limonava. Durante la doccia pensai spesso al piacere provato nel sentirmi penetrare il buchino dalla punta del dito, e desideravo sperimentare nuovi piaceri e non fuggire ogni occasione che mi capitava anche se fosse stata con un prete. Così dopo la doccia indossai un paio di pantaloncini che risaltavano il mio culetto, arrivato in chiesa eravamo rimasti in pochi a dover ancora adempiere alla confessione e di proposito mi feci passare davanti cosi da essere l'ultimo ad entrare in sagrestia, anche il prete s'accorse che dopo di me non c'era più nessuno. In ginocchio con lui seduto vicino iniziare raccontare i soliti peccatucci, poi come lui di solito faceva inizio ad alzarsi e a girare mentre in ginocchio continuavo a raccontare, spesso lo faceva per non metterci in imbarazzo e per fare in modo che raccontassimo liberamente i nostri peccati o problemi. Iniziai a raccontare che gli amici mi prendevano in giro dicendo che avevo voce e culo da femmina, ero sicuro che me l'avrebbe guardato e inarcai la schiena sporgendo il culetto, mi consigliò di non ascoltarli ma non disse che non era vero, mi sentivo i suoi occhi sul lato b e aggiungi che qualche bulletto iniziava a provarci palpandomi come si fa con le femmine. Mi chiese se guardavo le ragazze o se ne avessi una che mi piaceva e risposi di no, poi mi domando se guardavo i giornaletti porno e ammisi il peccato e poi mi chiese se li guardavo con gli amici. Gli raccontai frottole per fargli credere che ero un frocetto navigato, senza far nomi gli raccontai che il problema era questo, dopo i giornaletti si eccitavano e tiravano fuori i cazzi che io dovevo masturbare, iniziavano a toccarmi il culetto e se da soli, insistevano e spesso finiva che li succhiavo per farli sborrare, mi accorsi di far effetto quando il don cambio voce dopo un colpo di tosse e mi disse che con quei pantaloncini eccitavo anche lui e mi accarezzo il culo, mi piaceva farmi toccare da una persona importante come lui e abbassai il pantaloncino, infilò la mano sotto lo slip, arrivò a toccarmi presto il buchino forzandolo e mi entro tutto con un grosso dito, "sei molto stretto, lo hai bollente ma stretto, rilassati" senti una cosa fredda penetrarmi era una candela che mi lascio nel culetto mentre mi rimetteva apposto il pantaloncino. mugolavo per il piacere, si rialzo, io ero sempre ginocchio, mi si appoggio dietro e lo senti eccitato, duro sul collo, ma pensai che era pur sempre un prete, invece mi disse. per il perdono girati e fai la penitenza, mi girai, alzò la tunica e gli vidi il cazzone duro, vieni piccolo fammi vedere come sei bravo, mi inginocchi lo baciai prima sul sul pube coperto di peli grigi, riabbassò la tunica e sotto fu buio, presi coraggio e inizia il pompino, aveva il cazzo grosso come quello già succhiato nel primo pomeriggio, di diverso era la cappella, questa era a fungo non aveva punta e pensai che se avessi potuto scegliere come primo cazzo nel culo sarei andato dal papà del mio amico. Se qualcuno fosse entrato in quel momento in sagrestia non mi avrebbe visto sotto la tunica del parroco, lo avrebbe solo visto un po' rosso in viso e sudato. Si volle sedere lo seguì senza lasciare l'uccello, da seduto allargo le gambe e gli leccai spesso anche le palle flaccide e lunghe, era difficile da far sborrare, pensai perchè sarà vecchio, poi mi passo una candela e mi disse di mettergliela nel culo durante il pompino, aveva tanto pelo ma appesa preso il buco la candela entro tutta facilmente e il don mi sborrò in bocca quasi subito. pensai fosse finito, invece uscito da sotto la gonna mi volle vicino tutto nudo, mi succhio le tettine acerbe e poi mi leccò il cazzo prima di infilarselo in bocca, lo avevo durissimo, mi tirò a se toccandomi le natiche come se volesse mangiarmi l'uccello, s'accorse che avevo ancora la candela nel culo e mi scopò, mi piaceva e sborrai anch'io facilmente ma non smetteva il pompino e il pene inizio a farmi male, mi lamentai e mi lascio con la candela che uscendomi dal culetto cadde a terra e si ruppe. Ricomposti, mi disse che voleva propormi tra i partecipanti alla prova dei tre giorni, nel seminario del vicino paese, era gestito dai frati e se avessi poi proseguito li le scuole anche senza la vocazione ne avrei giovato per il futuro lavorativo. Entusiasta di provare accettai, però mi disse che prima avrei dovuto andare a letto con lui, "di bocca sei bravo si vede che ne hai succhiati tanti", invece solo due pensai ma stetti zitto, "ma con calma e tempo ti devo provare dietro". Quella notte non presi sonno, meditai che dovevo starci col prete e sapevo che la sua capocchia a fungo mi avrebbe fatto male, se fosse riuscito ad infilarmelo nel culo cosa che dubitavo, mi alzai presi una grossa carota a punta e me ne tornai a letto, ma era fredda di frigor, impossibile infilarmela, allora presi dal cesto della frutta due banane una piccolina acerba, tornato a letto me la infilai piano nel culo e l'altra in bocca, pensai all'incredibile giornata passata e m'addormentai sognando il prete e il papà del mio amico che mi facevano culo e bocca contemporaneamente.
scritto il
2021-11-18
1 2 K
visite
5
voti
valutazione
6
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.