Prime esperienze di un frocetto part.4

di
genere
gay

Stranamente la terza e ultima notte in seminario fu tranquilla, forse perchè tornammo tutti a dormire nei grandi cameroni con tutti gli altri bimbi. Confesso che dopo le prime ore di sonno, passai il resto della notte col culetto scoperto sperando arrivasse un frate a scoparmi. Il mattino preparammo le nostre cose per il ritorno a casa, ci fu detto che se volevamo fare le scuole medie da loro bastava dirlo ognuno al proprio parroco, ci fu data una lettera in busta chiusa che dovevamo consegnare personalmente al nostro prete. Tornato al paese mi recai in parrocchia e consegnai la lettera, la apri subito e gli diede un occhiata veloce e subito mi disse che mi voleva al più presto confessare e ci accordammo per un pomeriggio in canonica, compresi che mi voleva finalmente scopare. Tornai dagli amici, che mi trovarono cambiato, uno mi confesso che girava voce tra loro che fossi un frocetto e che in seminario se non eri più che maschio ti facevano diventare gay, io dissi che non era vero nulla e che parlavano per invidia. Comunque percepii anchio di essere cambiato, soprattutto se ero vicino ad uomini robusti e maturi diventavo una puttanella vogliosa e non capivo più niente, pensavo al loro corpo peloso e a come potevano avere il cazzo. Successe cge nei ultimi giorni di scuola che ci preparavano agli esami di quinta, iniziai a desiderare il maestro di matematica, era un omone grande e grosso proveniente dal sud, si diceva avesse fatto il pugile da giovane, iniziai a fine lezione ad andare alla cattedra col libro aperto , facendo l'oca che non aveva capito la lezione o il compito da fare a casa, e gli mettevo una mano sulla coscia mentre mi spiegava. Un giorno fui più deciso, quel mattino, mi ricordo indossava un pantalone beige a coste sottili e gli guardai il bozzo da sotto la cattedra tutta la mattina, ero sicuro lo avesse grosso, come al solito mi fu facile mettergli la mano sulla coscia, gli spiegai cosa non avevo capito, la mia mano iniziava ad essere appoggiata sempre più su sulla coscia, quando tutti i compagni erano usciti, ero arrivato il cima, sulla vetta del cazzo, era enorme e semiduro, impossibile liberarlo col il prof seduto, ma il suo silenzio era a mio favore. Lo sbottonai e infilai la mano trovandolo caldo e incurvato. Dai un giro di chiave alla porta mi disse il maestro, sculettai felice e chiusi, sapevo di avere solo un 10 minuti prima che i bidelli iniziassero a pulire le aule. Al ritorno il suo pantalone era più aperto e lui meno piegato in avanti e cosi anche se era seduto riusci a scoprirgli la grossa cappella dallo slip e a farlo uscire per metà, era grosso per le mie manine, lo scapucciai del tutto segandolo all'ingiù, lo segavo e lui mi tasto parecchio il culo, ma lo volevo succhiare! Si alzo e dalla patta aperta gli usci tutto il cazzo, una grossa e lunga verga piegata all'ingiù per il peso e umida di presborra per la sega, lo presi a fatica in bocca, gli feci purtroppo in fretta un pompino super con ingoio, volevo diventasse mio per altre occasioni, desideravo andarci a letto, un cazzone cosi mi avrebbe reso al cento per cento femmina. Il giovedì andai a confessarmi dal prete vestito da frocetto con pantaloncino sgambato braccialetti e collanine che mi piaceva sempre mettere, ero pronto e desideroso di riceverlo nel culetto, lo trovai solo in casa, camminandogli davanti salendo le scale sapevo di eccitarlo se sculettavo, ma era anziano non dovevo fargli venire un infarto e dovetti frenare la femmina che era in me. Stranamente volle iniziare una vera confessione, solo quando mi disse di raccontargli quel che mi era successo nella prova dei tre giorni in seminario che cambiò, mi volle senza pantaloncini e mutandine mentre in ginocchio raccontavo e confessavo, non lo vedevo mi girava dietro ma ero certo che si stesse masturbando, spesso ansimava e durante il racconto mi chiedeva spesso,ti è piaciuto? oppure ne volevi ancora? aspettandomi di avere presto il suo cazzo in bocca mi eccitai anchio e mi disse di farmi una sega, lo sbirciai e vidi che era nudo con solo una corta tunica, aveva il pene duro e paonazzo per una corda che aveva legato stretto alla base del cazzo. Ora fai la penitenza ragazzo! mi si inginocchio dietro e me lo mise tutto nel culo, prega chiedi il perdono a mani giunte mi disse, mi prese lui il cazzo duro e mi sego mentre mi scopava, durò tanto finche si slego l'uccello e sentii la sborrata salirmi in culo e gli sborrai tra le mani, il mio buchino gli serrò il pene e non usci finche fu molle. Si lecco le dita piene della mia sborra bianchissima, non dobbiamo lasciare tracce ho un collega sospettoso, e poi per me questa è una medicina mi sussurrò, dopo mi volle carponi su un mobiletto e mi lecco in profondità il culo che eruttava il suo stesso seme. Prima di andarmene volle baciarmi, ma non a stampo volle che lo facessimo con le lingue, prima lui entrò prepotente nella mia bocca poi volle che fosse la mia linguetta ad entrare per giocare nella sua ma io un bacio cosi avrei voluto farlo col mio barbuto maestro!.....PS il racconto sulla sorella non è mio
scritto il
2022-03-19
7 . 5 K
visite
1 0
voti
valutazione
5.6
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.