Maria e Monica - Settimo capitolo (finale)
di
Miss Serena
genere
dominazione
Settimo Capitolo
Il giorno successivo è uno dei peggiori di tutta la mia vita.
Monica si sveglia prima di me e mi prende a calci prima di slegarmi e farsi leccare a lungo i piedi. Si reca poi in bagno e, dopo aver fatto i suoi bisogni, si fa leccare in mezzo alle gambe per ripulirsi al meglio. Mi toglie il plug solo lo stretto tempo necessario per farmi andare di corpo, quindi mi riporta in camera per 'vestirmi'.
“Voglio che chiunque entri oggi in casa sappia che sei la mia sissy.” mi dice mentre sceglie cosa farmi indossare “Devo non solo umiliarti e punirti per quello che hai fatto, che sei una puttanella era fin troppo chiaro, ma non avrei mai pensato che ti facessi un'amante a mia insaputa.”
“Monica, io non so cosa mi abbia preso ... non volevo ferirti” cerco di replicare ,ma lei mi colpisce con un forte ceffone in pieno viso.
“Taci cagna ! Inizierò a riempirti quel buco di culo di merda che hai, quindi piegati e apritelo bene.” Mi giro e, dandole le spalle, mi sistemo a novanta, le mie mani afferrarono le chiappe spingendole verso l'esterno, mentre Monica sceglie l'attrezzo col quel sodomizzarmi.
“Questo è troppo piccolo, questo è solo pesante.” mormora come se stesse parlando da sola “Ecco questo qui potrebbe andar bene.”
Si dirige quindi verso di me con un grosso plug dotato di una lunga coda, che inizia ad infilarmi nel culo senza nessuna dolcezza.
“Ahh così mi fai male.” cerco di parlare, ma lei poggia il palmo della mano sul plug mentre con l'altra mi tira per i capelli per spingerlo con più forza.
“Allora non ci siamo capite ! Devi tacere ! E visto che non lo capisci con le buone mi costringi ad usare le cattive.”
Prende allora una pallina di gomma che mi fissa alla bocca con una cinghiettina, impedendomi di fatto di proferire qualsiasi parola.
“Ora vediamo di vestirti per quello che sei, una schiava puttana rottinculo.”
Monica mi fa indossare un bustino di pelle che strinse con tutte le sue forze facendomi quasi mancare il respiro, a quello mi fa attaccare delle calze nere e concluse l’opera con dei sandali di vernice nera con tacco a spillo di 15cm prima di farmi sedere per truccarmi. Usa in abbondanza tinte molto forti completando il tutto con un rossetto rosso fuoco col quale mi disegna delle labbra che sembravano nate solo per prendere in bocca dei gran cazzi.
Ma vedermi in quello stato così scandaloso non le basta, così m'ammanetta le mani dietro la schiena per poi mettermi dei morsetti legati da una catenella ai capezzoli, e finendo con un piccolo grembiule trasparente che lascia vedere la forzata clausura del mio pene.
“Sì !” esclama contenta “Adesso sei proprio perfetta, una gran sissy degna di me !” Prendendomi per i capelli mi trascina per la stanza prima di fermarsi davanti al comò. “Ora devo pensare a me, ho una gran voglia di cazzi.”
La guardo mentre indossa un push-up in pizzo che quasi non le arriva ai capezzoli, lo slip che sceglie è tanto sgambato da sembrare quasi un perizoma, e le calze sono dello spessore minimo con la balza che fa risaltare ancor di più le sue bellissime gambe. “Ora pensiamo a coprirci.”
Lo dice sorridendo mentre infila una vestaglia nera leggerissima che lascia bene vedere il suo intimo.
“Prendimi il cellulare servetta.” mi ordina mentre si sdraia sul letto.
Avendo le mani ammanettate dietro non mi è facile eseguire il suo ordine, ma ci riesco credendo in una ricompensa, invece lei mi caccia dalla camera dicendo che dove chiamare qualche 'uomo degno di tale nome'.
Dopo una mezz’oretta sento suonare il campanello di casa, ma rimango immobile più per la vergogna che per la volontà di farlo. Monica allora s’affaccia dalla porta della camera gridandomi di tutto.
“Schiava che cazzo fai vai ad aprire o ti frusto fino a domani !”
Così a fatica vado alla porta di casa che apro facendo entrare un uomo di colore dall’aspetto possente che non mi degna che d’una occhiata veloce.
“Monica non sapevo avessi una serva tanto devota.” le dice dirigendosi verso di lei.
“Sì John, è la mia sissy, ma ora non parliamo di lei, ho voglia di te.” gli risponde abbracciandolo prima di portarlo in camera “E tu vieni a vedere come gode una vera donna quando è con un vero uomo.”
Una volta in camera si lanciano nel sesso più sfrenato mentre io rimango sulla porta a guardarli. Monica lo spoglia in tutta fretta per poi inginocchiarsi davanti a lui ed iniziare a succhiargli il cazzo, che anche se non sono vicina, capisco che dev'essere di notevoli dimensioni, ben maggiori delle mie. Lo spompina tanto che lui le viene in bocca quasi senza accorgersene, ma mia moglie gli dà solo un attimo per riprendersi e riprende subito a fargli sentire la bocca fino a quando a John non torna duro. Allora Monica si sdraia sul letto, sfila le mutandine e l’invita con parole non proprio da educanda a prenderla.
“Dai vieni qua e scopami, ho tanta voglia di cazzo che tu non puoi neanche immaginare …”
Lui non si fa certo pregare ed in un attimo le è sopra, iniziando a scoparla come un ossesso. Più lei gode più lui accelerava il ritmo facendo letteralmente sobbalzare il letto. D’istinto cerco d’allungare le mani sul cazzo senza ovviamente riuscirci in alcun modo. Vederla godere come una selvaggia mi fa piacere, ma vorrei essere in qualche maniera partecipe del suo piacere. Invece Monica pensa solo a sè stessa ed anche quando John le viene dentro, lei non perde tempo a rimettergli in sesto il membro mettendosi poi a pecorina con la faccia rivolta verso di me.
“Ora mettimelo nel culo !” quasi gli ordina Monica “Ma devi farmelo sentire tutto e bene, quindi sfondami senza pietà.”
L’uomo è quasi sorpreso da tanta voglia, ma davanti ad un sedere così bello come quello di mia moglie non si tira certo indietro, e la prende con tutta la forza di cui era capace.
“Sii così ... spaccamelo tutto, voglio godere del tuo gran cazzo sino in fondo.”
“Certo che oggi sei proprio insaziabile !” sento dire John mentre l'incula “Ma quant'è che non scopi ?”
“Tanto ma oggi voglio recuperare ... continua così che mi piace sempre di più.”
Lei lo incita in continuazione senza mai togliermi lo sguardo e allora capisco la mia punizione. A Monica non interessa niente di quell’uomo, vuole solo farmi vedere che è in grado di farsi scopare come a da chi voleva, mentre io dipendo completamente da lei e dai suoi capricci. Si comporta come la peggiore delle puttane solo per farmi male, riuscendoci completamente. Sono quasi schifata nel vederla così ad invocare in continuazione il cazzo di quell'uomo, che nonostante tutto vorrei anche un po' per me. Perché è innegabile che al suo posto vorrei esserci io, non certo con Michele che ormai considero un vile, ma con qualunque maschio dotato di una bella mazza. Solo dopo che lui le riempie anche il culo di sperma lei mi chiama a sè per farmi sdraiare sul letto, per poi mettermi in faccia i suoi buchi grondanti di sborra che mi sporcarono il viso. John si riveste e senza dire nulla esce da casa sentendosi forse usata da quella donna così poco sensibile al piacere altrui.
Dopo John Monica chiama altri due suoi amanti e con ognuno di loro ripete le stesse scene, solo l’ultimo mi degna di qualche commento poco carino, per poi dedicarsi alla vera donna di casa. Quello che più mi fa male è il suo sguardo fisso su di me quando quegli uomini la scopano, anche se le sue parole esprimono piacere, il volto dice cose ben diverse, più simili alla rabbia che al godimento.
Dopo che il terzo uomo se ne va via mi toglie la pallina di bocca e mi guarda con un misto di disprezzo e amore che non mi fa più capire nulla.
“Andiamo di là in sala.” mi dice come se la sua persona fosse lontanissima.
La trovo seduta in poltrona ancora nuda, le gambe leggermente accavallate e le mani tengono nervosamente una sigaretta.
“Allora felice dello spettacolo ?” mi chiede con tono sprezzante ed anche un po’ ironico.
“Amore non capisco io …”
”Tu sei anche scema oltre che troia !” mi urla in faccia “Perché credi abbia fatto tutto ciò, per piacere ? O per rabbia e vendetta ?”
Mi butto ai suoi piedi chiedendo ancora una volta perdono per il mio sbaglio, ma lei dolcemente mi prende la testa per posarla sulle sue gambe.
“Vedi Maria io un po’ ti capisco” mi dice accarezzandomi con amore i capelli “Tu stai vivendo una fase di cambiamento molto profondo. Solo vorrei che tu ti fidassi di più di me. Sai che non ti farei mai male di proposito solo per il piacere di ferirti, ma mi sono sentita tradita da chi amo di più a questo mondo e questo mi ha ferita nel profondo. E non sapendo cosa fare ho rimediato ad un tuo sbaglio facendone uno anch’io, forse non più grande ma più grave perché fatto usando il cervello. Quindi ora sono io a chiederti scusa.”
Finisce di parlarmi con le lacrime agli occhi e, colpita nel profondo dalle sue parole, l’abbraccio con tutte le mie forze stringendola come una bambina che si è appena fatta male cadendo dallo scivolo. Non so per quanto rimaniamo così, ma quando ci stacchiamo siamo felici di esserci ritrovate. Monica mi slega e con cura mi toglie il plug dal culo ed io preparo una gran cena in poco tempo che mangiamo seduti a tavola di nuovo insieme.
Quindi mi comunicò che sarebbe andata a dormire perché sfinita e che io avrei riposato nella mia camera. Vorrei chiederle di togliermi anche per un solo minuto la cintura di castità, ma non ne ho il coraggio credendo che avrei tirato troppo la corda. Ma in cuor mio so che il giorno dopo sarebbe stato uno di quelli speciali.
La mattina di domenica mi sveglio molto presto volendo farle trovare una bella colazione ed una sissy degna di tale nome. In cucina mi sbrigo in fretta conoscendo molto bene i suoi gusti, poi vado in bagno per lavarmi e truccarmi in maniera leggera ma molto femminile.
Quando il caffè è pronto preparo un vassoio, dove metto anche dei biscotti al burro ricoperti di marmellata di ciliegie, ed un bel bicchiere di spremuta d’arance. La sveglio dandole dei piccoli baci sui piedi e quando Monica apre gli occhi mi manda un bacio con la mano prima di avventarsi famelica sul vassoio.
“Oggi voglio vedere se hai capito le lezioni di questi giorni.” mi dice mentre mangiava “Devi solo fidarti di me e non aver paura, sei d’accordo ?”
”Certo amore, vedrai che non ti deluderò.” le rispondo convinta del suo amore nei miei confronti. Lei finisce la colazione per poi alzarsi e prendere il completino che le avevo preso per fare la sorpresa a Michele.
“Vai di là e mettilo insieme a delle belle calze e dei sandali col tacco, e aspetta che io ti chiami per tornare qui, devo prepararmi e voglio farlo da sola.”
“Ma Monica è tuo e so quanto ci tieni, insomma io …” balbetto impacciata.
“Maria va e indossalo per me punto e basta.” mi risponde baciandomi la fronte.
Così prendo i suoi indumenti e me ne vado nella mia cameretta per indossarli, scelgo un paio di calze nuove con dei ricami floreali sul dietro, ed un bel paio di sandali che avevo messo poche volte.
Aspetto più di mezz’ora seduta sul letto col cuore in gola fino quando non mi chiama, e con un po’ d’emozione faccio quei pochi passi che mi separavano da lei. Quando apro la porta rimango di stucco nel vedere mia moglie vestita come una perfetta Mistress. E' coperta di pelle lucida nera ed ogni capo esaltava la sua bellezza. Guepiere, slip, guanti, calze e stivali sono aderenti al suo corpo come se fossero una seconda pelle.
Vedendomi ferma come una statua di marmo Monica decide di venirmi incontro per poi accarezzarmi il collo.
“Allora signorina vogliamo rimanere ferme tutto il giorno ?” mi dice prendendomi in giro. “Sì … cioè no … è che io … ecco …”
Non riesco a dire due parole in fila con un senso compiuto folgorata come sono dal vederla così bella e dominante.
“Se non riesci a parlare stai zitta che è meglio. Solo dimmi se ti fidi di me e se farai tutto ciò che ti chiederò.”
”Sì certo, certissima.”
“Bene allora vieni con me.” mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
Monica mi porta sul letto dove mi lega le caviglie all’inguine stringendomi i polpacci contro le cosce, poi prende un bastone che fissa vicino ai piedi in modo che non possa chiudere le gambe. Infine mi ammanetta le mani dietro la schiena e toglie la cintura di castità.
“Fammi vedere il tuo bel culo mia sissy.” mi ordina con voce decisa ma dolce allo stesso tempo. Con un po’ di fatica mi metto carponi rendendomi conto che sono totalmente esposta a qualsiasi sua azione, ma so che la mia punizione era finita e che quel giorno m’avrebbe solo fatta godere, solo non sapevo come.
Lei prende un lungo e morbido frustino da equitazione e comincia a colpirmi molto piano sul buchetto e sulle palle eccitandomi oltre ogni maniera. Il cazzo finalmente libero dopo due giorni di clausura svetta duro e gonfio come non mai. Mia moglie è molto cauta nel toccarmi con le mani, facendomi sentire solo la punta delle dita che correno veloci su tutto il mio apparato genitale. Ma è soprattutto il frustino a devastarmi il cervello, per quanto possa sembrare strano non provo alcun dolore quando mi colpisce anche se si trattava di parti molto sensibili. Mi sta facendo impazzire senza darmi la possibilità di venire in alcuna maniera fino a quando non si siede dietro di me per mettermi le mani sul petto.
“Dimmi giovane puttanella quanto vuoi che ti scopi ?” mi chiede provocandomi con le dita che stringevano i miei capezzoli.
“Ti prego sto impazzendo, fammi godere o muoio !” la imploro sentendo le palle esplodere da
quanto erano gonfie.
“E allora godi !”
Con una mossa felina mi prende con una mano il cazzo e con l’altra mi penetra mettendomi due dita nel buchetto. Vengo in pochi secondi inondando le lenzuola col mio sperma che usce a lungo e copioso.
Non mi lascia il tempo di riprendermi che prende uno strano strap-on che aveva acquistato su internet, la cui caratteristica principale è che non aveva cinghie, ma che lei ‘fissa’ inserendosene una parte nella passera.
“Ora ti voglio mia !” urla venendomi addosso.
Mi sodomizza a lungo ma mai con rabbia, ma piuttosto con un amore che non m’aveva mai mostrato. Anche quando spinge più forte lo fa senza farmi sentire alcun male, non smettendo mai di stringermi il cazzo anche senza far scorrere la mano su di lui. Riprovo le stesse sensazioni di passione che solo Michele m’aveva saputo donare, anzi Monica è riuscita ad amplificarle facendomi sentire la vera prima donna di casa. Finiamo entrambe esauste e con un po’ di fatica lei mi libera d’ogni impedimento per farmi sdraiare vicino a lei.
Solo dopo che spegne la seconda sigaretta mi parla con estrema dolcezza ed affetto. “Allora Maria, non ti chiedo neanche se ti è piaciuto, ma solo se merito la tua fiducia.”
“Non me lo devi neanche chiedere.” le rispondo mettendo la testa sul suo splendido seno “Sono tua e lo sai meglio di me.”
“Sei sicura di voler entrare in clinica domani ed operarti ?”
“Sì voglio essere il più possibile simile a te, come tu mi vuoi ma anche come io sogno d’essere da tanto tempo.”
Mi metto a piangere pensando a com’ero stata tanto cretina a tradire una donna così meravigliosa, ma lei mi dice di smettere accarezzandomi la testa e coccolandomi in ogni maniera fino a quando non mi calmo.
Passiamo il resto della giornata a scherzare come due ragazzine, anche se ogni tanto finisco con la testa fra le sue gambe per darle il piacere che merita una Dea così grande. Monica mi scopa in tutte le posizioni possibili impedendomi però di toccarmi, volendo rimanere lei l'unica persona col potere di farmi godere in maniera completa.
Dopo cena mia moglie mi fa sgombrare totalmente il tavolo per poi sdraiarsi sopra con due bombolette di panna col le quali si ricopre il corpo.
“Leccami tutta, non sai come sono dolce stasera.” mi dice maliziosa come non mai.
Passo la lingua su tutto il suo splendido corpo portando un po' di panna alle sue labbra ogni volta che me lo chiede. Alla fine prendo una bomboletta e infilo dolcemente il beccuccio nella sua fica riempendomi poi la bocca di panna e dei suoi umori fino a farla venire.
Finiamo con l’addormentarci insieme sul sue letto ormai sazie di noi stesse, dimenticandoci i ruoli che c’eravamo date tempo prima, come due normali persone che si amano e che non vogliono nascondere i propri sentimenti.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Il giorno successivo è uno dei peggiori di tutta la mia vita.
Monica si sveglia prima di me e mi prende a calci prima di slegarmi e farsi leccare a lungo i piedi. Si reca poi in bagno e, dopo aver fatto i suoi bisogni, si fa leccare in mezzo alle gambe per ripulirsi al meglio. Mi toglie il plug solo lo stretto tempo necessario per farmi andare di corpo, quindi mi riporta in camera per 'vestirmi'.
“Voglio che chiunque entri oggi in casa sappia che sei la mia sissy.” mi dice mentre sceglie cosa farmi indossare “Devo non solo umiliarti e punirti per quello che hai fatto, che sei una puttanella era fin troppo chiaro, ma non avrei mai pensato che ti facessi un'amante a mia insaputa.”
“Monica, io non so cosa mi abbia preso ... non volevo ferirti” cerco di replicare ,ma lei mi colpisce con un forte ceffone in pieno viso.
“Taci cagna ! Inizierò a riempirti quel buco di culo di merda che hai, quindi piegati e apritelo bene.” Mi giro e, dandole le spalle, mi sistemo a novanta, le mie mani afferrarono le chiappe spingendole verso l'esterno, mentre Monica sceglie l'attrezzo col quel sodomizzarmi.
“Questo è troppo piccolo, questo è solo pesante.” mormora come se stesse parlando da sola “Ecco questo qui potrebbe andar bene.”
Si dirige quindi verso di me con un grosso plug dotato di una lunga coda, che inizia ad infilarmi nel culo senza nessuna dolcezza.
“Ahh così mi fai male.” cerco di parlare, ma lei poggia il palmo della mano sul plug mentre con l'altra mi tira per i capelli per spingerlo con più forza.
“Allora non ci siamo capite ! Devi tacere ! E visto che non lo capisci con le buone mi costringi ad usare le cattive.”
Prende allora una pallina di gomma che mi fissa alla bocca con una cinghiettina, impedendomi di fatto di proferire qualsiasi parola.
“Ora vediamo di vestirti per quello che sei, una schiava puttana rottinculo.”
Monica mi fa indossare un bustino di pelle che strinse con tutte le sue forze facendomi quasi mancare il respiro, a quello mi fa attaccare delle calze nere e concluse l’opera con dei sandali di vernice nera con tacco a spillo di 15cm prima di farmi sedere per truccarmi. Usa in abbondanza tinte molto forti completando il tutto con un rossetto rosso fuoco col quale mi disegna delle labbra che sembravano nate solo per prendere in bocca dei gran cazzi.
Ma vedermi in quello stato così scandaloso non le basta, così m'ammanetta le mani dietro la schiena per poi mettermi dei morsetti legati da una catenella ai capezzoli, e finendo con un piccolo grembiule trasparente che lascia vedere la forzata clausura del mio pene.
“Sì !” esclama contenta “Adesso sei proprio perfetta, una gran sissy degna di me !” Prendendomi per i capelli mi trascina per la stanza prima di fermarsi davanti al comò. “Ora devo pensare a me, ho una gran voglia di cazzi.”
La guardo mentre indossa un push-up in pizzo che quasi non le arriva ai capezzoli, lo slip che sceglie è tanto sgambato da sembrare quasi un perizoma, e le calze sono dello spessore minimo con la balza che fa risaltare ancor di più le sue bellissime gambe. “Ora pensiamo a coprirci.”
Lo dice sorridendo mentre infila una vestaglia nera leggerissima che lascia bene vedere il suo intimo.
“Prendimi il cellulare servetta.” mi ordina mentre si sdraia sul letto.
Avendo le mani ammanettate dietro non mi è facile eseguire il suo ordine, ma ci riesco credendo in una ricompensa, invece lei mi caccia dalla camera dicendo che dove chiamare qualche 'uomo degno di tale nome'.
Dopo una mezz’oretta sento suonare il campanello di casa, ma rimango immobile più per la vergogna che per la volontà di farlo. Monica allora s’affaccia dalla porta della camera gridandomi di tutto.
“Schiava che cazzo fai vai ad aprire o ti frusto fino a domani !”
Così a fatica vado alla porta di casa che apro facendo entrare un uomo di colore dall’aspetto possente che non mi degna che d’una occhiata veloce.
“Monica non sapevo avessi una serva tanto devota.” le dice dirigendosi verso di lei.
“Sì John, è la mia sissy, ma ora non parliamo di lei, ho voglia di te.” gli risponde abbracciandolo prima di portarlo in camera “E tu vieni a vedere come gode una vera donna quando è con un vero uomo.”
Una volta in camera si lanciano nel sesso più sfrenato mentre io rimango sulla porta a guardarli. Monica lo spoglia in tutta fretta per poi inginocchiarsi davanti a lui ed iniziare a succhiargli il cazzo, che anche se non sono vicina, capisco che dev'essere di notevoli dimensioni, ben maggiori delle mie. Lo spompina tanto che lui le viene in bocca quasi senza accorgersene, ma mia moglie gli dà solo un attimo per riprendersi e riprende subito a fargli sentire la bocca fino a quando a John non torna duro. Allora Monica si sdraia sul letto, sfila le mutandine e l’invita con parole non proprio da educanda a prenderla.
“Dai vieni qua e scopami, ho tanta voglia di cazzo che tu non puoi neanche immaginare …”
Lui non si fa certo pregare ed in un attimo le è sopra, iniziando a scoparla come un ossesso. Più lei gode più lui accelerava il ritmo facendo letteralmente sobbalzare il letto. D’istinto cerco d’allungare le mani sul cazzo senza ovviamente riuscirci in alcun modo. Vederla godere come una selvaggia mi fa piacere, ma vorrei essere in qualche maniera partecipe del suo piacere. Invece Monica pensa solo a sè stessa ed anche quando John le viene dentro, lei non perde tempo a rimettergli in sesto il membro mettendosi poi a pecorina con la faccia rivolta verso di me.
“Ora mettimelo nel culo !” quasi gli ordina Monica “Ma devi farmelo sentire tutto e bene, quindi sfondami senza pietà.”
L’uomo è quasi sorpreso da tanta voglia, ma davanti ad un sedere così bello come quello di mia moglie non si tira certo indietro, e la prende con tutta la forza di cui era capace.
“Sii così ... spaccamelo tutto, voglio godere del tuo gran cazzo sino in fondo.”
“Certo che oggi sei proprio insaziabile !” sento dire John mentre l'incula “Ma quant'è che non scopi ?”
“Tanto ma oggi voglio recuperare ... continua così che mi piace sempre di più.”
Lei lo incita in continuazione senza mai togliermi lo sguardo e allora capisco la mia punizione. A Monica non interessa niente di quell’uomo, vuole solo farmi vedere che è in grado di farsi scopare come a da chi voleva, mentre io dipendo completamente da lei e dai suoi capricci. Si comporta come la peggiore delle puttane solo per farmi male, riuscendoci completamente. Sono quasi schifata nel vederla così ad invocare in continuazione il cazzo di quell'uomo, che nonostante tutto vorrei anche un po' per me. Perché è innegabile che al suo posto vorrei esserci io, non certo con Michele che ormai considero un vile, ma con qualunque maschio dotato di una bella mazza. Solo dopo che lui le riempie anche il culo di sperma lei mi chiama a sè per farmi sdraiare sul letto, per poi mettermi in faccia i suoi buchi grondanti di sborra che mi sporcarono il viso. John si riveste e senza dire nulla esce da casa sentendosi forse usata da quella donna così poco sensibile al piacere altrui.
Dopo John Monica chiama altri due suoi amanti e con ognuno di loro ripete le stesse scene, solo l’ultimo mi degna di qualche commento poco carino, per poi dedicarsi alla vera donna di casa. Quello che più mi fa male è il suo sguardo fisso su di me quando quegli uomini la scopano, anche se le sue parole esprimono piacere, il volto dice cose ben diverse, più simili alla rabbia che al godimento.
Dopo che il terzo uomo se ne va via mi toglie la pallina di bocca e mi guarda con un misto di disprezzo e amore che non mi fa più capire nulla.
“Andiamo di là in sala.” mi dice come se la sua persona fosse lontanissima.
La trovo seduta in poltrona ancora nuda, le gambe leggermente accavallate e le mani tengono nervosamente una sigaretta.
“Allora felice dello spettacolo ?” mi chiede con tono sprezzante ed anche un po’ ironico.
“Amore non capisco io …”
”Tu sei anche scema oltre che troia !” mi urla in faccia “Perché credi abbia fatto tutto ciò, per piacere ? O per rabbia e vendetta ?”
Mi butto ai suoi piedi chiedendo ancora una volta perdono per il mio sbaglio, ma lei dolcemente mi prende la testa per posarla sulle sue gambe.
“Vedi Maria io un po’ ti capisco” mi dice accarezzandomi con amore i capelli “Tu stai vivendo una fase di cambiamento molto profondo. Solo vorrei che tu ti fidassi di più di me. Sai che non ti farei mai male di proposito solo per il piacere di ferirti, ma mi sono sentita tradita da chi amo di più a questo mondo e questo mi ha ferita nel profondo. E non sapendo cosa fare ho rimediato ad un tuo sbaglio facendone uno anch’io, forse non più grande ma più grave perché fatto usando il cervello. Quindi ora sono io a chiederti scusa.”
Finisce di parlarmi con le lacrime agli occhi e, colpita nel profondo dalle sue parole, l’abbraccio con tutte le mie forze stringendola come una bambina che si è appena fatta male cadendo dallo scivolo. Non so per quanto rimaniamo così, ma quando ci stacchiamo siamo felici di esserci ritrovate. Monica mi slega e con cura mi toglie il plug dal culo ed io preparo una gran cena in poco tempo che mangiamo seduti a tavola di nuovo insieme.
Quindi mi comunicò che sarebbe andata a dormire perché sfinita e che io avrei riposato nella mia camera. Vorrei chiederle di togliermi anche per un solo minuto la cintura di castità, ma non ne ho il coraggio credendo che avrei tirato troppo la corda. Ma in cuor mio so che il giorno dopo sarebbe stato uno di quelli speciali.
La mattina di domenica mi sveglio molto presto volendo farle trovare una bella colazione ed una sissy degna di tale nome. In cucina mi sbrigo in fretta conoscendo molto bene i suoi gusti, poi vado in bagno per lavarmi e truccarmi in maniera leggera ma molto femminile.
Quando il caffè è pronto preparo un vassoio, dove metto anche dei biscotti al burro ricoperti di marmellata di ciliegie, ed un bel bicchiere di spremuta d’arance. La sveglio dandole dei piccoli baci sui piedi e quando Monica apre gli occhi mi manda un bacio con la mano prima di avventarsi famelica sul vassoio.
“Oggi voglio vedere se hai capito le lezioni di questi giorni.” mi dice mentre mangiava “Devi solo fidarti di me e non aver paura, sei d’accordo ?”
”Certo amore, vedrai che non ti deluderò.” le rispondo convinta del suo amore nei miei confronti. Lei finisce la colazione per poi alzarsi e prendere il completino che le avevo preso per fare la sorpresa a Michele.
“Vai di là e mettilo insieme a delle belle calze e dei sandali col tacco, e aspetta che io ti chiami per tornare qui, devo prepararmi e voglio farlo da sola.”
“Ma Monica è tuo e so quanto ci tieni, insomma io …” balbetto impacciata.
“Maria va e indossalo per me punto e basta.” mi risponde baciandomi la fronte.
Così prendo i suoi indumenti e me ne vado nella mia cameretta per indossarli, scelgo un paio di calze nuove con dei ricami floreali sul dietro, ed un bel paio di sandali che avevo messo poche volte.
Aspetto più di mezz’ora seduta sul letto col cuore in gola fino quando non mi chiama, e con un po’ d’emozione faccio quei pochi passi che mi separavano da lei. Quando apro la porta rimango di stucco nel vedere mia moglie vestita come una perfetta Mistress. E' coperta di pelle lucida nera ed ogni capo esaltava la sua bellezza. Guepiere, slip, guanti, calze e stivali sono aderenti al suo corpo come se fossero una seconda pelle.
Vedendomi ferma come una statua di marmo Monica decide di venirmi incontro per poi accarezzarmi il collo.
“Allora signorina vogliamo rimanere ferme tutto il giorno ?” mi dice prendendomi in giro. “Sì … cioè no … è che io … ecco …”
Non riesco a dire due parole in fila con un senso compiuto folgorata come sono dal vederla così bella e dominante.
“Se non riesci a parlare stai zitta che è meglio. Solo dimmi se ti fidi di me e se farai tutto ciò che ti chiederò.”
”Sì certo, certissima.”
“Bene allora vieni con me.” mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
Monica mi porta sul letto dove mi lega le caviglie all’inguine stringendomi i polpacci contro le cosce, poi prende un bastone che fissa vicino ai piedi in modo che non possa chiudere le gambe. Infine mi ammanetta le mani dietro la schiena e toglie la cintura di castità.
“Fammi vedere il tuo bel culo mia sissy.” mi ordina con voce decisa ma dolce allo stesso tempo. Con un po’ di fatica mi metto carponi rendendomi conto che sono totalmente esposta a qualsiasi sua azione, ma so che la mia punizione era finita e che quel giorno m’avrebbe solo fatta godere, solo non sapevo come.
Lei prende un lungo e morbido frustino da equitazione e comincia a colpirmi molto piano sul buchetto e sulle palle eccitandomi oltre ogni maniera. Il cazzo finalmente libero dopo due giorni di clausura svetta duro e gonfio come non mai. Mia moglie è molto cauta nel toccarmi con le mani, facendomi sentire solo la punta delle dita che correno veloci su tutto il mio apparato genitale. Ma è soprattutto il frustino a devastarmi il cervello, per quanto possa sembrare strano non provo alcun dolore quando mi colpisce anche se si trattava di parti molto sensibili. Mi sta facendo impazzire senza darmi la possibilità di venire in alcuna maniera fino a quando non si siede dietro di me per mettermi le mani sul petto.
“Dimmi giovane puttanella quanto vuoi che ti scopi ?” mi chiede provocandomi con le dita che stringevano i miei capezzoli.
“Ti prego sto impazzendo, fammi godere o muoio !” la imploro sentendo le palle esplodere da
quanto erano gonfie.
“E allora godi !”
Con una mossa felina mi prende con una mano il cazzo e con l’altra mi penetra mettendomi due dita nel buchetto. Vengo in pochi secondi inondando le lenzuola col mio sperma che usce a lungo e copioso.
Non mi lascia il tempo di riprendermi che prende uno strano strap-on che aveva acquistato su internet, la cui caratteristica principale è che non aveva cinghie, ma che lei ‘fissa’ inserendosene una parte nella passera.
“Ora ti voglio mia !” urla venendomi addosso.
Mi sodomizza a lungo ma mai con rabbia, ma piuttosto con un amore che non m’aveva mai mostrato. Anche quando spinge più forte lo fa senza farmi sentire alcun male, non smettendo mai di stringermi il cazzo anche senza far scorrere la mano su di lui. Riprovo le stesse sensazioni di passione che solo Michele m’aveva saputo donare, anzi Monica è riuscita ad amplificarle facendomi sentire la vera prima donna di casa. Finiamo entrambe esauste e con un po’ di fatica lei mi libera d’ogni impedimento per farmi sdraiare vicino a lei.
Solo dopo che spegne la seconda sigaretta mi parla con estrema dolcezza ed affetto. “Allora Maria, non ti chiedo neanche se ti è piaciuto, ma solo se merito la tua fiducia.”
“Non me lo devi neanche chiedere.” le rispondo mettendo la testa sul suo splendido seno “Sono tua e lo sai meglio di me.”
“Sei sicura di voler entrare in clinica domani ed operarti ?”
“Sì voglio essere il più possibile simile a te, come tu mi vuoi ma anche come io sogno d’essere da tanto tempo.”
Mi metto a piangere pensando a com’ero stata tanto cretina a tradire una donna così meravigliosa, ma lei mi dice di smettere accarezzandomi la testa e coccolandomi in ogni maniera fino a quando non mi calmo.
Passiamo il resto della giornata a scherzare come due ragazzine, anche se ogni tanto finisco con la testa fra le sue gambe per darle il piacere che merita una Dea così grande. Monica mi scopa in tutte le posizioni possibili impedendomi però di toccarmi, volendo rimanere lei l'unica persona col potere di farmi godere in maniera completa.
Dopo cena mia moglie mi fa sgombrare totalmente il tavolo per poi sdraiarsi sopra con due bombolette di panna col le quali si ricopre il corpo.
“Leccami tutta, non sai come sono dolce stasera.” mi dice maliziosa come non mai.
Passo la lingua su tutto il suo splendido corpo portando un po' di panna alle sue labbra ogni volta che me lo chiede. Alla fine prendo una bomboletta e infilo dolcemente il beccuccio nella sua fica riempendomi poi la bocca di panna e dei suoi umori fino a farla venire.
Finiamo con l’addormentarci insieme sul sue letto ormai sazie di noi stesse, dimenticandoci i ruoli che c’eravamo date tempo prima, come due normali persone che si amano e che non vogliono nascondere i propri sentimenti.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
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