Da solo al ristorante
di
Ryan74
genere
etero
Ogni settimana passavo un’intera giornata con il mio migliore cliente, per raggiungerlo 40 km solo andata. Il giorno decretato, per la nostra riunione settimanale, era il giovedì. Non era una cosa che mi andava a genio ma era pur sempre il mio miglior cliente. In uno dei tanti rientri a casa, consapevole del frigo vuoto che era lì ad aspettarmi, decido di cenare in un ristorante esattamente posizionato tra cliente e casa. Ci ero già andato con degli amici e avevo mangiato veramente bene ma quello che mi piaceva più di tutto era l’atmosfera quasi familiare e così era diventata ormai una bella consuetudine la cena del giovedì prima di rientrare a casa. Qualche mese dopo, per impegni di lavoro del mio cliente, rimandiamo il nostro incontro settimanale a sabato. Il sabato sera, appena uscito dal cliente, conscio che fosse una serata di grande affluenza al ristorante e visto che erano passate le 22.00, chiamo per sapere se ci fosse la possibilità di poter cenare. Il proprietario, come sempre gentilissimo, mi rassicura che nonostante il sabato e l’ora tarda, il mio solito tavolo era a mia disposizione. Già perché avevo un tavolo preferito, era quello nell’angolo vicino al finestrone, mi piaceva mangiare e guardare fuori, quel bel panorama fatto di campagne coltivate a perdita d’occhio. Una volta giunto al ristorante, la moglie del titolare mi accoglie affettuosamente e mi accompagna al tavolo. Il ristorante era quasi pieno, assai diverso dall’atmosfera del giovedì, molto più intima e sicuramente più silenziosa ma poco male, mi arriva il menù e faccio la mia ordinazione. In fondo alla sala, c’è una tavolata piuttosto rumorosa, stanno festeggiando qualcosa, mi metto gli occhiali per vedere chi fossero quando vedo tra i commensali una tipa che avrei voluto conoscere da tanto tempo, una carissima amica di miei conoscenti. Era Betty, qualche anno in più di me, aveva un piccolo ristorantino in centro, molto ben frequentato, era famosa per essere una grande cuoca ma soprattutto un’ esperta sommelier. Avevo cenato nel suo ristorante con degli amici e avevamo pure scambiato quattro chiacchiere ma non avevo potuto mai approfondire la sua conoscenza. E mentre la stavo guardando noto che anche lei mi guardava, i nostri sguardi si erano incrociati e addirittura avevo avuto l’impressione che mi avesse sorriso ma la mia vista non è delle migliori. Arriva il mio antipasto e tutti i miei pensieri volano via e mi concentro su quel piatto meraviglioso, fatto di cose semplici, prodotti casarecci per cui impazzivo quando sento “Ciao!”.
La Betty mi aveva raggiunto al tavolo, rispondo immediatamente al suo ciao e lei “Serata in provincia?” e io le racconto che ceno in questo ristorante tutte le settimane per via di un impegno fisso di lavoro e lei abbastanza sorpresa di vedermi lì mi dice che ha chiuso il suo locale da qualche giorno per ristrutturazione, le chiedo che cosa avrebbe cambiato ma con un sorriso di circostanza “Sarà una sorpresa e spero tu verrai all’inaugurazione”, naturalmente dico che ci andrò di sicuro e le chiedo cosa ci facesse lei di sabato sera in questo ristorante piuttosto scomodo da raggiungere. E’ il compleanno di uno della sua squadra di lavoro ed erano usciti tutti insieme a festeggiare ma stavano per andare via, avevano finito di cenare e tornavano in città. “Ti va di rimanere? Dai beviamo qualcosa insieme e poi ti accompagno a casa”. Betty, chiaramente presa in contropiede, farfuglia qualcosa di incomprensibile quando “Aspetta un secondo, torno subito”. La vedo allontanarsi e raggiungere i suoi colleghi. Torna immediatamente. “Ok, dai, non mi capita mai di poter uscire il sabato sera, va bene rimango!”. Betty chiama la cameriera e sceglie un vino, mi spiega tutto su questa bottiglia, è chiaramente appassionata al vino, mi spiega come assaggiarlo al meglio, come riconoscere gli odori, gli aromi sprigionati dal vino. E’ tutto molto piacevole e la serata scorre molto bene, prendiamo un dolce e poi salutiamo i proprietari e andiamo via. In auto la conversazione è più intima e subito mi chiede come mai in questi anni, nonostante avessimo tanti amici in comune, io e lei non ci siamo mai conosciuti ma siamo rimasti sempre ai saluti di buona educazione e qualche chiacchiera. Io un po' in imbarazzo, le dico che l’avrei conosciuta molto volentieri ma le poche occasioni di incontro sono sempre state al suo ristorante e che lei parecchio indaffarata non aveva avuto il tempo necessario per rimanere a fare conversazione. “Quindi mi stai dicendo che è colpa mia se non ci siamo conosciuti prima?” E scoppia a ridere, visibilmente contenta del mio “Mi avrebbe fatto tanto piacere conoscerti prima” di pochi minuti prima. “E dimmi un po', sei sposato, fidanzato, convivi?” le rispondo con tre no che la fanno ridere. “E tu? Sei impegnata?” E qui Betty si fa seria “Io mi sono sposata circa dieci anni fa, ci siamo separati dopo due anni e da quel momento in poi ho avuto qualche storia, niente di importante, finite esattamente come sono iniziate e ora ti confesso una cosa, io qualche tempo fa, ho chiesto di te a Cristina (una nostra amica comune) e devo essere sincera, non ti ha descritto benissimo, anzi, mi ha detto di girarti parecchio lontano, perché sei un solitario” la interrompo “Certo che Cristina non ne azzecca una” e scoppiamo a ridere entrambi, consapevoli delle innumerevoli cavolate che uscivano quotidianamente dalla bocca di Cristina. “Quindi hai chiesto di me, interessante e poi? Ti sei fermata?” Betty con un bel sorriso “Si mi sono fermata, certamente non per le parole di Cristina ma per gli impegni di lavoro, sono stata presa da mille cose però devo ammettere che ti ho pensato, sei proprio un bel bambino” e qui ride come una matta e io che le ricordo che in fondo ha solo due anni in più di me e che entrambi siamo più vicini ai 50 che ai 40 e che la parola bambino ormai non si poteva applicare a me. Ridiamo. Siamo in città, Betty mi da le indicazioni per raggiungere la sua abitazione e proprio mentre mi dice di svoltare a destra, mi fermo. “Betty, lo vedi quel palazzo ad angolo?” prontamente si sporge per vedere “Si, lo conosco quel palazzo, ci vive il mio dentista” riprendo “Ecco, io vivo nell’appartamento sopra il tuo dentista?”. Molto sorpresa Betty “Ci sono andata tantissime volte, non ti ho mai incontrato, strano”. Ci provo “E ci vuoi andare ancora una volta?” Betty, con un sorriso furbissimo “Mi stai invitando a salire? Vuoi mostrarmi la tua collezione di qualcosa di non ben precisato, per farmi ubriacare e poi approfittare di me?”. Per un attimo riesce pure a rimanere seria ma poi non ce la fa e ride. Con tono ironico “Ti giuro, non colleziono niente, in casa ho diverse bottiglie, non ho mai fatto mistero di amare l’alcol ma potrei mettere un po' di musica, creare un ambiente romantico e provare a baciarti ma sempre se tu non hai sveglia presto”. Betty “Domani è domenica, non ho sveglia, la tua idea mi piace, dai posteggia”. In pochi minuti siamo a casa mia, Betty si mette sul divano e sfoglia un libro di fotografie preso dal tavolino di fronte. Preparo due gin tonic, era il massimo che potevamo fare dopo una serata parecchio alcolica, mi siedo accanto, guardiamo insieme il libro e ora sono io a spiegare qualcosa quando vedo che Betty posa il bicchiere e “Mi avevi detto che mettevi della musica e poi…” Ride. Prendo il cellulare, lo collego con una cassa e faccio partire della musica soft. “Ora si, ora abbiamo il bicchiere, la musica mancano i baci” Si gira verso di me e ci baciamo. Teneramente. Ma il romanticismo dura veramente poco, posiamo i bicchiere e cominciamo a toglierci i vestiti. Betty, seduta accanto a me, si sfila i jeans, toglie il maglione, rimane in lingerie… e che lingerie!!! Un completino nero, di pizzo, con alcune parti trasparenti da cui si vedono i capezzoli, duri come due chiodi, mi abbraccia e comincia a toccarmi, infila la mano nel mio boxer e comincia a segarmi, lo tolgo, lei continua nel movimento e continua a baciarmi, io l’accarezzo e piano piano le sgancio il reggiseno, le sue tette siliconate sono da urlo, mi prende la testa e l’accompagna proprio in mezzo, mi invita a leccarle, a succhiarle, le metto una mano nelle mutandine, è tutta bagnata. “Betty, andiamo di là” la prendo per mano e andiamo in camera da letto, accendo le luci, alzo le coperte del letto mentre lei rimane in piedi, si sfila la mutandine con un movimento sexy, le guardo la fica, completamente depilata salvo un piccolo triangolino ben curato di peli, viene dalla mia parte, io sono seduto a letto, mette un piede sul mio comodino, aprendo completamente le cosce per accogliere la mia lingua. Rimane in piedi e le piace parecchio, non parla, sento solo i suoi lamenti di piacere misti a qualche “si” di compiacimento e proprio quando sta per godere si toglie di scatto, si gira, si appoggia alla cassettiera e comincia a dondolare il culo, mi alzo, mi metto dietro di lei, comincio a strofinarle il cazzo sulle labbra, sta impazzendo, sento l’odore dei suoi umori, mi prega di metterlo dentro, l’accontento e comincio a muovermi piano. Sono eccitatissimo, lei è bellissima, la tiro un po' dai capelli, mi avvicino, è profumatissima e mentre le sussurro porcate all’orecchio capisco che non ce la farò a durare ancora per molto… delicatamente mi scosto, ancora una volta la prendo per mano e la porto davanti all’armadio, apro le due ante centrali che nascondono il televisore ma è la parte interna la parte interessante, sue lunghissimi specchi, lei impazzisce e quando le metto una mano tra le cosce e una tra le tette il suo sguardo fisso sullo specchio diventa uno spettacolo, è sexy da morire e la trovata dello specchio è stata graditissima, si inginocchia, lo prende in bocca, con una mano mi accarezza le palle e con l’altra mi accarezza, si sposta i capelli dal viso, si sta specchiando, si guarda mentre pompa, compiaciuta dal suo essere “porca” aumenta il ritmo, io sono fritto, è tutto così sexy che faccio veramente fatica a non godere immediatamente per fortuna Betty si sposta, si alza, mi bacia, siamo uno contro l’altro, appiccicati tra le due ante dell’armadio. “Andiamo a letto”.
Betty mi tira verso il letto, togliamo tutte le coperte, siamo abbracciati, le vado sopra, le spalanca le cosce, mi ci metto comodamente in mezzo, comincio a scoparla, ci guardiamo ma non diciamo niente, i suoi occhi sono fissi su di me, la sento solo godere quando “Scopami forte, più forte che puoi!”. L’accontento. Betty, sta per godere, approfitto per succhiargli un capezzolo, durissimo, lo pizzico coi denti, forse troppo, mi rimprovera con un “Bastardo! Mi hai fatto male, mi piace!”. Continuo ancora un po' fino a dirgli “Girati!”. Mi scosto appena per farla muovere e lei con un movimento velocissimo si mette a pecorina. La prendo. La prendo forte. Brutale. Le riempo il culo di schiaffi e lei gode sempre di più. Gli dico di tutto. La insulto ed è il preludio del suo piacere che arriva, forte, fragoroso. Urla per diversi secondi. Io non ce la faccio più, gli comunico che sto per venire e lei “Dentro, sborrami dentro”. L’afferro forte dai fianchi e la sbatto come più mi piace. La riempo di sborra. Lei ha ancora un altro sussulto di piacere quando il mio calore la penetra fino in fondo. Ci sdraiamo uno accanto all’altra, vicini ma non abbracciati e dopo qualche secondo Betty, tira su la coperta. Stiamo ancora qualche secondo in silenzio quando “Ma tu pensi che il dentista ci abbia sentito?” Scoppiamo a ridere. Rimaniamo ancora un po' a letto poi ci alziamo, andiamo in cucina, ci facciamo un altro drink. Betty si è trascinata dietro la coperta, che si apre leggermente sul seno. “Che tette!” Molto divertita da questa battuta “Soldi spesi bene a quanto pare!” Ride. “Se me le guardi ancora, forse ti viene ancora voglia e poi si fa tardissimo!”. Io, “Betty, vuoi andare a casa?” la risposta è decisa. “Dipende da te!” La incalzo “Da me? Per me se rimani è bellissimo”. Betty “Voglio rimanere, voglio dormire con te e ricominciare domani mattina, ti va?”.
Io “Certo che mi va, anzi sono molto contento se rimani”. Finiamo il drink, dopo una sosta in bagno, torniamo a letto. Betty “Dormiamo, che domani sarà dura” e ride “O almeno speriamo che lo sia”. Come due scemi ridiamo. Buonanotte.
La Betty mi aveva raggiunto al tavolo, rispondo immediatamente al suo ciao e lei “Serata in provincia?” e io le racconto che ceno in questo ristorante tutte le settimane per via di un impegno fisso di lavoro e lei abbastanza sorpresa di vedermi lì mi dice che ha chiuso il suo locale da qualche giorno per ristrutturazione, le chiedo che cosa avrebbe cambiato ma con un sorriso di circostanza “Sarà una sorpresa e spero tu verrai all’inaugurazione”, naturalmente dico che ci andrò di sicuro e le chiedo cosa ci facesse lei di sabato sera in questo ristorante piuttosto scomodo da raggiungere. E’ il compleanno di uno della sua squadra di lavoro ed erano usciti tutti insieme a festeggiare ma stavano per andare via, avevano finito di cenare e tornavano in città. “Ti va di rimanere? Dai beviamo qualcosa insieme e poi ti accompagno a casa”. Betty, chiaramente presa in contropiede, farfuglia qualcosa di incomprensibile quando “Aspetta un secondo, torno subito”. La vedo allontanarsi e raggiungere i suoi colleghi. Torna immediatamente. “Ok, dai, non mi capita mai di poter uscire il sabato sera, va bene rimango!”. Betty chiama la cameriera e sceglie un vino, mi spiega tutto su questa bottiglia, è chiaramente appassionata al vino, mi spiega come assaggiarlo al meglio, come riconoscere gli odori, gli aromi sprigionati dal vino. E’ tutto molto piacevole e la serata scorre molto bene, prendiamo un dolce e poi salutiamo i proprietari e andiamo via. In auto la conversazione è più intima e subito mi chiede come mai in questi anni, nonostante avessimo tanti amici in comune, io e lei non ci siamo mai conosciuti ma siamo rimasti sempre ai saluti di buona educazione e qualche chiacchiera. Io un po' in imbarazzo, le dico che l’avrei conosciuta molto volentieri ma le poche occasioni di incontro sono sempre state al suo ristorante e che lei parecchio indaffarata non aveva avuto il tempo necessario per rimanere a fare conversazione. “Quindi mi stai dicendo che è colpa mia se non ci siamo conosciuti prima?” E scoppia a ridere, visibilmente contenta del mio “Mi avrebbe fatto tanto piacere conoscerti prima” di pochi minuti prima. “E dimmi un po', sei sposato, fidanzato, convivi?” le rispondo con tre no che la fanno ridere. “E tu? Sei impegnata?” E qui Betty si fa seria “Io mi sono sposata circa dieci anni fa, ci siamo separati dopo due anni e da quel momento in poi ho avuto qualche storia, niente di importante, finite esattamente come sono iniziate e ora ti confesso una cosa, io qualche tempo fa, ho chiesto di te a Cristina (una nostra amica comune) e devo essere sincera, non ti ha descritto benissimo, anzi, mi ha detto di girarti parecchio lontano, perché sei un solitario” la interrompo “Certo che Cristina non ne azzecca una” e scoppiamo a ridere entrambi, consapevoli delle innumerevoli cavolate che uscivano quotidianamente dalla bocca di Cristina. “Quindi hai chiesto di me, interessante e poi? Ti sei fermata?” Betty con un bel sorriso “Si mi sono fermata, certamente non per le parole di Cristina ma per gli impegni di lavoro, sono stata presa da mille cose però devo ammettere che ti ho pensato, sei proprio un bel bambino” e qui ride come una matta e io che le ricordo che in fondo ha solo due anni in più di me e che entrambi siamo più vicini ai 50 che ai 40 e che la parola bambino ormai non si poteva applicare a me. Ridiamo. Siamo in città, Betty mi da le indicazioni per raggiungere la sua abitazione e proprio mentre mi dice di svoltare a destra, mi fermo. “Betty, lo vedi quel palazzo ad angolo?” prontamente si sporge per vedere “Si, lo conosco quel palazzo, ci vive il mio dentista” riprendo “Ecco, io vivo nell’appartamento sopra il tuo dentista?”. Molto sorpresa Betty “Ci sono andata tantissime volte, non ti ho mai incontrato, strano”. Ci provo “E ci vuoi andare ancora una volta?” Betty, con un sorriso furbissimo “Mi stai invitando a salire? Vuoi mostrarmi la tua collezione di qualcosa di non ben precisato, per farmi ubriacare e poi approfittare di me?”. Per un attimo riesce pure a rimanere seria ma poi non ce la fa e ride. Con tono ironico “Ti giuro, non colleziono niente, in casa ho diverse bottiglie, non ho mai fatto mistero di amare l’alcol ma potrei mettere un po' di musica, creare un ambiente romantico e provare a baciarti ma sempre se tu non hai sveglia presto”. Betty “Domani è domenica, non ho sveglia, la tua idea mi piace, dai posteggia”. In pochi minuti siamo a casa mia, Betty si mette sul divano e sfoglia un libro di fotografie preso dal tavolino di fronte. Preparo due gin tonic, era il massimo che potevamo fare dopo una serata parecchio alcolica, mi siedo accanto, guardiamo insieme il libro e ora sono io a spiegare qualcosa quando vedo che Betty posa il bicchiere e “Mi avevi detto che mettevi della musica e poi…” Ride. Prendo il cellulare, lo collego con una cassa e faccio partire della musica soft. “Ora si, ora abbiamo il bicchiere, la musica mancano i baci” Si gira verso di me e ci baciamo. Teneramente. Ma il romanticismo dura veramente poco, posiamo i bicchiere e cominciamo a toglierci i vestiti. Betty, seduta accanto a me, si sfila i jeans, toglie il maglione, rimane in lingerie… e che lingerie!!! Un completino nero, di pizzo, con alcune parti trasparenti da cui si vedono i capezzoli, duri come due chiodi, mi abbraccia e comincia a toccarmi, infila la mano nel mio boxer e comincia a segarmi, lo tolgo, lei continua nel movimento e continua a baciarmi, io l’accarezzo e piano piano le sgancio il reggiseno, le sue tette siliconate sono da urlo, mi prende la testa e l’accompagna proprio in mezzo, mi invita a leccarle, a succhiarle, le metto una mano nelle mutandine, è tutta bagnata. “Betty, andiamo di là” la prendo per mano e andiamo in camera da letto, accendo le luci, alzo le coperte del letto mentre lei rimane in piedi, si sfila la mutandine con un movimento sexy, le guardo la fica, completamente depilata salvo un piccolo triangolino ben curato di peli, viene dalla mia parte, io sono seduto a letto, mette un piede sul mio comodino, aprendo completamente le cosce per accogliere la mia lingua. Rimane in piedi e le piace parecchio, non parla, sento solo i suoi lamenti di piacere misti a qualche “si” di compiacimento e proprio quando sta per godere si toglie di scatto, si gira, si appoggia alla cassettiera e comincia a dondolare il culo, mi alzo, mi metto dietro di lei, comincio a strofinarle il cazzo sulle labbra, sta impazzendo, sento l’odore dei suoi umori, mi prega di metterlo dentro, l’accontento e comincio a muovermi piano. Sono eccitatissimo, lei è bellissima, la tiro un po' dai capelli, mi avvicino, è profumatissima e mentre le sussurro porcate all’orecchio capisco che non ce la farò a durare ancora per molto… delicatamente mi scosto, ancora una volta la prendo per mano e la porto davanti all’armadio, apro le due ante centrali che nascondono il televisore ma è la parte interna la parte interessante, sue lunghissimi specchi, lei impazzisce e quando le metto una mano tra le cosce e una tra le tette il suo sguardo fisso sullo specchio diventa uno spettacolo, è sexy da morire e la trovata dello specchio è stata graditissima, si inginocchia, lo prende in bocca, con una mano mi accarezza le palle e con l’altra mi accarezza, si sposta i capelli dal viso, si sta specchiando, si guarda mentre pompa, compiaciuta dal suo essere “porca” aumenta il ritmo, io sono fritto, è tutto così sexy che faccio veramente fatica a non godere immediatamente per fortuna Betty si sposta, si alza, mi bacia, siamo uno contro l’altro, appiccicati tra le due ante dell’armadio. “Andiamo a letto”.
Betty mi tira verso il letto, togliamo tutte le coperte, siamo abbracciati, le vado sopra, le spalanca le cosce, mi ci metto comodamente in mezzo, comincio a scoparla, ci guardiamo ma non diciamo niente, i suoi occhi sono fissi su di me, la sento solo godere quando “Scopami forte, più forte che puoi!”. L’accontento. Betty, sta per godere, approfitto per succhiargli un capezzolo, durissimo, lo pizzico coi denti, forse troppo, mi rimprovera con un “Bastardo! Mi hai fatto male, mi piace!”. Continuo ancora un po' fino a dirgli “Girati!”. Mi scosto appena per farla muovere e lei con un movimento velocissimo si mette a pecorina. La prendo. La prendo forte. Brutale. Le riempo il culo di schiaffi e lei gode sempre di più. Gli dico di tutto. La insulto ed è il preludio del suo piacere che arriva, forte, fragoroso. Urla per diversi secondi. Io non ce la faccio più, gli comunico che sto per venire e lei “Dentro, sborrami dentro”. L’afferro forte dai fianchi e la sbatto come più mi piace. La riempo di sborra. Lei ha ancora un altro sussulto di piacere quando il mio calore la penetra fino in fondo. Ci sdraiamo uno accanto all’altra, vicini ma non abbracciati e dopo qualche secondo Betty, tira su la coperta. Stiamo ancora qualche secondo in silenzio quando “Ma tu pensi che il dentista ci abbia sentito?” Scoppiamo a ridere. Rimaniamo ancora un po' a letto poi ci alziamo, andiamo in cucina, ci facciamo un altro drink. Betty si è trascinata dietro la coperta, che si apre leggermente sul seno. “Che tette!” Molto divertita da questa battuta “Soldi spesi bene a quanto pare!” Ride. “Se me le guardi ancora, forse ti viene ancora voglia e poi si fa tardissimo!”. Io, “Betty, vuoi andare a casa?” la risposta è decisa. “Dipende da te!” La incalzo “Da me? Per me se rimani è bellissimo”. Betty “Voglio rimanere, voglio dormire con te e ricominciare domani mattina, ti va?”.
Io “Certo che mi va, anzi sono molto contento se rimani”. Finiamo il drink, dopo una sosta in bagno, torniamo a letto. Betty “Dormiamo, che domani sarà dura” e ride “O almeno speriamo che lo sia”. Come due scemi ridiamo. Buonanotte.
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