Il ragazzo delle consegne
di
Aramis
genere
gay
Io lavoro in un palazzo d’uffici che ha una guardia di sicurezza fissa all'ingresso. Avendo molte scadenze a breve, uso spesso un servizio di consegna per ricevere e spedire documenti urgenti.
Mi piace adocchiare quel ragazzo grazioso che regolarmente le fa. E’ veramente carino, capelli biondo rossastri, una cosa che mi affascina.
Ha un corpo magro, quasi allampanato; indossa sempre jeans logori ed una t-shirt di jersey nero senza maniche col nome della sua società.
Stavo lavorando sino a tardi per un lavoro che dovevo finire e chiamai per una consegna. Era stata una lunga e calda giornata ed io ero completamente sudato. Avrei desiderato che il vecchio edificio avesse un impiato decente di aria condizionata; mi ero tolto camicia, scarpe e calze.
Sentii un leggero bussare alla porta e gridai: “Avanti!” Era il solito ragazzo. Si fermò immobile quando entrò e mi vide con i soli pantaloni! Ahh, quindi anche lui era interessato! Decisi di provare. Anche il ragazzo era sudato, così gli offrii un bicchiere di acqua fresca. Mi avvicinai, mi presentai e gli chiesi qualcosa di lui; si chiamava Marty.
Bevemmo l’acqua scrutandoci, poi io andai alla mia scrivania e mi sedetti sulla sedia girevole. Presi la busta che gli dovevo consegnare ed intenzionalmente lasciai cadere le carte che conteneva ai miei piedi, tra le mie gambe.
“Mi lasci aiutarla, signore” Disse e si inginocchiò per andarle a prendere.
Mentalmente presi nota del ‘signore’, mi chinai in avanti, le nostre teste quasi si toccarono ed io sentii il suo aroma di ragazzo. Il mio piede coprì una delle carte e lui vi posò sopra le mani. Mi guardò pensando che avrei spostato il piede.
“Le tue mani sono piacevoli, Marty. Vorrei che tu mi massaggiassi. I piedi mi stanno uccidendo.”
“Posso strofinarglieli, signore.” Ancora signore! Io gli dissi che sarebbe stato grande e di proseguire. Mi appogiai allo schienale e lui si mise i miei piedi in grembo.
Ne alzò uno e cominciò a strofinarlo e massaggiarlo. Le sue piccole, morbide mani spedirono brividi attraverso il mio corpo e quando fece scivolare le dita tra le dita del piede, il mio cazzo si gonfiò ad una piena erezione. Gettai uno sguardo in giù e ne vidi il contorno nei miei pantaloni. Anche Marty stava fissandolo.
“L’hai già fatto altre volte?”
“No, signore. Ma l’ho sempre desiderato da quando l’ho vista la prima volta!” Alzò il piede dal suo grembo se lo portò alla faccia. Cominciò a leccarne la pianta e poi fece correre la lingua tra le dita. Stava facendomi impazzire. Era come se stesse leggendo nella mia mente.
Mi chinai, l'afferrai sotto le ascelle, lo tirai tra le mie gambe e gli tolsi la t-shirt. Era liscio, senza peli, con rigidi capezzoli rosa, induriti dall’eccitazione. Feci correre leggermente i pollici sui capezzoli eretti.
Lui si contorse e mi sorrise dicendomi che gli piaceva molto. Vidi il suo rigido uccello rimbalzare contro la sua patta. La mia verga stava pulsando e gocciolando pre eiaculazione.
“Aprimi i pantaloni, ragazzo” Ordinai. Quando aprì la ceniera il mio cazzo saltò in avanti, tirando le mutande attraverso l'apertura. Lui li sbottonò e, mentre io alzavo il culo, li fece scivolare sulle mie gambe. Tirai la sua testa nel mio grembo e la pigiai sopra la mia carne rigida. Lo sentii annusare il mio profumo di uomo. Cominciò a leccare la macchia bagnata sui boxer fatta dalla mia erezione sbavante.
“Mordi la testa, ragazzo. Succhialo. Succhia il succo attraverso i boxer.”
“Oh, sì, Signore. Voglio assaggiarlo. Voglio succhiarlo, Signore. Lo prendo, signore?” Lo afferrai
per i capelli e portai la sua faccia vicino alla mia.
“Devi fare solo come dico io, ragazzo!” e sempre tenendolo per i capelli spinsi la sua testa contro la macchia bagnata.
Lui riprese rapidamente a succhiare il mio uccello. “Puoi usare le mani.” Dissi.
Cominciò a strofinare le mie cosce e le mie gambe scendendo ogni tanto a strofinare i miei piedi.
Giocò coi miei peli e la cosa dovette piacergli perché cominciò a mordicchiarmi l’uccello.
Alzò una mano e la fece correre attraverso il mio stomaco seguendo la linea di peli del torace. Ci giocò e strofinò le dita nei peli intorno ai capezzoli.
Misi un piede sul suo inguine e alzai a spingere la faccia su uno dei miei capezzoli. Lui cominciò a succhiarlo come un poppante. Era fantastico.
“Così, ragazzo. Succhia i capezzoli di paparino! Fai uscire la crema calda di paparino, succhiamela fuori. Sì, così, bravo ragazzo, ora l'altro!”
Gli aprii i jeans e fui sorpreso nel vedere che non indossava mutande. La sua erezione schiaffeggiò contro la mia mano mentre io giocherellavo con le sue palle lisce, quasi senza peli. Ed il suo culo era così liscio, mi fece venire l’acquolina in bocca. Feci scivolare le dita tra le sue natiche e pigiai un dito contro il suo buco facendolo contorcere.
“Tirami giù le mutande, ragazzo, e succhia le mie grossei palle pelose. Ho un bel carico di succo di uomo caldo per te.”
“Sì, signore. Sono pronto, Signore. Per favore me lo faccia fare!” Uggiolò. Schiaffeggiai la mia carne sulla sua faccia e sulla sua bocca dicendogli di succhiarmi le palle come gli avevo detto di fare.
Lui le ingoiò una alla volta, massaggiandole nella sua bocca bagnata ed affamata come aveva fatto con le dita del piede. Contemporaneamente strofinava una mano tra i peli sul mio torace.
“Ti piace la mia asta, ragazzo? E’ ora che tu assaggi il mio cazzo di uomo. Sto per spingerlo nella tua bocca e fartelo succhiare, hai capito!”
“Siiii, siiignoooreee.” Ha borbottato con la bocca riempita della mia palla sinistra. Afferrai i suoi capelli e puntai la mia verga rigida contro le sue labbra, poi la spinsi e lo costrinse con forza nella sua bocca in attesa. Con una mano mossi la sua testa sopra la mia asta. Lui si stava lamentando, ma cominciò a soffocare quando scivolai nella sua gola. Lo tirai indietro per farlo abituare alla dimensione.
In breve stavo fottendogli la faccia facendo scivolare di quando in quando il mio grosso uccello profondamente nella sua gola stretta. Gli piaceva e si contorse ed uggiolò sempre più. Stavo per eiaculare ma mi tirai indietro. Lo presi,lo girai e lo appoggiai alla scrivania. Mi spinsi tra le sue gambe alzandole abbastanza per esporre il suo culo. Di nuovo giocai col suo stretto buco rosa. Questa volta mi sputai sulle dita e le strofinai sul buco per bagnarlo. Poi vi conficcai dentro un dito.
Lui cominciò a tirarsi indietro. Gli ordinai di non muoversi. Giocai con suo piccolo, caldo buco,
facendolo aprire con le mie dita, spingendole dentro il più possibile. Lui si lamentò e roteò il culo. Quando cominciò a spingere contro le mie dita, capii che era pronto per la cosa vera.
Tolsi le dita, lo feci sdraiare sulla scrivania, tirai il suo culo all'orlo ed appoggiai la testa rigida dell’uccello al suo ingresso. La spinsi lentamente nel suo piccolo buco di ragazzo che si contorceva in attesa. Lui si ritirò quando lo penetrai, ma io tenni le sue anche e lo tirai sopra la mia asta. Quando la verga fu dentro a metà, mi fermai e rimasi così per farlo adattare al mio uccello. Rimasi così per alcuni minuti.
“Per favore, signore, faccia qualche cosa, signore. Per favore mi inculi, signore!”
“Vuoi sentirlo, ragazzo? Tu vuoi che ti fotta il culo, ragazzo?”
“Sì, Signore. Per favore mi inculi ora. Per favore, Signore. Lo voglio dannatamente, signore!” Io spinsi dentro l’uccello completamente, schiaffeggiando il suo liscio, rotondo culo bianco. Poi cominciai a carezzarlo con la mia asta dura. Dentro e fuori, veloce e poi lento, fermandomi finché non mi implorava di ricominciare.
Le mie palle erano in ebollizione e pronte ad esplodere. La mia mente stava correndo con la visione del mio uccello bagnato nel culo arrapato di quel ragazzo. Gli pizzicavo i capezzoli rosa per tenerli duri. Gli piaceva molto. Io ero pronto, pronto a sparare un carico caldo di crema d’uomo. Mi tolsi rapidamente dal suo culo, gli afferrai le caviglie e lo tirai dalla scrivania sul pavimento. Mi inginocchiai sulla sua faccia, presi la sua testa nelle mie mani e di nuovo costrinsi
la sua bocca sopra la mia asta pulsante. Trasportai la sua testa su e giù, facendogli mungere la mia carne.
Poi sparai il mio primo ruscello di sborra nella sua bocca mentre lui si menava furiosamente l’uccello per venire. Immersi il mio pene profondamente nella sua gola e spedii un altro fiotto di sperma direttamente nel suo stomaco. Cominciò a soffocare. Quando lo ritirai si lamentò rumorosamente e spedì un lungo fiotto di crema di ragazzo a volare sopra i nostri corpi. Sparai altra crema nella sua bocca e tenni lì mio uccello dentro finché lui non l'ingoiò. Quando mi estrassi, gli ordinai di leccare via la sua sborra dai nostri corpi e lui godette a farlo sul mio torace e sui peli della pancia.
“Avrò un'altra consegna domani, ragazzo. Stessa ora. Vedi di esserci!”
“Sì, signore. Sono contento, signore. Ogni volta che vuole, signore, io sarò qui!”
Ci vestimmo e Marty se ne andò. Quando arrivò alla prta si girò e disse: “Grazie a lei, signore.” Che bravo ragazzo! Avrei avuto molte altre consegne per lui.
Mi piace adocchiare quel ragazzo grazioso che regolarmente le fa. E’ veramente carino, capelli biondo rossastri, una cosa che mi affascina.
Ha un corpo magro, quasi allampanato; indossa sempre jeans logori ed una t-shirt di jersey nero senza maniche col nome della sua società.
Stavo lavorando sino a tardi per un lavoro che dovevo finire e chiamai per una consegna. Era stata una lunga e calda giornata ed io ero completamente sudato. Avrei desiderato che il vecchio edificio avesse un impiato decente di aria condizionata; mi ero tolto camicia, scarpe e calze.
Sentii un leggero bussare alla porta e gridai: “Avanti!” Era il solito ragazzo. Si fermò immobile quando entrò e mi vide con i soli pantaloni! Ahh, quindi anche lui era interessato! Decisi di provare. Anche il ragazzo era sudato, così gli offrii un bicchiere di acqua fresca. Mi avvicinai, mi presentai e gli chiesi qualcosa di lui; si chiamava Marty.
Bevemmo l’acqua scrutandoci, poi io andai alla mia scrivania e mi sedetti sulla sedia girevole. Presi la busta che gli dovevo consegnare ed intenzionalmente lasciai cadere le carte che conteneva ai miei piedi, tra le mie gambe.
“Mi lasci aiutarla, signore” Disse e si inginocchiò per andarle a prendere.
Mentalmente presi nota del ‘signore’, mi chinai in avanti, le nostre teste quasi si toccarono ed io sentii il suo aroma di ragazzo. Il mio piede coprì una delle carte e lui vi posò sopra le mani. Mi guardò pensando che avrei spostato il piede.
“Le tue mani sono piacevoli, Marty. Vorrei che tu mi massaggiassi. I piedi mi stanno uccidendo.”
“Posso strofinarglieli, signore.” Ancora signore! Io gli dissi che sarebbe stato grande e di proseguire. Mi appogiai allo schienale e lui si mise i miei piedi in grembo.
Ne alzò uno e cominciò a strofinarlo e massaggiarlo. Le sue piccole, morbide mani spedirono brividi attraverso il mio corpo e quando fece scivolare le dita tra le dita del piede, il mio cazzo si gonfiò ad una piena erezione. Gettai uno sguardo in giù e ne vidi il contorno nei miei pantaloni. Anche Marty stava fissandolo.
“L’hai già fatto altre volte?”
“No, signore. Ma l’ho sempre desiderato da quando l’ho vista la prima volta!” Alzò il piede dal suo grembo se lo portò alla faccia. Cominciò a leccarne la pianta e poi fece correre la lingua tra le dita. Stava facendomi impazzire. Era come se stesse leggendo nella mia mente.
Mi chinai, l'afferrai sotto le ascelle, lo tirai tra le mie gambe e gli tolsi la t-shirt. Era liscio, senza peli, con rigidi capezzoli rosa, induriti dall’eccitazione. Feci correre leggermente i pollici sui capezzoli eretti.
Lui si contorse e mi sorrise dicendomi che gli piaceva molto. Vidi il suo rigido uccello rimbalzare contro la sua patta. La mia verga stava pulsando e gocciolando pre eiaculazione.
“Aprimi i pantaloni, ragazzo” Ordinai. Quando aprì la ceniera il mio cazzo saltò in avanti, tirando le mutande attraverso l'apertura. Lui li sbottonò e, mentre io alzavo il culo, li fece scivolare sulle mie gambe. Tirai la sua testa nel mio grembo e la pigiai sopra la mia carne rigida. Lo sentii annusare il mio profumo di uomo. Cominciò a leccare la macchia bagnata sui boxer fatta dalla mia erezione sbavante.
“Mordi la testa, ragazzo. Succhialo. Succhia il succo attraverso i boxer.”
“Oh, sì, Signore. Voglio assaggiarlo. Voglio succhiarlo, Signore. Lo prendo, signore?” Lo afferrai
per i capelli e portai la sua faccia vicino alla mia.
“Devi fare solo come dico io, ragazzo!” e sempre tenendolo per i capelli spinsi la sua testa contro la macchia bagnata.
Lui riprese rapidamente a succhiare il mio uccello. “Puoi usare le mani.” Dissi.
Cominciò a strofinare le mie cosce e le mie gambe scendendo ogni tanto a strofinare i miei piedi.
Giocò coi miei peli e la cosa dovette piacergli perché cominciò a mordicchiarmi l’uccello.
Alzò una mano e la fece correre attraverso il mio stomaco seguendo la linea di peli del torace. Ci giocò e strofinò le dita nei peli intorno ai capezzoli.
Misi un piede sul suo inguine e alzai a spingere la faccia su uno dei miei capezzoli. Lui cominciò a succhiarlo come un poppante. Era fantastico.
“Così, ragazzo. Succhia i capezzoli di paparino! Fai uscire la crema calda di paparino, succhiamela fuori. Sì, così, bravo ragazzo, ora l'altro!”
Gli aprii i jeans e fui sorpreso nel vedere che non indossava mutande. La sua erezione schiaffeggiò contro la mia mano mentre io giocherellavo con le sue palle lisce, quasi senza peli. Ed il suo culo era così liscio, mi fece venire l’acquolina in bocca. Feci scivolare le dita tra le sue natiche e pigiai un dito contro il suo buco facendolo contorcere.
“Tirami giù le mutande, ragazzo, e succhia le mie grossei palle pelose. Ho un bel carico di succo di uomo caldo per te.”
“Sì, signore. Sono pronto, Signore. Per favore me lo faccia fare!” Uggiolò. Schiaffeggiai la mia carne sulla sua faccia e sulla sua bocca dicendogli di succhiarmi le palle come gli avevo detto di fare.
Lui le ingoiò una alla volta, massaggiandole nella sua bocca bagnata ed affamata come aveva fatto con le dita del piede. Contemporaneamente strofinava una mano tra i peli sul mio torace.
“Ti piace la mia asta, ragazzo? E’ ora che tu assaggi il mio cazzo di uomo. Sto per spingerlo nella tua bocca e fartelo succhiare, hai capito!”
“Siiii, siiignoooreee.” Ha borbottato con la bocca riempita della mia palla sinistra. Afferrai i suoi capelli e puntai la mia verga rigida contro le sue labbra, poi la spinsi e lo costrinse con forza nella sua bocca in attesa. Con una mano mossi la sua testa sopra la mia asta. Lui si stava lamentando, ma cominciò a soffocare quando scivolai nella sua gola. Lo tirai indietro per farlo abituare alla dimensione.
In breve stavo fottendogli la faccia facendo scivolare di quando in quando il mio grosso uccello profondamente nella sua gola stretta. Gli piaceva e si contorse ed uggiolò sempre più. Stavo per eiaculare ma mi tirai indietro. Lo presi,lo girai e lo appoggiai alla scrivania. Mi spinsi tra le sue gambe alzandole abbastanza per esporre il suo culo. Di nuovo giocai col suo stretto buco rosa. Questa volta mi sputai sulle dita e le strofinai sul buco per bagnarlo. Poi vi conficcai dentro un dito.
Lui cominciò a tirarsi indietro. Gli ordinai di non muoversi. Giocai con suo piccolo, caldo buco,
facendolo aprire con le mie dita, spingendole dentro il più possibile. Lui si lamentò e roteò il culo. Quando cominciò a spingere contro le mie dita, capii che era pronto per la cosa vera.
Tolsi le dita, lo feci sdraiare sulla scrivania, tirai il suo culo all'orlo ed appoggiai la testa rigida dell’uccello al suo ingresso. La spinsi lentamente nel suo piccolo buco di ragazzo che si contorceva in attesa. Lui si ritirò quando lo penetrai, ma io tenni le sue anche e lo tirai sopra la mia asta. Quando la verga fu dentro a metà, mi fermai e rimasi così per farlo adattare al mio uccello. Rimasi così per alcuni minuti.
“Per favore, signore, faccia qualche cosa, signore. Per favore mi inculi, signore!”
“Vuoi sentirlo, ragazzo? Tu vuoi che ti fotta il culo, ragazzo?”
“Sì, Signore. Per favore mi inculi ora. Per favore, Signore. Lo voglio dannatamente, signore!” Io spinsi dentro l’uccello completamente, schiaffeggiando il suo liscio, rotondo culo bianco. Poi cominciai a carezzarlo con la mia asta dura. Dentro e fuori, veloce e poi lento, fermandomi finché non mi implorava di ricominciare.
Le mie palle erano in ebollizione e pronte ad esplodere. La mia mente stava correndo con la visione del mio uccello bagnato nel culo arrapato di quel ragazzo. Gli pizzicavo i capezzoli rosa per tenerli duri. Gli piaceva molto. Io ero pronto, pronto a sparare un carico caldo di crema d’uomo. Mi tolsi rapidamente dal suo culo, gli afferrai le caviglie e lo tirai dalla scrivania sul pavimento. Mi inginocchiai sulla sua faccia, presi la sua testa nelle mie mani e di nuovo costrinsi
la sua bocca sopra la mia asta pulsante. Trasportai la sua testa su e giù, facendogli mungere la mia carne.
Poi sparai il mio primo ruscello di sborra nella sua bocca mentre lui si menava furiosamente l’uccello per venire. Immersi il mio pene profondamente nella sua gola e spedii un altro fiotto di sperma direttamente nel suo stomaco. Cominciò a soffocare. Quando lo ritirai si lamentò rumorosamente e spedì un lungo fiotto di crema di ragazzo a volare sopra i nostri corpi. Sparai altra crema nella sua bocca e tenni lì mio uccello dentro finché lui non l'ingoiò. Quando mi estrassi, gli ordinai di leccare via la sua sborra dai nostri corpi e lui godette a farlo sul mio torace e sui peli della pancia.
“Avrò un'altra consegna domani, ragazzo. Stessa ora. Vedi di esserci!”
“Sì, signore. Sono contento, signore. Ogni volta che vuole, signore, io sarò qui!”
Ci vestimmo e Marty se ne andò. Quando arrivò alla prta si girò e disse: “Grazie a lei, signore.” Che bravo ragazzo! Avrei avuto molte altre consegne per lui.
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