Webcam
di
Xilia
genere
bondage
Non si dovrebbero fare video all’insaputa della persona che ha deciso di aprirti il suo cuore, specialmente mentre ti apre non solo quello, né tanto meno pubblicarli.
Cancello “CHE STRONZO BASTARDO” e lo sostituisco con un più cattivo “SEI UN FOTTUTO FIGLIO DI PUTTANA”.
Devo però ammettere che con corde e nodi ci sa fare davvero.
“E hai avuto pure il coraggio di mandarmi il link del video!”
I nostri gesti - attivi i suoi, passivi i miei - nello schermo del mio portatile sembrano seguire un rituale accurato, quasi sacrale.
Cancello l’ultima frase, mi pare superflua.
Alzo nuovamente lo sguardo dal telefono e rimango affascinata vedendomi spogliata da un’altra prospettiva, osservando le sue dita far scorrere la ruvida corda sulla mia pelle e intrecciarne le estremità con artistica precisione.
Un carattere alla volta cancello anche l’offesa in maiuscolo.
Osservando poi infine il suo marmoreo membro penetrare nel mio corpo immobilizzato la mia attuale espressione si muta in quella che ho nello schermo e quasi mi dispiace che a titolo del filmato non ci sia il mio nome, ma solo una volgare descrizione del mero atto.
“Rifacciamolo” gli scrivo mentre il video finisce con l’immagine della mia bocca riempita del suo seme.
“Ok” risponde. “Ma questa volta non saremo soli”.
Guardo incredula il display del telefono per parecchi secondi.
“Va bene” digito infine. E sento nitidamente le mie mutandine bagnarsi.
Cancello “CHE STRONZO BASTARDO” e lo sostituisco con un più cattivo “SEI UN FOTTUTO FIGLIO DI PUTTANA”.
Devo però ammettere che con corde e nodi ci sa fare davvero.
“E hai avuto pure il coraggio di mandarmi il link del video!”
I nostri gesti - attivi i suoi, passivi i miei - nello schermo del mio portatile sembrano seguire un rituale accurato, quasi sacrale.
Cancello l’ultima frase, mi pare superflua.
Alzo nuovamente lo sguardo dal telefono e rimango affascinata vedendomi spogliata da un’altra prospettiva, osservando le sue dita far scorrere la ruvida corda sulla mia pelle e intrecciarne le estremità con artistica precisione.
Un carattere alla volta cancello anche l’offesa in maiuscolo.
Osservando poi infine il suo marmoreo membro penetrare nel mio corpo immobilizzato la mia attuale espressione si muta in quella che ho nello schermo e quasi mi dispiace che a titolo del filmato non ci sia il mio nome, ma solo una volgare descrizione del mero atto.
“Rifacciamolo” gli scrivo mentre il video finisce con l’immagine della mia bocca riempita del suo seme.
“Ok” risponde. “Ma questa volta non saremo soli”.
Guardo incredula il display del telefono per parecchi secondi.
“Va bene” digito infine. E sento nitidamente le mie mutandine bagnarsi.
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