Faccio pratica con le banane
di
Vandal
genere
etero
Faccio pratica con le banane
“Sai, ho proprio voglia di cazzo”
Lo dice così, fluida, senza remore o imbarazzo. Dopo una serata a cazzeggiare, due hamburger al Rodeo House, la Marina, che tutti han sempre nominato l’insipida, se ne esce così.
Tipa timida e riservata, i capelli neri raccolti a crocchia dietro la nuca, come usavano fare le nonne negli anni indietro. Occhiali neri da secchiona, sguardo mite, vestiti un po’ retrò e sempre castigati.
Insipida, non il top delle top, maggiorate, super bionde o super more, pelle bianca, un po’ di efelidi sparse sulle guance. Lei, l’insipida, che a dire porca miseria quasi si vergogna. Lei, la secchiona, che ti aiuta a fare i compiti dell’ultimo momento e arrossisce ogni volta che qualcuno dice una parolaccia.
Lei, la ragazza che non si fila nessuno, sempre in disparte, che tutti indicano e giudicano. Lei, la Marina. Che ha accettato l’invito di Santo, un altro ragazzo quasi affine, quasi insipido, sempre timido e impacciato con le ragazze. Lo sfigato dagli occhiali metallizzati e il ciuffo ribelle. Lui, che legge di nascosto gli hentai, fantasticando un avventura con ogni tettona nipponica lì disegnata e avere una superdotazione come in quel fumetto, pardon, manga.. Quello del dottore nella clinica del sesso, con la cappella che ha la faccia del dottore. E sì, lui, che di fantasia ne ha tanta e si sveglia alla mattina con una spranga di carne rigida , che corre in bagno a farsi un segone e liberarsi meglio. Lui.. Che non si sognava di uscire con la Marisa, l’unica su cui non ha mai fatto voli pindarici… =Chissà com’è?= si ritrova a pensare
Lui, Santo, che diventa rosso come un peperone, che sente il cuore fermarsi per poi accelerare, che non crede alle proprie orecchie. La Marisa ha appena detto “Sai, ho proprio voglia di cazzo”. Lei, la Marisa, che arrossisce a dire porca miseria e si imbarazza alle parolacce altrui?
“Hai appena detto?..”
“Sì. Ho voglia di cazzo” annuisce lei
Loro, che stanno passeggiando lungo il sentiero degli innamorati, ora chiuso ma, che loro hanno iniziato a percorrere scavalcando la sbarra di accesso. Lei, che si ferma e sospinge Santo in una rientranza egli slaccia la cerniera. Lui che non protesta, incapace di pensare. Lei che abbassa con noncuranza il tessuto degli slip e gli afferra il sesso. E il Lui che diventa duro come una spranga mentre la Marina si inginocchia e glielo prende in bocca, cominciando a succhiarglielo come un calippo, con passione e devozione. E non smette finché lui non esplode dentro di lei e le stelle si accendono nel suo cranio mandandolo in tilt.
Lei, soddisfatta che si rialza pulendosi la bocca e sedendosi accanto a Santo, che ha ancora l’uccello di fuori, sgonfio di ogni sentimento “Buono” e si accoccola addosso a lui, sorridente e beata
“Ma da dove ti arriva tutta questa esperienza?”
“Guardo i porno, leggo hentai e faccio pratica con le banane”
“Uh.. e io che pensavo”
“Che fossi l’insipida Marina?” sorride lei alzandosi, sollevando un poco la gonna e mettendosi a cavalcioni su di lui, abbracciandolo, baciandolo
E lui che sente con il sesso che, sotto la gonna lei non ha le mutandine. E il vigore di poco prima prende a donargli nuova linfa. E lei che sorride, sposta la mano e aiuta il suo sesso ad entrare dentro di lei. Poi comincia a muoversi, prima lenta, poi sempre più frenetica, a mugugnare a strofinargli le tette sulla faccia
E lui che sta lì, a farsi fregare il sesso, a goder di quell’attimo che sembra uscito da un hentai
Poi lei si alza, si china verso di lui, lo bacia su una guancia “Domani a casa mia ma, con più tranquillità” si allontana ancheggiando lungo il sentiero. Marina l’insipida non lo è più
“Sì, domani” dice lui rinfoderando il suo sesso e seguendola di lì a poco.. Pregusta già la serata.
“Sai, ho proprio voglia di cazzo”
Lo dice così, fluida, senza remore o imbarazzo. Dopo una serata a cazzeggiare, due hamburger al Rodeo House, la Marina, che tutti han sempre nominato l’insipida, se ne esce così.
Tipa timida e riservata, i capelli neri raccolti a crocchia dietro la nuca, come usavano fare le nonne negli anni indietro. Occhiali neri da secchiona, sguardo mite, vestiti un po’ retrò e sempre castigati.
Insipida, non il top delle top, maggiorate, super bionde o super more, pelle bianca, un po’ di efelidi sparse sulle guance. Lei, l’insipida, che a dire porca miseria quasi si vergogna. Lei, la secchiona, che ti aiuta a fare i compiti dell’ultimo momento e arrossisce ogni volta che qualcuno dice una parolaccia.
Lei, la ragazza che non si fila nessuno, sempre in disparte, che tutti indicano e giudicano. Lei, la Marina. Che ha accettato l’invito di Santo, un altro ragazzo quasi affine, quasi insipido, sempre timido e impacciato con le ragazze. Lo sfigato dagli occhiali metallizzati e il ciuffo ribelle. Lui, che legge di nascosto gli hentai, fantasticando un avventura con ogni tettona nipponica lì disegnata e avere una superdotazione come in quel fumetto, pardon, manga.. Quello del dottore nella clinica del sesso, con la cappella che ha la faccia del dottore. E sì, lui, che di fantasia ne ha tanta e si sveglia alla mattina con una spranga di carne rigida , che corre in bagno a farsi un segone e liberarsi meglio. Lui.. Che non si sognava di uscire con la Marisa, l’unica su cui non ha mai fatto voli pindarici… =Chissà com’è?= si ritrova a pensare
Lui, Santo, che diventa rosso come un peperone, che sente il cuore fermarsi per poi accelerare, che non crede alle proprie orecchie. La Marisa ha appena detto “Sai, ho proprio voglia di cazzo”. Lei, la Marisa, che arrossisce a dire porca miseria e si imbarazza alle parolacce altrui?
“Hai appena detto?..”
“Sì. Ho voglia di cazzo” annuisce lei
Loro, che stanno passeggiando lungo il sentiero degli innamorati, ora chiuso ma, che loro hanno iniziato a percorrere scavalcando la sbarra di accesso. Lei, che si ferma e sospinge Santo in una rientranza egli slaccia la cerniera. Lui che non protesta, incapace di pensare. Lei che abbassa con noncuranza il tessuto degli slip e gli afferra il sesso. E il Lui che diventa duro come una spranga mentre la Marina si inginocchia e glielo prende in bocca, cominciando a succhiarglielo come un calippo, con passione e devozione. E non smette finché lui non esplode dentro di lei e le stelle si accendono nel suo cranio mandandolo in tilt.
Lei, soddisfatta che si rialza pulendosi la bocca e sedendosi accanto a Santo, che ha ancora l’uccello di fuori, sgonfio di ogni sentimento “Buono” e si accoccola addosso a lui, sorridente e beata
“Ma da dove ti arriva tutta questa esperienza?”
“Guardo i porno, leggo hentai e faccio pratica con le banane”
“Uh.. e io che pensavo”
“Che fossi l’insipida Marina?” sorride lei alzandosi, sollevando un poco la gonna e mettendosi a cavalcioni su di lui, abbracciandolo, baciandolo
E lui che sente con il sesso che, sotto la gonna lei non ha le mutandine. E il vigore di poco prima prende a donargli nuova linfa. E lei che sorride, sposta la mano e aiuta il suo sesso ad entrare dentro di lei. Poi comincia a muoversi, prima lenta, poi sempre più frenetica, a mugugnare a strofinargli le tette sulla faccia
E lui che sta lì, a farsi fregare il sesso, a goder di quell’attimo che sembra uscito da un hentai
Poi lei si alza, si china verso di lui, lo bacia su una guancia “Domani a casa mia ma, con più tranquillità” si allontana ancheggiando lungo il sentiero. Marina l’insipida non lo è più
“Sì, domani” dice lui rinfoderando il suo sesso e seguendola di lì a poco.. Pregusta già la serata.
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