La moglie del dottore

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La moglie del dottore
Incrocio la moglie del dottore sul portone d'ingresso del palazzo dove abitiamo. Lei entra portando le sport della spesa, le tengo aperta la porta, così non deve perdere tempo a cercare le chiavi. Mi faccio da parte per lasciarla passare e lei mi ringrazia e mi saluta. Armeggio con la cassetta della posta ma è una scusa per tenerle addosso lo sguardo. Mi piace da sempre, eppure è una donna piuttosto avanti con gli anni, ne avrà almeno 60 o 65 ma è ancora molto bella, come minimo piacente. Capelli biondi e non molto alta ma con una buona serie di curve che l'età non ha scalfito. Non ho idea se il marito sia davvero dottore ma chiamano il nostro palazzo il "palazzo dei dottori" perché ne abitano un certo numero. Che siano dottori in Medicina o altro non mi è dato sapere e non mi interessa, però so che il marito della signora è un dottore. Saranno almeno 20 anni che abito nel palazzo dei dottori e ho visto lui invecchiare piuttosto male anche a causa di qualche malattia immagino, lei invece la ricordo sempre uguale. Sicuramente la mia memoria sballa ma è sempre stata una bella donna e di questo ne sono sicuro. Chiudo la buchetta della posta e vedo che lei è ancora lì che aspetta l'ascensore con le sporte in mano. Mi guarda e mi sorride, mi dice che l'ascensore si deve essere guastato, perché è da un po' che spinge il pulsante ma non succede nulla. Allora le chiedo se ha bisogno di una mano a portare su per le scale la spesa. Il suo sorriso si riaccende e mi passa un paio di sporte che io afferro. Poi la seguo mentre sale davanti a me. Malgrado la osservi da tempo non mi è mai capitato di fissarle il culo, di solito mi attraevano i suoi seni grandi e rotondi. E mi pare che abbia davvero ancora un bel culo sotto il vestito che indossa. Abita al quarto piano e quindi ci mettiamo un po' a salire. Davanti alla porta di casa si mette a cercare le chiavi e nel frattempo mi dice che sono stato molto gentile e mi ringrazia. Purtroppo il marito è di nuovo in ospedale perché non sta bene e quindi il mio aiuto è stato prezioso. Apre la porta ed entriamo.
Mai vista casa sua ed essendo la casa di un dottore non è male. Arredata in maniera classica e anche piuttosto lussuosa per quello che vedo. Mi fa entrare e andare in cucina e appoggiare le sporte sul tavolo. Mi chiede se voglio riposarmi un attimo e io annuisco. Mi indica la sedia così mi accomodo. Aspetto che sistemi le cose comprate e intanto la guardo muoversi per casa. Mi sembra che si muova diversamente da come l'ho vista finora. Pare camminare a un palmo da terra. Sarà che è nel suo ambiente o che la mia presenza le faccia effetto? Non che abbia importanza. Alla fine mi domanda se voglio bere qualcosa e io accetto. Lei si mette a cercare bicchieri e bottiglia e mi sorprende tornando con due flute e una bottiglia di prosecco ghiacciato. Siede di fianco a me e versa il vino nei due bicchieri. Siamo piuttosto vicini. Mi piace lo sguardo che ha negli occhi. Non mostra timore o paura di avere uno sconosciuto in casa. In fondo lei sa soltanto che io abito nel suo palazzo e non mi conosce veramente. Le chiedo qualcosa sulle condizioni del marito e lei sembra intristirsi un attimo. Quello che mi dice mi fa capire come mai di solito io la veda piuttosto triste. Almeno finora è l'impressione che mi ha fatto da un po' di tempo a questa parte. Oggi è diversa e non può essere solo perché è in casa sua. I suoi occhi sono di nuovo luminosi come il suo sorriso e la sua mano che si posa sulla mia me lo conferma. Una mano calda e gentile come la sua voce mentre mi ringrazia. Probabilmente arrossisco e le dico che non deve ringraziarmi perché ho fatto solamente il minimo. Siamo sempre più vicini. Pericolosamente vicini. Così vicino che sento anche il suo profumo che è un buon profumo e mi piace.
Lei sembra molto a suo agio. Anche più di me. Mi invita nel salotto. Siedo sul sofà e lei al mio fianco. Versa altri due calici, lei dice che vuole brindare alla mia gentilezza. Le rispondo che va bene se però facciamo anche un brindisi alla sua bellezza. Stavolta è lei ad arrossire ma quel compimento le è piaciuto. Parliamo di lei, mi racconta della sua vita. Il prosecco finisce e il suo contributo è stato pari al mio. Tra l'altro lo regge benissimo. Si alza per andare a prendere un'altra bottiglia, io la guardo, gli occhi nuovamente incollati al suo culo. Torna, si siede e mi porge la bottiglia da stappare. Verso io altri due calici che scendono piacevolmente. Vicinissimi. Ci sfioriamo. Ci tocchiamo. La sua mano prende la mia. La porta al seno. Stringo. Piano. La guardo negli occhi e stringo di più. Le piace e a me piace la consistenza e il capezzolo che sento ergersi mentre la strizzo. Ma la sua espressione è meglio ancora. Mi si scioglie addosso. Calda e profumata, sento quanta voglia ha da quel seno col capezzolo eretto. Lei mi bacia e io ricambio. La mia mano scende tra le sue cosce. Non ho mai fatto queste cose con una donna della sua età. Anche se a volte l'età non vuol dire nulla e i meccanismi di eccitazione possono bloccare anche una giovane o giovanissima. Lei apre le gambe e si lascia ispezionare. Le mie dita scivolano nelle sue mutandine. È calda, è umida, anzi è notevolmente bagnata. Le mie dita direttamente tra le piccole labbra. Entrano indice e pollice insieme. La sua mano ora, sulla mia coscia. Me lo ha già fatto diventare duro. Se ne accorge anche lei al tatto. Palpa e stringe forte anche lei da sopra i jeans. Mi piace da morire quella strizzata. La invito a tirarlo fuori. Lei mi sorride, un sorriso velato dall'eccitazione. Mi dice che ci prova a vedere se è ancora capace. Le rispondo: si che lo sei. E infatti slaccia il bottone, abbassa la zip e infila la mano nel mio slip. Lo afferra e stringe fortissimo. Mi piace sempre di più. Sfilo le dita dalla sua fica e le annuso. Le dico che mi piace il suo profumo. Lei risponde che mai nessuno le aveva detto una cosa così. Le infilo le dita bagnate tra le labbra.Lei le sugge, gusta il proprio sapore. Mi confessa di non aver mai nemmeno assaggiato il sapore della sua fica prima d'ora. Le dico di assaggiare anche il mio cazzo. Poi la mia mano è tra i suoi capelli e la spingo giù. Sono tra le sue labbra. Nella sua bocca. Mi ingoia. Solleva lo sguardo mentre mi succhia il cazzo. Vuole la mia approvazione. Le dico continua e lei si applica diligentemente. La fermo per non sborrarle in bocca. La faccio alzare, l'aiuto a sfilare le mutandine. Lei solleva la gonna e viene su di me, sul mio cazzo eretto che accoglie dentro di sé. Affondo nel calore della sua fica. Lei si sfila la maglia. Sotto ha un reggiseno che togliamo insieme. Lei lo sgancia dietro e io lo tiro via. Vedo finalmente le sue tette. Grandi, ancora ben sode, grandi areole e capezzoli eretti. Le afferro a mani piene gliele stringo forte. Quella carezza rude le piace. Si muove sul mio cazzo, sinuosamente, in cerca di nuove e dolcissime sensazioni. A fatica le slaccio la gonna e gliela sfilo sulla testa. È nuda, una bellissima ultra sessantenne nuda e in calore col mio cazzo infilato nella fica. Viene rapidamente ma non si ferma. La sua fame di piacere è ancora molto forte. Un solo orgasmo non le basta.Capisco che ne ha ancora una gran voglia. Lei si muove impalata sul mio cazzo. La fermo e la faccio alzare. Si inginocchia. Vuole prenderlo in bocca. La blocco, non è ancora il momento. Le dico di spogliarmi e lei esegue. È ai miei piedi. Nuda lei e nudo io. Mi prende il cazzo in mano. Sussurra che le piace e che lo vuole. Glielo lascio baciare ma poi la afferro per i capelli biondi. Le dico di mettersi a pecora e lei, obbediente si mette prona, il bel culo alto. È impaziente ma le dico di aspettare restando così. Ferma. Mi metto alle sua spalle e mentre la afferro per i fianchi le faccio sentire il cazzo sotto la fica. Lei allunga la mano, davvero lo desidera tanto. Lo sospinge nella fessura.
La assecondo e fingo di chiavarla. Due o tre affondi poi lo sfilo. Sposto la cappella un poco più su. Sul buco intonso. Vergine e strettissimo. Le sfugge un no, o forse è solo un sospiro gridato. Le entro dentro. Non troppo brutale ma lei è così stretta e la cappella grossa. Le faccio male, la faccio gridare ma non si sottrae. Le affondo nel culo fino alle palle. La sculaccio con una mano e con l'altra le strattono i capelli. La cavalco inculandola. Grida ancora ma resiste. Soffre ma resta ferma al suo posto. La chiamo troia e lei mi dice sì, sono la tua troia. Continuo a penetrarla e ora non grida, a ogni colpo geme, il piacere inizia a scuoterla dentro. Gode e la sofferenza muta in un orgasmo violento. La mia mano sulla sua bocca. Cerco di non farla gridare. Le dita in bocca come se fosse il cazzo. Mugola e dimena il culo. Adoro come si muove cercando le sensazioni più intense. La accompagno nella ricerca e poi nel consumo di quel piacere animalesco. Le faccio la natiche rosse e smetto di usare i suoi capelli come briglie solo quando, sconvolta e sazia, si accascia pancia in sotto, sul tappeto. Le vado davanti e le sollevo il viso. È bellissima nel dopo estasi. Mi sorride debolmente, ha bisogno di riprendersi. Ha goduto molto e probabilmente dopo lungo tempo ma io voglio il mio premio e le poso la cappella sulle labbra. Lei mugola ancora. Dice che vuole succhiarmi il cazzo. Come una troia. Apre la bocca e mi ingoia. Sborro a fiotti.
Godo tra quelle labbra. Lei mi lascia sfogare. Manda giù lo sperma. Beve tutto e anche questo mi piace da morire. E continua a leccarmi la cappella anche quando non ne esce più nulla. Sei brava, le dico. Lei sorridere afferma di essere la mia troia. Annuisco mentre il cazzo mi si sgonfia.Le dico che è bellissima, ora. Dopo aver goduto ci siamo sdraiati sul divano. Fortuna è grande e comodo. La stringo e lei si stringe a me. Sempre caldissima, morbida e profumata, anche se ora ha un profumo diverso. Un misto tra la femmina in calore e il profumo che usa. Glielo dico e lei torna a sorridere. Dice che le è piaciuto molto, anche se l'ho fatta soffrire. Non aveva mai goduto così tanto. Non per quella via. Non immaginava di essere portata a quel tipo di amore. E nessuno prima di me l'aveva chiamata troia, finora. Se qualcuno l'avesse fatto, gli avrebbe strappato gli occhi. E dice che li strapperà anche a me se non torno a chiamarla troia. La stringo ancora più forte. Lei tiene la mano sul mio cazzo. Lo scalda ora che è piccolo e bagnato. La adoro anche per questo. Le prometto di chiamarla troia ogni volta che la prenderò dal culo. Sorride e mi strizza per bene le palle: puoi chiamarmi troia ogni volta che vuoi, dice sorridendo. Mugolo io stavolta, mi piace che sia così decisa quella stretta e che parli sporco anche lei. Mentre riposiamo, finiamo l'altro prosecco, poi mi incollo col cazzo contro il suo culo e la tengo stretta. Le sussurro che voglio mi dica cosa ha provato prima, quando l'ho sverginata dietro. Le mie mani tornano sui suoi seni. Stringo ancora e lei geme e descrive le sue sensazioni ma prima confessa che non aveva mai fatto nulla di simile. Solo nella fica. Non si aspettava di essere violata così. Ma non solo. Non si aspettava che poi le piacesse così tanto. All'inizio come una lama rovente dentro. Poi la trasformazione delle sensazioni. Complici anche gli schiaffi sul culo: mi hai fatto male ma è stato per un attimo. Mentre confessa la bacio sulla spalla e sul collo e il cazzo inizia a tornare duro. Lei continua il racconto: è stato proprio come un fuoco dentro. Dapprima le ustioni, poi l'estasi. Non pensava si potesse godere così (tanto) col culo. Le chiedo se non avesse mai provato prima a toccarsi lì e lei nega. Nel culo mai, solo qualche carezza del dottore che mai aveva provato da quella porta. Anche perché non ne aveva mai avuto la forza. Sono di nuovo in erezione e lei se ne impossessa.Dice che le piace anche sentirmi duro tra le sue dita. Non pensava di attrarre così uno molto più giovane di lei. Le dico di smetterla: sei bellissima. E anche troia. Un pompino magnifico.

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scritto il
2022-02-13
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