Simona - primo sconosciuto
di
maxam
genere
prime esperienze
Testo di fantasia, ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale.
È una bella e calda notte di fine maggio, sabato sera passato con le amiche in giro per locali al mare a mezz’ora da casa.
Sto tornando a casa sono un po’ intontita, troppo alcool, meglio non fare l’autostrada tanto ci metto poco di più con le strade interne. Forse quell’ultima birra era meglio se la evitavo, ora mi scappa forte e ci vogliono almeno 20 minuti ancora per arrivare, magari se trovo un posto nascosto mi fermo.
Le stradine tutte uguali in mezzo a campi e paesini, poi un’insegna con il nome di una zona industriale e un parcheggio non illuminato con delle siepi attorno.
Ecco forse se mi fermo lì chi vuoi che mi veda. Entro e parcheggio lontano dalla strada, scendo così vado oltre una siepe e trovo una sorta di parchetto con alberi e qualche panchina. Non ce la faccio più, il mio perizoma si è bagnato, l’ho tenuta troppo, lo tolgo completamente e mi alzo il vestito dalla gonna mi accovaccio e inizio a urinare. All’improvviso dei rumori di foglie e un uomo esce da dietro un albero, mi fissa e si massaggia sul jeans, mi blocco e trattengo il bisogno chiudendo istintivamente le gambe per non mostrarla e bloccarmi. Sono immobile i miei muscoli non reagiscono, lui sorride e si fa avanti lentamente, vedo che armeggia con la zip dei pantaloni e la apre tirando fuori un arnese ancora non duro ma in stato di eccitazione, io piegata lì inerme che lo guardo. Oramai è con il suo sesso di fronte al mio viso e l’erezione è notevole, mi dice di continuare a pisciare e mi apre le gambe dalle ginocchia, il mio pube è alla sua vista.
“Che bel pelo curato morettina, mi piace la figa con quella riga di pelo.”
Non riesco più a tenerla, provo dolore, e lascio che scenda. Ho uno spasmo e sento del piacere provenire da lì sotto. Mi prende la testa tra le mani e la spinge verso il suo pene, le mie labbra chiuse si strusciano sulla sua asta, l’odore di sesso mi pervade, non capisco nulla, sono una bambola alla sua mercè. Sta strusciandosi sulle mie labbra, mi ordina di aprirle, istintivamente le socchiudo come per addentarlo sul fianco, ma è solo un assaggiarlo, lui si muove in modo che la cappella si trovi al centro della mia bocca e spinge. Entra dentro e mi muove la testa avanti e indietro, me la sta scopando, poi come sotto effetto di una droga incomincio a succhiarlo, la mia lingua gioca con il suo glande che si muove dentro. Sento il mio corpo reagire, i capezzoli sono turgidi che quasi mi fanno male, dal ventre un calore che scende fino alla vagina, credo si sia dilatata da sola ed è bagnata. Continuo a succhiarlo e giocarci con la lingua fino a quando un getto forte seguito da altri leggeri riempie la mia bocca, ingoio tutto e continuo a leccarlo, mai prima avevo fatto una cosa del genere a qualcuno.
Ero appagata e lui sorridente mi bacia sulla fronte e se ne va. Mi ricompongo perplessa da quello che avevo fatto e torno in auto, vedo dallo specchietto l’uomo allontanarsi in bicicletta.
Seduta e stravolta da cosa avevo fatto, ma sotto sento una gran eccitazione e voglia, la tocco è calda e bagnata, mi massaggio un attimo e sento che inizio a colare. Mi fermo, riaccendo l’auto e riparto con una gran voglia…
Se il racconto vi è piaciuto e avete idee o consigli.
maxam@email.com
È una bella e calda notte di fine maggio, sabato sera passato con le amiche in giro per locali al mare a mezz’ora da casa.
Sto tornando a casa sono un po’ intontita, troppo alcool, meglio non fare l’autostrada tanto ci metto poco di più con le strade interne. Forse quell’ultima birra era meglio se la evitavo, ora mi scappa forte e ci vogliono almeno 20 minuti ancora per arrivare, magari se trovo un posto nascosto mi fermo.
Le stradine tutte uguali in mezzo a campi e paesini, poi un’insegna con il nome di una zona industriale e un parcheggio non illuminato con delle siepi attorno.
Ecco forse se mi fermo lì chi vuoi che mi veda. Entro e parcheggio lontano dalla strada, scendo così vado oltre una siepe e trovo una sorta di parchetto con alberi e qualche panchina. Non ce la faccio più, il mio perizoma si è bagnato, l’ho tenuta troppo, lo tolgo completamente e mi alzo il vestito dalla gonna mi accovaccio e inizio a urinare. All’improvviso dei rumori di foglie e un uomo esce da dietro un albero, mi fissa e si massaggia sul jeans, mi blocco e trattengo il bisogno chiudendo istintivamente le gambe per non mostrarla e bloccarmi. Sono immobile i miei muscoli non reagiscono, lui sorride e si fa avanti lentamente, vedo che armeggia con la zip dei pantaloni e la apre tirando fuori un arnese ancora non duro ma in stato di eccitazione, io piegata lì inerme che lo guardo. Oramai è con il suo sesso di fronte al mio viso e l’erezione è notevole, mi dice di continuare a pisciare e mi apre le gambe dalle ginocchia, il mio pube è alla sua vista.
“Che bel pelo curato morettina, mi piace la figa con quella riga di pelo.”
Non riesco più a tenerla, provo dolore, e lascio che scenda. Ho uno spasmo e sento del piacere provenire da lì sotto. Mi prende la testa tra le mani e la spinge verso il suo pene, le mie labbra chiuse si strusciano sulla sua asta, l’odore di sesso mi pervade, non capisco nulla, sono una bambola alla sua mercè. Sta strusciandosi sulle mie labbra, mi ordina di aprirle, istintivamente le socchiudo come per addentarlo sul fianco, ma è solo un assaggiarlo, lui si muove in modo che la cappella si trovi al centro della mia bocca e spinge. Entra dentro e mi muove la testa avanti e indietro, me la sta scopando, poi come sotto effetto di una droga incomincio a succhiarlo, la mia lingua gioca con il suo glande che si muove dentro. Sento il mio corpo reagire, i capezzoli sono turgidi che quasi mi fanno male, dal ventre un calore che scende fino alla vagina, credo si sia dilatata da sola ed è bagnata. Continuo a succhiarlo e giocarci con la lingua fino a quando un getto forte seguito da altri leggeri riempie la mia bocca, ingoio tutto e continuo a leccarlo, mai prima avevo fatto una cosa del genere a qualcuno.
Ero appagata e lui sorridente mi bacia sulla fronte e se ne va. Mi ricompongo perplessa da quello che avevo fatto e torno in auto, vedo dallo specchietto l’uomo allontanarsi in bicicletta.
Seduta e stravolta da cosa avevo fatto, ma sotto sento una gran eccitazione e voglia, la tocco è calda e bagnata, mi massaggio un attimo e sento che inizio a colare. Mi fermo, riaccendo l’auto e riparto con una gran voglia…
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