La naturopata (finale)

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Ho parlato con l'endocrinologo, un collega. Mi ha detto che vorrebbe visitarla, pare che il suo problema non sia così raro. Come va? Sono diminuiti i fastidi? E' riuscita a fare quanto le ho chiesto? L'aspetto Martedì.

Buonasera, si accomodi. Ormai conosce la procedura, ecco la camicia da indossare, si spogli pure dietro il paravento. L'attendo al lettino.

Il tono della dottoressa è piuttosto affabile, che strano.
Alla visita purtroppo l'infiammazione risulta ancora come la volta precedente.
La mano inguantata di Valeria resta appoggiata sul monte di Venere mentre le parla con franchezza.

Vorrei che lei mi dicesse che è riuscita a controllarsi in questi giorni e che l'astinenza non le è stata troppo pesante, ma dall'esame mi accorgo che non è così. Mi dispiace, a lungo andare potrebbe procurare fastidi anche al feto e questo non lo vogliamo certo, no?

Dottoressa, ci ho provato, mi creda. Ma il mio cervello va in tilt alla prima occasione e purtroppo in questo mondo le occasioni sono sempre dietro l'angolo. Ho avuto un rapporto col mio fruttivendolo. Me ne vergogno, perché è stato puro sesso e basta. Quando è accaduto ho pensato a lei, mi scusi. Beh, si, i cetrioli, le banane... Mi è venuto da ridere, le chiedo scusa.
Quell'uomo non è ne bello ne brutto, non è questo il punto. Vero è che mi corteggia da quando lo conosco, ma era un rito, una goffa stupidaggine per attirare la cliente. Io non l'ho mai calcolato, figuriamoci... Ma mio marito è partito per una missione, è mancato una settimana. Entrambi sapevamo che non avrei retto tranquilla per una settimana. Anche Shankar non si fa più vivo da mesi. Insomma che dovevo fare? Gli ho telefonato di portarmi a casa un casco di banane somale che non potevo uscire perché stavo male. Beh, me le sono fatte infilare dovunque e con la banana del fruttivendolo, niente male in verità, ho fatto di tutto per tutta la notte. Alle sei del mattino è scappato via con la scusa di dover aprire il negozio. Mi creda, i miei orifizi erano letteralmente in fiamme. Oh! Mamma mia... Cosa devo fare?!

Valeria deglutisce e trattiene il respiro per un attimo.

Signora si calmi, stia tranquilla.
Tenga presente che la sua gravidanza è comunque al termine e tutto questo prima o poi finirà.
Adesso apra bene le gambe, vorrei usare degli ortaggi un po' più grossi, stavolta e se è il caso, aumentare anche ancora un po' la dose di flusso energetico. Sono sicura che questo ci consentirà di placare l'infiammazione e darle un po' di sollievo.

Dopo un minuto, torna dal laboratorio con in mano una bacinella di metallo con dentro due cetrioli sbucciati. Grossi come manganelli. Fa mettere la paziente carponi sulle ginocchia e procede con la prima introduzione. Lo sfintere anale di Antonella comincia a dilatarsi sotto la crescente pressione dell'ortaggio. La dottoressa le chiede di rilassare la muscolatura, Antonella apre l'ano e le scappa una scorreggia. Fulminea Valeria ne approfitta per infilare il cetriolo e questo avanza fino a metà.
Antonella ha le chiappe sudate. Finalmente a poco a poco l'ortaggio entra dentro tutto fino in fondo.
L'altro si fa strada più facilmente dentro la vagina e con dei movimenti ad hoc viene interamente inglobato anche lui.
Come va?
Ci siamo, tranquilla, faccia pure il suo lavoro.

Valeria siede al computer e col mouse spinge il cursore dell'energia.

Adesso si rilassi, perché non mi racconta del suo collaboratore indiano cui accennava la volta scorsa? Su, così si distrae un po' mentre lavoriamo con gli elettrodi.


Si, certo. Mi scusi, ma le racconterò tutto senza peli sulla lingua. Me l'ha chiesto lei, no?
Erano giorni di caldo infernale, andavamo tutti in giro per casa mezzi nudi. Io indossavo il pezzo di sopra di un vecchio bikini e dei pantaloncini a fiori con l'elastico. Mio marito, che è molto, molto ben fornito, indossava dei comodi bermuda. Shankar mette sempre una canotta azzurra con le bretelle larghe ed dei ciclisti blu. Lui è l'unico che usa sneakers , noi in casa andiamo scalzi. Shankar non si ferma mai, lavora velocissimo saltando da un angolo all'altro mentre passa aspirapolvere, pulisce i vetri, straccio, etc, etc. Tutto il santo giorno. Questo gli consente di avere un fisico allenato, perfetto. Lo guardavo sempre con la coda dell'occhio mentre lavorava e spesso inventavo delle scene erotiche. Mi appassionava inventare situazioni nelle quali avrei potuto sedurlo. Intendiamoci, lui è un marito fedele, ha 3 figli che ama e sua moglie potrebbe anche uccidere per un tradimento. Però è pur sempre un uomo, è così facile far perdere il controllo ad un uomo, specie se ancora giovane... Immaginavo di lasciare aperta la porta del bagno e farmi trovare mentre facevo pipì. O più semplicemente farmi trovare nuda nella stanza e lanciare un gridolino appena lui entra... Non so, mi divertivo tanto con queste idee e così ho cominciato a provocarlo innocentemente. Gli appoggiavo il seno sulla spalla mentre gli mostravo qualcosa, magari alitandogli leggermente sul collo. Lasciavo che il suo sguardo si perdesse a precipizio nello spacco delle mie tette mentre gli chiedevo di pulire un angolo particolare. Gli sbattevo il culo in faccia mentre salivamo la scala per il solaio. Giocavo a nascondino con la mia gonna, le mie cosce e la mia fica. Insomma le solite cose che facciamo noi ragazze. Certo lui non si perdeva uno dei miei segnali, tanto che col tempo ho fatto una mappa ipotetica sui suoi pantaloncini da ciclista della forma esatta del suo coso nelle varie posizioni e misure. Avevo capito che il suo membro è del tipo lungo lungo e secco secco. Quello di mio marito è l'esatto opposto: grande, curvo all'insù e nerboruto. Meraviglioso, per carità, ma anche quello di Shankar può rivelarsi molto utile...
Quando mio marito ci ha scoperti eravamo in cucina, io ero aggrappata al tavolino e lui mi stava prendendo da dietro. Si, proprio nel culo. Gliel'avevo chiesto io di incularmi, ho sempre guardato quel cazzo sotto questa prospettiva... Avevo iniziato provocandolo con le tette, portavo una canotta e mi ero fatta uscire degli spruzzi di latte bagnandola. Lui faceva finta di niente, ma mi guardava la canotta ed i capezzoli cominciavano a trasparire sotto il tessuto bagnato. Avevo deciso che era giunto il momento. Mio marito era sempre spompato, riuscivo a spremerlo ormai solo una volta al giorno. Il mio amante anziano era scomparso dai radar ed io avevo una voglia di cazzo, ma una voglia... Shankar aveva il pacco già ingrossato, ma puliva i pensili sperando di distrarsi. Io stavo preparando un frullato di mele e arance, gli parlavo con un tono molto seduttivo e gli chiedevo della sua vita con la moglie mentre sbucciavo la frutta. Gli dissi che il frullato era per lui, mi sentivo di doverlo rinfrancare per tutta la fatica che faceva. Lui parlava dei figli, dei parenti quando si incontrano per fare le feste. Improvvisamente mi sono girata verso di lui, la mia canotta era inzuppata e i capezzoli sporgevano tesi. Gli chiesi se preferiva del latte nel frullato e sbuffando, come per insofferenza nei confronti del caldo, mi allentai l'orlo della canotta facendo uscire fuori un capezzolo. Lui perse la testa, si buttò sul mio seno e prese a succhiarlo con forza mentre io gli accarezzavo i capelli. Mi spremeva le tette come un ossesso, mi leccava il collo ed io sentivo il suo odore fortissimo di cumino e desiderio. Aprii la bocca e accolsi la sua lingua succhiandola. Mi afferrò il culo e cominciò a strattonarlo freneticamente. Gli sfilai i pantaloni, scesi in ginocchio e gli presi in bocca l'uccello succhiando con tutta la mia forza. Sapeva di spezie d'oriente, di piscio e sborra indiana. Delizioso. Lui mi infilava le mani nei capelli, stringeva,mi odorava, era cotto. Mi alzai in piedi, tirai giù i pantaloncini e girandomi gli chiesi di incularmi. Mio marito ci beccò proprio mentre avevo quel bel cazzo secco tutto in fondo al culo. Non disse niente, anzi fece cenno a Shankar di continuare, disse che la signora aveva bisogno di un aiuto supplementare e che doveva ubbidirmi in tutto. Prese una birra dal frigo e se ne andò in balcone a prendere il sole. Che stile! Sentii di amarlo. Poi afferrai una chiappa di Shankar e gli dissi di spingere più forte, fino in fondo. Di farmi male, che inculata!

Valeria tiene saldamente il mouse in mano, ha modulato l'energia durante la narrazione pur ascoltando attentamente. Certo è molto eccitata, il suo inguine è bagnato e sente i capezzoli durissimi sotto il camice. Ma non può far altro che ascoltare e manovrare il mouse. Anzi, quasi per vendetta, gira adesso il cursore verso valori molto intensi. Ad Antonella scappa un urletto, istintivamente porta le mani davanti e dietro, si accarezza gli orifizi.

Stia ferma, per favore. Abbiamo quasi finito

No, la prego, continui. Mi piace questa sensazione, mi piace da morire. Aumenta la dose, ti prego...

Valeria è esterrefatta, vuole che vada oltre i 100? Che troia... va bene, eccoti accontentata.
Antonella vibra, batte i denti come se avesse freddo. La sua mano destra si tormenta il clitoride, mentre la sinistra cerca di entrare insieme al cetriolone dentro al culo. Mormora parole incomprensibili, si lecca le labbra secche. Chiede di aumentare la dose, contemporaneamente vuole che Valeria la abbracci.

Baciami, baciami, stringimi ti preego...

Valeria è combattuta, vorrebbe abbracciarla, vorrebbe aumentare o forse bloccare la macchina. Non sa cosa fare. Pensa al prete, Don Pancrazio ed alla sua promessa.
Antonella si strappa da dentro la vagina il primo cetriolo, poi con le unghia di due dita afferra il secondo in fondo al culo e lo tira fuori con forza. Il computer comincia a fare beep – beep. Valeria guarda la scena attonita, bloccata, immobilizzata. Ha un impeto e spegne il software ed il silenzio immobile atterra su di loro. Le mani di Antonella si massaggiano gli orifizi. Finalmente la dottoressa fa qualcosa per lei e versa una grande dose di crema lenitiva all'aloe vera sulle sue parti dolenti . Antonella la tira a se per il collo, suo malgrado ed appoggia dolcemente le labbra sulle sue.

Grazie dottoressa

di
scritto il
2022-03-08
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