Tutto il latte di Antonella e l'incubo tremendo della naturopata
di
rusade
genere
pulp
Quella paziente le ha stravolto la vita. La porta nella mente tutto il giorno, sogna di abbracciarla, baciala, leccarla, penetrarla. Si, sogna anche di essere un uomo e trovarsi tra le gambe un fallo superbo con cui possederla all'infinito e riempirla di litri e litri del suo seme. Sogna addirittura di fare un figlio con lei, ma vorrebbe partorirlo lei stessa. Vorrebbe mettere da parte per un attimo il fallo superbo e riempirsi per poi aprirsi come un melograno, spaccarsi in mille nuove vite dentro i suoi chicchi rossi. Valeria si risveglia atterrita, si tocca la vagina che sente bagnatissima, si guarda la mano, è coperta di sangue. Le scappa un urlo, oddio che succede!
Realizza che le sono venute le mestruazioni. Che paura...
Oggi non vuole lavorare, vuole restare accucciata davanti ad una serie tv per tutto il giorno. Vuole cancellare Antonella, svuotare la sua mente. Prende un paio di pillole per i dolori mestruali e si prepara un tè verde allo zenzero. Poi sprofonda nel divano, accende la tv e socchiude gli occhi. Sogna ancora. Adesso vede Antonella nuda legata al soffitto dello studio mani e piedi. Non soffre, sembra che fluttui nell'aria come un palloncino della fiera, come un' astronauta nello spazio. Le sue spalle sono tirate indietro dalle mani legate ed il suo petto sporge fuori come quello della Nike di Samotracia. Il seno tronfio balla proprio davanti agli occhi di Valeria. Le mammelle sono gonfie di latte, i capezzoli gocciolano per terra in modo continuo. Valeria si avvicina per guardare le piccolissime fessure da cui fuoriesce il secreto , ha gli occhiali, forse adesso sono delle lenti d'ingrandimento. Vede il capezzolo enorme e le goccioline che si formano e cadono per terra. Il profumo che le arriva è ancestrale, un archetipo che le entra nelle narici e le scuote il cervello tempestandolo di ricordi primordiali. Guarda incantata a bocca aperta ed in quel preciso istante un getto potente e continuo di latte schizza dalla mammella, disegna una parabola e le cade sulle labbra, sulla lingua. Valeria beve, beve cercando di non perdere nemmeno una goccia. Sente il latte grasso e dolce riempirle la pancia, sembra uno zampillo senza fine, le arrivano litri di latte che beve senza sosta. Sente l'addome gonfiarsi sempre più. Ci mette una mano sotto per sostenere il peso crescente. Si sente eccitata, con l'altra mano si tocca il clitoride, lo tira, lo gira, lo tormenta. Beve e sente di amare questo grosso seno, questo capezzolo caldo e rugoso, questa femmina diabolica. Il latte che non riesce a bere si spande dappertutto nella stanza. Lei ne è completamente inzuppata, per terra si è formato un lago che sale, le copre ormai i piedi nudi, le caviglie, le ginocchia. Poco prima di coprirle i genitali, improvvisamente il flusso diminuisce, Valeria guarda il seno di Antonella e si allarma, teme che si stia sgonfiando. Incolla istintivamente le labbra al capezzolo e comincia a ciucciare forte per fargli riprendere il flusso. Succhia il latte con disperazione, sente il palato superiore appiattirsi spingendo il cervello, un'altra sensazione che la porta indietro nel tempo, a quando era appena nata, a prima che fosse nata, all'amnios, al nulla. Succhia, succhia sempre più forte e riesce a deglutire ancora litri e litri. La stanza è adesso piena di latte le arriva oltre i fianchi. Tutto intorno è bianco. Valeria cammina goffamente, ha la pancia piena come una gestante al nono mese. Come in una piscina, avanza nel liquido tenendo in alto i gomiti e si sposta alle spalle di Antonella che resta sospesa all'altezza del suo viso. Da qui vede le belle cosce tornite e divaricate, gli orifizi pulsano insieme come per attirare la sua attenzione. Ha di nuovo gli occhiali / lenti d'ingrandimento. Si avvicina all'ano, la voce lontana di Antonella le chiede con autorità di baciarlo. Così posa le labbra sullo sfintere tira fuori la lingua e lecca delicatamente. Ha sapore di cetriolo, buono tutto sommato. Valeria lecca, bacia, infila la lingua tutta dentro al buco. I gemiti di Antonella rimbalzano tra le pareti della stanza. Vede la sua vagina gocciolare, ma il liquido non si mescola con il latte, forma delle chiazze galleggianti più trasparenti che fluttuano sempre più numerose sulla sua superficie. Adesso qualcosa le sbatte tra i piedi, incuriosita Valeria si china ed estrae dal latte il capo di un tubo di gomma trasparente. Il suo estremo ha un beccuccio del tutto simile a quelli che si trovano a corredo dei secchielli per clistere. Sente, capisce che deve portare il tubo fino al culo di Antonella e dopo averlo strattonato per allungarlo, le infila l'estremità nel retto. Appena il beccuccio scompare dentro, il tubo trasparente si colora di bianco, come risucchiato il latte comincia a defluire verso l'intestino. I gemiti di Antonella si fanno più potenti, il suo addome si muove come una pompa. Il latte confluisce velocemente dentro la donna, Valeria guarda sbigottita la stanza che comincia a svuotarsi del liquido. Antonella la chiama a se, ha il volto crucciato, vuole che le accarezzi i capelli. Vuole un bacio in bocca. Valeria prova pena per lei, le accarezza i capelli, le prende il viso tra le mani e la bacia. Antonella le stringe le braccia al collo, è come se avesse paura, le mette una mano dietro la nuca e la stringe forte baciandola. Valeria ricambia l'abbraccio, ma le arriva un rigurgito di latte in bocca, istintivamente cerca di spingere la testa indietro per allontanarsi, ma le è impossibile farlo. Antonella l'ha bloccata, la sua bocca è saldamente attaccata alla sua, come una ventosa. Il flusso di latte comincia a scorrerle dentro. Le riempie la pancia e continua, continua nell'intestino. Ma Antonella o qualcuno le ha tappato il culo con un enorme cetriolo, o il suo culo non ha più un buco, è scomparso, si sente sigillata tra la bocca incollata a ventosa ed il buco del culo che non c'è più. Il latte non potrà uscire da li e la pressione cresce, la sua pancia gonfia, gonfia, gonfia. Un urlo sovrasta il rumore della televisione e Valeria si sveglia ancora una volta terrorizzata. Si alza e corre in bagno a vomitare.
Realizza che le sono venute le mestruazioni. Che paura...
Oggi non vuole lavorare, vuole restare accucciata davanti ad una serie tv per tutto il giorno. Vuole cancellare Antonella, svuotare la sua mente. Prende un paio di pillole per i dolori mestruali e si prepara un tè verde allo zenzero. Poi sprofonda nel divano, accende la tv e socchiude gli occhi. Sogna ancora. Adesso vede Antonella nuda legata al soffitto dello studio mani e piedi. Non soffre, sembra che fluttui nell'aria come un palloncino della fiera, come un' astronauta nello spazio. Le sue spalle sono tirate indietro dalle mani legate ed il suo petto sporge fuori come quello della Nike di Samotracia. Il seno tronfio balla proprio davanti agli occhi di Valeria. Le mammelle sono gonfie di latte, i capezzoli gocciolano per terra in modo continuo. Valeria si avvicina per guardare le piccolissime fessure da cui fuoriesce il secreto , ha gli occhiali, forse adesso sono delle lenti d'ingrandimento. Vede il capezzolo enorme e le goccioline che si formano e cadono per terra. Il profumo che le arriva è ancestrale, un archetipo che le entra nelle narici e le scuote il cervello tempestandolo di ricordi primordiali. Guarda incantata a bocca aperta ed in quel preciso istante un getto potente e continuo di latte schizza dalla mammella, disegna una parabola e le cade sulle labbra, sulla lingua. Valeria beve, beve cercando di non perdere nemmeno una goccia. Sente il latte grasso e dolce riempirle la pancia, sembra uno zampillo senza fine, le arrivano litri di latte che beve senza sosta. Sente l'addome gonfiarsi sempre più. Ci mette una mano sotto per sostenere il peso crescente. Si sente eccitata, con l'altra mano si tocca il clitoride, lo tira, lo gira, lo tormenta. Beve e sente di amare questo grosso seno, questo capezzolo caldo e rugoso, questa femmina diabolica. Il latte che non riesce a bere si spande dappertutto nella stanza. Lei ne è completamente inzuppata, per terra si è formato un lago che sale, le copre ormai i piedi nudi, le caviglie, le ginocchia. Poco prima di coprirle i genitali, improvvisamente il flusso diminuisce, Valeria guarda il seno di Antonella e si allarma, teme che si stia sgonfiando. Incolla istintivamente le labbra al capezzolo e comincia a ciucciare forte per fargli riprendere il flusso. Succhia il latte con disperazione, sente il palato superiore appiattirsi spingendo il cervello, un'altra sensazione che la porta indietro nel tempo, a quando era appena nata, a prima che fosse nata, all'amnios, al nulla. Succhia, succhia sempre più forte e riesce a deglutire ancora litri e litri. La stanza è adesso piena di latte le arriva oltre i fianchi. Tutto intorno è bianco. Valeria cammina goffamente, ha la pancia piena come una gestante al nono mese. Come in una piscina, avanza nel liquido tenendo in alto i gomiti e si sposta alle spalle di Antonella che resta sospesa all'altezza del suo viso. Da qui vede le belle cosce tornite e divaricate, gli orifizi pulsano insieme come per attirare la sua attenzione. Ha di nuovo gli occhiali / lenti d'ingrandimento. Si avvicina all'ano, la voce lontana di Antonella le chiede con autorità di baciarlo. Così posa le labbra sullo sfintere tira fuori la lingua e lecca delicatamente. Ha sapore di cetriolo, buono tutto sommato. Valeria lecca, bacia, infila la lingua tutta dentro al buco. I gemiti di Antonella rimbalzano tra le pareti della stanza. Vede la sua vagina gocciolare, ma il liquido non si mescola con il latte, forma delle chiazze galleggianti più trasparenti che fluttuano sempre più numerose sulla sua superficie. Adesso qualcosa le sbatte tra i piedi, incuriosita Valeria si china ed estrae dal latte il capo di un tubo di gomma trasparente. Il suo estremo ha un beccuccio del tutto simile a quelli che si trovano a corredo dei secchielli per clistere. Sente, capisce che deve portare il tubo fino al culo di Antonella e dopo averlo strattonato per allungarlo, le infila l'estremità nel retto. Appena il beccuccio scompare dentro, il tubo trasparente si colora di bianco, come risucchiato il latte comincia a defluire verso l'intestino. I gemiti di Antonella si fanno più potenti, il suo addome si muove come una pompa. Il latte confluisce velocemente dentro la donna, Valeria guarda sbigottita la stanza che comincia a svuotarsi del liquido. Antonella la chiama a se, ha il volto crucciato, vuole che le accarezzi i capelli. Vuole un bacio in bocca. Valeria prova pena per lei, le accarezza i capelli, le prende il viso tra le mani e la bacia. Antonella le stringe le braccia al collo, è come se avesse paura, le mette una mano dietro la nuca e la stringe forte baciandola. Valeria ricambia l'abbraccio, ma le arriva un rigurgito di latte in bocca, istintivamente cerca di spingere la testa indietro per allontanarsi, ma le è impossibile farlo. Antonella l'ha bloccata, la sua bocca è saldamente attaccata alla sua, come una ventosa. Il flusso di latte comincia a scorrerle dentro. Le riempie la pancia e continua, continua nell'intestino. Ma Antonella o qualcuno le ha tappato il culo con un enorme cetriolo, o il suo culo non ha più un buco, è scomparso, si sente sigillata tra la bocca incollata a ventosa ed il buco del culo che non c'è più. Il latte non potrà uscire da li e la pressione cresce, la sua pancia gonfia, gonfia, gonfia. Un urlo sovrasta il rumore della televisione e Valeria si sveglia ancora una volta terrorizzata. Si alza e corre in bagno a vomitare.
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