Vestirello, sai cos'è?

di
genere
voyeur

Oggi ho fatto tardi, mi vesto in fretta per andare in ufficio. Sono nuda, non mi accorgo di essere davanti alla finestra, metto le autoreggenti, gli slip, il reggiseno. Per questo fatico un po', le tette mi si sono un po' ingrossate recentemente, sarà l'ovulazione. Lo sguardo mi va alla finestra e mi blocco impietrita. Il dirimpettaio mi sta guardando con insistenza e non ho motivo di pensare che non abbia guardato la scena fin dall'inizio, quando ero completamente nuda. Resto un attimo ferma, poi decido di non accorgermene e indosso il vestito. Mi seggo sul letto per infilare le scarpe e corro via.
Al semaforo penso. Okay, il vicino mi ha vista nuda. E allora?
Durante la pausa caffè racconto l'accaduto alle ragazze, 3 colleghe ormai mie amiche da anni, che ovviamente cominciamo a sfottermi. Rispondo pazientemente alle loro domande. No, non ho visto se si stava segando. No, mi vestivo regolarmente, senza colonna sonora di 9 settimane e mezzo e senza flemma ammiccante, avevo solo fretta di venire in ufficio. No, non mi sono data il lucido sulle labbra mentre ero nuda con le sole calze autoreggenti. E non ho fatto nemmeno le boccacce simulando la ventosa di un pompino. Avete finito, adesso? Ah, quindi voi ne avreste approfittato? Vi sareste messe a mimare la troia che è dentro di voi per vedere fino a dove si poteva arrivare? Alle 8 del mattino? Okay, io torno alla scrivania, ho da lavorare.

Confessione numero 1.
Vabbè, ci ho pensato tutto il giorno. Cioè, non sempre, ma il pensiero è rimasto fisso nella mia mente. Si, ho fantasticato un po' lo ammetto. Che volete, dopo tanti anni di matrimonio ci vorrà pure un po' di pepe, no?
Ma poi, com'è questo vicino? Le mie amiche mi hanno fatto il terzo grado, ma io non me lo ricordo affatto.

Adesso sono di nuovo le otto del mattino, sto uscendo dalla doccia avvolta nel mio solito accappatoio. Vado in camera a passo di condannato a morte. Faccio di tutto per non guardare fuori dalla finestra, ma con la coda della coda dell'occhio vedo la sagoma del vicino. Anche oggi. Che faccio? In bagno è il turno di mio marito e se mi trovasse a vestirmi in soggiorno o in cucina sarebbe imbarazzante. Cosa potrei dirgli? E allora... resto in camera e provochiamo un po' il guardone. Mi giro di spalle e lascio lentamente cadere l'accappatoio a terra. Mi chino per prendere un asciugamani dal cassetto. In fondo il culo è sempre stato il mio pezzo forte, mettiamolo un po' in mostra . Mi asciugo per bene, oggi ho scelto un tanga, me lo infilo da in piedi e di spalle. Prendo il reggiseno, mi giro di tre quarti, infilo una bretella e mi giro frontalmente alla finestra. Però non riesco ad alzare il mio sguardo da terra, infilo l'altra bretella e comincio a sistemarmi le tette per farle entrare dentro le coppe striminzite. Mi impongo di guardare oltre la finestra, lui mi sta guardando. Riabbasso subito lo sguardo e prendo le calze, le indosso lentamente per non romperle. Accompagno il tessuto sulle mie cosce massaggiando per farle aderire bene. Non posso giurarci, ma sempre con la coda dell'occhio, ho la sensazione che si stia segando. Possibile? Sono spaventata ed eccitata. Metto il vestito, tiro la lampo dietro la schiena e mi metto chinata per prendere le scarpe. Le indosso e mi giro verso di lui guardandolo dritto in faccia. Non se l'aspettava, sembra che si stia ricomponendo. Sto ferma un attimo ancora a guardarlo e poi esco dalla stanza. Le mie amiche mi aspettano davanti alla macchina del caffè espresso. Racconto tutto e ad ogni mia azione esultano come fossero allo stadio.
Domani devo guardar bene se si sta segando? Ma siete pazze? Potrebbe essere pure un maniaco pericoloso... Si, l'ho guardato in faccia, non è male. Sembra sulla quarantina, abbastanza alto, snello.
No, mi dispiace, ma io non ho nessuna intenzione di scoparmelo, se volete approfittarne voi, fate pure. Vi presto la stanza da letto per fare il vostro show. No, stavo scherzando, niente spogliarello di gruppo a casa mia, andate a scopare i vostri mariti piuttosto... No, non scambiandoveli.
Terzo giorno di spettacolo, non è uno spogliarello, ma al contrario. Un vestirello? L'artista inizia completamente nuda e si veste di tutto punto durante lo show. Mah! Non posso certo raccontarlo a mio marito, andrebbe dritto a prenderlo a pugni. Il mio “unico spettatore” aspetta pazientemente alla finestra, potrei abbassare le serrande e basta, finito tutto, ma non voglio farlo. Primo, mi sembra un'azione troppo coercitiva, come sbattere a qualcuno la porta in faccia. Non è nel mio stile.

Secondo, e questa è la mia seconda confessione: Mi piace un sacco! Mi sento desiderata, bramata, vorrei proprio che si masturbasse e raggiungesse l'orgasmo soltanto guardando me, il mio corpo. Quale tributo è più appagante? Sia chiaro, io non lo tocco e non lo toccherò mai. Tra di noi resta un vuoto di almeno 10 metri ed è inviolabile. Questo mi fa sentire più sicura e mi viene voglia di fare la troia, almeno per un po'. Sono nuda e vado avanti e indietro per la stanza fingendo di prendere e spostare cose. Non guardo mai in direzione della finestra e non so cosa lui stia facendo. Prendo una canottiera elasticizzata e l'indosso carezzandomi il seno come per valutare se metterla. Sempre col culo all'aria mi abbasso a frugare nel cassetto delle calze, mi tolgo la canotta e la butto sul letto. Indosso una camicetta di seta semitrasparente, senza reggiseno, la tolgo. Tengo in alto un braccio per guardarmi l'ascella. Un brufolo? Nel frattempo il mio seno penzola e si muove grazioso. Com'è ancora così bello, l'ho preso dalla mia mamma. Ma cosa ho sul capezzolo, forse del sapone? Lo prendo delicatamente tra le dita per strofinarlo via piano e si irrigidisce subito. Poi finalmente indosso il reggiseno, le autoreggenti, faccio il giro della stanza sempre senza mutande cercando gli orecchini, dove li ho messi? Possibile che siano caduti per terra? Mi chino novanta gradi proprio davanti alla finestra come se il mio culo volesse autonomamente buttarsi di sotto per suicidarsi. Quando mi rialzo mi giro a guardare spavalda la platea. Si sta masturbando, non si interrompe. Concludo piuttosto imbarazzata e vado a raccontare tutto alle ragazze. Non vi dico i “sei una zoccola, una troia, una pervertita, scommetto che sei ancora bagnata, che culo, ti capitano cose... ti invidio, vorrei essere io al tuo posto, io farei lo spettacolo col vibratore, no? Ci hai pensato, ti presto il mio?”
I giorni passano come nei romanzi. Siamo già allo spettacolo numero sei. Ho dovuto saltare il sabato e la domenica perché mio marito è in casa e si alza tardi. Peccato, avrei avuto più tempo per inventare cose. Ho pensato di anticipare di un quarto d'ora per essere meno pressata ed avere più tempo. L'ho fatto gradatamente, anticipando di una manciata di minuti ogni giorno. Il pubblico non se ne sarà neanche accorto. Lui ormai si sega tutte le volte e per tutto il tempo della mia esibizione. Beh, è come gli applausi a scena aperta, no? Ho anche notato che usa un piccolo binocolo da teatro, maialone... Oggi il mio show prevede come momento di culmine l'introduzione di una supposta. Non sarà il vibratore delle mie amiche, ma mi sembra sexy... Ho già indossato reggiseno ed autoreggenti, mi rendono più perversa in quello che sto facendo. Naturalmente gli do le spalle, ho messo una gamba sul letto come se volessi salirci su, sporgo il culo al massimo inarcando bene la schiena e prendo tra le dita la supposta di glicerina, sembro un mago che mostra le carte. L'appoggio delicatamente sullo sfintere e la spingo piano piano dentro fino a metà della sua lunghezza. Mi sembra di sentire sul culo anche il suo binocolo. Poi stringo un po' il muscolo e la sputo fuori, sempre tra le mie dita. Quindi la appoggio di nuovo e la introduco tutta. Per sicurezza infilo anche il dito fino alla nocchia. Resto un attimo ferma con il dito indice infilato nel culo e poi lo estraggo e mi rimetto in piedi. Mi giro a guardare l'uomo alla finestra. Mi fa il gesto di un applauso silenzioso e mi manda baci soffiandoli sulla mano. Adesso basta, mi vesto e vado al lavoro. Davanti al computer mi accorgo che la glicerina si è sciolta ed ha inzuppato le mie mutande. Me le tolgo nel bagno dell'ufficio e le metto dentro una busta da lettere per non sporcare la borsa. Potrei inviarle al tipo, con tanto di intestazione dell'ufficio... Scherzavo, pazienza resterò tutto il giorno senza mutande. Ciao



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scritto il
2022-03-16
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