Giardiniere a sorpresa

di
genere
gay

Dopo il divorzio trovai da abitare in un quartiere più antico, non lontano dall’università dove lavoravo. La casa era stata costruita nel 1910, aveva 3 camere da letto, un bel portico spazioso e grandi alberi. Il giardino era piuttosto grande e questo avrebbe voluto dire molti fine settimana a tosare il prato, ma sapevo che avrei inventato qualche cosa per quella seccatura.

Mi ci stabilii presto e stavo ascoltando della musica quando sentii bussare alla porta. Sulla soglia c'era un ragazzo che abitava un paio di case dopo la mia.... Dario o Dante o qualche cosa del genere.

“Ciao”, disse.
“Ciao... posso aiutarti?” Io chiesi.
“Stavo chiedendomi… pensavo che lei avesse bisogno di qualcuno che le sistemasse il giardino? Sto cercando di fare un po’ di soldi”, lui disse.
“Ma… huh? Hmmmm... non so. Quanto vorresti?” Chiesi guardandolo dalla testa ai piedi.
“Dipende”
“OK... da che cosa?”
“Da quello che devo fare” e sorrise.
Feci quello che poteva essere inteso come un invito ad entrare. Dannazione, il piccolo era un diciottenne da urlo.
“Bene... vediamo, i prati davanti e dietro sicuramente. Probabilmente le siepi di tanto in tanto. Come te la cavi con le piante? “
“Non ho ancora provato, ma me la caverò” disse sorridendo. Il piccolo aveva maniere affascinanti, gli avrei dato il lavoro.
“Bene, entra e dimmi cosa ne pensi”, dissi accompagnandolo attraverso la casa al giardino posteriore.
“Cazzo, da quando non lo sistema? “ disse con un fischio.
Mi sembrò che il piccolo mi stesse osservando il culo. Nooo.... non poteva essere.
“Hmmm... sembra che quelle aiuole abbiano bisogno di un po’ di lavoro. E quella serenella deve essere potata. Lo posso fare se le interessa.” disse.
“Penso... “ Dissi.
“Prego? “
“Penso... dimmi, quanto mi costerà? “
“Oh... Ha una calcolatrice?"
"Sì... seguimi” e ritornammo in casa. Si sedette al tavolo della cucina e fece alcuni calcoli, digitò dei numeri e fece scivolare la calcolatrice verso di me.
“Come le sembra? “ chiese.
Considerando il lavoro che avrei dovuto fare, unito alla frustrazione di concimare col letame, mi sembrava abbastanza ragionevole. Inoltre, una parte di me pensò che forse avrebbe lavorato senza la camicia.... ah ah ah... non andare troppo in là, mi dissi.
“OK, quando puoi cominciare? “
“Questo sabato le va bene? “
“Sabato... circa alle 10 di mattina? “
“OK... grazie. Ci vediamo sabato Sig. Valli.”

Poco prima delle 10 quel sabato sentii il tagliaerba funzionare e guardai fuori della finestra. Il piccolo stava spingendo una falciatrice lungo il recinto anteriore, verso il marciapiede. Non potevo fare a meno di osservare che culo sodo ed attraente aveva.
Quando invertì la marcia alzò lo sguardo e mi vide. Il piccolo sfoderò un largo sorriso ed agitò una mano. Io risposi al saluto ed andai a prendere un caffé.
Circa 20 minuti più tardi sentii la falciatrice spegnersi ed andai a vedere. Dario, o Dante o come cazzo era il suo nome, stava spostando la falciatrice sul prato posteriore. Si fermò e si asciugò la fronte col dorso della mano mentre osservava il lavoro da fare. Mi versai un’altra tazza di caffé ed uscii nel patio posteriore.
“Buon giorno”, dissi.
“Oh, buon giorno signor Valli. Caldo oggi, vero? “ Sì, speriamo continui dissi tra di me.
“Direi proprio di sì” dissi.
“Non ha delle cesoie per potare o qualsiasi cosa del genere? “ chiese.
“Uhm... penso che i proprietari precedenti abbiano lasciato qualche cosa là nel capanno “, dissi indicando un piccolo capanno di legno. Quando ero arrivato non riuscivo a capire se si trattava di un teatrino o un capanno degli attrezzi, comunque una cosa estremamente kitch che mi piaceva.
“OK... le dispiace se vado a frugare là dentro? “
“Naturalmente fai quello che vuoi” dissi avviandomi dietro di lui.
Il piccolo si avviò verso il cottage, o qualunque cosa fosse, e spinse la porta.
“Cazzo... che confusione”, lo sentii dire.
“Oh sì? Cosa c’è”, chiesi avvicinandomi per dare un’occhiata.
Sbirciai sopra la sua spalla e sentii un odore di sudore di ragazzo mentre lo facevo, ci volle del tempo perché i miei occhi si abituassero all’oscurità. Lentamente i dettagli cominciarono ad apparire, vecchie parti di motore, pezzi di mobili da giardino e scatole arrugginite che qualcuno aveva ammucchiate lungo il muro e polvere dappertutto.
“Hmmm... avessi saputo una cosa del genere avrei chiesto uno sconto sul prezzo della casa.”
“Uh-huh... un vero casino. Ma non ha visto com’era la casa dove abitavano.”
“Oh? L’hai vista? “
“Oh sicuro. Io ero buon amico di Gabriele. La sua mamma faceva raccolta di tutto e suo papà non buttava niente. “
“Hmmm... no, direi che la buttava qui.” Dissi.
“Ehehe... Lei non ha visto cosa c’era in quella casa! “
Sorpassai il piccolo e cominciai a guardarmi in giro. Dietro un vecchio ombrellone sbiadito e qualche straccio trovai degli attrezzi da giardino.
“ahhh... ecco. Vanno bene?” Dissi tendendogli gli attrezzi.
“Cazzo... da quando sono qui? Dal medio evo?” chiese avanzando sopra le scatole. Mentre si avvicinava inciampò ed io l’afferrai, sentendo il suo corpo sodo e forte, per sorreggerlo.
“Oops... grazie, signor Valli. Non si vede un accidente qui. Hmmmm, sì questi andranno bene... hanno solo bisogno di un’affilata e forse di una lubrificata... “ disse, facendo una pausa... “Lei ne ha?”
“Di cosa?”
“Lubrificante”
“Prego?”
“Sa... lubrificante, per le cesoie e tutto il resto. Saranno un po’ rigide dopo tutto questo tempo che non sono state usate, penso”, disse esaminandole.
“Sì, è ben rigido...” aggiunse. avrei potuto giurare che mi guardò di sottecchi ed un piccolo sorriso gli comparve agli angoli della bocca.
Uscimmo dal capanno ed io andai a comprare del lubrificante. Mi sembro che si trattasse del lubrificante che avevo nel cassetto di fianco al letto quello che stavo guardando, almeno mi parve ma probabilmente non lo era... mi sbagliavo o stava lanciandomi dei segnali? Noo...

Quando io ritornai aveva finito di tagliare metà del prato posteriore. Mezzogiorno era passato e lui si era tolto la camicia. Mi fermai e guardai come i muscoli sulla sua giovane schiena giocavano sotto la sua pelle mentre spingeva la falciatrice sull’erba. Quando mi vide si abbassò e spense la macchina.
Si avvicinò e vidi il sudore che brillava tra i suoi pettorali da diciottenne fra i quali c’era solo un accenno di peli scuri. I suoi capezzoli erano di un marrone scuro, non rosa pallido come in molti ragazzi. Il destro era attraversato da un anello. Interessante....
“Bene... L’ha trovato”, esclamò stendendo la mano verso il sacchetto.
“Uh, sì... dimmi, Dante, non potresti fare una sosta per del succo di arancia o qualche cosa del genere. Perché non vieni dentro? “
“Davide, mi chiamo Davide... e sì, potrei fare una sosta... grazie! “
Mentre prendevo nel frigorifero del succo di arancia, Davide si sedette alla tavola della cucina, un braccio appoggiato sullo schienale della sedia e le gambe abbronzate e sode allungate davanti a lui, leggermente aperte. Portava pantaloncini larghi ed era a piedi nudi nelle ciabatte. Era senza camicia.
Voltandomi lo sorpresi a fissarmi. Quel sorriso era di nuovo comparso agli angoli delle sue labbra.
“Uhmmm... ecco, Davide... “ balbettai dandogli il bicchiere. Le sue calde dita avvolsero la mia mano, brevemente mentre prendeva il bicchiere.
Sorridendo prese un lungo sorso. Vidi il suo pomo d’adamo salire e scendere mentre ingoiava il succo freddo.
“ahhh... buono... grazie”, disse. E si appoggiò allo schienale. avrei potuto giurare che allargasse un po’ di più le gambe. aveva abbassato l’altra mano appoggiandola alla coscia.
“allora.....”, disse. “Cosa le sembra finora di me? “
“Cooo… sa? “ balbettai.
“Il mio lavoro, le piace finora come lavoro? “ sorrise.
“Oh... sì... Stai facendo un lavoro eccellente, Davide. Un buon lavoro.”
Accennò col capo e sorrise di nuovo con quel sorriso. Spostandosi un po’ si chinò in avanti e, fissandomi direttamente negli occhi, disse “Sa... Mi sono accorto che mi verifica continuamente. È gay, non è vero?”
Oh merda, pensai, ci siamo. La sola cosa di cui ho bisogno, essere minacciato dal piccolo macho adolescente seduto nella mia cucina.
“Io non ti ‘verificavo’, come tu lo chiami. Ma, sì, sono gay. È un problema per te, perché se lo è....”
“Ohh... attenda un secondo... non ho mai detto che era un problema. Sto solo dicendo, OK? E, sì, lei mi sta verificando perché... bene... perché io sto verificando lei, OK? Cazzo, uomo.....”
“Tu stai che cosa? “
“Verificandola. Lei è un uomo eccitante, signor Valli... solo un po’ più vecchio... non che lei sia vecchio, vecchio... solo un po’ di più, capisce? “
Risi.
“Sì... è vero. Penso di essere un po’ più vecchio di diciotto anni, sono un vecchio di 33 anni.”
“No, non è vecchio. Lei è più giovane del mio papà, di gran lunga. Ed io non sono così piccolo, ok? Io conosco quella roba.”
“Per esempio che genere di roba? “ Chiesi.
“Come... come succhiare l’uccello e fottere.” lui disse, un po’ troppo provocatoriamente.
“ah... e l’hai…? “
“L’ho cosa?”
“ Succhiato l’uccello ? “
“Bene... quasi.... voglio dire che ho avuto un cazzo in bocca ma solamente una volta e ci siamo fermati.”
“Chi ‘noi’? “
“Uhmmm.... Gabriele, il ragazzo che viveva qui prima di lei.”
“Succhiò il tuo? “
“No” “Perché no? “
“Io lo volevo.... “ disse Davide piano.
“Lo volevi? “
“Dannazione sì. Pensavo che se l’avessi fatto a lui, lui l’avrebbe fatto a me, ma non andò così. Lui divenne tutto eccitato quando cominciai, comprende, quando scesi su di lui, così mi fermai.”
“Hmmmm... un’interruzione difficile, direi” dissi sorridendo.
“Lei sta ridendo di me.... “ Davide sporse le labbra.
“No... no, non lo sto facendo. Mi spiace. Sto figurandomi l’accaduto, ok... io non sto ridendo di te.” l’assicurai.
“Ok, poi. Guardi, io ho corso un rischio a venire qui... penso di aver sbagliato.... “ disse.
“Sbagliato? a proposito di che? “
“Beh, venire da lei. avevo pensato che forse sarebbe stato interessato. Non indovina... ?”
Ora era il mio turno di dire ‘Ohh... ‘“Come puoi pensare che non sia interessato? Cazzo, Davide ti sei guardato ultimamente in un specchio? Sei un ragazzo molto attraente. È solo... beh... “
“Lei pensa che sia un bambino, che io sia troppo giovane, che andrò a gridare a mamma e papà del Grande Uomo Cattivo della casa accanto.... “
“Qualcosa del genere, sì... “
“Non lo farò. Io voglio succhiare il cazzo. Io voglio succhiare il suo cazzo. Là, l’ho detto.”
Rimasi seduto per qualche secondo senza saper che altro dire. Mi passavano per la mente immagini di Davide sdraiato scomposto e nudo sul mio letto, le sue giovani labbra avvolte intorno al mio uccello duro mentre io fottevo il suo grazioso viso. Maledizione che facevo? Le immagini del giovane e grosso cazzo di Davide nella mia gola ed il giovane pieno culo di Davide fottuto dal mio cazzo che sprizzava, e....
“Pronto!! È ancora qui? “
“Huh? Mi spiace, hai detto qualche cosa? “
“Ho... detto mai....” si alzò e si girò per andare via. Io l’afferrai per un polso.
“Dove pensi di andare, amico? “
Davide si girò e mi fissò. Dopo un paio di secondi il piccolo sorriso seducente ricominciò ad apparire agli angoli delle sue labbra.
“Stavo pensando che forse la sua camera da letto, signor Valli...”
“Sì, stavo pensando la stessa cosa... “ Dissi e lo condussi alla mia camera da letto.
Chiusa la porta, Davide si schiacciò contro me ed io sentii le sue calde mani correre sul mio torace e giù lungo i miei fianchi.
Lo avvolsi con le mie braccia e feci scivolare le mani giù lungo la sua schiena fino a stringere il suo culo rotondo e sodo.
“Mmmmm, sì.... che bella cosa.... “ mormorò. Mi curvai per baciarlo e lui immediatamente aprì la bocca e lasciò che la mia lingua scivolasse lungo la sua. Cominciò a strusciare il suo inguine sul mio, potevo sentire il suo giovane cazzo duro che diventava sempre più sodo.
Feci correre le dita sul suo ampio torace, presi delicatamente un capezzolo tra pollice ed indice e lo strinsi. Davide si inarcò indietro e si lamentò profondamente nella mia bocca.
Accarezzandogli le tonsille con la lingua, indietreggiai di alcuni millimetri, portai l’altra mano al suo capezzolo destro e cominciai a tirare leggermente l’anello del capezzolo. Lui ansò e mi tirò violentemente contro di se.
“Oh merda, signor Valli.... questo è... questo è.... oh cazzo....” lui ansò.
Spingendolo indietro verso il letto dissi, “Forse è ora di smettere col ‘Signor di Valli’, Davide... Puoi chiamarmi Ted.”
Il retro delle ginocchia di Davide urtò contro l’orlo del materasso e lui cadde sopra il letto.
“No... io preferisco l’idea di ‘Signor Valli’” ridacchiò. “Suona come qualche cosa da video porno, non è vero?”
“Oh, se ti sembra così, fallo... come se fosse l’allenatore che seduce il suo miglior giocatore?”
“Mmmmm... o il fusto sedotto dal giovane vicino.”
“Oh, bene... così tu stai seducendomi?”
“Beh... Dunque...” rise.
Lo spinsi indietro sul letto e salii.
“Vedremo... aprimi i jeans...” ordinai.
Sorridendo slacciò la cintura ed aprì i bottoni della patta, allargò le falde di stoffa e pescò il mio cazzo duro. Con un poco di sforzo riuscì a liberarlo.
“Tu volevi disperatamente succhiare il cazzo, eccotene l’opportunità... mettitelo in bocca, figliolo.”
Mi fissò da sotto le sue ciglia scure e lunghe, alzò la testa e prese il mio uccello gocciolante nella sua bocca. Misi una mano dietro la sua testa sentendo le corte setole della sua nuca nella carne morbida del mio palmo. Guidai la sua testa su e giù sul mio pene, seppellendolo più profondamente nella sua bocca ad ogni spinta.
La faccia di Davide stava diventando sempre più rossa ma resistette. Soffocò un paio di volte, ma si riprese. Dannazione, quel piccolo amava veramente il cazzo.
Dopo alcuni minuti estrassi il cazzo dalla bocca. Davide lasciò cadere indietro la testa sopra il materasso, ansando e tentando di riprendere fiato, il suo torace sodo ed ampio si sollevava ad ogni presa di ossigeno.
Mi inginocchiai tra le sue gambe e gli aprii i pantaloncini; alzò un po’ il culo ed i pantaloncini scivolarono sulle sue gambe. Presi l’elastico dei boxer e lui alzò di nuovo il culo. Lanciai boxer e pantaloncini dietro di me e gli tolsi le calze. Davide stava sdraiato sul mio letto in tutta la sua gloria di teenager nudo, il suo uccello da diciotto centimetri pulsava e si contorceva d’attesa e desiderio. Ci piombai sopra e l’ingoiai sino alla radice in un boccone.
“ah... cazzooo!” ululò Davide. “Unnngh, oh sì... così.... oh uoooomooo.... lo succhi, signor Valli.... Ted... Mmmmmm.”
Io sentii improvvisamente le sue mani prendermi la testa, le presi e le pigiai con forza contro il mio cranio. Capì il suggerimento e strinse ermeticamente la mia testa facendo correre le mani tra i miei capelli mentre io lubrificavo il suo cazzo con la mia bocca.
“Oh wow... fermati, si fermi.... Io… io… sto per venire troppo rapidamente.... per favore.... non ancora..... unnnghhh” ha implorato.
Mi tolsi e fissai quel piccolo stallone caldo... come si poteva rifiutargli qualche cosa. Gabriele era stato uno sciocco.
Quando si riprese mi alzai e cominciai ad aprirmi la camicia. Davide si alzò sui gomiti e guardò con interesse. Lanciai la camicia sulla sedia. Mi sedetti vicino a lui e cominciai aprire gli stivali finché Davide non mi fermò.
“Lo faccio io, ok?” bisbigliò.
Si inginocchiò, slacciò le stringhe, quasi riverentemente e fece scivolare via uno stivale alla volta carezzando ogni piede mentre lo faceva; alzai un piede alla sua faccia chiedendomi se avrebbe raccolto il segnale... lo raccolse e pigiò la sua bocca sul mio piede, inalando il profumo di cuoio caldo e sudore di uomo dentro le calze pulite.
Togliendo le calze leccò lungo le dita del piede. Pigiai il pollice contro le sue labbra e, mentre lui mi fissava da sotto le sopracciglia, se lo fece scivolare in bocca e cominciò a succhiarlo. Ora io capii perché voleva continuare a chiamarmi ‘Sig. Valli.’ Era un ragazzino che stava germogliando, nonostante la sua spacconeria. Mmmm, la cosa si stava dimostrando fottutamente buona....
Mi alzai e lui abbassò i miei jeans sulle mie gambe pelose e mi sostenne quando ne uscii. Sempre inginocchiato alzò il suo didietro finché la sua faccia fu di nuovo parallela al mio inguine. aspettò mentre portavo il mio uccello ad un angolo discendente, gli aprii la bocca e feci di nuovo scivolare il mio cazzo nella sua gola. Questa volta non soffocò e diede una bella lucidata alla mia verga.
Mi piegai e gli tirai i piedi in modo da portarlo ad essere inginocchiato davanti a me. Mi accosciai dietro di lui ed allargai le sue natiche rotonde e sode, leggermente spolverate di una peluria scura. Un po’ di peli circondava l’anello del culo ed io vi feci correre intorno la lingua.
Davide ansò e spinse indietro il culo. Gli allargai ulteriormente le chiappe e lui spostò il suo peso per allargare le ginocchia, feci correre la lingua lungo la sua fessura aggirando il bocciolo.
“awhhh...” gemette.
Mossi lentamente la lingua verso il suo buco. Lo sentii respirare con aneliti rotti ed il suo culo sembrò scuotersi a quel ritmo. Quando la mia lingua finalmente entrò in contatto col buco del culo, Davide gemette ed allargò ancora di più le ginocchia. Feci correre la punta di un dito sullo sfintere e lo sentii spasimare. Lo sostituii con la mia lingua e lo penetrai.
“Ohhhh Gawd... ohhhh cazzooo, siiii, leccami il culo paparino, oh sì inculami!”, gridò.
Andai al cassetto di fianco al letto e ne presi del lubrificante ed un preservativo. Lacerai l’involucro e svolsi il preservativo sul mio uccello pulsante. Dannazione, volevo fottere quel ragazzo così caldo...
Versai del lubrificante sulle mie dita e lo spinsi nel suo caldo buco di seta.
Chinandomi su di lui gli bisbigliai in un orecchio, “Sto per fotterti il culo. Sì, sentirai il mio cazzo in quel piccolo culo caldo..., lo vuoi, huh?”
“Unnghh sì, paparino, inculami, dammi il tuo cazzo.... adoperalo per fottermi il culo... Mmmmm” Spinsi la punta dell’uccello contro il buco vergine di Davide. Lo sentii tendersi un po’ quando sentì spingere contro lo sfintere. allungai le mani, giocai coi suoi capezzoli e lui spinse indietro un po’. Spinsi un po’ più forte contro il suo buco.
“Oh... ohhh... io… io… non penso che riuscirò a prenderlo”, piagnucolò.
“Rilassati, Davide, respira e spingi indietro, come se tu stessi cagando...”
Sentii il suo buco dilatarsi un po’ di più e la punta del cazzo si puntò appena nel suo ano.
“aghhh... cazzo... no... nooooo... oh uomo, Io… io… non....”
Mantenendo il cazzo dove era armeggiai con una mano nel cassetto finché le mie dita trovarono la piccola bottiglia di poppers che vi tenevo.
Abbandonai i suoi capezzoli, svitai la bottiglia e la misi sotto una narice chiudendo l’altra, poi inalai i fumi. Immediatamente il profumo familiare di poppers mi attraversò il cervello, misi la bottiglia sotto una narice di Davide chiudendogli l’altra.
“Co… cos’è questo?” chiese.
“Poppers... nitrato di butile... è un rilassante dei muscoli. Non ti farà male. Sentirai odore ma ti aiuterà. Inala... forza...”
Quando i fumi gli attraversarono il cervello emise un anelito e sentii i muscoli del culo rilassarsi. alcuni secondi dopo spinsi e sentii il cazzo scivolare nel suo stretto culo vergine mentre lui gemeva. Lo sentii spingere indietro il culo.
“Ragazzi… Ohhh.... è incredibile.... oh inculami.... sì.... Mi sta fottendo il culo....”
Diedi un altro paio di colpi e misi di nuovo la bottiglia sotto il naso di Davide. Lui inalò profondamente, un gemito profondo sorse dal torace e lui cominciò a spingere indietro contro il mio uccello. Improvvisamente il suo culo vergine e stretto non ne aveva abbastanza di cazzo e lui si fotteva sempre più forte sul mio uccello.
Afferrò il copriletto muovendo affannosamente il culo, la sua testa si agitava mentre onde dopo onde di piacere attraversavano il suo giovane corpo forte. Afferrò il suo cazzo e cominciò a farsi una sega mentre io lo inculavo sempre più forte.
“Unnnghh... cazzooo… Sto… sto per venire, ohhhh cazzo.... cazzo..... Unnnghhhh.”
Un fiotto spesso di sperma eruttò dalla sua verga, proprio in mezzo al mio piumone mentre il suo culo si contraeva ermeticamente contro la testa del mio cazzo. Mentre spasimava, un altro fiotto uscì dal suo uccello precipitando solo un po’ più indietro dell’altro e di nuovo sentii la stretta del suo buco del culo intorno al mio cazzo che mi portò vicino all’orgasmo.
“aghhh, cazzo Davide, mi stai facendo venire col tuo culo caldo... oh siii siiii... prendilo ragazzo, prendi la mia sborra....” E barrii mentre il mio sperma saliva dal mio profondo e sparai nella punta del preservativo. Mi sentii come se stessi allagando il culo del ragazzo con la mia sborra.
Davide sparò altre due volte poi crollò sotto di me mentre il mio cazzo scivolava lentamente fuori del suo buco chiavato. Mi sdraiai su di lui, le mie braccia lo avvolsero mentre riprendevo fiato.
La stanza odorava di poppers, sesso e sperma.

Davide tenne in ordine il mio giardino per il resto dell’estate. Prima che se ne andasse per tornare a scuola riuscì a mettere un paio di volte il suo cazzo nel mio culo. Ogniqualvolta tornava a casa in vacanza o per il fine settimana, faceva sempre in modo di venirmi a trovare.

Sei mesi più tardi, circa il giorno di San Valentino, si presentò con un ragazzo che presentò come il suo ragazzo. Davide ed io sospendemmo le nostre sessioni per alcuni mesi mentre la sua attenzione era concentrata su Marco.
Il luglio seguente, Davide e Marco si presentarono nel mio giardino. Uno tagliava l’erba del prato e l’altro aggiustava la siepe. Offrii una bibita fredda ai due ragazzi... birra, non succo di arancia... e prima che il pomeriggio fosse finito, avevano succhiato il mio cazzo ed io il loro, inoltre Marco ed io avevamo ambedue fottuto Davide. I ragazzi mi vengono a trovare quando sono in città o io vado a trovarli quando mi reco nella città dove vivono e la cosa prosegue da 4 anni.
di
scritto il
2012-06-27
7 . 8 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.