Che peso essere vergine EP 0/2

di
genere
prime esperienze

Questo episodio, che come i successivi, garantisco essere assolutamente la descrizione, spero di gradevole lettura, degli eventi che mi hanno portato a diventare donna, la mia perdita della fanciullesca verginale innocenza. A mezzo di questo racconto, spero di soddisfare le ripetute domande del mio attuale ragazzo, Federico, che mi ha chiesto varie volte della mia prima volta, quindi, questo è quanto. Avevo quasi 17 anni, e mio malgrado ero ancora vergine, mi sentivo la macchietta delle amiche, sapevo dai loro racconti che la prima volta, sarebbe stato difficile, per una ragazza, perdere la verginità, quindi non fosse una gradevole esperienza, desideravo liberarmene al più presto, non aveva molta importanza, la consideravo ormai una sorta d’incombenza necessaria. Presi il coraggio a due mani, e chiamai il mio carissimo amico Mauro, ci conoscevamo da bambini, abbiamo giocato tante volte insieme, e passammo diverse estati in vacanza con i nostri genitori, eravamo davvero amici, anche se ultimamente non ci si frequentava molto, e lui avesse due anni più di me, restiamo comunque ottimi amici. Gli chiesi d’incontrarlo, dovevo parlagli di una cosa seria. Lui all’inizio era preoccupato dal mio tono, onestamente, mi confessò, che all’inizio pensava fossi incinta, quando gli spiegai che il problema era esattamente il contrario, si fece una bella risata. Arrivai brutalmente al punto, spiegandogli la situazione, e chiedendogli di aiutarmi. Lui non sapeva che dirmi, rimase preso in contropiede, allora io ulteriormente più esplicita (ricordo perfettamente), dissi: “Insomma, devo proprio chiedertelo, scopami, la prima volta per una ragazza è uno schifo, lo so, tanto vale che sia con un amico, almeno mi risparmio figure di merda, magari con un ragazzo che mi interessa davvero”. Mauro si fece serio: “Wow, ma stai scherzando, mi stai chiedendo di sverginarti, ho capito bene?”, “Esatto, ci stai?”, risposi. “Sei sicura, è una cosa importante, potresti pentirti….”, l’ho interrotto, “Ci ho pensato bene, è un problema mio, non preoccuparti, allora, mi vuoi aiutare, o devo trovare qualcun altro?”. Pausa di silenzio, “Va bene, va bene, se è questo che vuoi, d’accordo”, mi rispose, Mauro, quindi, con un sorriso soddisfatto, gli chiesi di pianificare i particolari dell’evento. Decidiamo quindi l’incontro decisivo. Mi preparavo all’importante evento, mi feci un’accurata doccia, mi profumavo quanto basta, con dei prodotti acquistati il pomeriggio, ero stata anche dal parrucchiere. Mauro, fu molto carino, mi ha invitato a uscire, ci siamo fatti una pizza, il ragazzo, era sufficientemente perplesso, voleva essere convinto, della mia scelta, che regolarmente, ho confermato sicura. Siamo infine giunti a casa sua, ero un po’ emozionata, non lo nego, i suoi genitori, non c’erano ovviamente, erano fuori porta, per una piccola vacanza, al quale, generosamente Mauro, aveva rinunciato. Era circa mezzanotte, siamo andati direttamente in camera sua, che conoscevo bene, ci sono stata, sebbene con altri fini, diverse volte, quindi a parte qualche piccola novità, era un luogo sufficientemente familiare. Il letto era accuratamente ben fatto, con lenzuola fresche, ben curate. Io mi fermavo in piedi, con le mani unite, immobile, mentre Mauro, rendeva soffusa la luce, con un leggero sottofondo musicale, molto gradevole. Mauro, si avvicina, mi accarezza i capelli, “Allora, sei sicura?”, ero emozionatissima, annuivo con la testa, Mauro mi da un leggerissimo e delicato bacio sulle labbra, questo provocava un brivido in me, in quanto il mio amico, non lo avevo mai visto come un ragazzo, gli voglio bene, ma non mi sono mai posta in quel tipo di relazione fra noi. Lui delicatamente, mi abbraccia, riprende a baciarmi, questa volta introducendo la lingua, io istintivamente, mi ritraggo. Lui, a ragione non capisce, mi chiede spiegazioni: “Manuela, non vorrai una scopata sveltina, spero, capisco tu non sia innamorata di me, ma mettiamoci un po’ di delicatezza, dopo tutto è la tua prima volta”. Con voce bassa e sicuramente tremolante, rispondo: “Hai ragione, scusami, abbi pazienza”. Non disse nulla, riprese ad abbracciarmi e a baciarmi, ma io non riuscivo ad eccitarmi, ne a rilassarmi, continuavo ad essere assolutamente rigida. Mi slacciava il maglione, con le maniche annodate sul davanti, e lo lanciava sulla poltrona, quindi, iniziava a sbottonarmi la camicetta, un bottone dopo l’altro. Mi toglieva anche la camicetta e mentre mi faceva un succhiotto sul collo, mi slacciava i pantaloni, lasciandoli calare alle mie ginocchia. Mi vergognavo da morire, non per il fatto di essere spogliata da un ragazzo, ma dal mio amico, Mauro. Mi sfilavo le scarpe, quindi i pantaloni, ero in biancheria. Mauro iniziava a spogliarsi, scostava le coperte, io ero sempre in piedi al fianco del letto, immobile e rigida come un baccalà. In un attimo, Mauro si sfila gli slip e resta nudo, Ha il cazzo duro, di buone dimensioni, scappelato e anche se fino a quel momento, non ne avevo visti molti, pensai che stava per entrare dentro di me, e la cosa più che eccitarmi, onestamente, mi spaventava. Si avvicinava a me, mi abbracciava, sentivo il suo pene duro premere sul mio pancino, lo abbracciavo a mia volta, tremavo, e lui se ne accorse. Mi chiese nuovamente, se volessi continuare, io risposi di si. Dovevo tremare parecchio, perché, Mauro, si allontanò, mi disse di aspettarlo un attimo, quindi, tornò con un bicchierino. “Bevi in una volta, butta giù, ti calma, fidati”, io dopo aver annusato, chiesi cosa fosse, non conoscevo il superalcolico. Mi disse che era vodka, mi feci coraggio e ingurgitavo il contenuto d’un fiato, fu tremendo, bruciava da morire, mi diede un tremendo brivido, ma anche un po’ di forza. Mauro mi abbraccia, m’invita a entrare nel letto, io timidamente, mi sdraio, lui mi segue, rivoltando le coperte a coprirci. La mia coscia si ritrova fra le sue gambe, sento chiaramente il contatto con i testicoli e il pene un tiro. Mi abbraccia, mi chiede come sto, è molto carino, ma io continuo a tremare, lui cerca di tranquillizzarmi, mi slaccia il reggiseno, “questo lo togliamo, cosa ne dici?”. Inizia a palparmi il seno a pizzicarmi i capezzoli, che inizio a sentire inturgiditi, inizio ad eccitarmi. Mauro mi stinge il seno destro con la mano, e mi succhia avidamente il sinistro. Io sono evidentemente imbranata, iniziavo ad eccitarmi, sentivo che mi stavo bagnando, nello stesso tempo, continuavo a vergognarmi paurosamente e a tremare, per quello che stava succedendomi. Mauro, era davvero carino e paziente, infila un mano nel mio slip, passandola prima sul clitoride, strofinandolo delicatamente, innescava la mia eccitazione, iniziavo indubbiamente ad ansimare. “Cosa ne dici, li togliamo questi slip?”, senza rispondere, mi sfilavo le mutandine, le lasciai sopra le coperte. Mauro riprese a masturbarmi, scendendo fra le mie gambe, verificava la mia verginità, introducendo un dito, al che ebbi un sussulto causato da un po’ di dolore, “Ma allora sei vergine davvero!”, “Cosa pensavi che potessi scherzare su una cosa del genere?”. Non rispose, riprese a baciarmi, smulinando la lingua nella mia bocca. Ero veramente eccitata, sentivo l’approssimarsi di un orgasmo, lo dissi a Mauro, “Tranquilla, se devi venire, non preoccuparti, è meglio, se sei ben lubrificata”. Continuava a masturbarmi, strofinando il clitoride e baciando e succhiando il mio seno tumido, dopo poco, esplodevo in un meraviglioso orgasmo, bagnando abbondantemente la mano di Mauro, che stava lavorando, fra le mie gambe. Mi fece godere alla grande, sapeva bene masturbare una ragazza, ma io restavo ancora eccitata. “Sei pronta, vogliamo procedere?”, io annuivo, deglutendo vistosamente, Mauro apriva un cassetto sotto il letto, prendendo una confezione di preservativi. Ne tolse uno lasciando cadere la scatola, si mise in ginocchio, al mio fianco, scoprendoci entrambi e mostrando, tutto il mio corpo, per la prima volta nudo ai suoi occhi. Guardandomi mi disse: “Sei molto bella, è un onore per me essere il primo”, allungava ancora la mano sinistra sul mio clitoride, stuzzicandomi un po’. Mi mostrava il preservativo, nella confezione: “Vuoi mettermelo tu? Dai non è difficile”, io, non sapevo da che parte iniziare ero assolutamente impacciata, lui mi spiegava come procedere, ma purtroppo, lo srotolavo maldestramente rendendolo inservibile. Io quasi, senza quasi, mi sono messa a piangere, Mauro asciugandomi le lacrime, con il dorso della mano, ne prese un altro, “Riprova, dai non è successo nulla, ho preso quelli ben lubrificati, capita”. Riprovai e questa volta andò meglio, mi spiegò bene anche la questione del serbatoio, e come fare, per non riempirlo d’aria. Io fui rincuorata dalla comprensione di Mauro, che mi allargava le gambe, posizionandosi sopra di me. I nostri sguardi nella penombra s’incrociarono, poi notai, che il suo sguardo ricadde sul mio seno, duro e turgido. Riprese a baciarlo e succhiarlo, mentre, mi masturbava nuovamente, ed io ero ancora eccitata, ad un tratto si ferma, mi allarga ancora le gambe alzandomi le ginocchia. “Cerca di stare rilassata e aperta, vedrai che non ti faccio male, faccio piano”, mi venne sopra bene, iniziò a baciarmi, “Sei pronta?”, “Si d’accordo, fai piano”, sentivo che puntava il pene sul mio buchetto, tremavo come una foglia, quando Mauro, ha spinto di più, io mi sono istintivamente ritratta dal dolore. “Manuela, rilassati, altrimenti è peggio”, al secondo tentativo, mi ha penetrato, è stato sufficientemente doloroso, ebbi l’impressione di essere sfondata, e un urletto devo averlo fatto, mentre abbracciavo forte Mauro, che mi baciava sul collo, e dietro l’orecchio. Lo sentivo entrare, piano, ma sembrava non finisse mai, e devo dire, che dopo un primo discretamente forte dolore, persisteva un fastidio sufficientemente marcato. Ad un certo punto sentivo i testicoli di Mauro e capii istintivamente, che fosse entrato tutto, ma il dolore indolenzito e il forte fastidio alla mia fighetta, avevano cancellato ogni piacere. Mauro rimase qualche istante in quella posizione “Ora piccola, non sei più vergine”, mi sussurrava nell’orecchio. Riprese il movimento dentro di me, che io consideravo una vera tortura, non tanto per il dolore, sopportabile, quanto per il fastidio, poi, mi sentivo sporca, in senso lato, avevo raggiunto il mio scopo, quindi non ero più interessata all’amplesso, mentre Mauro, giustamente, si stava godendo la scopata. Riprese a baciarmi in bocca, con foga, mi strizzava il seno, a quel punto, non vedevo l’ora che finisse. Ad un certo punto, nella foga, uscì dalla figa, ma subito lo reintrodusse, dilatandomi ulteriormente, mi provocava ancora del dolore, a quel punto iniziavo a piangere, cercando di contenermi, lui stava per venire, lo capivo dal ritmo sostenuto. Quando raggiunse l’orgasmo, rallentò di colpo, affondando tre volte, tutto quello che fosse possibile, mi baciava ansimando e divorandomi la bocca, che mi teneva spalancata, con l’irruenza della sua. Quando superato l’orgasmo, sfilava il pene dalla mia fighetta, fu ancora un bruciore a pervadere le pareti esterne, Mauro si sdraiava sul fianco, ancora ansimante, finalmente, potevo richiudere le gambe. “Come va piccola, adesso sei una donna, soddisfatta?”, io ero ancora indecisa se dovessi piangere o meno, mi sentivo un groppo in gola, e onestamente, tutta appiccicosa sul corpo e fra le gambe. Mauro, scosta le lenzuola, quasi mi spaventai dal sangue sul mio pelo nero, e nel letto, il preservativo, ancora sul pene, notevolmente insanguinato. Mauro, capiva che stavo per esplodere a piangere, avevo ancora le gote umide da prima, mi diede un bacio sulla guancia e poi sulle labbra, mentre con la sinistra, mi carezzava il viso. “Manuela, tranquilla, è normale, sei bellissima, perché non ti fai una doccia, poi ti riaccompagno, ok?”, si alzò, e si sfilava il preservativo, “Lo vuoi conservare per ricordo?”, mi disse con fare ironico, non risposi, lo seguivo in bagno, dove vidi che riempiva il preservativo con acqua del rubinetto. Chiesi il motivo, e mi spiegò che serviva per verificare che non si fosse rotto: “Non vorrai rimanere incinta la prima volta? Guarda che succede”. “Esci che faccio la doccia”, Marco usciva, recandosi nell’altro bagno per lavarsi, io entrai nella doccia, ma ad un certo punto, mentre mi lavavo, ho avuto una tremenda crisi di pianto, mi accovacciavo nella doccia a terra, piangendo e singhiozzando, non so per quanto tempo, si da il fatto che Mauro mi bussò nella porta: “Manuela, tutto ok?”, mi ripresi, “Si un attimo e ho finito”. Finita la doccia, mi sono asciugata e vestita, quindi ho raggiunto Marco in cameretta, Rivedendo, il sangue sulle lenzuola, rimasi ancora impressionata. “Non preoccuparti, domani metto a posto io”, non dissi nulla, uscimmo. Una volta a casa, ringraziavo Marco di tutto, fece per baciarmi, ma io gli posi la mano. Lui mi guardò, mi diede la sua, dissi: “Amici?”, “Certo”, mi rispose, ci salutammo e rientravo in casa, erano ormai le quattro.
scritto il
2012-07-13
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