L’inverno EP 9

di
genere
etero

Tengo a premettere che per questa pubblicazione ho avuto ulteriore preventivo consenso di Federico. Finalmente arriva l’inverno, ci piace molto sciare, sia a me che Federico, nonché la mia sorellina e il suo ragazzo Marco, sebbene quest’ultimo alle prime esperienze, promette bene. Quindi, prima trasferta invernale, abbiamo trascorso una settimana in Austria sullo Stubai. Il primo giorno sulla neve alla grande, ma eravamo un po’ stanchi, dopo una bella doccia, subito a letto. Sotto il piumone, come si usa in Austria, Federico, malgrado la giornata, era eccitatissimo, e onestamente anch’io. Ormai abbiamo raggiunto una complicità assoluta. Percepivo la sua eccitazione, quando venendo vicino a farmi le coccole, sentivo la sua erezione, è il suo modo di fare, per far prendere a me l’iniziativa, sostanzialmente il ragazzo resta sempre un timidone. Era relativamente presto, abbiamo iniziato a vedere un film in televisione, ma le coccole di Federico, non mi davano scampo, poi onestamente, anch’io avevo una voglia tremenda, era molto dolce e romantico, quando potevamo trascorrere, qualche giorno in trasferta da soli. Iniziai a slacciare la giacchina del pigiama, lasciando il mio seno evidentemente eccitato, alle attenzioni di Federico. Inizia a succhiarmi i capezzoli, duri e turgidi, massaggiando delicatamente, il mio seno rigonfio. Iniziavo anche a bagnarmi fra le gambe. Sotto il pigiamino, non porto mai la biancheria di notte, mi sento più libera. Sfilo a Federico la giacchetta, sento il suo petto, a contatto, con il mio, il suo respiro sul mio seno. Mi sfilo i pantaloncini, restando nuda. Federico, mi strofinava delicatamente la mano sul pancino, sa che mi piace, non so per quale motivo, mi da quella strana sensazione, difficile da descrivere. Nella penombra il mio seno vistosamente bagnato dalla saliva di Federico, aveva un risalto particolare, gli chiesi di togliersi i boxer. Sotto il piumone si sfilava i pantaloncini e i boxer, lasciandoli cadere a terra. Allungavo le mani verso i suoi genitali, voltandomi prona, verso di lui. Era già eccitatissimo, gli massaggiavo i testicoli, baciandogli il petto, mentre lui con la destra mi strofina delicatamente il clitoride. Lo guardo poggiando il mento sul suo petto: “Federico, ho comperato una cosa per aiutarti, ma prometti, che non t’incazzi”. “Certo che no, parla, tranquilla”, “Ho comprato una cremina ritardante”. Con mia discreta sorpresa: “Ok, se ritieni opportuno, va bene, proviamo”. A questo punto la presi dal comodino, dove l’avevo riposta, tirai indietro il piumone e dopo qualche bacino diffuso sui testicoli e sul pene, l’ho accuratamente scappellato, e con il dito ho cosparso bene la crema sul glande, come da istruzioni, “Guarda l’orologio, aspettiamo cinque minuti”. “Noooo, mi stai umiliando”, “Dai, non prenderla così”, “Cucciola, ti voglio bene, per te faccio tutto, ma almeno, queste cose, non andare in giro a dirle”. Mi fa impazzire, quando mi chiama così, è tenero, gli risposi: “Figurati, assolutamente, puoi contarci, lo sai ti dico tutto”. E’ vero, con Federico, nessun segreto. Nell’attesa, soffiavo sul glande, e il pene eretto del ragazzo, sobbalzava ripetutamente, la cosa, mi ha sempre divertita ed eccitata. Avevo la testa poggiata sul suo ventre, lui mi accarezza dolcemente i capelli. Trascorso il tempo programmato, “Ok, adesso scopami, tranquillo, vai piano, non avere fretta, cerca di essere dolce, sai come mi piace”. Mi sdraiavo supina, divarico bene le gambe, ero assolutamente eccitata, lui senza dire nulla si posiziona sopra di me, dopo avermi baciato dolcemente le labbra: “Sei pronta?”. “Issima”, Risposi, come al mio solito. Sentivo che dopo aver strofinato un po’ la punta sulla mia fighetta, che tenevo ben divaricata, con la mano, lentamente penetrava dentro di me, cominciavo veramente a godere, mi piace quando è dolce e tranquillo, e lo dissi lui, anche se lo sa. A quel punto ero io ad essere eccitatissima, oltre misura, strofinandomi il clitoride, sentivo avvicinarsi il primo orgasmo, cercavo di trattenermi, e nello stesso tempo di stimolarmi al massimo. Si da il fatto, che sfociavo in uno bellissimo orgasmo contornato da un soffocato gemito di piacere, che era ben lontano dal darmi completa soddisfazione, quindi incitavo Federico a proseguire, con delicatezza, e più era lento e cadenzato il suo ritmo, più io godevo. Io parlo molto quando scopo, rendo partecipe Federico, lui invece pur essendo dolcissimo, raramente esterna delle emozioni, se non quando raggiunge l’orgasmo. Tornando alla nostra copula, il mio piacere, m’irrigidiva tutta, sentivo il seno gonfio, i capezzoli ritti, i succhiotti di Federico esaltavano il mio respiro affannoso, mentre constatavo l’aumentare del ritmo da parte di Federico. Io sono molto concentrata durante il sesso, alle mie sensazioni, ma anche a quelle del mio partner. “Vai piano Federico, tranquillo, non avere fretta”, gli sussurravo ansimando, praticamente, mentre sentivo il sopraggiungere di un nuovo orgasmo, volevo venire ancora, prima di essere “riempita”. Federico, raccoglie il mio suggerimento e io raggiungo, o meglio proseguo, con uno stratosferico orgasmo accompagnato da uno stimolo pazzesco fonte di stupendi schizzetti sui testicoli di Federico, che poggiavano ripetutamente sulla mia fighetta. Inevitabilmente, i miei gemiti di piacere, portavano anche Federico ad un violento orgasmo, lo sentivo schizzare dento di me con brutalità, ripetutamente, continuavo a godere con lui, mentre sentivo il suo rantolo ansimante. “Fermo, lascialo dentro, ti prego, sei stato grande, lascialo come un tappo, voglio tenere tutto dentro”. Ansando fra baci e un abbraccio tanto delicato, quanto dolcissimo, restammo alcuni minuti in quella posizione di rilassamento. Mi sussurra seriamente nell’orecchio: “Cicciola, voglio, devo dirti una cosa”, quasi mi preoccupo, “E’ vero, sei stata la prima, ti voglio bene!”. Non dissi nulla non era necessario, lo accarezzai dolcemente. Lo ammetto, questa conferma mi esalta non poco, sull’esclusiva di Federico. Dopo qualche attimo, Federico lo sfila, ormai rilassato, e si sdraia al mio fianco sbuffando. Avevo bagnato un po’ il letto con i miei umori, è una cosa che dopo, mi da un po’ noia a dire il vero, però mi stavo rilassando, presi la mano a Federico, portandola poco sopra la mia fighetta, “Pensa, non sai quanto mi esalta sentire, il tuo sperma dentro di me, mi hai davvero riempito. Sai che una donna ci mette ventiquattro ore a smaltire lo sperma di un rapporto, me lo ha detto, la mia ginecologa”. “Il problema è quando ci mette nove mesi!”, replicava Federico, “Non preoccuparti, lo sai che prendo la pillola, e sto sempre moolto attenta, credimi”. Dopo poco, ci siamo addormentati profondamente, al mattino dopo, di buon ora, si parte per le piste. Dopo alcune discese, Io e Federico, decidiamo di fare una pista più lunga, fino a valle, quindi ci dividiamo, anche se ci teniamo in contatto con Marco e Simona, tramite delle ricetrasmittenti. Arrivati in valle, si prende l’ovovia, che impiega, circa venti minuti a risalire, ci troviamo soli sul bidoncino, che fra l’altro, dopo poco si ferma. Mi viene immediatamente una pazzesca diabolica idea di fare una pompino seduta stante a “Federico, ti va se ti faccio un pompino?”. “Qui? Adesso?”, “Si dai ho una voglia pazzesca, non ho fatto colazione, lo sperma è nutriente”. Nel frattempo, una volta inginocchiata, gli calavo i pantaloni da sci e la calzamaglia, quindi i boxer. Malgrado il fresco che risaliva dalla griglia sulla base, Federico lo aveva già duro come il marmo. Non avevo molto tempo, così, iniziai subito a succhiare i testicoli, mentre con la mano lo segavo, facendo scorrere, la pelle, sul glande. Lo sentivo gemere come poche volte, tanto qui, non poteva sentirlo nessuno. Iniziai a succhiare la punta avidamente, lavorandolo anche con la lingua. Ad un certo punto Federico, mi mise le mani sul capo per guidare il ritmo, al che mi fermai, seccata: “Federico, non prendermi mai la testa quando ti spompino, mi fai incazzare, la prossima volta ti do un morso che te lo ricordi!”. “Scusami hai ragione, ti prego adesso finisci”. Ripresi con impegno il mio succhiare vorticoso, e mi accorsi, che ripartiva l’impianto. Stringevo nella mano i testicoli di Federico, ma per farlo venire giocai la carta vincente, infilando la mano fra le gambe, con il medio, iniziavo a stuzzicare lo sfintere. Il suo orgasmo, fu quasi immediato. Venne abbondantemente nella mia bocca, mentre sentivo il suo culetto stringere il mio dito, e un grandioso “Cazzo Manuela, siiii”. Eravamo giunti all’ultimo pilone, prima della stazione, giusto il tempo, di tirarsi su i pantaloni. Non avevo avuto nemmeno il tempo d’ingoiare e rialzarmi, che si aprivano le porte. Mi alzai, e guardando negli occhi Federico, facendo chiaramente capire, ingioiavo il suo seme. Presi gli sci, siamo scesi dal bidoncino. Federico, si recava in bagno a sistemarsi e io mi apprestavo a chiamare gli altri per riunirci. Nel pomeriggio, dopo aver depositato gli sci in quota, durante il tragitto di discesa, chiesi a Federico, se avessi potuto raccontare cosa era successo. Mi rispose: “Racconta pure, so che muori dalla voglia!”, “Grazie!”. Raccontavo così ai ragazzi, in funivia, la mia performance in funivia, durante la tarda mattinata. Simona: “Cavolo Manuela sei davvero esagerata, sei peggio di me”, poi rivolgendosi a Marco, il suo ragazzo: “Te non farti venire strane idee, che tanto non sei in grado di fare la pista a valle”. Concludiamo quindi con una risata……SEGUE EPISODIO 10
scritto il
2012-07-13
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