Una nuova conoscenza

di
genere
bisex

Sono Roberto un 52enne, della provincia friulana. Posso essere considerato ancora un bell’uomo, alto un metro e ottanta per 85 kg di peso, corporatura normale, leggermente brizzolato, vedovo da un paio d’anni. Nell’ultimo periodo ho deciso di provare a conoscere persone nuove.
Durante un evento a cui ho partecipato, ho conosciuto Francesca, una donna di 48 anni mora, capelli lunghi lisci alle spalle, alta circa 1,70 corporatura normale con due tette di una seconda abbondante, divorziata.
Ci siamo incontrati un paio di volte per il caffè, poi l’ho invitata a cena.
Sono passato a prenderla. Vestiva una gonna nera al ginocchio con una camicetta bianca che esaltava le sue forme. Ai piedi un paio di sandali tacco 10/12 con dei lacci fin sotto il ginocchio.
Il tempo passato in sua compagnia è volato e sto per riaccompagnarla a casa.
Mi chiede se voglio entrare per un caffè. Accetto volentieri anche perché sono abbastanza arrapato da lei.
La porta si è appena chiusa che mi abbraccia e mi infila la lingua in bocca.
Contraccambio attorcigliando la mia lingua alla sua. Nel frattempo le mani agguantano le sue chiappe sode alzandola da terra e spostandomi verso la scala.
La deposito sul terzo gradino, infilando le mani sotto la gonna per toglierle le mutandine.
Seduta sulla scala a gambe larghe con la figa completamente depilata in bella mostra.
Mi tuffo con la faccia tra le sue cosce cominciando a leccargliela. Asciugandola dagli abbondanti umori cui è intrisa.
Le succhio il clitoride voracemente procurandole un primo orgasmo.
Non riesco a controllarli e velocemente mi spoglio e la penetro. La sua calda e umida figa avvolge il mio cazzo stringendolo con movimenti dei muscoli vaginali.
Intanto le mie mani si danno da fare per spogliarla completamente.
Quando estraggo le tette avvicino la bocca comincio a succhiare i capezzoli belli turgidi.
Le prendo una gamba che sollevo sulle mie spalle continuando la penetrazione sempre più forte. Nel fare ciò si sposta di un paio di gradini.
La giro ancora. Ora è a pecora sui gradini mentre la scopo con forza a fondo.
Ogna volta che glielo spingo forte a fondo avanza di un gradino. Siamo in cima alle scale.
Sempre con il cazzo in figa mi alzo con lei in braccio. La sto scopando in piedi. Con la coda dell’occhio vedo la camera da letto. Mi dirigo verso il letto, dove mi lascio cadere di schiena, con lei impalata sul cazzo. Questo le fa arrivare il cazzo ….. fino a provocarle un dolore/piacere che esplicita con un urlo.
Ci fermiamo un attimo. Lei riporta le gambe sotto di sé vicino al corpo e comincia a scoparsi a smorzacandela. Così riesco a strizzarle i capezzoli, cosa che apprezza visto come geme.
Sono prossimo all’orgasmo e pure lei. Ci lasciamo andare e godiamo assieme.
Rimaniamo così per un po' poi lei si sposta e si prende cura del mio cazzo con le mani e con la bocca.
La faccio girare in modo da essere nella posizione del 69. E mentre lei si occupa del mio cazzo io mi occupo della sua figa.
Gliela lecco per bene infilandoci tutta la lingua. Succhio il clitoride provocandole spasmi sempre più violenti.
Con la lingua lecco bene anche la zona perianale fino ad arrivare al buco del culo che sotto le mie leccate pulsa. Continuo a leccare passando dal culo alla figa e viceversa.
Lei intanto se lo infila in bocca, è brava riesce a farselo affondare tutto in gola fino alle palle, con quel lavoro di bocca il mio cazzo non perde del tutto la consistenza anzi ritorna in forma.
La giro di schiena sul letto, le alzo le gambe e glielo infilo per bene dentro, iniziando un lento dentro e fuori.
La scopo a lungo aumentando e diminuendo la velocità. Cambiamo posizione più volte e sembra che prenderlo alla pecorina sia la sua preferita.
Tolgo il cazzo completamente per poi infilarlo di nuovo. Ripeto questa operazione più volte. Lei sta per arrivare ad un nuovo orgasmo.
Le strizzo un capezzolo provocandole un po’ di dolore, questo le blocca l’orgasmo in arrivo.
Il suo stato di eccitazione e altissimo.
Accelero il ritmo della penetrazione. Dopo un po’ mi fermo.
Mi piego su di lei, le sue gambe mi avvolgono i fianchi. Le prendo le mani e gliele faccio incrociare attorno al mio collo. L’afferro sotto le braccia e la sollevo.
Ce l’ho in braccio con il cazzo piantato a fondo nella sua figa.
Sposto le mie mani afferrandola per le natiche.
Comincio a pomparla. Prima lentamente e poi sempre più velocemente.
I colpi sono potenti e con la cappella urto il suo utero. I suoi gemiti sono sempre più forti. Sento i muscoli della sua figa stringermi il cazzo.
La sto scopando con una foga mai avuta. Mi avvicino all’orgasmo e anche lei è vicina. Con le mani le allargo per bene le chiappe e arrivo con le dita al buco del culo. Con il sudore le lubrifico il buco e ci infilo un dito. Lei ha un sussulto ma continua a gemere di piacere.
Accelero il ritmo e le dita nel culo sono diventate due. Esplodiamo insieme in un orgasmo liberatorio, urlando come delle bestie.
Rimaniamo abbracciati e stremati sul letto addormentandoci.
E’ mattino quando mi sveglio. Lei esce dal bagno in un accappatoio e mi dice con un sorriso:
“Fatti una doccia e scendi per colazione”.
Mi lavo e scendo.
La trovo in cucina. Ha i capelli raccolti e veste una semplice maglietta lunga rossa che le copre il culo ed è a piedi scalzi.
“Se ti vesti così mi sa che la colazione brucerà” le dico abbracciandola da dietro.
Mi allontana un po' spingendomi verso il tavolo.
“Prima mangiamo……poi……” mi dice.
Facciamo colazione parlando un po' conoscendoci meglio scoprendo così le molte cose in comune soprattutto riguardo il sesso.
Mi confida che adesso che è libera vuole provare di tutto senza alcuna preclusione. La stessa cosa penso anch’io.
Finita la colazione, sparecchia e ripone le stoviglie nella lavastoviglie. Facendo ciò si piega tenendo le gambe dritte, la maglietta sale scoprendo il culo e mostrando chiaramente che non porta biancheria intima.
Mi avvicino da dietro e le infilo una mano in mezzo alle gambe, trovandola già umida. Le passo la mano avanti e indietro un po' di volte poi le infilo due dita nella figa. Mugolando allarga le gambe per farmi lavorare meglio.
Finito di sistemare le stoviglie la faccio spostare verso il tavolo. Giro due sedie la faccio inginocchiare con un ginocchio su ciascuna sedia e appoggiare le mani sul tavolo.
Mi tuffo tra le sue chiappe. Mentre lecco il suo culo le infilo due dita in figa. Sta sbrodolando. Prendo un po' di quegli umori e li passo sul buco del culo che inizio a massaggiare per bene. Coordinandomi con le pulsazioni le infilo un dito in culo facendola lamentare. Mi confessò che non lo aveva mai preso dietro. Quindi con calma cominciai a lavorarglielo per bene leccando e muovendo il dito in senso circolare attorno al buchino che poco dopo ne aveva due al suo interno. Continuando il massaggio facevo in modo che il culo si rilassasse. Per procedere quasi senza che lei si accorgesse di quello che facevo.
Oramai tre dita entravano e uscivano dall’orifizio anale in sincronia con il movimento dell’altra mano sulla sua figa, esse si spingevano su fino in fondo poi scendevano vicino all’imboccatura e poi di nuovo dentro. Ad un certo punto la sua figa grondava liquidi e le sue gambe tremavano vistosamente e allora tolsi la mano dalla figa e lasciai che fossero le dita nel culo a dare il ritmo all’orgasmo che la stava assalendo. Cominciò ad urlare di piacere. Poi mi fermai con le tre dita ben piantate nel suo culo. Rimanendo così fino al rilassamento totale.
Le dilato le chiappe e bacio completamente il suo buchino succhiandolo violentemente quasi a volerlo inghiottire. Le faccio sentire la lingua farsi strada prepotentemente tra le pieghe della pelle distendendola con ampie leccate.
Francesca cominciò ad ansimare, desiderosa di abbandonarsi al precipizio dei sensi.
“Stai tranquilla e non ti farò male!” le dico.
Usando i liquidi di cui era pregna la sua figa per lubrificare il culo le provocavo sensazioni mai provate.
Francesca provava un po’ di fastidio per la oramai consolidata violazione (aveva tre dita costantemente infilate dentro) ma anche coglieva le ondate di sensazioni che come scariche elettriche partivano dal suo culo e salivano al cervello fino creare un corto circuito di sensazioni.
Capisco che è pronta, con una mano allargo le chiappe e con l’altra punto l’uccello alle porte della piccola caverna del piacere.
“Ora io sto qua fino a che non pensi di volerlo provare. Stai tranquilla e rilassata. Quando te la senti spingi, d’accordo.” Le dico
Francesca prima aspetta che le contrazioni del suo ano si calmino, poi con un profondo respiro, cerca di rilassare i muscoli e spinge in fuori. La mia cappella percorre pochi centimetri fino a violare l’anello sfinterico interno.
“E’ diverso dalle dita” dice.
Ma poi con un altro profondo respiro e un’altra spinta metà cazzo era al suo interno.
Le contrazioni del suo culo le consentono di accarezzare e di sentire l’intruso in tutte le sue caratteristiche.
Quando sente che i tessuti si sono abituati al fastidio della penetrazione, un nuovo respiro, una nuova spinta e questa volta sente che il mio cazzo le sta scivolando dentro senza più ostacoli.
Quando le mie palle sbattono contro le sue chiappe capisce che è tutto dentro.
Sto fermo dentro di lei, solo un movimento circolare per allargare ancora di più l’ingresso già violato. Le mie mani la accarezzano sulla schiena, sui seni, stuzzicando i capezzoli.
Continuo così per alcuni minuti fino a che non fu Francesca che cominciò inconsapevolmente a chiedere con un movimento del culo che il mio cazzo cominciasse a scoparla.
Ma non ho fretta, voglio che i suoi muscoli cedano completamente ogni resistenza per accogliere solo il piacere dell’inculata.
E allora comincio a tirarlo fuori lentamente per poi re infilarlo dentro, pochi centimetri verso l’uscita, poi ancora dentro.
“Lo vuoi Francesca?” gli chiedo.
Lei sospirò il suo “Sì”.
Allora comincio a pompare nel suo culo, prima dei colpi lenti e profondi, poi colpi frenetici e rapidi, poi ancora la lentezza e la profondità e così via ad esplorare tutta la gamma di sensazioni che le potevano dare. Francesca ora è talmente sopraffatta dalle percezioni che affluiscono dal suo culo che pensa di mandare in corto circuito suo cervello.
“Sì, dai. Sfondami il culo, dai, sono tua, tutta tua”
L’arrivo dell’orgasmo in contemporanea per tutti e due è meraviglioso.
Stremato mi abbandono sulla sua schiena in attesa che il respiro torni normale
Con una mano la accarezzo sul viso baciandola “Com’ è andata?”. Chiedo
“Adesso capisci perché non mi voglio più porre limiti? Voglio continuare a provare sensazioni come queste”.
….continua…..
scritto il
2022-05-09
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