Una padre, una figlia e una matrigna- parte 3
di
Naga
genere
incesti
“Papà, ma che cazzo succede!”.
“Succede che paparino ti ha fatto la figa. Ed è piaciuto a tutte e due. Guarda com’è ancora bello duro!”. Nel dire ciò Eduarda me lo prende in mano e me lo scappella: ho la punta tutta sporca dei suoi umori.
“Mi avete ingannata, siete due bastardi. Avete approfittato di me!”.
Vanessa è furente, dai suoi occhi sprizzano fuoco e fiamme. Forse ho esagerato, mi vergogno tantissimo ma il cazzo non smoscia, nelle palle sento ancora voglia.
“Vanessa, perdonami. Non so cosa mi ha preso, io…”.
“Ma andate tutti e due affanculo!”
A queste parole Eduarda le rifila un manrovescio talmente pesante che si sbilancia e mi cade tra le braccia.
“Puttanella ingrata, non ti azzardare a parlarmi così! Ora te la faccio vedere io!”.
Mia moglie me la strappa dal petto tirandola per i capelli e inizia a picchiarla così forte che mi metto in mezzo per riparala dai colpi.
“Basta Eduarda! Sei impazzita? Così l’ammazzi.”.
“Papi, fermala. Fermala, fermala, mi sta facendo male.” Implora mia figlia tutta spaventata.
“Tu non ti impicciare, stronzo. La difendi pure a questa troia? Se sapessi come ti prende per il culo ogni volta che gli racconto dei nostri giochini cuckold. Ora ti faccio sentire.”.
Eduarda balza dal letto e tira fuori dalla sua borsa il telefono. Fa partire la registrazione di una conversazione con mia figlia.
“Eduarda, allora? Com’è andata la serata coi trans? Quel frocio lo ha preso in culo?”.
“Non puoi capire, Vanessa. Un vero troio! Gli hanno sborrato in faccia in quattro, alla fine tua padre puzzava peggio di una battona!”.
“Si, ma lo hanno scopato? Dimmi cazzo, che mi sto eccitando! Ho due dita in figa adesso.”.
“Hahahaha, si parla così di tuo padre, birbantella? Sei proprio una mascalzona!”.
“Ma chi se lo incula a quello stronzo. A me interessa solo che sganci la grana, per il resto che si fotta.”.
“Comunque lo hanno chiavato di brutto pure a lui. Ci hanno sistemato a pecorina, uno accanto all’altra. Ne avevamo sempre uno in bocca e uno in culo. Una delle trans, poi, in mezzo alle gambe aveva un pilone di cemento, uno sfonda-culi nero di almeno ventitré centimetri: lo ha legato alla spalliera del letto e l’ha sodomizzato per almeno venti minuti. Oh, non veniva mai questa qui! Ti dico, venti minuti buoni su e giù, su e giù, palle-cappella-cappella-palle e quelle finocchione di tuo padre è rimasto sempre a cazzo dritto, è venuto senza toccarsi quella checca!”.
“Ha goduto col culo? Che porco, mamma mia! Dovresti farlo battere per strada, Eduarda! Ma una vera femmina come te che ci fa con uno come lui?”.
“Ma sai, comunque ha un bel cazzo e lo sa usare. E poi è davvero servizievole! Me li procura lui gli amanti, quanto lo eccita mettermelo dentro e trovarmi già calda di maschio.”.
“Ahhh, cazzoooh…
Ho sborrato! , mi hai fatto sborrare. Però, la prossima volta fammi il video. Mi piacerebbe vedere che gli pisciano in bocca a quella puttana di papà.”.
“L’hai sentita bene a tua figlia, cornutone!”.
Che stronza che è mia figlia, sono incazzato nero. Neanche mi guarda in faccia.
“Puttanella, in piedi. Ora papà ti porta a divertirti in un parcheggio! Eduarda, vieni anche tu.”.
CONTINUA
Per suggerimenti e scambi fantasie scrivetemi a romalazio100@gmail.com
“Succede che paparino ti ha fatto la figa. Ed è piaciuto a tutte e due. Guarda com’è ancora bello duro!”. Nel dire ciò Eduarda me lo prende in mano e me lo scappella: ho la punta tutta sporca dei suoi umori.
“Mi avete ingannata, siete due bastardi. Avete approfittato di me!”.
Vanessa è furente, dai suoi occhi sprizzano fuoco e fiamme. Forse ho esagerato, mi vergogno tantissimo ma il cazzo non smoscia, nelle palle sento ancora voglia.
“Vanessa, perdonami. Non so cosa mi ha preso, io…”.
“Ma andate tutti e due affanculo!”
A queste parole Eduarda le rifila un manrovescio talmente pesante che si sbilancia e mi cade tra le braccia.
“Puttanella ingrata, non ti azzardare a parlarmi così! Ora te la faccio vedere io!”.
Mia moglie me la strappa dal petto tirandola per i capelli e inizia a picchiarla così forte che mi metto in mezzo per riparala dai colpi.
“Basta Eduarda! Sei impazzita? Così l’ammazzi.”.
“Papi, fermala. Fermala, fermala, mi sta facendo male.” Implora mia figlia tutta spaventata.
“Tu non ti impicciare, stronzo. La difendi pure a questa troia? Se sapessi come ti prende per il culo ogni volta che gli racconto dei nostri giochini cuckold. Ora ti faccio sentire.”.
Eduarda balza dal letto e tira fuori dalla sua borsa il telefono. Fa partire la registrazione di una conversazione con mia figlia.
“Eduarda, allora? Com’è andata la serata coi trans? Quel frocio lo ha preso in culo?”.
“Non puoi capire, Vanessa. Un vero troio! Gli hanno sborrato in faccia in quattro, alla fine tua padre puzzava peggio di una battona!”.
“Si, ma lo hanno scopato? Dimmi cazzo, che mi sto eccitando! Ho due dita in figa adesso.”.
“Hahahaha, si parla così di tuo padre, birbantella? Sei proprio una mascalzona!”.
“Ma chi se lo incula a quello stronzo. A me interessa solo che sganci la grana, per il resto che si fotta.”.
“Comunque lo hanno chiavato di brutto pure a lui. Ci hanno sistemato a pecorina, uno accanto all’altra. Ne avevamo sempre uno in bocca e uno in culo. Una delle trans, poi, in mezzo alle gambe aveva un pilone di cemento, uno sfonda-culi nero di almeno ventitré centimetri: lo ha legato alla spalliera del letto e l’ha sodomizzato per almeno venti minuti. Oh, non veniva mai questa qui! Ti dico, venti minuti buoni su e giù, su e giù, palle-cappella-cappella-palle e quelle finocchione di tuo padre è rimasto sempre a cazzo dritto, è venuto senza toccarsi quella checca!”.
“Ha goduto col culo? Che porco, mamma mia! Dovresti farlo battere per strada, Eduarda! Ma una vera femmina come te che ci fa con uno come lui?”.
“Ma sai, comunque ha un bel cazzo e lo sa usare. E poi è davvero servizievole! Me li procura lui gli amanti, quanto lo eccita mettermelo dentro e trovarmi già calda di maschio.”.
“Ahhh, cazzoooh…
Ho sborrato! , mi hai fatto sborrare. Però, la prossima volta fammi il video. Mi piacerebbe vedere che gli pisciano in bocca a quella puttana di papà.”.
“L’hai sentita bene a tua figlia, cornutone!”.
Che stronza che è mia figlia, sono incazzato nero. Neanche mi guarda in faccia.
“Puttanella, in piedi. Ora papà ti porta a divertirti in un parcheggio! Eduarda, vieni anche tu.”.
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