Un padre, una figlia e una matrigna - parte 1
di
Naga
genere
incesti
“Troia, infilami tutta la lingua in figa! Spingi, cazzo…spingi, fammi sborrare!”.
Sono fuori della porta, nudo e con il cazzo in mano, a godermi la lesbicata tra mia figlia Vanessa ed Eduarda, la sua matrigna.
Stavamo tornando da una nottata di car-sex, circa una settimana prima, quando Eduarda – una bella mulattona brasiliana di trentacinque anni, che ho sposato in seconde nozze un anno fa - mi ha rivelato la vicenda di sesso che si consuma a casa, alle mie spalle.
“Porco, vado a letto con tua figlia da tre mesi.”.
Per poco non inchiodo con l’automobile “Ma che cazzo stai dicendo?”.
Mi ride in faccia “Si, mio bel cornuto, anche tua figlia ti fa becco. Ma a te non importa immagino, te la godi a condividere la mogliettina.”.
“Mi prendi per il culo, non è possibile.”.
“Accosta, che ti faccio vedere.”.
Cazzo, è vero! Eduarda mi mostra i messaggi e i vocali che si sono scambiate, inequivocabili.
Non me lo sarei mai immaginato. Vanessa è una diciottenne bellissima, un vero tocco di fica anzi. Però non mi ha mai dato l’impressione di avere inclinazioni libertine; fredda, scostante, sempre imbronciata con tutti, con la puzza sotto il naso del tipo “guai a chi mi si accosta”, pensavo, anzi, che fosse un po' frigida.
Eduarda mi mette la mano sui pantaloni “Che paparino degenerato che sei; invece di incazzarti ti è venuto duro come il marmo. Sapessi quanto è calda e puttana a letto. Con quella bella bocca lecca e succhia tutto come una vera troia da casino.”.
“Ma come hai fatto a sedurla? Con quel musetto d’angelo sembra interessata a tutto fuorché al esso, e poi credevo che ti odiasse.”.
“Quell’angioletto, invece, è una vera birichina. Ti racconto com’è iniziato tutto. Tu eri a Milano per lavoro e io dovevo passare il weekend al mare ma, ricorderai, per un contrattempo sono rientrata la sera stessa del sabato. Entrata in casa sento gemiti, risate e parolacce provenire dalla camera di Vanessa. Mi accosto furtivamente alla porta socchiusa e ti vedo la tua cara figlioletta assieme alle sue amiche Michela e Giuliana, tutte e tre nude, strafatte e ubriache, intente a slinguazzarsi di brutto. Lì dentro era un vero schifo: bottiglie di birra e droga dappertutto. Un vero festino a base di figa e cocaina. A me la troietta, con quella faccetta da gatta morta, non ha mai convinto ma neanche io avrei immaginato che fosse così corrotta. Dopo aver ripreso tutto col telefonino entro in camera facendo la sceneggiata. Urla, pianti, giustificazioni che non ti dico. Caccio via quelle altre puttanelle delle sue amiche e affronto Vanessa, la minaccio di farle passare un guaio, che ti avrei raccontato tutto ma lei – che nel frattempo si era ripresa dalla sorpresa – prende a fare la stronza come suo solito. Dice che sono solo una troia brasiliana, che non mi avresti mai creduto e bla bla bla. Gli tiro fuori la ripresa video e, a momenti, sviene. Inizia a singhiozzare, mi chiede scusa per tutto, mi si butta ai piedi, mi implora di non rovinarla. Sai bene che anche le donne mi piacciono, tua figlia è un bel bocconcino di diciotto anni, ha un culo di burro che ti manda al manicomio, due tette sode sode, una figa deliziosa e fresca, e poi avevo appena scoperto quanto è troia …per fartela breve, gli ho detto che per tenere la bocca chiusa doveva mollarmi la figa. Neanche cinque minuti dopo eravamo a letto. Abbiamo fottuto come dannate fino all’alba. Cazzo che scopata, ne abbiamo fatte di tutti i colori. Tua figlia, poi, è insaziabile: non dice di no a nulla, pensa che le ho pure pisciato in bocca. Comunque, da quel giorno la sbatto quando e come voglio e lei mi adora, è diventata la mia cagna da lecca anche se, davanti a te, continua il teatrino dell’antipatia tra matrigna e figliastra. Spesso coinvolgiamo anche Michela e Giuliana, che pollastrelle pure loro mmhhh”.
Sono senza parole, l’idea di avere una figlia così perversa mi sconvolge e mi eccita. Credevo io di essere il mignotto della famiglia ma lei, così giovane, giovanissima, è peggio di me.
“Quindi, Vanessa si droga?”
“Cazzo se lo fa! Ora lo capisci dove vanno a finire tutti i soldi che ti chiede? Tira cocaina come se non ci fosse un domani. Sotto botta, poi, diventa una troia spudorata. Sotto botta si lascia fare veramente di tutto. L’altro ieri era strafatta: l’ho frustata, le ho messo un pugno in figa ma continuava a godere come una scrofa in calore. Strillava, bestemmiava e sborrava come una troia a ripetizione.”.
“È lesbica però…”.
“Macché. È solo una vacca in calore. Uomini, donne, cazzi, fighe e culi, purché goda tutto gli va bene alla piccolina. È tutta suo padre!”.
Eduarda, che durante il racconto mi aveva preso in mano l’uccello, rallenta sapientemente la sega per aumentare il piacere e, portatomi al culmine, mi butta in faccia queste parole “La vuoi scopare?”.
“Ohh, cazzo….mi fai godere!”.
“Porco, rispondi! La vuoi scopare a tua figlia? Vuoi ficcargli questo bel paletto di carne su per il culo? La troietta sono settimane che mi tormenta chiedendomi di procuragli un cazzo maturo. I frocetti dei suoi coetanei non la soddisfano e vorrebbe tanto un maschio virile che la sbatta come un animale. Avevo pensato a Bruno, quel camionista che ogni tanto coinvolgiamo tra di noi. Ma perché sprecare questo bel pezzo di carne? Pensa che bello fottersi una figlia così troia”.
Esplosi in una sborrata densa e copiosa e in un urlo feroce “Cazzo, cazzooohh…si, la scopo, la scopo a quella troietta…mettimela nel letto a quella puttanella!!”.
Eccoci qua, quindi. Il piano era questo: io avrei finto di andare fuori per lavoro ed Eduarda avrebbe organizzato un incontro a tre con il tanto agognato maschione. Io sarei arrivato dopo che le due puttane avrebbero iniziato a scaldarsi tra loro. Sarei entrato incappucciato – solo dopo averle sborrato in figa mi sarei appalesato -, sotto le mentite spoglie di uno spacciatore di conoscenza di Eduarda che avrebbe portato la droga in cambio di una notte di sesso. Particolare, quest’ultimo, davvero perfido: non solo mi chiava la figlia, non solo ha brigato per farci consumare l’incesto ma, nel momento in cui me la mette a letto, me la vuole presentare come una marchettara che apre le cosce per consumare cocaina.
CONTINUA
Se ci sono donne curiose che vogliono scambiare fantasie o suggerire temi e spunti scrivetemi a romalazio100@gmail.com
Sono fuori della porta, nudo e con il cazzo in mano, a godermi la lesbicata tra mia figlia Vanessa ed Eduarda, la sua matrigna.
Stavamo tornando da una nottata di car-sex, circa una settimana prima, quando Eduarda – una bella mulattona brasiliana di trentacinque anni, che ho sposato in seconde nozze un anno fa - mi ha rivelato la vicenda di sesso che si consuma a casa, alle mie spalle.
“Porco, vado a letto con tua figlia da tre mesi.”.
Per poco non inchiodo con l’automobile “Ma che cazzo stai dicendo?”.
Mi ride in faccia “Si, mio bel cornuto, anche tua figlia ti fa becco. Ma a te non importa immagino, te la godi a condividere la mogliettina.”.
“Mi prendi per il culo, non è possibile.”.
“Accosta, che ti faccio vedere.”.
Cazzo, è vero! Eduarda mi mostra i messaggi e i vocali che si sono scambiate, inequivocabili.
Non me lo sarei mai immaginato. Vanessa è una diciottenne bellissima, un vero tocco di fica anzi. Però non mi ha mai dato l’impressione di avere inclinazioni libertine; fredda, scostante, sempre imbronciata con tutti, con la puzza sotto il naso del tipo “guai a chi mi si accosta”, pensavo, anzi, che fosse un po' frigida.
Eduarda mi mette la mano sui pantaloni “Che paparino degenerato che sei; invece di incazzarti ti è venuto duro come il marmo. Sapessi quanto è calda e puttana a letto. Con quella bella bocca lecca e succhia tutto come una vera troia da casino.”.
“Ma come hai fatto a sedurla? Con quel musetto d’angelo sembra interessata a tutto fuorché al esso, e poi credevo che ti odiasse.”.
“Quell’angioletto, invece, è una vera birichina. Ti racconto com’è iniziato tutto. Tu eri a Milano per lavoro e io dovevo passare il weekend al mare ma, ricorderai, per un contrattempo sono rientrata la sera stessa del sabato. Entrata in casa sento gemiti, risate e parolacce provenire dalla camera di Vanessa. Mi accosto furtivamente alla porta socchiusa e ti vedo la tua cara figlioletta assieme alle sue amiche Michela e Giuliana, tutte e tre nude, strafatte e ubriache, intente a slinguazzarsi di brutto. Lì dentro era un vero schifo: bottiglie di birra e droga dappertutto. Un vero festino a base di figa e cocaina. A me la troietta, con quella faccetta da gatta morta, non ha mai convinto ma neanche io avrei immaginato che fosse così corrotta. Dopo aver ripreso tutto col telefonino entro in camera facendo la sceneggiata. Urla, pianti, giustificazioni che non ti dico. Caccio via quelle altre puttanelle delle sue amiche e affronto Vanessa, la minaccio di farle passare un guaio, che ti avrei raccontato tutto ma lei – che nel frattempo si era ripresa dalla sorpresa – prende a fare la stronza come suo solito. Dice che sono solo una troia brasiliana, che non mi avresti mai creduto e bla bla bla. Gli tiro fuori la ripresa video e, a momenti, sviene. Inizia a singhiozzare, mi chiede scusa per tutto, mi si butta ai piedi, mi implora di non rovinarla. Sai bene che anche le donne mi piacciono, tua figlia è un bel bocconcino di diciotto anni, ha un culo di burro che ti manda al manicomio, due tette sode sode, una figa deliziosa e fresca, e poi avevo appena scoperto quanto è troia …per fartela breve, gli ho detto che per tenere la bocca chiusa doveva mollarmi la figa. Neanche cinque minuti dopo eravamo a letto. Abbiamo fottuto come dannate fino all’alba. Cazzo che scopata, ne abbiamo fatte di tutti i colori. Tua figlia, poi, è insaziabile: non dice di no a nulla, pensa che le ho pure pisciato in bocca. Comunque, da quel giorno la sbatto quando e come voglio e lei mi adora, è diventata la mia cagna da lecca anche se, davanti a te, continua il teatrino dell’antipatia tra matrigna e figliastra. Spesso coinvolgiamo anche Michela e Giuliana, che pollastrelle pure loro mmhhh”.
Sono senza parole, l’idea di avere una figlia così perversa mi sconvolge e mi eccita. Credevo io di essere il mignotto della famiglia ma lei, così giovane, giovanissima, è peggio di me.
“Quindi, Vanessa si droga?”
“Cazzo se lo fa! Ora lo capisci dove vanno a finire tutti i soldi che ti chiede? Tira cocaina come se non ci fosse un domani. Sotto botta, poi, diventa una troia spudorata. Sotto botta si lascia fare veramente di tutto. L’altro ieri era strafatta: l’ho frustata, le ho messo un pugno in figa ma continuava a godere come una scrofa in calore. Strillava, bestemmiava e sborrava come una troia a ripetizione.”.
“È lesbica però…”.
“Macché. È solo una vacca in calore. Uomini, donne, cazzi, fighe e culi, purché goda tutto gli va bene alla piccolina. È tutta suo padre!”.
Eduarda, che durante il racconto mi aveva preso in mano l’uccello, rallenta sapientemente la sega per aumentare il piacere e, portatomi al culmine, mi butta in faccia queste parole “La vuoi scopare?”.
“Ohh, cazzo….mi fai godere!”.
“Porco, rispondi! La vuoi scopare a tua figlia? Vuoi ficcargli questo bel paletto di carne su per il culo? La troietta sono settimane che mi tormenta chiedendomi di procuragli un cazzo maturo. I frocetti dei suoi coetanei non la soddisfano e vorrebbe tanto un maschio virile che la sbatta come un animale. Avevo pensato a Bruno, quel camionista che ogni tanto coinvolgiamo tra di noi. Ma perché sprecare questo bel pezzo di carne? Pensa che bello fottersi una figlia così troia”.
Esplosi in una sborrata densa e copiosa e in un urlo feroce “Cazzo, cazzooohh…si, la scopo, la scopo a quella troietta…mettimela nel letto a quella puttanella!!”.
Eccoci qua, quindi. Il piano era questo: io avrei finto di andare fuori per lavoro ed Eduarda avrebbe organizzato un incontro a tre con il tanto agognato maschione. Io sarei arrivato dopo che le due puttane avrebbero iniziato a scaldarsi tra loro. Sarei entrato incappucciato – solo dopo averle sborrato in figa mi sarei appalesato -, sotto le mentite spoglie di uno spacciatore di conoscenza di Eduarda che avrebbe portato la droga in cambio di una notte di sesso. Particolare, quest’ultimo, davvero perfido: non solo mi chiava la figlia, non solo ha brigato per farci consumare l’incesto ma, nel momento in cui me la mette a letto, me la vuole presentare come una marchettara che apre le cosce per consumare cocaina.
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