Grimilde - parte 2/2
di
SleepLover
genere
saffico
[Genere: Saffico, incosciente. Lettura: 7+7 minuti]
ATTENZIONE: CONTIENE SCENE DI SESSO NON CONSENSUALE
(...continua)
“Mia cara”, disse la Grimilde, “finalmente potremo stare un po’ assieme. Ti piacerà…” Biancaneve voleva fuggire, ma era ancora molto debole. Stava riconquistando un po’ di lucidità, e comprendeva che quella situazione era pericolosa.
“No…” riuscì a dire.
“Non parlare”, le disse la donna. Era veramente molto bella; magra e con un viso dall’espressione misteriosa. Si accucciò e la baciò, sul collo e sulla bocca. Biancaneve cercò ancora di divincolarsi, gemendo, ma sentì la mano della donna che scivolava giù, cercando il luogo che molti uomini anelavano, ma che nessuno aveva ancora conosciuto. Si rese conto che il suo sesso era caldo e si stava bagnando, come quando, nella sua stanza, si toccava pensando a quel garzone che aveva conosciuto tempo addietro. Quando le dita della donna entrarono nelle sue mutandine per sfiorare il suo segreto, un brivido di piacere le percorse la schiena, e non riuscì a trattenere un gemito.
“Sarà bello, mia cara.” Le carezze della donna, sempre più insistenti, gonfiavano piano il suo piacere. Il peso di quel corpo contro il suo le impediva di scappare ma, nonostante le forze le stessero piano piano ritornando, pensava sempre meno alla fuga, mentre i suoi pensieri si confondevano indulgendo nel piacere che cresceva e cresceva, tessuto da quelle abili dita. Dita di donna.
“Basta”, disse Biancaneve “Non puoi… siamo due femmine!”
La donna respirava forte; le aveva sfilato le mutandine e sfregava ora il suo sesso contro la gamba di Biancaneve; l’aveva penetrata con le dita, e ora esplorava i caldi segreti del suo corpo.
“Basta con queste inutili preclusioni. Sei così bella, io ti voglio, e ti avrò. Io posso avere quello che desidero, io sono…” la donna non concluse la frase.
Biancaneve sussurrò: “Non è giusto, certe cose… dovremmo farle con gli uomini, così… non si può, non si fa…” Ma la ragazza sentì che, dentro di lei, venivano toccati tasti del piacere che lei non aveva mai conosciuto; con la mente ancora annebbiata dalla belladonna, irrigidì gli addominali e cominciò a muovere ritmicamente le anche, gemendo ed assecondando le carezze della donna. La droga, se da una parte rallentava i suoi pensieri, dall’altra la stavano portando ad ignorare le regole che la società le aveva insegnato. “Se mi piace così tanto, non può essere sbagliato”, riflettè Biancaneve. La belladonna confondeva la sua mente, ma acuìva le percezioni che venivano dal suo giovane corpo. Si lasciò quindi trasportare dall’eccitazione che stava ormai prendendo il sopravvento; ondate di piacere scuotevano le sue anche sempre più forte, finché non fu più in grado di trattenere il suo orgasmo; inarcò la schiena, artigliò il terreno con le mani e gridò forte, mentre al culmine dell’amplesso i suoi muscoli sussultavano senza controllo. Era la sensazione più intensa e più bella che avesse mai vissuto. Poi, mentre la marea della sua eccitazione si ritirava piano, la donna la baciò a lungo sul collo e, continuando a sfregare il suo sesso addosso alla sua gamba, tremò violentemente, gemendo forte contro la sua pelle. Biancaneve era scossa, la sua mente ancora annebbiata dalla morsa della droga e dai postumi dell’amplesso. La donna la guardava negli occhi.
“Come ti chiami?”, chiese “Biancaneve”, rispose lei con un filo di voce. “Addio, Biancaneve”. La ragazza sentì che la donna le infilava in bocca un dito, che aveva il sapore dei suoi umori ma anche il gusto dolce del miele e l’amaro della mela. Fissò lo sguardo sul volto della donna che le sorrise. “Buonanotte”, disse. Presto tutto iniziò a girare, e sopraggiunse il buio.
Biancaneve cominciò lentamente a riprendersi dal torpore. Capiva di essere distesa, probabilmente su un prato, ma sentiva qualcosa di caldo nella sua bocca, mentre qualcuno le sfiorava il basso ventre. Non ricordava nulla di quello che era successo; solo che era uscita per fare una passeggiata. Aprì gli occhi, e vide che uno sconosciuto la stava baciando. Cercò di urlare. Lo sconosciuto le rivolse un sorriso sfrontato.
“Ben svegliata, cara”
“Non… non mi toccare!” rispose lei.
“Non fare tanto la preziosa, ragazzina. Io sono un principe!” le disse lui, appoggiandole una mano sul seno.
ATTENZIONE: CONTIENE SCENE DI SESSO NON CONSENSUALE
(...continua)
“Mia cara”, disse la Grimilde, “finalmente potremo stare un po’ assieme. Ti piacerà…” Biancaneve voleva fuggire, ma era ancora molto debole. Stava riconquistando un po’ di lucidità, e comprendeva che quella situazione era pericolosa.
“No…” riuscì a dire.
“Non parlare”, le disse la donna. Era veramente molto bella; magra e con un viso dall’espressione misteriosa. Si accucciò e la baciò, sul collo e sulla bocca. Biancaneve cercò ancora di divincolarsi, gemendo, ma sentì la mano della donna che scivolava giù, cercando il luogo che molti uomini anelavano, ma che nessuno aveva ancora conosciuto. Si rese conto che il suo sesso era caldo e si stava bagnando, come quando, nella sua stanza, si toccava pensando a quel garzone che aveva conosciuto tempo addietro. Quando le dita della donna entrarono nelle sue mutandine per sfiorare il suo segreto, un brivido di piacere le percorse la schiena, e non riuscì a trattenere un gemito.
“Sarà bello, mia cara.” Le carezze della donna, sempre più insistenti, gonfiavano piano il suo piacere. Il peso di quel corpo contro il suo le impediva di scappare ma, nonostante le forze le stessero piano piano ritornando, pensava sempre meno alla fuga, mentre i suoi pensieri si confondevano indulgendo nel piacere che cresceva e cresceva, tessuto da quelle abili dita. Dita di donna.
“Basta”, disse Biancaneve “Non puoi… siamo due femmine!”
La donna respirava forte; le aveva sfilato le mutandine e sfregava ora il suo sesso contro la gamba di Biancaneve; l’aveva penetrata con le dita, e ora esplorava i caldi segreti del suo corpo.
“Basta con queste inutili preclusioni. Sei così bella, io ti voglio, e ti avrò. Io posso avere quello che desidero, io sono…” la donna non concluse la frase.
Biancaneve sussurrò: “Non è giusto, certe cose… dovremmo farle con gli uomini, così… non si può, non si fa…” Ma la ragazza sentì che, dentro di lei, venivano toccati tasti del piacere che lei non aveva mai conosciuto; con la mente ancora annebbiata dalla belladonna, irrigidì gli addominali e cominciò a muovere ritmicamente le anche, gemendo ed assecondando le carezze della donna. La droga, se da una parte rallentava i suoi pensieri, dall’altra la stavano portando ad ignorare le regole che la società le aveva insegnato. “Se mi piace così tanto, non può essere sbagliato”, riflettè Biancaneve. La belladonna confondeva la sua mente, ma acuìva le percezioni che venivano dal suo giovane corpo. Si lasciò quindi trasportare dall’eccitazione che stava ormai prendendo il sopravvento; ondate di piacere scuotevano le sue anche sempre più forte, finché non fu più in grado di trattenere il suo orgasmo; inarcò la schiena, artigliò il terreno con le mani e gridò forte, mentre al culmine dell’amplesso i suoi muscoli sussultavano senza controllo. Era la sensazione più intensa e più bella che avesse mai vissuto. Poi, mentre la marea della sua eccitazione si ritirava piano, la donna la baciò a lungo sul collo e, continuando a sfregare il suo sesso addosso alla sua gamba, tremò violentemente, gemendo forte contro la sua pelle. Biancaneve era scossa, la sua mente ancora annebbiata dalla morsa della droga e dai postumi dell’amplesso. La donna la guardava negli occhi.
“Come ti chiami?”, chiese “Biancaneve”, rispose lei con un filo di voce. “Addio, Biancaneve”. La ragazza sentì che la donna le infilava in bocca un dito, che aveva il sapore dei suoi umori ma anche il gusto dolce del miele e l’amaro della mela. Fissò lo sguardo sul volto della donna che le sorrise. “Buonanotte”, disse. Presto tutto iniziò a girare, e sopraggiunse il buio.
Biancaneve cominciò lentamente a riprendersi dal torpore. Capiva di essere distesa, probabilmente su un prato, ma sentiva qualcosa di caldo nella sua bocca, mentre qualcuno le sfiorava il basso ventre. Non ricordava nulla di quello che era successo; solo che era uscita per fare una passeggiata. Aprì gli occhi, e vide che uno sconosciuto la stava baciando. Cercò di urlare. Lo sconosciuto le rivolse un sorriso sfrontato.
“Ben svegliata, cara”
“Non… non mi toccare!” rispose lei.
“Non fare tanto la preziosa, ragazzina. Io sono un principe!” le disse lui, appoggiandole una mano sul seno.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Grimilderacconto sucessivo
Una questione di chimica - parte 1
Commenti dei lettori al racconto erotico