Il Prof
di
SleepLover
genere
etero
[Genere: Softcore. Lettura: 8 minuti]
Da qualche anno insegno in una scuola superiore. Il mio è un bel mestiere, a contatto con i giovani. E’ impegnativo, perché ti catapulta nel mezzo di dinamiche complicate, relazioni obbligate ed emozioni vissute da vicino, ma questi sono anche i motivi per i quali non farei mai a cambio con chi passa le giornate davanti al PC.
Uno dei momenti più delicati è quello della valutazione. Ragazzi e ragazze si preparano, hanno le loro aspettative, i loro obiettivi, le loro ansie; svolgono la loro prestazione e, alla fine, tutto quello che ottengono è un voto. Un numero, che io ho la responsabilità di assegnare con saggezza.
Stamattina, dopo una mezz’ora di lezione in aula, due ragazze si erano offerte volontarie. Ad Ilaria avevo assegnato un esercizio da risolvere alla lavagna, mentre Anna mi esponeva la teoria. Anna aveva un bel viso, e anche un florido seno giovane; un po’ rotondetta per i miei gusti, ma con forme comunque armoniose e morbide. Finita l’esposizione di Anna, le chiesi di attendere un momento mentre mi concentravo su Ilaria che, mentre scriveva alla lavagna, ancheggiava in maniera provocante. Le osservai attentamente il culo: veramente snello, tondo e ben fasciato dai jeans chiari; sembrava dimagrita rispetto a qualche mese fa. Anche i suoi fianchi erano valorizzati da un maglioncino colorato che le calzava alla perfezione. Sentii un formicolio al basso ventre, mentre il mio membro si gonfiava leggermente. Alla fine dell’esercizio si girò soddisfatta a guardarmi, con il suo solito sorrisetto sicuro e malizioso. Ilaria non mi stava particolarmente simpatica, ma io ho il dovere di essere sempre oggettivo. La prova era stata buona, ma ero ancora indeciso. “Gentilmente, dettagliami meglio il secondo passaggio che hai fatto. Vorrei rivedere meglio il tuo culo e come lo muovi”.
“OK prof”, disse la ragazza. Si girò, lasciandomi la possibilità di esaminarne meglio il lato B che si scuoteva piano durante la scrittura dei passaggi. Poco dopo, aveva finito. “Ora va bene?”
“Sì, ottimo” Non potevo che essere soddisfatto di lei. “Sei migliorata rispetto all’ultima volta, cos’hai fatto?”
“Un po’ di dieta prof, e ora vado a correre due volte a settimana”
Ero colpito. “Perfetto, veramente ottimo. Guarda, sul tuo culo non c’è molto da dire, è perfetto; anche il tuo sorriso è molto seducente. Come sempre, peccato solo per il seno, un po’ piccolo. Ti darò 8. Anzi, facciamo 8 e mezzo. E ancora complimenti per come stai lavorando sul tuo fondoschiena, continua così”. La ragazza mi ringraziò; mentre tornava al suo posto, con il suo passo lascivo, lanciai un’altra occhiata alla piccola opera d’arte che si portava appresso.
Mi rivolsi ad Anna. “Senti Anna, io non capisco ancora se tu ti stia impegnando o meno. Sei carina, ma puoi fare meglio. Sicuramente la prestazione è sufficiente, ma non di più; comunque, sono sicuro che la prossima volta farai meglio”.
La ragazza, annuì un po’ amareggiata, e andò a sedersi al banco, un po’ pensierosa.
Approfittai degli ultimi minuti della lezione per dare alcune indicazioni organizzative, mentre passeggiavo davanti alla cattedra.
“Ragazzi, anche quest’anno vi sarà assegnata un’esercitazione da fare a casa, a coppie. Vi lascio due settimane per elaborare la sceneggiatura; caricatela sul registro elettronico in modo che possa leggerla in anticipo e darvi il via libera. Poi avrete un altro paio di settimane per girare il video.”
Un ragazzo alzò la mano. “Prof, possiamo scegliere noi la compagna?”
“Certamente”, risposi, “come sapete a me piace che le coppie siano ben assortite”. C’erano solo due ragazzi in classe, quindi la maggior parte dei filmati sarebbe stata di genere lesbo. Le ragazze si sarebbero contese la collaborazione di Xian e di Michelle per poter fare un filmato interracial o black&white. L’anno passato i risultati erano stati in generale godibili, ma alcune coppie avevano prodotto dei porno di vera qualità. Mi auguravo che quest’anno sarebbe andata ancora meglio: era una classe che poteva dare molto.
“Posso coinvolgere mia sorella?” chiese Simonetta.
“No, nel video dovrete comparire solo voi. Certo, potete chiedere una mano per l’allestimento della scenografia e, possibilmente, per le riprese. E’ difficile girare qualcosa di interessante usando solo il treppiedi”
“Capisco”, aggiunse. “Ho un’altra domanda. Ho in mente una trama interessante che vorrei sviluppare. Quanto può essere lungo il filmato?”
“Per quanto riguarda la trama, come vi ho già spiegato è solo un peso. Andava di moda negli anni ’90. La tua idea è interessante, ma rischi di andare fuori tema. Quello che devi girare è un buon porno, concentrati su quello.”
Un altro paio di mani si erano alzate, ma non avevo tempo per rispondere alle domande.
“Fra pochi secondi suonerà la campanella. Mettetevi d’accordo per formare le coppie, mandatemi eventuali domande tramite il registro elettronico. In alternativa, me le farete di persona nei prossimi giorni. Aspetto l’elaborato completo il 15 del prossimo mese, per poterlo visionare!”
Suonò la campanella; mentre tutti sistemavano il materiale negli zaini, Anna si avvicinò.
“Mi spiace prof per averla delusa, mi può dare qualche consiglio per migliorare?” Era molto tenera.
“Perdonami tu, Anna, per averti dato l’impressione di avermi deluso. Sai che io e i miei colleghi crediamo molto in te, e che la valutazione che ti ho dato riguarda la tua prestazione di oggi e non certo la tua persona. Però, mi è parso che stamattina non fossi preparata a sufficienza.” Anna fece una smorfia. “Hai un bel viso e dei bei capelli, ma la coda di cavallo di oggi non dice molto. Inoltre, il tuo pezzo forte, che è il décolleté, andrebbe valorizzato con una bella scollatura, mentre questo maglione lo castiga un po’. Infine, sappiamo che il tuo culo è un po’ abbondante, ma è bello tondo e sodo, le potenzialità ci sono. L’ultima volta avevi quei leggins di cotone che gli davano un bel senso di morbidezza, e facevano venire voglia di toccarlo. Questi jeans, invece… di chi sono?” “Di mia sorella”, ammise la studentessa. “Ecco, immaginavo.”, proseguii “Non giudico le vostre scelte, ma sicuramente non erano adatte all’interrogazione di stamattina.”
“Potrei uscire nei prossimi giorni per alzare un po’ il voto?” mi chiese.
“Nei prossimi giorni facciamo fatica, aspettiamo qualche settimana, così magari riesci anche a buttare giù un chiletto. Però la settimana prossima abbiamo la prova pratica di fellatio, pensi di essere pronta?”
Le prove pratiche erano impegnative per me. Sarei stato costretto, due volte a settimana per quattro settimane, a farmi fare un pompino, in rapida successione, da tre di queste ragazze alle prime armi. Ma a volte le studentesse mi sorprendono: ad esempio, l’anno scorso ho dovuto annullare delle valutazioni programmate, dopo che una ragazza mi fece una sega superlativa, durata più di un quarto d’ora, che mi prosciugò di ogni energia e mi avrebbe impedito di essere lucido per le due pippe successive.
“Cercherò di impegnarmi, prof” rispose un po’ imbarazzata “ma io preferisco la spagnola”
Sorrisi, pensando alla sua ottima prestazione dell’anno precedente. “In quello sei una campionessa, ma ricordati che all’esame di maturità dovrete consumare un rapporto completo con un docente esterno; non sappiamo cosa gli possa piacere, devi essere ben preparata in tutto. Fai un po’ di esercizio a casa e vedrai che andrà bene.”
Anna sembrò sollevata. La salutai.
Uscii nel corridoio e mi diressi verso gli uffici. Mi salutò una studentessa di una classe che non seguivo più; ricambiai dandole un pizzicotto sulle chiappe e facendole l’occhiolino. Lei arrossì, sorridendo.
Stare in classe è solo una parte del mio lavoro, quella che di gran lunga preferisco. Quello che devo fare fuori è per me spesso un peso. In particolare, stamattina era la giornata dedicata al ricevimento dei genitori. Entrai nella stanza che mi era stata assegnata; sistemai per bene le lenzuola sul lettone e mi spogliai nudo. Poco dopo, sentii bussare. Era arrivata la prima mamma; avevo un’ora a disposizione, durante la quale avrei dovuto scoparmene quattro.
Aprii la porta con un sorriso forzato, e salutai. “Salve signora, ben tornata!”
Da qualche anno insegno in una scuola superiore. Il mio è un bel mestiere, a contatto con i giovani. E’ impegnativo, perché ti catapulta nel mezzo di dinamiche complicate, relazioni obbligate ed emozioni vissute da vicino, ma questi sono anche i motivi per i quali non farei mai a cambio con chi passa le giornate davanti al PC.
Uno dei momenti più delicati è quello della valutazione. Ragazzi e ragazze si preparano, hanno le loro aspettative, i loro obiettivi, le loro ansie; svolgono la loro prestazione e, alla fine, tutto quello che ottengono è un voto. Un numero, che io ho la responsabilità di assegnare con saggezza.
Stamattina, dopo una mezz’ora di lezione in aula, due ragazze si erano offerte volontarie. Ad Ilaria avevo assegnato un esercizio da risolvere alla lavagna, mentre Anna mi esponeva la teoria. Anna aveva un bel viso, e anche un florido seno giovane; un po’ rotondetta per i miei gusti, ma con forme comunque armoniose e morbide. Finita l’esposizione di Anna, le chiesi di attendere un momento mentre mi concentravo su Ilaria che, mentre scriveva alla lavagna, ancheggiava in maniera provocante. Le osservai attentamente il culo: veramente snello, tondo e ben fasciato dai jeans chiari; sembrava dimagrita rispetto a qualche mese fa. Anche i suoi fianchi erano valorizzati da un maglioncino colorato che le calzava alla perfezione. Sentii un formicolio al basso ventre, mentre il mio membro si gonfiava leggermente. Alla fine dell’esercizio si girò soddisfatta a guardarmi, con il suo solito sorrisetto sicuro e malizioso. Ilaria non mi stava particolarmente simpatica, ma io ho il dovere di essere sempre oggettivo. La prova era stata buona, ma ero ancora indeciso. “Gentilmente, dettagliami meglio il secondo passaggio che hai fatto. Vorrei rivedere meglio il tuo culo e come lo muovi”.
“OK prof”, disse la ragazza. Si girò, lasciandomi la possibilità di esaminarne meglio il lato B che si scuoteva piano durante la scrittura dei passaggi. Poco dopo, aveva finito. “Ora va bene?”
“Sì, ottimo” Non potevo che essere soddisfatto di lei. “Sei migliorata rispetto all’ultima volta, cos’hai fatto?”
“Un po’ di dieta prof, e ora vado a correre due volte a settimana”
Ero colpito. “Perfetto, veramente ottimo. Guarda, sul tuo culo non c’è molto da dire, è perfetto; anche il tuo sorriso è molto seducente. Come sempre, peccato solo per il seno, un po’ piccolo. Ti darò 8. Anzi, facciamo 8 e mezzo. E ancora complimenti per come stai lavorando sul tuo fondoschiena, continua così”. La ragazza mi ringraziò; mentre tornava al suo posto, con il suo passo lascivo, lanciai un’altra occhiata alla piccola opera d’arte che si portava appresso.
Mi rivolsi ad Anna. “Senti Anna, io non capisco ancora se tu ti stia impegnando o meno. Sei carina, ma puoi fare meglio. Sicuramente la prestazione è sufficiente, ma non di più; comunque, sono sicuro che la prossima volta farai meglio”.
La ragazza, annuì un po’ amareggiata, e andò a sedersi al banco, un po’ pensierosa.
Approfittai degli ultimi minuti della lezione per dare alcune indicazioni organizzative, mentre passeggiavo davanti alla cattedra.
“Ragazzi, anche quest’anno vi sarà assegnata un’esercitazione da fare a casa, a coppie. Vi lascio due settimane per elaborare la sceneggiatura; caricatela sul registro elettronico in modo che possa leggerla in anticipo e darvi il via libera. Poi avrete un altro paio di settimane per girare il video.”
Un ragazzo alzò la mano. “Prof, possiamo scegliere noi la compagna?”
“Certamente”, risposi, “come sapete a me piace che le coppie siano ben assortite”. C’erano solo due ragazzi in classe, quindi la maggior parte dei filmati sarebbe stata di genere lesbo. Le ragazze si sarebbero contese la collaborazione di Xian e di Michelle per poter fare un filmato interracial o black&white. L’anno passato i risultati erano stati in generale godibili, ma alcune coppie avevano prodotto dei porno di vera qualità. Mi auguravo che quest’anno sarebbe andata ancora meglio: era una classe che poteva dare molto.
“Posso coinvolgere mia sorella?” chiese Simonetta.
“No, nel video dovrete comparire solo voi. Certo, potete chiedere una mano per l’allestimento della scenografia e, possibilmente, per le riprese. E’ difficile girare qualcosa di interessante usando solo il treppiedi”
“Capisco”, aggiunse. “Ho un’altra domanda. Ho in mente una trama interessante che vorrei sviluppare. Quanto può essere lungo il filmato?”
“Per quanto riguarda la trama, come vi ho già spiegato è solo un peso. Andava di moda negli anni ’90. La tua idea è interessante, ma rischi di andare fuori tema. Quello che devi girare è un buon porno, concentrati su quello.”
Un altro paio di mani si erano alzate, ma non avevo tempo per rispondere alle domande.
“Fra pochi secondi suonerà la campanella. Mettetevi d’accordo per formare le coppie, mandatemi eventuali domande tramite il registro elettronico. In alternativa, me le farete di persona nei prossimi giorni. Aspetto l’elaborato completo il 15 del prossimo mese, per poterlo visionare!”
Suonò la campanella; mentre tutti sistemavano il materiale negli zaini, Anna si avvicinò.
“Mi spiace prof per averla delusa, mi può dare qualche consiglio per migliorare?” Era molto tenera.
“Perdonami tu, Anna, per averti dato l’impressione di avermi deluso. Sai che io e i miei colleghi crediamo molto in te, e che la valutazione che ti ho dato riguarda la tua prestazione di oggi e non certo la tua persona. Però, mi è parso che stamattina non fossi preparata a sufficienza.” Anna fece una smorfia. “Hai un bel viso e dei bei capelli, ma la coda di cavallo di oggi non dice molto. Inoltre, il tuo pezzo forte, che è il décolleté, andrebbe valorizzato con una bella scollatura, mentre questo maglione lo castiga un po’. Infine, sappiamo che il tuo culo è un po’ abbondante, ma è bello tondo e sodo, le potenzialità ci sono. L’ultima volta avevi quei leggins di cotone che gli davano un bel senso di morbidezza, e facevano venire voglia di toccarlo. Questi jeans, invece… di chi sono?” “Di mia sorella”, ammise la studentessa. “Ecco, immaginavo.”, proseguii “Non giudico le vostre scelte, ma sicuramente non erano adatte all’interrogazione di stamattina.”
“Potrei uscire nei prossimi giorni per alzare un po’ il voto?” mi chiese.
“Nei prossimi giorni facciamo fatica, aspettiamo qualche settimana, così magari riesci anche a buttare giù un chiletto. Però la settimana prossima abbiamo la prova pratica di fellatio, pensi di essere pronta?”
Le prove pratiche erano impegnative per me. Sarei stato costretto, due volte a settimana per quattro settimane, a farmi fare un pompino, in rapida successione, da tre di queste ragazze alle prime armi. Ma a volte le studentesse mi sorprendono: ad esempio, l’anno scorso ho dovuto annullare delle valutazioni programmate, dopo che una ragazza mi fece una sega superlativa, durata più di un quarto d’ora, che mi prosciugò di ogni energia e mi avrebbe impedito di essere lucido per le due pippe successive.
“Cercherò di impegnarmi, prof” rispose un po’ imbarazzata “ma io preferisco la spagnola”
Sorrisi, pensando alla sua ottima prestazione dell’anno precedente. “In quello sei una campionessa, ma ricordati che all’esame di maturità dovrete consumare un rapporto completo con un docente esterno; non sappiamo cosa gli possa piacere, devi essere ben preparata in tutto. Fai un po’ di esercizio a casa e vedrai che andrà bene.”
Anna sembrò sollevata. La salutai.
Uscii nel corridoio e mi diressi verso gli uffici. Mi salutò una studentessa di una classe che non seguivo più; ricambiai dandole un pizzicotto sulle chiappe e facendole l’occhiolino. Lei arrossì, sorridendo.
Stare in classe è solo una parte del mio lavoro, quella che di gran lunga preferisco. Quello che devo fare fuori è per me spesso un peso. In particolare, stamattina era la giornata dedicata al ricevimento dei genitori. Entrai nella stanza che mi era stata assegnata; sistemai per bene le lenzuola sul lettone e mi spogliai nudo. Poco dopo, sentii bussare. Era arrivata la prima mamma; avevo un’ora a disposizione, durante la quale avrei dovuto scoparmene quattro.
Aprii la porta con un sorriso forzato, e salutai. “Salve signora, ben tornata!”
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