La bella addormentata - parte 2
di
SleepLover
genere
etero
Cloroformio M/F. Lettura: 20+20 minuti
DISCLAIMER: CONTIENE SCENE DI SESSO NON CONSENSUALE. QUESTA E' UN'OPERA DI FANTASIA, LO STUPRO E' UN REATO ORRIBILE PUNITO CON 6-12 ANNI DI CARCERE.
Alice era ancora lì, meravigliosa nel sonno profondo indotto dal cloroformio, quando Andrea tornò, finalmente nudo, dal bagno in cui era andato a ripulirsi. L’uomo la osservò intensamente avvicinandosi, poi si stese sul letto accanto a lei. Le sfilò il reggiseno, che aveva slacciato poco prima, e massaggiò delicatamente quei seni piccoli ma sodi, indugiando sulle areole scure e minute. L’eccitazione, che era diminuita dopo che era venuto la prima volta, stava tornando ad annebbiargli la mente, ed il suo pene stava tornando duro. Si avvicinò ad Alice con il corpo, fino a toccare la gamba di lei con il pisello eretto; sentiva il respiro caldo della ragazza sul suo volto. Con la mano, dopo aver giocato un’ultima volta con i capezzoli, cominciò a scendere verso il ventre piatto, mentre si puntellava sul gomito dell’altro braccio. Accarezzare quella pelle, liscia e morbida, gli dava una sensazione di serenità e contemporaneamente di euforia. Con le dita, scese fino al monte di Venere e poi fino alla coscia. La accarezzò e la palpò voluttuosamente, per poi spostarla verso l’esterno. Con le dita frementi, si avvicinò alla vulva, ancora celata dalle mutandine scure, e cominciò, con il respiro ansante e lo sguardo sbarrato, a sfiorarla, per poi accarezzarla in maniera sempre più decisa. Mentre le sue dita acquistavano confidenza, lui scrutava quel viso angelico che aveva desiderato a lungo: questa loro serata stava andando benissimo, addirittura oltre le sue aspettative. Mentre era assorto nei suoi pensieri, si rese conto con eccitazione che, nelle mutandine di Alice, qualcosa stava cambiando: massaggiò con più cura e si rese conto che riusciva a percepire la rigidità del suo clitoride ed il calore delle sue labbra. Andrea deglutì e, toccando con la mano libera le braccia, le spalle ed i seni morbidi ma sodi, continuò con attenzione i movimenti dell’altra mano. Cominciava a sentire le mutandine inumidirsi: addirittura, osservando con attenzione, gli sembrò di notare, sul volto rilassato di lei, delle fugaci increspature. Si avvicinò ancora, fino a far aderire il suo corpo a quello fragile e longilineo di Alice, accarezzandone i capelli e masturbandola con energia pian piano crescente. Su quel volto dormiente poteva osservare brevi movimenti, sulla fronte ed agli angoli della bocca, e sentiva il respiro di lei diventare via via più veloce.
Le piaceva! Alice era contenta di stare con lui, e stava godendo delle sue carezze. E ciò era bene per entrambi, perché la loro serata era ancora lunga. Andrea era eccitatissimo; quello che stava accadendo lo aveva sperato fortemente, ma fino a quel momento non aveva potuto sapere se Alice, nel suo sonno, avrebbe reagito alle sue attenzioni. Stava sognando? Cosa? Anche lei avrebbe raggiunto l’orgasmo? La sua mano massaggiava con foga la vagina bagnata; il respiro di Alice si fece via via più affannoso, le sue sopracciglia erano aggrottate sugli occhi chiusi in un’espressione di timido godimento: improvvisamente, i suoi muscoli si contrassero contro il corpo di Andrea, e Alice, con un breve spasmo, raggiunse il piacere in un sommesso singulto. Andrea, sudato, continuò con delicatezza a toccarle le grandi labbra, ma presto vide che il sogno della ragazza era terminato, e che il suo corpo non reagiva più come poco prima. Era stata un’esperienza incredibile, che Andrea avrebbe tenuto nel cuore per sempre.
Rimase per qualche secondo con la mano fra le sue cosce: entrambi sapevano cosa sarebbe successo di lì a poco. Ma prima di tutto, doveva aprire lo scrigno del tesoro di Alice. Si mise comodo e, con entrambe le mani, sfilò le sue piccole mutandine, che subito finirono sul mucchio dei vestiti. Andrea guardò il risultato di settimane di preparazione e si emozionò: Alice, per quel loro appuntamento, si era completamente depilata il pube, proprio come piaceva a lui!
Prima di procedere, fece le ultime foto, prendendo diverse inquadrature: per avere un ricordo della parte migliore di Alice, la girò a pancia in giù e scattò qualche altra istantanea del suo didietro. Toccò poi con ingordigia quel sedere, che sembrava scolpito nel marmo più pregiato, e che finalmente era lì, in posa, unicamente per lui. Con un dito, entrò poi per qualche centimetro nella vagina bagnata. Come avrebbero fatto l’amore? La rigirò su un fianco, con le braccia protese, e le fece ripiegare in avanti la gamba che stava sopra, mentre l’altra era allungata dalla parte opposta rispetto al busto. In questo modo, tutto il suo splendore era in mostra: lo splendido fondoschiena, le gambe lunghe, le braccia sottili, e soprattutto il suo segreto, che si faceva timidamente intravedere fra le cosce. Lo avrebbero fatto così, lateralmente. Non aveva intenzione però di deflorare il suo ano: non sarebbe stato romantico, e poi era solo il loro primo appuntamento.
Aveva già provato una volta, con una prostituta, quella posizione; ma non era andata bene, si poteva mettere in pratica solo con donne dal culo veramente piccolo. Andrea si costrinse ad indossare il profilattico, si stese sopra al corpo abbandonato di Alice e, aiutandosi con le mani, portò la sua cappella contro il sesso di lei e, mentre si godeva la dolcezza dei suoi lineamenti, la penetrò con facilità. Alice era umida e calda, e le sensazioni che Andrea provavano erano potenti e, nello stesso tempo, semplici: era innamorato.
Rimase dentro di lei, immobile, per qualche secondo, poi cominciò delicatamente a spingere. La sua figa era stretta ma scivolosa, come è normale per le ragazze così giovani. Lui le stava sopra e, lentamente, ancheggiava su e giù, gustandosi la percezione del suo cazzo che scivolava dentro e fuori dal corpo atletico di Alice. Guardava il suo profilo ondeggiare, con lentezza, al ritmo dei suoi colpi gentili ma sempre più decisi. Andò avanti per qualche minuto: fortunatamente, era già venuto in precedenza, altrimenti l’incredibile fermento l’avrebbe fatto schizzare dopo pochi secondi. Sentiva la sua eccitazione che saliva: sperava che anche ad Alice piacesse fare l’amore con lui. Il volto di Alice, infatti, cominciò a contrarsi, e ad emettere dei deboli gemiti. Andrea vide però che anche le sue braccia cominciavano a muoversi. Si stava svegliando dal sonno chimico indotto dall’anestetico, proprio nel momento meno adatto. Andrea, con dolore, dovette uscire da lei. Alice cominciò a muoversi debolmente sulle lenzuola, mugolando stancamente, mentre le sue palpebre, tremolando, cercavano di riaprirsi. L’uomo prese allora il fazzoletto, e lo premette ancora sulla bocca della ragazza, per ridurla nuovamente al suo volere. Lei scuoteva la testa, come a dire di no, mentre muoveva il corpo, cercando di liberarsi dalla presa del suo amante. Gli occhi, annebbiati dal farmaco, erano socchiusi, e non vedevano. Andrea si rese però conto che il cloroformio che aveva messo sul fazzoletto era ormai in parte evaporato: la donna continuava a muoversi, ed a gemere, in uno stato di semi incoscienza. Allungò quindi la mano verso la bottiglietta di anestetico, ma poi osservò quegli occhi che, spaventati, guardavano senza vedere e si fermò: forse, non era necessario addormentarla nuovamente.
“Finiremo alla missionaria”, sussurrò alla sua ragazza. Con qualche piccola difficoltà, riuscì a sollevare le gambe della donna, che scalciavano senza convinzione e, felice, la penetrò di nuovo. Schiacciandola con il suo peso, con una mano teneva il fazzoletto premuto sulla bocca di Alice, mentre con l’altra le toccava i glutei, e continuò a scoparla, mentre lei, pur senza forze, cercava di divincolarsi. Il suo sguardo atterrito si volgeva di qua e di là, mentre Andrea ascoltava con lussuria quelli che potevano essere gemiti di piacere, grida soffocate dal fazzoletto o singhiozzi di pianto. Andrea, che pure sentiva l’odore pungente del cloroformio, la scopava vigorosamente nonostante lui stesso si sentisse la testa un po’ leggera, come fosse ubriaco, godendosi ogni istante di quei momenti. Quando sentì che stava per venire, tolse il fazzoletto dalla bocca di Alice, che continuava a contorcersi, lasciò andare tutto il suo peso su di lei e, con gli ultimi colpi decisi, esplose in un nuovo, limpido orgasmo, che visse dentro Alice, fino all’ultima goccia.
Non ebbe il tempo per godersi gli istanti successivi a quella incredibile emozione, perché Alice si stava svegliando. Prese la bottiglietta ed il fazzoletto, e la ragazza tornò mansueta a dormire per la terza volta.
Andrea si rivestì, avvolse Alice in una coperta e, dopo averla caricata in auto, la abbandonò sul ciglio di una strada, molto distante da lì, dove sarebbe stata ritrovata presto.
Milano, 7 settembre 2022
Alice ci aveva messo un paio di mesi, ma poi aveva trovato il coraggio di denunciare. Nonostante tutte le precauzioni prese da Andrea, arrivarono presto a lui. Non si era stupito, sapeva che sarebbe accaduto. Patteggiò 12 anni fra violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni, per i problemi di salute che aveva avuto Alice a causa del cloroformio.
La vita a San Vittore però era meno peggio di quello che si era aspettato. Non era vero ciò che dicono, di quello che fanno i galeotti agli stupratori: anzi, molti lo rispettavano, perché si era preso ciò che desiderava senza temere le conseguenze.
Lui stesso non era pentito: la serata con Alice era il ricordo più bello della sua vita, ed ogni giorno, nello squallido bagno della cella, ne riviveva le emozioni.
Milano, 12 aprile 2032
Grazie alla buona condotta, Andrea era tornato a casa con due anni di anticipo. Ma i pochi amici che aveva erano spariti; il suo posto lavoro non esisteva più, a causa di un software che svolgeva la mansione meglio di lui; ed i cambiamenti climatici avevano messo in crisi turismo ed agricoltura, gli altri settori a bassa specializzazione in cui si sarebbe potuto riciclare. In sostanza, era povero e solo: stava meglio in carcere che in libertà.
Andò in biblioteca: dal tablet visitò ancora il profilo social di Alice. Il tempo era stato galantuomo con lei.
Sarebbe tornato a trovarla.
DISCLAIMER: CONTIENE SCENE DI SESSO NON CONSENSUALE. QUESTA E' UN'OPERA DI FANTASIA, LO STUPRO E' UN REATO ORRIBILE PUNITO CON 6-12 ANNI DI CARCERE.
Alice era ancora lì, meravigliosa nel sonno profondo indotto dal cloroformio, quando Andrea tornò, finalmente nudo, dal bagno in cui era andato a ripulirsi. L’uomo la osservò intensamente avvicinandosi, poi si stese sul letto accanto a lei. Le sfilò il reggiseno, che aveva slacciato poco prima, e massaggiò delicatamente quei seni piccoli ma sodi, indugiando sulle areole scure e minute. L’eccitazione, che era diminuita dopo che era venuto la prima volta, stava tornando ad annebbiargli la mente, ed il suo pene stava tornando duro. Si avvicinò ad Alice con il corpo, fino a toccare la gamba di lei con il pisello eretto; sentiva il respiro caldo della ragazza sul suo volto. Con la mano, dopo aver giocato un’ultima volta con i capezzoli, cominciò a scendere verso il ventre piatto, mentre si puntellava sul gomito dell’altro braccio. Accarezzare quella pelle, liscia e morbida, gli dava una sensazione di serenità e contemporaneamente di euforia. Con le dita, scese fino al monte di Venere e poi fino alla coscia. La accarezzò e la palpò voluttuosamente, per poi spostarla verso l’esterno. Con le dita frementi, si avvicinò alla vulva, ancora celata dalle mutandine scure, e cominciò, con il respiro ansante e lo sguardo sbarrato, a sfiorarla, per poi accarezzarla in maniera sempre più decisa. Mentre le sue dita acquistavano confidenza, lui scrutava quel viso angelico che aveva desiderato a lungo: questa loro serata stava andando benissimo, addirittura oltre le sue aspettative. Mentre era assorto nei suoi pensieri, si rese conto con eccitazione che, nelle mutandine di Alice, qualcosa stava cambiando: massaggiò con più cura e si rese conto che riusciva a percepire la rigidità del suo clitoride ed il calore delle sue labbra. Andrea deglutì e, toccando con la mano libera le braccia, le spalle ed i seni morbidi ma sodi, continuò con attenzione i movimenti dell’altra mano. Cominciava a sentire le mutandine inumidirsi: addirittura, osservando con attenzione, gli sembrò di notare, sul volto rilassato di lei, delle fugaci increspature. Si avvicinò ancora, fino a far aderire il suo corpo a quello fragile e longilineo di Alice, accarezzandone i capelli e masturbandola con energia pian piano crescente. Su quel volto dormiente poteva osservare brevi movimenti, sulla fronte ed agli angoli della bocca, e sentiva il respiro di lei diventare via via più veloce.
Le piaceva! Alice era contenta di stare con lui, e stava godendo delle sue carezze. E ciò era bene per entrambi, perché la loro serata era ancora lunga. Andrea era eccitatissimo; quello che stava accadendo lo aveva sperato fortemente, ma fino a quel momento non aveva potuto sapere se Alice, nel suo sonno, avrebbe reagito alle sue attenzioni. Stava sognando? Cosa? Anche lei avrebbe raggiunto l’orgasmo? La sua mano massaggiava con foga la vagina bagnata; il respiro di Alice si fece via via più affannoso, le sue sopracciglia erano aggrottate sugli occhi chiusi in un’espressione di timido godimento: improvvisamente, i suoi muscoli si contrassero contro il corpo di Andrea, e Alice, con un breve spasmo, raggiunse il piacere in un sommesso singulto. Andrea, sudato, continuò con delicatezza a toccarle le grandi labbra, ma presto vide che il sogno della ragazza era terminato, e che il suo corpo non reagiva più come poco prima. Era stata un’esperienza incredibile, che Andrea avrebbe tenuto nel cuore per sempre.
Rimase per qualche secondo con la mano fra le sue cosce: entrambi sapevano cosa sarebbe successo di lì a poco. Ma prima di tutto, doveva aprire lo scrigno del tesoro di Alice. Si mise comodo e, con entrambe le mani, sfilò le sue piccole mutandine, che subito finirono sul mucchio dei vestiti. Andrea guardò il risultato di settimane di preparazione e si emozionò: Alice, per quel loro appuntamento, si era completamente depilata il pube, proprio come piaceva a lui!
Prima di procedere, fece le ultime foto, prendendo diverse inquadrature: per avere un ricordo della parte migliore di Alice, la girò a pancia in giù e scattò qualche altra istantanea del suo didietro. Toccò poi con ingordigia quel sedere, che sembrava scolpito nel marmo più pregiato, e che finalmente era lì, in posa, unicamente per lui. Con un dito, entrò poi per qualche centimetro nella vagina bagnata. Come avrebbero fatto l’amore? La rigirò su un fianco, con le braccia protese, e le fece ripiegare in avanti la gamba che stava sopra, mentre l’altra era allungata dalla parte opposta rispetto al busto. In questo modo, tutto il suo splendore era in mostra: lo splendido fondoschiena, le gambe lunghe, le braccia sottili, e soprattutto il suo segreto, che si faceva timidamente intravedere fra le cosce. Lo avrebbero fatto così, lateralmente. Non aveva intenzione però di deflorare il suo ano: non sarebbe stato romantico, e poi era solo il loro primo appuntamento.
Aveva già provato una volta, con una prostituta, quella posizione; ma non era andata bene, si poteva mettere in pratica solo con donne dal culo veramente piccolo. Andrea si costrinse ad indossare il profilattico, si stese sopra al corpo abbandonato di Alice e, aiutandosi con le mani, portò la sua cappella contro il sesso di lei e, mentre si godeva la dolcezza dei suoi lineamenti, la penetrò con facilità. Alice era umida e calda, e le sensazioni che Andrea provavano erano potenti e, nello stesso tempo, semplici: era innamorato.
Rimase dentro di lei, immobile, per qualche secondo, poi cominciò delicatamente a spingere. La sua figa era stretta ma scivolosa, come è normale per le ragazze così giovani. Lui le stava sopra e, lentamente, ancheggiava su e giù, gustandosi la percezione del suo cazzo che scivolava dentro e fuori dal corpo atletico di Alice. Guardava il suo profilo ondeggiare, con lentezza, al ritmo dei suoi colpi gentili ma sempre più decisi. Andò avanti per qualche minuto: fortunatamente, era già venuto in precedenza, altrimenti l’incredibile fermento l’avrebbe fatto schizzare dopo pochi secondi. Sentiva la sua eccitazione che saliva: sperava che anche ad Alice piacesse fare l’amore con lui. Il volto di Alice, infatti, cominciò a contrarsi, e ad emettere dei deboli gemiti. Andrea vide però che anche le sue braccia cominciavano a muoversi. Si stava svegliando dal sonno chimico indotto dall’anestetico, proprio nel momento meno adatto. Andrea, con dolore, dovette uscire da lei. Alice cominciò a muoversi debolmente sulle lenzuola, mugolando stancamente, mentre le sue palpebre, tremolando, cercavano di riaprirsi. L’uomo prese allora il fazzoletto, e lo premette ancora sulla bocca della ragazza, per ridurla nuovamente al suo volere. Lei scuoteva la testa, come a dire di no, mentre muoveva il corpo, cercando di liberarsi dalla presa del suo amante. Gli occhi, annebbiati dal farmaco, erano socchiusi, e non vedevano. Andrea si rese però conto che il cloroformio che aveva messo sul fazzoletto era ormai in parte evaporato: la donna continuava a muoversi, ed a gemere, in uno stato di semi incoscienza. Allungò quindi la mano verso la bottiglietta di anestetico, ma poi osservò quegli occhi che, spaventati, guardavano senza vedere e si fermò: forse, non era necessario addormentarla nuovamente.
“Finiremo alla missionaria”, sussurrò alla sua ragazza. Con qualche piccola difficoltà, riuscì a sollevare le gambe della donna, che scalciavano senza convinzione e, felice, la penetrò di nuovo. Schiacciandola con il suo peso, con una mano teneva il fazzoletto premuto sulla bocca di Alice, mentre con l’altra le toccava i glutei, e continuò a scoparla, mentre lei, pur senza forze, cercava di divincolarsi. Il suo sguardo atterrito si volgeva di qua e di là, mentre Andrea ascoltava con lussuria quelli che potevano essere gemiti di piacere, grida soffocate dal fazzoletto o singhiozzi di pianto. Andrea, che pure sentiva l’odore pungente del cloroformio, la scopava vigorosamente nonostante lui stesso si sentisse la testa un po’ leggera, come fosse ubriaco, godendosi ogni istante di quei momenti. Quando sentì che stava per venire, tolse il fazzoletto dalla bocca di Alice, che continuava a contorcersi, lasciò andare tutto il suo peso su di lei e, con gli ultimi colpi decisi, esplose in un nuovo, limpido orgasmo, che visse dentro Alice, fino all’ultima goccia.
Non ebbe il tempo per godersi gli istanti successivi a quella incredibile emozione, perché Alice si stava svegliando. Prese la bottiglietta ed il fazzoletto, e la ragazza tornò mansueta a dormire per la terza volta.
Andrea si rivestì, avvolse Alice in una coperta e, dopo averla caricata in auto, la abbandonò sul ciglio di una strada, molto distante da lì, dove sarebbe stata ritrovata presto.
Milano, 7 settembre 2022
Alice ci aveva messo un paio di mesi, ma poi aveva trovato il coraggio di denunciare. Nonostante tutte le precauzioni prese da Andrea, arrivarono presto a lui. Non si era stupito, sapeva che sarebbe accaduto. Patteggiò 12 anni fra violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni, per i problemi di salute che aveva avuto Alice a causa del cloroformio.
La vita a San Vittore però era meno peggio di quello che si era aspettato. Non era vero ciò che dicono, di quello che fanno i galeotti agli stupratori: anzi, molti lo rispettavano, perché si era preso ciò che desiderava senza temere le conseguenze.
Lui stesso non era pentito: la serata con Alice era il ricordo più bello della sua vita, ed ogni giorno, nello squallido bagno della cella, ne riviveva le emozioni.
Milano, 12 aprile 2032
Grazie alla buona condotta, Andrea era tornato a casa con due anni di anticipo. Ma i pochi amici che aveva erano spariti; il suo posto lavoro non esisteva più, a causa di un software che svolgeva la mansione meglio di lui; ed i cambiamenti climatici avevano messo in crisi turismo ed agricoltura, gli altri settori a bassa specializzazione in cui si sarebbe potuto riciclare. In sostanza, era povero e solo: stava meglio in carcere che in libertà.
Andò in biblioteca: dal tablet visitò ancora il profilo social di Alice. Il tempo era stato galantuomo con lei.
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