Dopo il breefing

di
genere
etero

Il breefing è terminato. Rapidamente ho chiuso la conversazione con Andrea, ma rapidamente non si calma il desiderio che mi ha trasmesso. Il mio basso ventre freme, sento che il mio sesso è umido. Mi dirigo verso i bagni per darmi una sistemata e una rinfrescata. Sono abile a regolare la temperatura, spero di esserlo anche con me stessa. Mentre mi dirigo all’ingresso dedicato alle donne, appoggiato sulla porta dell’altrui sesso un uomo di colore, con la barba nera ed il turbante che indossa la divisa del servizio pulizie. A terra il cartello ‘Pavimento bagnato’. Sta evidentemente attendendo che si asciughi. Ha l’iride nero come la pece e le ciglia sembrano essere allungate con il mascara. Gli occhi stessi sembrano truccati. Mi guarda. Ricambio. Ora la mia testa non sa nemmeno cosa siano i freni inibitori, voglio proprio accelerare, altro che freni. Mi lavo le mani e, attraverso la porta aperta, continuiamo a guardarci. Gli sorrido ma lui continua ad osservarmi serio, mi squadra da testa a piedi. Il bagno è vuoto, ma la mia testa è piena, è piena di quel video di Andrea, è piena di mille piccole scosse che arrivano alle parti più sensibili del corpo. Vorrei accarezzarmi i capezzoli, il monte di Venere. Voglio godere ora, subito. Mi bagno il collo e dell’acqua scende sul petto infilandosi tra i seni. Prendo una salvietta di carta per asciugarmi. Apro un bottone della camicetta. Si vede l’orlo del reggiseno, si vede la rotondità che esso contiene. Lentamente, dal basso verso l’alto passo la carta tra i seni. Scosto i capelli e la passo anche sul collo. Non lo guardo direttamente, ma con la coda dell’occhio mi accerto che stia continuando a fissarmi. Roteando la testa libero dai capelli il lato a lui esposto. Lo fisso. Mi giro e vado verso il primo bagno alle mie spalle. E’ quello dei disabili. Va benissimo, è più grande. Quando sono sulla porta mi giro e apro un altro bottone della camicia e poi un altro ancora. Finalmente si decide a venire verso di me, stavo pensando di aver trovato proprio quello a cui non piacciono le donne. Indietreggio entrando nel bagno continuando ad aprire la camicia. Lui chiude la porta dietro di sé. Mi spinge al muro e poi mi bacia il collo. La sua barba struscia sulla pelle. Le sue mani corrono sulla schiena e mi slaccia il reggiseno. I capezzoli finalmente finiscono di premere sul tessuto. Con entrambe le mani prendo le mie poppe e le spingo verso l’alto una contro l’altra offrendole alla sua bocca. La sua lingua è avida e mi da una scossa quando sento mordicchiare un capezzolo. Ora le sue grandi mani fanno scorrere la mia gonna verso l’alto. Gemo quando mi afferra il sedere, ansimo sentendo il suo sesso premere sul mio ventre. Armeggio con la cinta e lo afferro da sopra gli slip. Non è ancora duro, così passo con la mano sotto all’elastico ed inizio a menarlo. Lui da dietro mi tira il filetto del tanga. Una parte s’infila tra le labbra. Poi lo sposta ed armeggia tra le mie natiche. Mi accarezza lo sfintere e poi scende. Sento il suo dito farsi largo tra le labbra. Nel frattempo, il suo arnese si è indurito, allungato, gonfiato. Rimanendo in piedi inizia a fargli scivolare i pantaloni verso il basso, ma non ci riesco. Ci pensa lui. Dopodiché sposta gli slip di lato tirando fuori un meraviglioso fallo scuro. L’elastico preme sullo scroto, lo infastidisce. Così allora tira fuori anche i testicoli che immediatamente accarezzo. Freme e ora sposta di lato anche le mie mutandine. Glielo riprendo in mano e lo punto verso la mia passerina che attende di essere presentata a questo grosso randello dal colore della cioccolata. Con la mano sotto al ginocchio mi solleva la gamba. Mi struscio il glande tra le labbra, lo sistemo al punto giusto e mi sento aprire. Lo spinge subito in me. Mi lamento un attimo. Le sue sono forti spinte, secche e dure. Mi afferro alle sue spalle. Il suo bacino si muove dal basso verso l’alto e mi fa sua. Siamo come due animali, non una parola. Si sentono i nostri fiati, i nostri respiri affannosi. E’ stupendo ma sono un po’ scomoda. Mi fa male la gamba. Cerco di fermalo con una mano sul petto, ma è assatanato, impossessato del mio sesso. “Aspetta, fermati!”. Mi guarda con quegli occhi stupendi. Lo faccio sfilare vedendo così il suo membro lucido e imperlato dei miei umori. Metto le mani sull’appoggio per i disabili accanto al water, spalanco le gambe e in un attimo mi ritrovo piena di lui. Ricomincia con il suo ritmo, ma ora riesce a penetrarmi di più. Gemo, mi mette la mano sulla bocca “Shhh, che ci sentono”. Spingo il bacino verso di lui. Le gambe si fanno molli e stringo l’appoggio metallico quando arriva un meraviglioso, lungo e travolgente orgasmo. Lui aumenta il ritmo mentre mi sostiene con le sue forti braccia. Capisco che sta per venire, cerco di divincolarmi, non voglio che mi venga dentro e glielo intimo “NON DENTRO!!!”. Ma sono sua, mi stringe e viene copiosamente dentro di me. Pulsa. Esce un po’ e rientra. Pulsa ancora. Sento il suo liquido in me. Si sfila e con lui esce anche del suo seme che corre giù lungo la gamba. Sono incazzata, ma anche esausta e felice di aver soddisfatto quella voglia che mi aveva messo Andrea. Intanto lui si riveste rapidamente, controlla che non ci sia nessuno e continuando a non proferire parola esce. Quando esco anch’io, il cartello del pavimento bagnato davanti al bagno degli uomini non c’è più, lui non c’è più. Mi allontano indecisa se benedire o maledire Andrea.
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2022-07-21
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