È un assistente di volo
di
Th3w4y
genere
etero
La donna è nuda, distesa sul fianco e i raggi di luce che filtrano attraverso la tapparella ne risaltano la silhouette. I suoi occhi sono chiusi, la sua espressione è serena. E’ rivolta verso di lui che la guarda ed imprime quest’immagine nella sua mente. Tante volte Andrea è stato definito uno stronzo, ma veniva comunque anche apprezzato per il suo lato romantico. I suoi occhi sfiorano quel profilo partendo dalla punta dei piedi. Sale lungo la caviglia, la gamba, s’inerpica sulla coscia sino all’anca. Tutta d’un fiato ha fatto la salita e ora il suo sguardo scende sul fianco. Si ferma un attimo, osserva l’ombelico e poi il seno leggermente premuto e coperto da un braccio. Da quel braccio arriva alla spalla, al collo e all’orecchio. Zone che sino a poco prima erano state assaggiate dalle sue labbra, lambite dalla sua lingua. Arriva agli occhi e scopre che anche lei lo sta guardando.
“It wasn’t enough for you?” dice lei sorridendo. Emma. Emma è caraibica e irlandese. Un connubio spettacolare. Sprizza elettricità grazie ai suoi 24 anni.
“Could I with you?” le risponde.
“I’m so tired darling” dice lei girandosi e dandogli le spalle. La mossa è avventata e pensa a quella canzone in cui l’autore dice ‘non esiste paesaggio più bello della tua schiena’. E’ uno spettacolo emozionante e, partendo dai capelli che armoniosi cadono sulle spalle, lui guarda lungo la spina dorsale scendendo sino al coccige. Osserva poi quei due splendidi ovali delle sue natiche. La pelle è tesa ed elastica. Le si avvicina. Le mette una mano su un fianco. Le labbra si posano appena dietro all’orecchio. Emma sente che l’uomo è di nuovo eccitato e ciò le faceva enormemente piacere. Pensa che probabilmente non riuscirebbe a dormire anche se stanca. L’adrenalina che lui le aveva dato poco prima era ancora alta in lei. La mano di lui le accarezza il ventre, sale e le raccoglie il seno. Le dita sfiorano il capezzolo che reagisce alla carezza. Lei gira la testa e lo bacia. Piega la gamba libera aprendo un pertugio che lui occupa con il suo sesso. Con due dita lei apre le sue labbra mentre lui lo fa scorre in mezzo. Lei sente il glande passare sopra il clitoride e lo preme sopra. Ora la mano di lui stringe il suo seno. Lei con la lingua cerca la sua. Sono movimenti lenti, appassionati ma senza fretta. Le labbra si assaporano mentre lui inizia a penetrarla. Entra piano in lei, sente il glande scivolare avvolto nel calore di quella donna. Lei si sente allargare dal suo membro, lo sente entrare e provocarle sensazioni continue di piacere. I due amanti continuano in questa danza lenta mentre lei afferra la mano di Andrea e la conduce ad accarezzare il monte di Venere e quella piccola appendice fonte di godimento.
I due corpi che ora sembrano un tutt’uno, sino a poco prima non si conoscevano. Andrea ed Emma mai avrebbero pensato di trovarsi in quella situazione. Non li accumunava l’età né l’estrazione sociale. Non condividevano la nazionalità né la professione svolta. Ma un punto di contatto l’avevano: entrambi conoscevano Beatriz. Andrea tornava dal suo viaggio, stesso aeroporto, stessa compagnia aerea. Sapeva che non avrebbe trovato Beatriz la quale era da tutt’altra parte del mondo, ma quando vide quella divisa al bar non resistette ad avvicinarsi. Non resistette ad approcciarsi, ma, almeno inizialmente, solo per sapere qualcosa di più di Beatriz. Poi la ragazza era simpatica, conosceva bene Beatriz, era disinibita, era davvero molto bella. Così lo stronzo insito in lui ha preso il sopravvento. Così il secondo neurone ha smesso d’inseguire il primo e ha iniziato ad inseguire Emma. Il livello di testosterone è salito e solo portandola a casa dopo l’atterraggio è potuto scendere.
I gemiti di Andrea ed Emma erano dolci quasi come i movimenti dei loro corpi. Lui si muoveva agile in lei. Lei muoveva il bacino. Le dita di Emma tenevano aperte le labbra mentre quelle di Andrea le torturavano il clitoride. L’orgasmo le arrivò gemendo nella bocca di Andrea, espirando con forza e inarcando il corpo. Dopo poco lui lo sfilò e strusciandosi tra le sue labbra venne. Lui la tenne per un po’ tra le sue braccia. La testa di Emma sulla sua spalla, la sua schiena sul petto di Andrea. Lui inspirava la giovinezza che Emma emanava, quando inaspettatamente lei se ne uscì dicendo “Obviously I won’t say anything to Beatriz”. Andrea stette in silenzio rimanendo appoggiato a lei.
“It wasn’t enough for you?” dice lei sorridendo. Emma. Emma è caraibica e irlandese. Un connubio spettacolare. Sprizza elettricità grazie ai suoi 24 anni.
“Could I with you?” le risponde.
“I’m so tired darling” dice lei girandosi e dandogli le spalle. La mossa è avventata e pensa a quella canzone in cui l’autore dice ‘non esiste paesaggio più bello della tua schiena’. E’ uno spettacolo emozionante e, partendo dai capelli che armoniosi cadono sulle spalle, lui guarda lungo la spina dorsale scendendo sino al coccige. Osserva poi quei due splendidi ovali delle sue natiche. La pelle è tesa ed elastica. Le si avvicina. Le mette una mano su un fianco. Le labbra si posano appena dietro all’orecchio. Emma sente che l’uomo è di nuovo eccitato e ciò le faceva enormemente piacere. Pensa che probabilmente non riuscirebbe a dormire anche se stanca. L’adrenalina che lui le aveva dato poco prima era ancora alta in lei. La mano di lui le accarezza il ventre, sale e le raccoglie il seno. Le dita sfiorano il capezzolo che reagisce alla carezza. Lei gira la testa e lo bacia. Piega la gamba libera aprendo un pertugio che lui occupa con il suo sesso. Con due dita lei apre le sue labbra mentre lui lo fa scorre in mezzo. Lei sente il glande passare sopra il clitoride e lo preme sopra. Ora la mano di lui stringe il suo seno. Lei con la lingua cerca la sua. Sono movimenti lenti, appassionati ma senza fretta. Le labbra si assaporano mentre lui inizia a penetrarla. Entra piano in lei, sente il glande scivolare avvolto nel calore di quella donna. Lei si sente allargare dal suo membro, lo sente entrare e provocarle sensazioni continue di piacere. I due amanti continuano in questa danza lenta mentre lei afferra la mano di Andrea e la conduce ad accarezzare il monte di Venere e quella piccola appendice fonte di godimento.
I due corpi che ora sembrano un tutt’uno, sino a poco prima non si conoscevano. Andrea ed Emma mai avrebbero pensato di trovarsi in quella situazione. Non li accumunava l’età né l’estrazione sociale. Non condividevano la nazionalità né la professione svolta. Ma un punto di contatto l’avevano: entrambi conoscevano Beatriz. Andrea tornava dal suo viaggio, stesso aeroporto, stessa compagnia aerea. Sapeva che non avrebbe trovato Beatriz la quale era da tutt’altra parte del mondo, ma quando vide quella divisa al bar non resistette ad avvicinarsi. Non resistette ad approcciarsi, ma, almeno inizialmente, solo per sapere qualcosa di più di Beatriz. Poi la ragazza era simpatica, conosceva bene Beatriz, era disinibita, era davvero molto bella. Così lo stronzo insito in lui ha preso il sopravvento. Così il secondo neurone ha smesso d’inseguire il primo e ha iniziato ad inseguire Emma. Il livello di testosterone è salito e solo portandola a casa dopo l’atterraggio è potuto scendere.
I gemiti di Andrea ed Emma erano dolci quasi come i movimenti dei loro corpi. Lui si muoveva agile in lei. Lei muoveva il bacino. Le dita di Emma tenevano aperte le labbra mentre quelle di Andrea le torturavano il clitoride. L’orgasmo le arrivò gemendo nella bocca di Andrea, espirando con forza e inarcando il corpo. Dopo poco lui lo sfilò e strusciandosi tra le sue labbra venne. Lui la tenne per un po’ tra le sue braccia. La testa di Emma sulla sua spalla, la sua schiena sul petto di Andrea. Lui inspirava la giovinezza che Emma emanava, quando inaspettatamente lei se ne uscì dicendo “Obviously I won’t say anything to Beatriz”. Andrea stette in silenzio rimanendo appoggiato a lei.
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