Disco
di
Th3w4y
genere
etero
“Troppi ragazzini Stefano! E se ce ne andassimo da qualche altra parte?”
“Dai, vatti a prendere qualcosa da bere e sciogliti un po’”
Mi avvicino al bancone, sporgo la drink card “Mule, grazie”. Mentre va roboante “0 rischi nel love” mi auguro abbia capito. Accanto a me un gruppo di ragazze. Vent’anni?! Forse. Musica da ragazzi, ragazzi ovunque. Fanculo Stefano. Torno ad infastidirmi mentre nel gruppo accanto a me sei appoggiata con la schiena al bancone. Mi guardi. L’amica ti osserva e ride. Guardo le chiappe alla barista che mi sta preparando il mulo. Niente di che. Mi volto verso di te che continui a studiarmi. Taglio asimmetrico, capelli rasati dai lati e dietro; da sopra spiovono capelli rosa antico che di lato arrivano sino al mento. Top sbracciato, pantaloni neri attillati. Sei proprio una gran figa! Mi appoggio al bancone con un gomito ruotando verso di te. Non smetti di guardarmi. Sorseggio e poi indicandoti il bicchiere a gesti ti chiedo se ne vuoi uno. Sorridi e muovendo il capo dici di no. L’amica che rideva ti prende sottobraccio portandoti via con lei. Finisco il mio drink
La vodka entra in circolo e raggiungo Stefano che sta ballando. La voce roca di Damiano in ‘I wanna be your slave’ mi gasa. Finalmente mi sciolgo. Finalmente mi accorgo che sei dietro di me. Ti avvicini, mi balli davanti. Sei sensualissima. Le tue braccia si sollevano, raccogli i capelli e contemporaneamente abbassi il bacino. Continui fissandomi. Attenta ragazza sei vicina, troppo vicina. Guardo le tue labbra e penso solo a quanto le vorrei assaggiare. Ti giri, ancheggi. Il tuo culo mi sfiora. La mia mano sul tuo ventre. Sento il tuo profumo vanigliato. Premi sul mio pube. Giri la testa verso di me. Ci baciamo. Le tue dita s’infilano tra i capelli sulla mia nuca. Vorrei entrare in te facendoti vibrare come i bassi di ‘Bad guy’ stanno facendo vibrare il mio corpo.
“Ho sete” e ti prendo per mano portandoti fuori dalla pista. Ho sete di te, ma non te lo dico. Torniamo al bancone del bar dove poco fa ci siamo interessati l’uno dell’altro.
“Cosa prendi?”
“Bevo con te” mi rispondi.
Un altro mulo. Lo afferri tu e ti porto a sedere dove la musica si sente meno e magari riusciamo a fare due parole senza urlare. Un tavolino, due sedie. Mi siedo su una, ma tu non prendi la tua perché ti metti a cavalcioni su di me. Un sorso del mulo e poi vieni sulla mia bocca. Ecco cosa intendevi con ‘Bevo con te”. Elena, 22 anni, studentessa di psicologia, single, stasera non automunita, qui con le amiche. Andrea, 41 anni, libero professionista, single, automunito, qui con Stefano che stasera prenderà un taxi. Ridi. Non ce ne frega un cazzo di null’altro. Nei venti minuti per arrivare a casa mia due soste per non spiattellarci. Non stai ferma, ma resistiamo finché la porta della soglia non si chiude dietro di noi. Slow down baby! Ti faccio calmare, devi godere ogni singolo attimo. Non c’è fretta. Abbiamo la notte, la mattina e quanto ne vuoi. Silenziosamente al rallenty ti dimeni sopra di me. Nuda e lucente, fresca, ti tendi e ti rilassi. Gemi piano con flebili aliti esalando desiderio mentre finalmente provi il piacere di un lento godimento. Lo sento quanto sia nuovo per te tutto questo, diverso da frettolose scopate dove il lui di turno ti usa per il solo proprio orgasmo. Sono qui per te, per avere te, per la vera donna che ancora è in te, per un meraviglioso viaggio in te, per stravolgere la tua testa ed esplorarti totalmente, per conoscerti nel più segreto e profondo intimo. Voglio conoscere i tuoi desideri e piaceri. Dedito a te al cento per cento.
“Dai, vatti a prendere qualcosa da bere e sciogliti un po’”
Mi avvicino al bancone, sporgo la drink card “Mule, grazie”. Mentre va roboante “0 rischi nel love” mi auguro abbia capito. Accanto a me un gruppo di ragazze. Vent’anni?! Forse. Musica da ragazzi, ragazzi ovunque. Fanculo Stefano. Torno ad infastidirmi mentre nel gruppo accanto a me sei appoggiata con la schiena al bancone. Mi guardi. L’amica ti osserva e ride. Guardo le chiappe alla barista che mi sta preparando il mulo. Niente di che. Mi volto verso di te che continui a studiarmi. Taglio asimmetrico, capelli rasati dai lati e dietro; da sopra spiovono capelli rosa antico che di lato arrivano sino al mento. Top sbracciato, pantaloni neri attillati. Sei proprio una gran figa! Mi appoggio al bancone con un gomito ruotando verso di te. Non smetti di guardarmi. Sorseggio e poi indicandoti il bicchiere a gesti ti chiedo se ne vuoi uno. Sorridi e muovendo il capo dici di no. L’amica che rideva ti prende sottobraccio portandoti via con lei. Finisco il mio drink
La vodka entra in circolo e raggiungo Stefano che sta ballando. La voce roca di Damiano in ‘I wanna be your slave’ mi gasa. Finalmente mi sciolgo. Finalmente mi accorgo che sei dietro di me. Ti avvicini, mi balli davanti. Sei sensualissima. Le tue braccia si sollevano, raccogli i capelli e contemporaneamente abbassi il bacino. Continui fissandomi. Attenta ragazza sei vicina, troppo vicina. Guardo le tue labbra e penso solo a quanto le vorrei assaggiare. Ti giri, ancheggi. Il tuo culo mi sfiora. La mia mano sul tuo ventre. Sento il tuo profumo vanigliato. Premi sul mio pube. Giri la testa verso di me. Ci baciamo. Le tue dita s’infilano tra i capelli sulla mia nuca. Vorrei entrare in te facendoti vibrare come i bassi di ‘Bad guy’ stanno facendo vibrare il mio corpo.
“Ho sete” e ti prendo per mano portandoti fuori dalla pista. Ho sete di te, ma non te lo dico. Torniamo al bancone del bar dove poco fa ci siamo interessati l’uno dell’altro.
“Cosa prendi?”
“Bevo con te” mi rispondi.
Un altro mulo. Lo afferri tu e ti porto a sedere dove la musica si sente meno e magari riusciamo a fare due parole senza urlare. Un tavolino, due sedie. Mi siedo su una, ma tu non prendi la tua perché ti metti a cavalcioni su di me. Un sorso del mulo e poi vieni sulla mia bocca. Ecco cosa intendevi con ‘Bevo con te”. Elena, 22 anni, studentessa di psicologia, single, stasera non automunita, qui con le amiche. Andrea, 41 anni, libero professionista, single, automunito, qui con Stefano che stasera prenderà un taxi. Ridi. Non ce ne frega un cazzo di null’altro. Nei venti minuti per arrivare a casa mia due soste per non spiattellarci. Non stai ferma, ma resistiamo finché la porta della soglia non si chiude dietro di noi. Slow down baby! Ti faccio calmare, devi godere ogni singolo attimo. Non c’è fretta. Abbiamo la notte, la mattina e quanto ne vuoi. Silenziosamente al rallenty ti dimeni sopra di me. Nuda e lucente, fresca, ti tendi e ti rilassi. Gemi piano con flebili aliti esalando desiderio mentre finalmente provi il piacere di un lento godimento. Lo sento quanto sia nuovo per te tutto questo, diverso da frettolose scopate dove il lui di turno ti usa per il solo proprio orgasmo. Sono qui per te, per avere te, per la vera donna che ancora è in te, per un meraviglioso viaggio in te, per stravolgere la tua testa ed esplorarti totalmente, per conoscerti nel più segreto e profondo intimo. Voglio conoscere i tuoi desideri e piaceri. Dedito a te al cento per cento.
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