La spiaggia

di
genere
masturbazione

Sono tornata a casa tutta sudata, devo ricordarmi del caldo che fa e se devo fare faccende farle molto presto.

Lascio la bici in garage e pure il vestitino lo lascio a terra lasciando sfilare le spalline.

Raccolgo la spesa e nuda mi dirigo verso la cucina. Bevo un bicchiere d’acqua, poi mi balena una idea e salgo su in terrazza: è abbastanza grande come la ricordavo. Li ricordo con mamma ci prendevamo il sole nude lontano da occhi indiscreti quando non riuscivamo o potevamo andare al mare.

“Ci starebbe bene una tettoia, un piccolo cucinino qui, e li una vasca con delle sdraio…”

Pensavo tra me e me come ristrutturare la casa, avevo praticamente deciso anche se ancora non me l’ero detta che volevo vivere li.

Me ne stavo a progettare quel nuovo terrazzo senza accorgermi di essere appoggiata alla ringhiera con il sedere a vista: fu quando mi voltai che mi resi conto del sorriso compiaciuto che avevo procurato al dirimpettaio; feci spallucce e con naturalezza come sempre, mostrando anche il seno lo salutai e proseguì verso l’interno.

Recuperai il telefono abbandonato e trovai un messaggio:

 - Ciao sono il ragazzo del bar, se mi mandi l’indirizzo ti passo a prendere con lo scooter -

Sorrido, rispondo con l’indirizzo richiesto e mi metto a cucinare.

Il bimbetto arriva puntualissimo; mi faccio trovare già davanti alla porta con un vestitino viola, infradito e paglietta.

Lo saluto, prendo il casco e salgo sullo scooter stando bene attenta a non mostrare le mie nudità.

Arriviamo in spiaggia, scendo dallo scooter e ci dirigiamo verso la spiaggetta oltre la foce del fiume, spiaggetta che conosco bene e che mi ha ospitato frequentemente durante l’adolescenza.

Attendo il tipo, Matteo, che pianta un mini ombrellone e stendo il telo.

Chiacchieriamo e chiedo informazioni sulla riservatezza della spiaggia. Lui risponde affermativamente e così con indifferenza, mostrando le spalle e il lato b, mi tolgo il vestitino rimanendo nuda.

Mi giro, travolta dalla curiosità delle espressioni della sua faccia, mostrando nel contempo i miei seni sodi e la mia passera leggermente solcata da un filo di peluria.

Lo trovo bloccato, paonazzo, e fortemente a disagio.

-Faccio un bagno raggiungimi-

E così dicendo scappo in acqua e mi tuffo. Lo vedo sistemare l'ombrellone, muoversi in modo legnoso, sempre di spalle. Dopo qualche tempo, finalmente si toglie la maglietta e si dirige in acqua; ho il tempo di guardarlo: un giovinetto appena diciottenne, fisico normale, non troppo asciutto, con il pantaloncino che arriva alle ginocchia.

Entra in acqua, mi sorride distante, poi si tuffa e mi raggiunge.

Rimane a una certa distanza, stiamo li a goderci la frescura e a conoscerci. Lui mi racconta della sua vita, delle sue amicizie, della scuola, del suo lavoro estivo mattutino al bar.

Gli racconto la mia storia, o almeno una parte, che in realtà non sono li come turista, ma perchè ho preso lavoro a scuola in quel paese e ho anticipato il trasferimento per farmi una vacanza.

Ci tuffiamo, facciamo una piccola nuotata, e decido di provocarlo. Mi avvicino a lui, tento di strusciarmi ma è fuggevole.

-Però non è giusto, hai il costume mi hai lasciato nuda da sola. Ma hai mai visto una donna nuda prima d'ora?-

-Certo che si!- risponde lui nascondendo malamente la bugia

Mi allontano un po' e mi tuffo, nuoto sott'acqua fino a raggiungerlo da dietro, allungo la mano e tento di abbassargli il costume invano.

Riaffioro, lui sorride, tento di lanciarmi su di lui che abilmente mi cerca di tenermi alla larga.

Finalmente me lo trovo davanti, di spalle, così da abbracciarlo da dietro e stringerlo: i miei seni pressano sulle spalle, il mio pube sul suo sedere.

-Non dirmi che ti imbarazzo- e gli mollo un bacio sul collo.

Matteo si ammorbidisce un po' e senza dargli respiro gli ficco una mano davanti: sento il suo pisello barzotto muoversi sotto il tessuto; lui per tutta risposta si curva, come per allontanare la mano, ma poi cede e mi lascia fare.

-Toglilo. Esci dall'acqua e toglilo- Lo libero e lo lascio andare.

Mi spingo indietro e mi sdraio sull'acqua, i capezzoli duri e turgidi fuoriescono, così come le gambe e il sesso; sento defluire l'acqua sul mio corpo: il solletico sulla mia peluria...

Vedo Matteo arrivare in spiaggia, bloccarsi davanti all'ombrellone e finalmente mostrare il suo sedere bianco e l'abbronzatura da costume fino alle ginocchia. Si copre il pisello con la mano fino a che il mare non lo nasconde.

Arriva da me con qualche bracciata.

-Bravo! Era ora!- Gli prendo una mano e mi tiro su di lui portando la mia schiena sul suo petto, il sedere sul suo pisello che sento duro ed eretto.

il membro si incastra bene tra i miei glutei, mi giro, gli avvicino la bocca, gli prendo la testa con la mano e lo bacio.

-Prendimi-

Gli salto addosso, infilo la lingua in bocca, così da ricercare la sua; ci baciamo le nostre lingue si intrecciano, volano l'una sopra e sotto l'altra.

Sento il membro scorrere sulle mie labbra, non penetra e non lo cerco.

Scendo da quel corpo, la mano si insinua sul suo petto, l'addome il pisello: recupero il membro nella mano, lo soppeso, lo misuro, lo scappello.

Le nostre bocche si staccano, riapriamo gli occhi nello stesso momento in cui inizio a masturbarlo, ma lo vedo ritrarsi e rantolare.

Lo vedo venire, si copre, cerca di nascondersi, così mi riavvicino, lo abbraccio da dietro e avvicino le labbra all'orecchio.

-Può capitare, faccio a tanti questo effetto.-

Lo lascio un po' nella sua intimità poi torniamo a chiacchierare e usciamo verso l'ombrellone.

Gli sorrido e poi

-Torniamo a casa- gli dico -Ho molto da fare-

Matteo sta in silenzio per tutta la strada, poi davanti casa, vado per salutarlo e lui

-Scusami-

-Non scusarti. E' normale, ci rifaremo. Anzi, sto cercando qualcuno che mi aiuti a mettere in ordine casa, Ti andrebbe qualche extra?-

Gli ritorna il sorriso -Certo!-

-Bene. Ti aspetto domani pomeriggio. Fai il bravo!-

[Stralcio di: Diario di Paola Oggi]

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2022-08-24
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