Gli scogli segue
di
simonehappysun
genere
trio
-Continua, rilassati, così ti viene meglio-
A quelle parola sussultai, ma non fu per le parole o solo per le parole. Non immaginavo qualcuno così vicino.
Non mi aspettavo delle mani ferme e decise che mi abbracciavano sull'addome, un pisello che si insinuava tra il mio sedere.
Sussultai, aprì gli occhi e trovai i due amanti.
-Ti tengo io. Tu chiudi gli occhi e rilassati- mi disse il più alto dei due che mi teneva da dietro.
Ero in preda alla mia eccitazione, e quel pisello sul quale stavo a cavallo non mi dava pace.
I due si diedero una occhiata di complicità e mi alzarono i piedi, poi il secondo mi tenne per la schiena a pelo sull'acqua mentre il primo, staccato il pisello da me mi massaggiava il collo, tenedomi la testa. Decisi di abbandonarmi e infilate di nuovo due dita nella fessura ripresi a masturbarmi.
Tenevo gli occhi chiusi, seguivo le onde del mio piacere accompagnato da due mani che mi accarezzavano il collo e la nuca, una terza a sostenere il mio sedere, una quarta che armeggiava sia pur sommariamente col mio seno.
Ci spostammo da quella posizione: il tipo che mi teneva per il sedere passò in mezzo alle mie gambe, me le teneva larghe usando le spalle, mentre le sue mani insinuavano il mio sedere.
Proseguimmo così per un pezzo, finchè il tipo sul mio sedere si allontanò. Il ragazzone che mi teneva invece per il collo, mi sostenne per le spalle e mi continuò a far scivolare sull'acqua.
Quando si fermò, spostò le manisulla parte esterna delle spalle, prendendo le braccia, facendo scivolare il pisello sulla mia faccia. Mi irrigidì un secondo poi stetti al gioco: percepivo la cappella disegnare ogni curva del mio viso, toccare le mie labbra; contestualmente sentivo lo scroto sodo scendere sulla mia fronte.
Aprì la bocca, lasciai entrare quel pezzo di carne, afferrai il suo sedere veramente sodo, per ancorarmi; ingoiavo il suo pisello che scendeva gonfio dentro me; proseguì nel mio lavoro di bocca in quella posizione.
Le altre mani, quelle del tizio in mezzo alle mie gambe, tornarono sul mio corpo, mi parlavano dappertutto, fino a concentrarsi sulla mia passera umida, e slabbrata.
Si insinuarono dentro: erano due dita grosse, gonfie, dure, piene di calli, che per quanto "dure" procuravano la loro eccitazione.
Uscirono di colpo, lasciando spazio quasti contestualmente al pisello: un pisello gonfio e grosso, mi riempì subito, entrò a fatica e con dolore ma entrò con molto piacere da parte mia. Non era un pisello lungo, non me lo sentivo in fondo dove a me piaceva, ma quella grossezza e la sua diffioltà a penetrare mi eccitava di più. Mi sentivo sempre più bagnata: il pisello nella mia bocca invece spingeva, si insinuava fino in fondo, scomoda com'ero quando arrivava in fondo avevo difficoltà a respirare...
Il tappo uscì dalla passera con uno strappo tremendo, il mio ventre si contrasse di colpo, seguito da alcune gocce di sperma che schizzavano sulla mia pancia: poco pisello, poco sperma.
Ci sciogliemmo da quella posizione, mi immersi in acqua e mi rilassai un momento. Restammo in silenzio, solo qualche sguardo compiaciuto.
Poco dopo proseguimmo verso la spiaggia, l'uomo col pisello a tappo, si draiò a terra, e mi invitò a sdraiarmi su di lui, andai a cavalcioni sulla sua testa e mi sdraiai. Mi sistemò le gambe, allargando le ginocchia e spingendo il mio sesso sulla sua bocca. Arrivò anche l'altro, che gocciolava acqua su di me, poi si abbassò e mi fece vibrare con una sculacciata violenta sul culo.
Ci fu un sommesso -Ahi!- mentre cercavo di resuscitare quel tappo, quando senti un dito che si insinuava nel culo.
Lo lasciai fare e così arrivò il secondo dito. Quando furono entrambi dentro, mi irrigidì una seconda volta nel momento in cui le dita si allargarono per strapparmi il buchetto.
Tirò fuori quelle dita, sentì le mani che mi gingevano i fianchi e la cappella che dapprima timida indugiò sul mio buco e poi con un paio di colpi violenti penetrò fino in fondo.
Mi lamentai, un lamentò strozzato dal pisello che si era risvegliato nella mia bocca. Si insinuava nel mio culo con colpi violenti, secchi, la sua mano si imprimeva sulla mia nuca tenendomi bloccata e con il culo all'aria.
Mugolai, mi lamentai, la salsedine che mi rendeva asciutta e nessuna lubrificazione rendevano quella penetrazione fortemente dolorosa, ma eccitante.
Ero in preda a quella penetrazione, ogni colpo inferto era un rimbalzo, un tremore, un gocciolio di piacere.
Lo sentii mugugnare, lamentarsi, finchè gridando tirò fuori di colpo il pisello, lo sbattè sulla faccia del suo amico e venne copiosamente.
Mi buttai in avanti, stanca, sfinita.
Rimasi così un po di tempo, poi scivolai oltre e mi sdraiai sulla spiaggia.
Ritornai alla realtà quando un getto di acqua mi scorreva sul culo. Il tipo stava strizzando il costume sul mio buco acora dolorante. Gli si avvicinò, me lo ripuli col costume e mi lasciò li a riposare.
-Ciao dolcezza!- mi lasciarono così li sola e nuda a recuperare le mie forze.
A quelle parola sussultai, ma non fu per le parole o solo per le parole. Non immaginavo qualcuno così vicino.
Non mi aspettavo delle mani ferme e decise che mi abbracciavano sull'addome, un pisello che si insinuava tra il mio sedere.
Sussultai, aprì gli occhi e trovai i due amanti.
-Ti tengo io. Tu chiudi gli occhi e rilassati- mi disse il più alto dei due che mi teneva da dietro.
Ero in preda alla mia eccitazione, e quel pisello sul quale stavo a cavallo non mi dava pace.
I due si diedero una occhiata di complicità e mi alzarono i piedi, poi il secondo mi tenne per la schiena a pelo sull'acqua mentre il primo, staccato il pisello da me mi massaggiava il collo, tenedomi la testa. Decisi di abbandonarmi e infilate di nuovo due dita nella fessura ripresi a masturbarmi.
Tenevo gli occhi chiusi, seguivo le onde del mio piacere accompagnato da due mani che mi accarezzavano il collo e la nuca, una terza a sostenere il mio sedere, una quarta che armeggiava sia pur sommariamente col mio seno.
Ci spostammo da quella posizione: il tipo che mi teneva per il sedere passò in mezzo alle mie gambe, me le teneva larghe usando le spalle, mentre le sue mani insinuavano il mio sedere.
Proseguimmo così per un pezzo, finchè il tipo sul mio sedere si allontanò. Il ragazzone che mi teneva invece per il collo, mi sostenne per le spalle e mi continuò a far scivolare sull'acqua.
Quando si fermò, spostò le manisulla parte esterna delle spalle, prendendo le braccia, facendo scivolare il pisello sulla mia faccia. Mi irrigidì un secondo poi stetti al gioco: percepivo la cappella disegnare ogni curva del mio viso, toccare le mie labbra; contestualmente sentivo lo scroto sodo scendere sulla mia fronte.
Aprì la bocca, lasciai entrare quel pezzo di carne, afferrai il suo sedere veramente sodo, per ancorarmi; ingoiavo il suo pisello che scendeva gonfio dentro me; proseguì nel mio lavoro di bocca in quella posizione.
Le altre mani, quelle del tizio in mezzo alle mie gambe, tornarono sul mio corpo, mi parlavano dappertutto, fino a concentrarsi sulla mia passera umida, e slabbrata.
Si insinuarono dentro: erano due dita grosse, gonfie, dure, piene di calli, che per quanto "dure" procuravano la loro eccitazione.
Uscirono di colpo, lasciando spazio quasti contestualmente al pisello: un pisello gonfio e grosso, mi riempì subito, entrò a fatica e con dolore ma entrò con molto piacere da parte mia. Non era un pisello lungo, non me lo sentivo in fondo dove a me piaceva, ma quella grossezza e la sua diffioltà a penetrare mi eccitava di più. Mi sentivo sempre più bagnata: il pisello nella mia bocca invece spingeva, si insinuava fino in fondo, scomoda com'ero quando arrivava in fondo avevo difficoltà a respirare...
Il tappo uscì dalla passera con uno strappo tremendo, il mio ventre si contrasse di colpo, seguito da alcune gocce di sperma che schizzavano sulla mia pancia: poco pisello, poco sperma.
Ci sciogliemmo da quella posizione, mi immersi in acqua e mi rilassai un momento. Restammo in silenzio, solo qualche sguardo compiaciuto.
Poco dopo proseguimmo verso la spiaggia, l'uomo col pisello a tappo, si draiò a terra, e mi invitò a sdraiarmi su di lui, andai a cavalcioni sulla sua testa e mi sdraiai. Mi sistemò le gambe, allargando le ginocchia e spingendo il mio sesso sulla sua bocca. Arrivò anche l'altro, che gocciolava acqua su di me, poi si abbassò e mi fece vibrare con una sculacciata violenta sul culo.
Ci fu un sommesso -Ahi!- mentre cercavo di resuscitare quel tappo, quando senti un dito che si insinuava nel culo.
Lo lasciai fare e così arrivò il secondo dito. Quando furono entrambi dentro, mi irrigidì una seconda volta nel momento in cui le dita si allargarono per strapparmi il buchetto.
Tirò fuori quelle dita, sentì le mani che mi gingevano i fianchi e la cappella che dapprima timida indugiò sul mio buco e poi con un paio di colpi violenti penetrò fino in fondo.
Mi lamentai, un lamentò strozzato dal pisello che si era risvegliato nella mia bocca. Si insinuava nel mio culo con colpi violenti, secchi, la sua mano si imprimeva sulla mia nuca tenendomi bloccata e con il culo all'aria.
Mugolai, mi lamentai, la salsedine che mi rendeva asciutta e nessuna lubrificazione rendevano quella penetrazione fortemente dolorosa, ma eccitante.
Ero in preda a quella penetrazione, ogni colpo inferto era un rimbalzo, un tremore, un gocciolio di piacere.
Lo sentii mugugnare, lamentarsi, finchè gridando tirò fuori di colpo il pisello, lo sbattè sulla faccia del suo amico e venne copiosamente.
Mi buttai in avanti, stanca, sfinita.
Rimasi così un po di tempo, poi scivolai oltre e mi sdraiai sulla spiaggia.
Ritornai alla realtà quando un getto di acqua mi scorreva sul culo. Il tipo stava strizzando il costume sul mio buco acora dolorante. Gli si avvicinò, me lo ripuli col costume e mi lasciò li a riposare.
-Ciao dolcezza!- mi lasciarono così li sola e nuda a recuperare le mie forze.
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