Sistemando la terrazza

di
genere
etero

Arrivò il pomeriggio puntalissimo alle 14:10.

Gli avevo detto di venire subito dopo avere staccato dal bar e Matteo, il mio cagnolino, arrivò puntuale con un pensiero per me: delle arancine.

Lo ringraziai per il regalo, poi entrati in casa, mi diressi velocemente in camera da letto, indossai dei pantaloncini di jeans e una camicia comoda, mi spostai in salone per recuperare le chiavi dell'auto.

-Andiamo- dissi a Matteo -L'Ikea ci aspetta-

Così facendo aprì la porta che comunicava con il garage e salì in auto. Matteo in modo ubbidiente provvedette alla chiusura della porta e apertura del garage.

Arrivammo all'Ikea in circa mezz'ora, faceva caldissimo di primo pomeriggio, ma io avevo voglia di dare una buona sistemata prima di sera.

Non c'era fila e ci servirono subito, le cose ordinate le caricammo in auto con non poca fatica e ritornammo a casa.

Scaricata l'auto ci concedemmo una pausa a base di arancine e poi salimmo il tutto in terrazza. Avevo in mattinata dato una bella ripulita e sistemato quello che avevo già dentro e deciso di spostare.

Quando tutto fu in terrazza, lasciai Matteo con l'ordine di sballare il tutto e montare, poi tornai in casa, scesi al piano inferiore e mi gettai sul divano.

Sfilai i pantaloncini e la maglietta e mi riposai.

Dopo circa mezz'ora, tornai in terrazza, nuda e vidi Matteo sussultare per la mia nudità. Aveva l'aria interrogativa di quelli che non capiscono cosa stia succedendo, ma sopratutto l'imbarazzo di poter essere visti.

-Non ti preoccupare quassù non ci vede nessuno-

Lo abbracciai e lo baciai per il lavoro svolto, e proseguì a ordinare le sdraio da sole, il tavolinetto e le poltroncine e i 2 gazebo così come mi ero immaginata.

Quando fu tutto in ordine, comparvi alle spalle di Matteo e gli tirai con violenza i pantaloncini, spogliandolo.

-Forse non hai capito che qui puoi e devi stare nudo. Tranquillo-

Lo lasciai così e mi andai a sdraiare per provare il nuovo acquisto.

Lo guardai poco dopo.

-Che fai ancora li vieni-

Lui tolse la maglietta sudata e si sedette sulla mia sdraio, ai miei piedi; era interdetto non riusciva per quanto si sforzasse di guardarmi in viso: troppo attratto e combattuto tra il seno e la fessura.

Sottolineai la cosa allargando meglio le gambe.

-Tu sei vergine. e Non hai mai succhiato una figa vero?-

-Vero-

-Bene. Impara-

Mi guardò con aria interrogativa poi capì che doveva iniziare, così si inginocchiò e appoggiò le labbra alla figa. Prese a leccarmi seguendo tutti i contorni. Continuava ad andare su e giù sulla fessura, spingendo timidamente la lingua al centro.

Quando credo si eccitò cambiò il passo e affondò con più forza la lingua, per poi seguire i bordi tenendo la lingua dentro.

-Aspetta- Lo fermai. mi toccai un attimo e poi ripresi -Dammi la mano. Ascolta-

Gli poggia le dita sulla fessura umida tra saliva e umori e lo condussi.

-Senti? Senti questo punto? Lo senti che sembra una pallina? Concentrati su quella!-

Così lo abbandonai e lo lasciai fare. Infilò la lingua li in quel punto. Seguiva il movimento della "pallina" turgida, e io seguivo lui. Ero eccitata, accaldata, inebriata: stava cominciando a capire come e dove leccare, quando fermarsi, quando affondare. Lo conducevo spostando e pressando la testa sulla mia figa: godetti, con gli occhi chiusi e i miei umori che colavano fuori...

Si alzò felice, impastato in viso dei miei umori, il pisello gonfio duro, pronto alla penetrazione, glielo presi in mano, lo appoggiai alla fessura, era euforico, desideroso di spingerlo dentro...

Gli detti uno strattone alla pelle, la cappella venne tutta fuori, lucida e pulsante e mi spostai.

-Sdraiati. Non sei ancora pronto-

Ci cambiammo di posto e presi a segarlo: la mano sinistra segava, la destra accarezzava i testicoli. mi rendevo conto che Matteo aveva un buon attrezzo e che avrebbe potuto usarlo per un grande piacere; lo vidi contorcersi era sul punto di venire, lo presi in bocca, passai la lingua leggera, morbida sulla cappella, solleticando il buco di uscita.

Si contrasse una prima volta dandomi in bocca un piccolo getto; detti un'altra segata e questa volta arrivò uno schizzo grosso importante, feci fatica a tenerlo, ingoiai mentre ancora ne fuoriusciva; sentivo il suo mugolare fino a che non riuscì a rilassarsi abbandonandosi sula sdraio.

-Bravo. E' buona-

Lo lasciai riposare li e andai a fare una doccia.
scritto il
2022-08-31
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