La signora Nicoletta - cap. 1

di
genere
trio

Dedicato alla mia piccola ma troppo Tenente Uhura.

Capitolo 1

Tutto iniziò in un pomeriggio di primavera, quando scoprii che la mia racchetta da tennis preferita era fin troppo scordata per poter esser usata in modo decente.
Il primo caldo mi portò a vestirmi in modo leggero, lasciando nel cassetto le calze, per poi prendere il mio amato borsone e riempirlo con un completino da tennis comprato qualche giorno prima, e la mia amata racchetta.
Arrivai al club che era ancora presto, e non mi stupii più di tanto nel trovarlo quasi deserto, così m’incamminai verso il magazzino per vedere se c’era qualcuno a cui lasciare in consegna la racchetta. Bussai quindi alla porta, ma non mi rispose nessuno, così entrai e non potei non sentire alcuni rumori provenienti dal retro. Incuriosita, ma anche un po’ spaventata, mi avvicinai alla fonte del rumore con passo leggero, e capii subito quello che stava succedendo.
La ‘signora’ Ambra, una biondona mia coetanea che definire ninfomane è ancora riduttivo, era inginocchiata davanti a Ian, un ragazzo di colore che faceva i lavori di fatica, tutta presa leccargli il pene.
Quello che però mi sconvolse, era la dimensione della mazza del ragazzo, più simile a quella di un cavallo che di un umano.
Non provai neanche per un attimo a fare un paragone con mio marito Pietro, che fra l’altro era stato l’unico uomo della mia vita, se non altro perché il rapporto sarebbe stato di due a uno. Per un attimo pensai che un simile mostro non fosse adatto per avere un rapporto ‘normale’, ma le parole di Ian cancellarono questo mio pensiero quasi con violenza.
“Dai succhialo bene che poi ti scopo come piace a te.”
Non riuscivo neanche a capire come Ambra riuscisse a mettersi in bocca anche solo la cappella di Ian, che aveva quasi il diametro di una lattina di Coca. Tutto ciò da un lato quasi mi disturbava, ma dall’altro faceva crescere uno strano senso d’eccitazione, unito alla curiosità di vedere cosa sarebbe successo di lì a poco.
Ero quindi in lotta coi miei pensieri quando Ambra mi vide, e non perse un secondo nel farlo sapere anche al ragazzo.
“Vedi un po’ chi sta facendo la guardona ? La cara signora Nicoletta ! Com’è non hai mai visto un vero cazzo ?” mi disse con un tono ironico, quasi sapesse la verità.
Io balbettai qualcosa senza alcun senso, cercando quasi di scusarmi, ma ottenendo il solo risultato di coprirmi di ridicolo. Ian invece si mosse velocemente e con intelligenza, prendendomi la mano per portarmi dentro lo stanzino, e chiudere la porta dietro di me.
“Qui le guardone non sono ben accetti.” mi disse facendomi sentire quasi in colpa per averli sorpresi “Però se vuoi puoi divertirti con noi.”
Continuai a balbettare non sapendo in realtà cosa dire, perché se era vero che non avevo mai tradito mio marito, lo era altrettanto che il solo vedere quella mazza mi aveva sconvolta.
Quando però lui mi strinse a sé e mi baciò io non opposi nessuna resistenza, e non mossi un muscolo neanche quando poggiò la sua mano sul mio culo. Anche se trovai alquanto volgare quel gesto, allo stesso tempo mi fece sentire quanto lui mi volesse, anche se compresi che con quella semplice mano sul sedere mi stava dicendo che ero sua.
“Ma guada un po’ la Nicoletta !” esclamò Ambra alzandosi in piedi “Fa tanto la santarellina e poi è come tutte noi.”
Non le risposi e quel mio silenzio sentenziò la mia resa definitiva, ancor prima che lei mi prendesse la mano per portarla sulla mazza di Ian.
Il solo sentire quella gran nerchia fra le dita mi mise i brividi, ma Ambra avendo compreso che potevano disporre di come meglio credeva, iniziò a spogliarmi facendo cadere a terra tutti i miei indumenti fino a quando non fui nuda.
“Ora vieni qui con me.” mi disse facendomi inginocchiare al suo fianco dopo essersi tolta il body “E fammi vedere come spompini un cazzo del genere.”
“Ma io non l’ho mai fatto !” provai a protestare “Intendo a un coso così grande, e poi prenderlo in bocca non è che mi piaccia molto.”
Lei non mi rispose, ma iniziò a passare la lingua lungo quell’asta come fosse un gigantesco lecca lecca, guardandomi negli occhi come se volesse farmi capire cosa mi stessi perdendo. Però più che il vedere lei leccare il pene di Ian fu l’odore del ragazzo a farmi perdere la ragione, perché era talmente forte nella sua mascolinità, da diventare afrodisiaco. Così cercando di fingermi un po’ timida, avvicinai le labbra a quel bastone di carne e le poggiai prima sulla cappella e poi sull’asta, finendo d’inebriarmi con quel sapore.
Con Ambra iniziammo quasi una danza usando labbra e lingua, che facevamo scorrere su tutti i genitali del ragazzo, ma mentre lei riusciva anche se con difficoltà a prenderne almeno metà in bocca, io mi limitavo alla punta della cappella.
Anche quando Ian mise per terra un materassino per stare tutti più comodi, Ambra ed io continuammo ad usare le bocche, cercando anche di lasciare quanta più saliva possibile, sapendo che ben presto quel ben di Dio sarebbe entrato in altre porte del piacere.
La donna però non era partita da casa impreparata, infatti ad un certo punto tirò fuori dalla borsa un piccolo flacone di lubrificante, col quale cosparse il pene di Ian rendendolo ancora più lucido.
“Signora Nicoletta il cazzo è pronto.” mi disse ridacchiando “Ora o gli monti sopra o ti togli dai coglioni.”
Mettermi sopra Ian non fu affatto facile, e dimostrai quanto fossi impacciata casomai ce ne fosse stato ancora bisogno, e fu solo grazie all’aiuto di Ambra che riuscii a mettere la passera sopra la cappella del ragazzo.
“Adesso rilassati più che puoi, e pensa che se di lì c’è uscito tuo figlio può entrarci anche un cazzo del genere.” mi suggerì Ambra prendendo in mano la mazza di Ian per poggiarla contro la mia fica, che con mia grande sorpresa s’aprì da sola per accogliere quella grazia.
Nonostante il lubrificante e la mia eccitazione, mettersi dentro tutto quel bastone non fu certo una passeggiata, per chi come me superati i quaranta quasi considerava il sesso come qualcosa da concedere al marito con moderazione, col risultato di ritrovarsi la passera ben stretta.
Cercai di seguire il suggerimento di quella donna certamente più esperta di me in fatto di sesso, e così cercai di calarmi su quella mazza sperando di non sentire troppo dolore. La prima metà entrò quasi da sola, ma poi fu quasi una tortura anche se a tratti molto piacevole.
Non so quanto tempo impiegai per impalarmi completamente, ma quando ci riuscii ero quasi prossima all’orgasmo, tanto che mi bastò muovermi ben poco per raggiungerlo.
Inutile dire che a differenza di quelli provati con mio marito, questo mi distrusse facendo sì che mi ritrovassi sdraiata senza forze sul corpo di Ian, che quasi si mise a ridere per la mia poca resistenza, ma che si comportò da gran signore, dandomi tutto il tempo di riprendermi e lasciare il posto ad Ambra.
“Mettigli la fica in faccia, così godi ancora di più.” mi disse la bionda facendomi scivolare in avanti sino a quando non misi la passera davanti alla bocca di Ian.
Così mentre la lingua del ragazzo mi dava non poco piacere e sollievo saettando dentro il mio sesso, Ambra non solo prese il mio posto impalandosi molto più velocemente di quanto avessi fatto io, ma diede inizio ad un vero e proprio ballo, facendo non solo il classico su e giù, ma roteando anche se di poco il bacino quando aveva tutto il membro dentro di sé.
Rimasi sconvolta da come Ambra riuscisse a muoversi, ma soprattutto a godere, con tutta quella mazza dentro la passera, ma la bionda aveva in serbo altre carte da giocarsi per farmi capire quanto fossi banale in fatto di sesso.
Ambra infatti fece scivolare via Ian per poi mettersi carponi davanti a me, per esser lei a leccarmi fra le gambe.
“Dai ragazzo fai vedere a Nicoletta come scopi una donna.” disse la mia improvvisata compagna di giochi a Ian allargandosi la passera con le dita.
Il colored non aspettava altro che ricevere quell’invito, così s’inginocchiò dietro di lei per penetrarla con pochi e poderosi affondi, che la fecero quasi volare via.
“Sì così dammelo tutto … uhm … dai più forte come piace a me, riempimi la fica di cazzo.”
“Certo che ti scopo, voi brave donne bianche siete una più troia dell’altra, e oggi ne abbiamo scoperto un’altra a cui piace il cazzo nero.” le rispose Ian che ormai era diventato un vero e proprio toro da monta tanto andava veloce.
I due continuarono ad insultarsi per un po’, ma allo stesso tempo Ambra non smise mai di farmi sentire la sua lingua sulla passera, facendomi avere un altro orgasmo poco prima che anche loro due arrivassero al loro.
“Ti riempio la fica di sborra puttana che non se i altro !” urlò Ian prima di venire dentro la donna.
Mostrandomi quanto fosse perversa, casomai ce ne fosse stato ancora bisogno, Ambra prese con due dita il seme del ragazzo che le stava colando dalla fica, e se le portò alla bocca per leccarle quasi con ingordigia, per poi ripetere la stessa azione ma questa volta portando le dita davanti alla mia bocca.
Nonostante non mi piacesse affatto il sapore dello sperma, leccai le sue dita per poi ritrovarmi a baciarla, ma fummo subito interrotte da Ian che mise la sua mazza ormai floscia vicino alle nostre facce.
“Se proprio vi piace la sborra pulitemi il cazzo.” ci disse con un tono non certo amichevole, ma che funzionò visto che entrambe iniziammo a leccargli il membro sino a ripulirlo di ogni traccia di piacere.
A quel punto non ci rimase che rivestirci, ma mentre Ian fu velocissimo, Ambra ed io impiegammo più tempo, rimanendo così da sole nel retro del magazzino.
“E’ la prima volta che tradisci Pietro, non è vero ?” mi chiese mentre mi rimettevo la gonna.
“Sì ma quello che più mi sconvolge e che non ne sono pentita.” le confessai abbassando la testa “So che è sbagliato, ma Ian mi ha fatto godere come non mi era mai successo.”
“E non eri da sola ! Adesso però dammi il cellulare che ti faccio un regalo, starà poi a te decidere se usarlo.”
Diedi ad Ambra il mio cellulare e lei ci memorizzò il numero di Ian, usando come nome tecnico della racchetta.
“Se vuoi ti basterà chiamarlo e scoprire quanto ti può far godere uno come lui, quanto al tuo Pietro è un brav’uomo ma questo non è dev’essere proprio il suo campo.”
Tornai a casa quasi in uno stato di trance, non sapendo cosa avrei fatto con quel numero, anche perché sapevo d’amare mio marito e che non l’avrei mai lasciato per uno come Ian.
Però era anche vero che il suo cazzo mi stava ancora martellando il cervello.

Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

Si ricorda che mi sono cancellata da Disqus e quindi non posso rispondere ai commenti, che spero ci siano lo stesso possibilmente civili ed educati.
scritto il
2022-08-25
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