Incestuosi racconti

di
genere
incesti

INCESTUOSI RACCONTI
(mi rifaccio ai titoli di quelle commedie sexy anni 70 che tanto imperversavano in Italia. I titoli non riprendono necessariamente le trame di quei film)

La cugina

la cugina è tesa. Il colloquio di lavoro è tra un'ora e lei si sente come un paletto di ferro. Io ho il rimedio e glielo propongo "Sei sicuro?"
"E' l'unica maniera che conosco che ti fa rilassare" le dico
"Allora, ok" si avvicina a me, si inginocchia e armeggia con la patta dei pantaloni "E' tanto che non lo faccio. Se lo sa Gabriele" Gabriele,il suo ragazzo.
“Basta non diglielo”
Lei mi afferra il sesso e lo estrae, rimane estasiata di fronte alla mazza di carne che ha davanti. Me lo scappella, poi, in estasi “Quanto mi è mancato” ci strofina la faccia sopra, incomincia a leccare, arriva sulla punta, lo ingoia. Come un ciuccio.
Ma basta per rilassarla. Le vengo pure in gola.
Lei si rialza, felice e rilassata. Grazie. Mi abbraccia.
Sono sempre felice di fare felice.


Con la zia non è peccato

La ricordo ancora, di una bellezza esotica, mentre danzava tra le spighe di grano. Aveva un lungo vestito rosso a fiori bianchi, blu e gialli, stretto in vita da una piccola cinta, con un vistoso spacco sul davanti. E, nel suo volteggiare tra le spighe, la gonna si alzava, rivelando un triangolo scuro, testimone di chissà quali avventure.
La vedevo da lontano, nascosto dai covoni, con la mano nei pantaloni a menarmi la verga. Un giorno lei se ne accorse e mi invitò con un cenno del dito “Nipote mio, perché ti nascondi?” e mi trascinò con lei tra le spighe.
Affondai in lei più volte e, lei, ridente e appagate, alfine afferrò il sesso e me lo ingoiò “Non avremmo dovuto farlo, zia” dissi affranto
“Cosa? Fare sesso?”
“E’ peccato”
E lei rise “Mio caro nipote, con la zia non è peccato”


Quel gran pezzo dell’Ubalda

Fiamma mi sbatte la porta in faccia. Tra noi è finita. La supplico, prego in ginocchio, quasi piango ma, lei è inamovibile. Sto per andarmene quando lei socchiude l’uscio e mi dice “Ho bisogno di pensare al tuo tradimento”
“non c’è stato alcun tradimento, nessun rapporto incestuoso”
“Un mese e poi deciderò” e aveva chiuso l’uscio
E ripenso all’Ubalda, la nostra vicina che, quando il marito non c’è, apre la porta e le sue gambe a chiunque voglia.
In un attimo che Fiamma era via di casa, mi lasciai tentare da lei che, tra l’altro, è pure una mia cugina alla lontana.
E così, vedendola così piena e morbida, meravigliosamente nuda, accolsi la sua richiesta e feci sesso con lei. Purtroppo, Fiamma si accorse dell’inghippo mentre l’Ubalda mi faceva un pompino.
Tale fu sgomento che quasi non proferì parola. Come poter darle torto? Come poter pensare che lei mi perdonasse.
Passai il mese successivo a casa dell’Ubalda. Da quando mi sono trasferito da lei, più nessuno è passata a farle visita.
Un mese dopo, in maniera inaspettata, Fiamma bussò alla porta di Ubalda e disse che, non poteva biasimarmi sul tradimento e, per parificare la cosa, anche lei si era concessa ad un parente, lasciandomi di stucco “Ora siamo pari” aveva detto lei
E tornammo una famiglia felice

La figliastra
Proprio una gr scopata. Ricado esausto tra le lenzuola e lei che ridacchia, facendo sobbalzare quelle tette dalla curiosa forma di due coni. Ha capelli ricci e neri e un nasino alla francese che vien voglia di morderlo “Uh, fortuna che ti ho incontrato” dice lei
“Sì, fortuna” sorrido “Che mi abbiano dato buca”
“Era un appuntamento galante?”
“Temo di sì”
“Auch”
“Beh, poco male, la vedrò stasera ad una cena di famiglia”
“Ah, che noiose le cene di famiglia”
“Già, mi tocca”
“Sono incatenata anche io con la stessa cosa. Non voglio partecipare ma, mia madre insiste. Dice che devo conoscere a tutti i costi il mio futuro patrigno. Bleh, sarà il solito vecchio bavoso che corre dietro alla fica di mia madre”
“Tua madre è una bella signora che attira vecchi bavosi?”
“Lumaconi” scoppia a ridere, si alza e corre in bagno. Ha un bel culo, tondo e un vitino da vespa. Una furia selvaggia a letto. Esce dal bagno, tra le gambe un ciuffo di peli scuri e ricci. “Un ultimo giro prima della noiosità serale?”
Ci lasciamo con la promessa di farci un altro giro. Una ventata di aria fresca. Lei 18 anni, io 42.
Alla sera, penso a come dissimulare con Marta la mia scappatella. Alla porta mi apre lei, ammantata con un vestito bianco a taglia unica, stretto in vita da una cinta di cuoio nero e un vistoso scollo sul davanti che lascia intravedere un reggiseno di pizzo in tinta “Puntualissimo”
Mi esibisco in uno dei miei migliori sorrisi “Sono l’ultimo?”
“Vieni, ti presento i miei”
“Mamma?” la voce di una ragazza. Gli allarmi suonano
“Gloria, tesoro, vieni a conoscere Marco”
Ho quasi un infarto quando mi vedo comparire la ragazza che mi sono scopato qualche ora prima. Mi ero scopato la mia futura figliastra.

Perché non facciamo l’amore?
Mi faccio coraggio. Dopo mesi di occhiate e ammiccamenti, mi decido. Busso alla porta del 2B. Mi apre lei, sui cinquanta, di una bellezza non ancora sfiorita, in vestaglia che fatica a contenere un corpo sodo e appetibile “Ma quanto ci hai messo?” mi afferra e mi trascina dentro. Si spoglia in un lampo, mi sbatte contro il muro. Armeggia con i miei pantaloni “Ho voglia di scoparti” finiamo sul pavimento, la mordo, la penetro, dentro e fuori. Poi lei mi cavalca e si dimena come una furia selvaggia
Perdo il senso del tempo, mi riduce un lumicino. Tre scopate, tre inculate, tre pompini “Cabala” mi dirà dopo
Sbuffa, ride “Diavolo, non pensavo ce l’avrei fatta” dice
“Cosa?”
“A fare l’assatanata in questa maniera”
“Perché, non sei così di norma?”
“Di norma sono come una suora. Timida, riservata, pudica”
“E cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“Sono vedova da tanto tempo. Avevo voglia di sfogarmi e fare qualcosa che non avevo mai osato fare?”
“Uh, lusingato che tu abbia scelto me”
“Beh, visto come mi guardavi”
“Visto come mi guardavi tu”
Ci siamo guardati e scoppiati a ridere “Ora, che ne diresti di, prendere fiato e,poi.. Perché non facciamo l’amore?”
“Ma l’abbiamo già fatto”
“Sì, ma questa volta, con placida calma” mi sporgo verso di lei e la bacio “Che ne dici?”

Crema, cioccolata e paprika
Nuda sul divano, Lea Beby, sonnecchia. Arrivo al suo capezzale con panna e Nutella. La sveglio con un bacio “Ciao”
“Ciao” dice lei
“Dormito bene?”
“devo smetterla di mettere paprika nel cibo”
“Se sai che ti fa male, perché lo usi?”
“Sarà masochismo”
“Allora rimediamo il piccante con il dolce” sorrido facendole vedere la bomboletta di panna. Lei sorride maliziosa. Io le metto la panna nella fica. Poi, prendo la spatola e spalmo la nutella sulle tette. Uno sbuffo anche sull’ombelico. Una leccata all’ombelico e poi mi sposto verso i capezzoli. Lei mugugna e mi afferra il pacco “Scopami così” entro dentro di lei, nella panna, producendo un rumore di ventose ogni volta che la panna viene spinta e risucchiata. Aspetto l’orgasmo, vengo dentro di lei, la riempio. Panna e sperma. Lei si scosta e si abbassa, suggendo il nettare “Un buon risveglio”
“Meglio della paprika”
“Meglio” e continua a succhiare


…..


















di
scritto il
2022-08-28
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